INVERSO MUNDUS: MOSTRA PRO UCRAINA PRESSO LA FONDAZIONE PINO PISCALI (POLIGNANO A MARE) DEL COLLETTIVO RUSSO AES+F

immagine Pino Pascali

AES+F: INVERSO MUNDUS

Diffondiamo il comunicato stampa della Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare (Bari), con cui abbiamo collaborato in precedenza per la mostra Latidos, a cura di Lucia Cupertino e Maria Rossi.

 

Sabato 9 luglio alle ore 19 la Fondazione Pino Pascali presenta l’opera Inverso Mundus (2015) del collettivo russo AES+F, già vincitori della XVIII edizione del Premio Pino Pascali. A sette anni dal conferimento del premio al collettivo russo fondato nel 1987 da Tatiana Arzamasova, Lev Evzovich e Evgeny Svyatsky + Vladimir Fridkes gli AES+F tornano a Polignano a Mare con una opera ed un progetto di pace, in collaborazione con International Center “European Integration of Ukraine” ONG.

Inverso Mundus (2015) sarà proiettata nel salone centrale della Fondazione Pino Pascali, in un progetto a cura di Rosalba Branà. L’opera si ispira alle incisioni del XVI secolo del “Mundus inversus” nelle quali si propone un radicale rovesciamento di ruoli e relazioni sociali tra esseri umani ed animali allo scopo di produrre una rappresentazione impossibile. ln Inverso Mundus le scene del carnevale medievale appaiono come episodi di vita contemporanea in cui i personaggi recitano assurde utopie sociali e si scambiano maschere, trasformandosi da mendicanti a ricchi, da poliziotti a ladri.

Il progetto è pensato per essere una occasione per riflettere in maniera critica sulle posizioni che in queste drammatiche settimane di guerra stanno accompagnando anche il dibattito culturale mentre l’arte contemporanea vuole e deve essere uno strumento di pace, collante per l’unione tra i popoli.

Su iniziativa del collettivo russo, sarà possibile, durante i mesi di trasmissione del video, finanziare attraverso una raccolta fondi, l’Art Residence “Rosokhy Sas Nest”, situato in Ucraina, già oggetto di un generoso contributo da parte degli artisti AES+F e che ora è diventato un luogo di accoglienza per molti artisti e gente comune in fuga dalla guerra.

Dall’inizio della guerra l’Art Residence “Rosokhy Sas Nest” si è trasformato in un rifugio per oltre 50 rifugiati. Il villaggio di Rosokhy si trova a quattro chilometri dal confine di stato Ucraina-Polonia, noto come Smilnytsia Crossing, e nella Comunità Territoriale di Staryi Sambir. Dall’inizio della guerra in Ucraina, 11 villaggi della Comunità territoriale di Staryi Sambir hanno ospitato 821 sfollati interni (305 donne, 170 uomini, 346 bambini). In particolare, i villaggi di Rosokhy e Voloshinovo hanno ospitato 83 sfollati interni (67 adulti, 16 bambini). Un gran numero di sfollati e di persone che fuggono in Polonia come rifugiati necessitano ancora di alloggio, cibo, assistenza medica e di salute mentale e un terzo di loro sono bambini. Vi è quindi una urgente necessità di organizzare nuove strutture e di raccogliere fondi per sostenere l’iniziativa. Le donazioni internazionali hanno contribuito a rinnovare gli spazi comuni per i rifugiati. Nell’ultimo mese risulta evidente come i rifugiati abbiano bisogno di qualcosa di più di un semplice riparo, ma anche di riabilitazione psicologica e occupazione per sostenersi e tornare a una vita attiva. In collaborazione con il Centro Internazionale “European Integration of Ukraine” l’Art Residence “Rosokhy Sas Nest” ha avviato “sessioni di riabilitazione” per le famiglie dei profughi nell’ambito del “Progetto del territorio di riabilitazione”.

Il pubblico di Inverso Mundus sarà invitato ad offrire volontariamente ed individualmente, attraverso indicazioni bancarie della Ong di riferimento, un libero contributo a sostegno di questo centro, in uno spirito di collaborazione in cui l’arte fa da collante al di là dei conflitti.

