(da) FRA VOI MI SPENGO, Otto inediti di Walter Valeri

93292155_10158227663773209_6471486413274611712_n

 

1

 

Spenta poi filo riacceso
una lucerna
nel cuore della notte

rossa fra fumo di zoccoli
e cenere dal camino
riascoltiamo soffiare, la Storia

col volto nella fiamma
arnia nel petto del carbone
passo dopo passo

trick e poi trick e poi track
nella fonderia del tempo, il Fuoco
dove sfora il nitrito d’Anghiari

scalpiccio d’acqua che non lava
sasso germoglio immune, la Rosa
nelle orme dell’orecchio

d’una scimmia golosa, ala
che freme nel miele, lo Strepitio
millenario dell’apicultrice

che adagio scompare
adagio senza fondo fra nudi
cerchi e canti di dolore.

 

 

2

 

Sono io
l’altro mio io quello che indica
il corpo che pende rovente su me
il vivo che vive nell’inutile dire
mortificato scisso torturato impalato
spaccato in due dal rimorso. Sono io
l’aura infelice dell’armata ragione
inutile strapparmi di dosso l’ala falcata
impietrita del tradimento il lamento
l’aculeo pietoso della storia lo scafandro
mentre m’agguanto torco la testa all’agguato
purificato dal senso di colpa, guarito ma
lacrimante per il male che m’hai fatto, faccio
al serpente ho fatto e ricevuto in acconto
come uno straccio sporco di gesso
in faccia: non conta a che serve strisciare
trascinarsi ad U dall’altra parte del fosso
come contasse qualcosa, non conta
prendere a schiaffi il fantasma del padre
scampanellare non conta scaricarsi in bocca
la pistola sono io la Storia il laccio fiorito, io
il feticcio che ci fa tanto feroci e infelici.

 

 

3

 

Nel cinguettio dei rami è primavera
già sbrana violaciocche la luna.
L’antico brivido di luce abbaglia
trotterella sul balenio delle foglie
nel fruscio del sonaglio di carne
calda ebete innocente esplode
domani avrà altre labbra sulle labbra
ancora fuoco il fuoco del tramonto.

 

 

4

 

Fra voi mi spengo
armato di vista acuta
passeggiando nel chiaro
freddo argenteo artificiale
del lago di Quarto mentre
confessa l’orlo l’incendio
che s’allontana a picco nel bosco
rimpicciolendo il sempreverde
sotto le scarpe chiodate
nel viottolo saturo d’aria rovente
gorgheggiante di bacche
nubi appese all’azzurra
miccia del passato millennio.

 

 

5

 

Che importa se non trasmette
ti amo veramente smurato il cuore
al sole dei vivi a squarciagola
c’è comunque una gola squarciata
in tutto quel che resta.

 

 

6

 

Resuscita nel sonno grida fuori di sé
aiuto non sono morta
che di morte apparente mentre spumeggia
defunta nello slargo trafficato del cimitero
in pieno giorno senza pane né denti
a gridare come si può con voce impertinente
sfatta sul granito rovente ridente
dall’altrove e geometrico ghiaino sotto i tacchi
sandali estivi come rondini a spillo più che mai
chiassosi dopo l’intervento del callifugo
giù di peso vedova smagrita navigando
più che in forma quasi bella già ondeggiante
in possesso di sé da qualche mese grazie anche
agli elusi carboidrati grassi d’animale ciccioli croccanti
latticini di bufala rimossi per sorgere insorta accolta
dalla luce piena del rubino che lampeggia al dito
sotto l’acqua spumeggiante, fresca come mai galante
mentre nitrisce zampilla dal foro di ghisa nell’acqua
cavallina con nuova trasparenza botticelliana
e invito alla vita appena appena sfacciata
fragole in bocca e poi salatini, dolcetti, grana non lesinato
tagliato a dadini perfetti per l’occasione bacetti al party
a tutti e olive piccanti invece del rosario fuori moda
e come l’uovo di Piero fra l’indice e il pollice dondolante
più che il rosario il botto soffocato a malapena udito
dal collo fresco della Veuve Clicquot.

 

 

7

 

Macina segue ogni goccia
infocata di ieri per fare pace
fra cementato candore con pietre
secolari mattoni invisibili
apparenze in un varco di vizi
preziosi borbottii di bronzo
nitriti vita breve sembianti alla prova
di un ghigno scalcinato, odierna
cometa dell’ invincibile boia.

 

 

 

8

 

Piange nell’acqua
mima la scena
cangia colore la vita.

 

Riguardo il macchinista

Walter Valeri

Walter Valeri poeta, scrittore e drammaturgo è stato assistente del premio Nobel Dario Fo e Franca Rame dal 1980 al 1995. Ha fondato il Cantiere Internazionale Teatro Giovani di Forlì nel 1999. Successivamente ha diretto il festival internazionale di poesia Il Porto dei Poeti a Cesenatico nel 2008 e L’Orecchio di Dioniso a Forli' nel 2016. Ha tradotto vari testi di poesia, prosa e teatro. Opere recenti Ora settima (terza edizione, Il Ponte Vecchio, 2014) Biting The Sun ( Boston Haiku Society, 2014), Haiku: Il mio nome/My name (qudu edizioni, 2015) Parodie del buio (Il Ponte Vecchio, 2017) Arlecchino e il profumo dei soldi (Il Ponte Vecchio, 2018) Il Dario Furioso (Il Ponte Vecchio, 2020). Collabora alle riviste internazionali Teatri delle diversità, Sipario, lamacchinasognante.com Dal 2020 dirige i progetti speciali del Museo Internazionale della Maschera “Amleto e Donato Sartori”. È membro della direzione del prestigioso Poets’ Theatre di Cambridge (USA).

Pagina archivio del macchinista