“Abbiamo rappresentato la Russia”, raccontano gli artisti, “per molti anni in varie mostre internazionali, tra cui il Padiglione Russo della Biennale di Venezia nel 2007. Il 24 febbraio abbiamo messo un drappo nero sul nostro Instagram, firmato petizioni contro la guerra e taciuto… Questo non è stato un silenzio di conformismo o accordo; questo era un silenzio di shock e impotenza…

È passato del tempo dall’inizio dell’invasione. Il regime di Putin continua a commettere crimini di guerra, distruggendo città ucraine, uccidendo migliaia di civili, privando milioni di case, famiglie e futuro.

Dopo la paura per i nostri cari, la depressione, la vergogna della nostra impotenza e il senso di colpa, gradualmente è arrivata la comprensione della nuova realtà in cui ci troviamo tutti e cosa è possibile fare in quella realtà. Non c’è più neutralità, o sei contro la guerra e il fascismo russo, o lo sostieni. Abbiamo fatto la nostra scelta.

Non possiamo rappresentare un paese che sta intraprendendo una guerra di aggressione genocida, facendo il lavaggio del cervello alla propria popolazione, e reprimendo e terrorizzando i suoi cittadini per aver protestato anche con cartelli vuoti. Abbiamo cancellato tutte le imminenti mostre con le istituzioni statali russe e non riprenderemo alcun progetto in Russia fino a quando questo regime non sarà più al potere.

Tra le altre iniziative e le ONG che forniscono soccorso, sosteniamo la nostra vecchia amica ucraina, Vira Nanivska, che all’inizio degli anni ’90 organizzò le nostre prime mostre in Europa insieme ad artisti ucraini. Qualche tempo fa ha costruito una residenza d’arte nella sua fattoria nei Carpazi, nell’Ucraina occidentale. Ora questa residenza e alcuni villaggi vicini ospitano quasi mille profughi. Nelle ultime due settimane Vera ha anche ricevuto i corpi di coloro che sono morti sulla strada e ha organizzato le loro sepolture.

Tutti coloro che vogliono unirsi a noi nel sostenere il rifugio per rifugiati nei Carpazi possono donare a uno speciale fondo di beneficenza locale senza scopo di lucro “International Center “European Integration of Ukraine” ONG”, con il quale Vira Nanivska sta lavorando”.

Per approfondire: https://www.museopinopascali.it

Riguardo il macchinista

Lucia Cupertino

LUCIA CUPERTINO (1986, Polignano a Mare). Scrittrice, antropologa culturale e traduttrice. Laureata in Antropologia culturale ed etnologia (Università di Bologna), ha conseguito un Master in Antropologia delle Americhe (Università Complutense di Madrid) con tesi sulla traduzione di fonti letterarie nahuatl. Vive da tempo tra America latina e Italia, con soggiorni più brevi in Australia, Germania e Spagna, legati a progetti di ricerca, educativi e di agroecologia. Scrive in italiano e spagnolo e ha pubblicato: Mar di Tasman (Isola, Bologna, 2014); Non ha tetto la mia casa - No tiene techo mi casa (Casa de poesía, San José, 2016, in italiano e spagnolo, Premio comunitarismo di Versante Ripido); il libro-origami Cinco poemas de Lucia Cupertino (Los ablucionistas, Città del Messico, 2017). Suoi lavori poetici e di narrativa sono apparsi in riviste e antologie italiane e internazionali. Parte della sua opera è stata tradotta in inglese, cinese, spagnolo, bengali e albanese. È curatrice di 43 poeti per Ayotzinapa. Voci per il Messico e i suoi desaparecidos (Arcoiris, Salerno, 2016, menzione critica nel Premio di traduzione letteraria Lilec – Università di Bologna); Muovimenti. Segnali da un mondo viandante (Terre d’Ulivi, Lecce, 2016) e Canodromo di Bárbara Belloc (Fili d’Aquilone, Roma, 2018). Membro della giuria del Premio Trilce 2018, Sydney, in collaborazione con l’Instituto Cervantes. Cofondatrice della web di scritture dal mondo www.lamacchinasognante.com, con la quale promuove iniziative letterarie e culturali in Italia e all’estero.

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