dalla newsletter Dear Reader- The Satanic Verses, di Deepanjana

٢٠٢٢٠٨١٤_٢٢٤٥٠٢

Un amico mi ha chiesto di recente: ” I versetti satanici è un buon libro?” La domanda mi è stata fatta la mattina dopo che Salman Rushdie è stato aggredito durante un evento letterario negli Stati Uniti. Ho replicato non con una risposta, ma con una domanda: “Perché, se il romanzo è brutto, va bene pugnalarlo più volte?”

“No, no, ovviamente no”, ha risposto frettolosamente il mio amico, con aria imbarazzata. “Mi stavo solo chiedendo perché il libro sembra scatenare la furia di tutti  [Ndt: nell’originale inglese viene usata l’espressione idiomatica “get everyone’s goat”]. Che è un’osservazione divertente se si parla di The Satanic Verses poiché uno dei personaggi principali del romanzo è un gentiluomo metà uomo e metà capra.

Il mio amico ha ragione su The Satanic Verses. Se si esamina ‘lo storico’ è un libro che ha la capacità di sconvolgere le persone. L’India è stata in effetti uno dei primi paesi a bandire il libro; migliaia di persone sono scese in piazza in Pakistan per esprimere la loro indignazione dopo l’uscita del romanzo; numerose librerie nel Regno Unito e in America sono state bombardate o vandalizzate per averlo venduto. E poi, quattro mesi prima della sua morte, la Guida Suprema dell’Iran, l’Ayatollah Khomeini, ha emesso una fatwa chiedendo la morte di Rushdie e dei suoi editori. Potrebbe sembrare una reazione assurda ed eccessiva, ma Rushdie è stato costretto a nascondersi. Inoltre, ho scoperto di recente, grazie a Twitter e Wikipedia , che il traduttore giapponese di Rushdie è stato accoltellato a morte e che ci sono stati tentativi di uccidere altri due traduttori. L’editore norvegese di The Satanic Verses è stato colpito ma è sopravvissuto, tentato omicidio avvenuto nel 1993. La polizia ha impiegato fino al 2018 per identificare e accusare i presunti colpevoli: un libanese di nome Khaled Moussawi e un diplomatico iraniano che prestava servizio presso l’ambasciata iraniana a Oslo al momento del tentato omicidio. (Sia Moussawi che le autorità iraniane hanno negato qualsiasi coinvolgimento nell’attacco a William Nygaard, l’editore norvegese.)

Tutto questo potrebbe indurci a pensare che The Satanic Verses abbia lo stesso numero di lettori  di Harry Potter . Non li ha.  Le persone che vogliono censurare gli autori o ucciderli raramente sono grandi lettori. Sto cercando di pensare a un altro libro che è rimasto argomento di conversazione per più di tre decenni, non per quello che contiene, ma per i sentimenti che l’idea del libro suscitano nelle persone.

 

Il primo libro che ho comprato quando sono andata all’estero da studente è stato proprio I versetti satanici . Sono rimasta sveglia a leggerlo buona parte della notte, un po’ perché il semplice atto di voltarne le pagine sembrava in sé un flebile grido di guerra contro il conservatorismo e anche perché la modalità di narrazione era diversa da qualsiasi altra che avessi letto prima. Si trattava di un romanzo pieno di colpi di scena, trucchi, fantasie, follia, irriverenza, dolore, rabbia e persino gioia. Rushdie si divertiva con la lingua inglese in modalità che all’epoca erano seguite da pochi altri scrittori dell’Asia meridionale. L’avevo avvertita anche in passato mentre leggevo altri suoi libri, ma ne I versetti satanici la malizia letteraria era particolarmente irriverente e acuta.

Considerando il momento storico in cui è uscito The Satanic Verses,  forse l’immaginazione può estendersi fino a capire qualcuno che si arrabbia terribilmente per quel romanzo. La fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta furono anni pieni di furia e il fatto che la pubblicità della fatwa abbia aiutato The Satanic Verses a diventare un best-seller avrebbe potuto spingere alcune persone ad agire in modo irrazionale. Tuttavia, un attentato alla vita di Rushdie 33 anni dopo l’emissione della fatwa? Messo in atto da un ragazzo statunitense di 24 anni, nato nove anni dopo la morte di Khomeini? Tendiamo a pensare che le politiche di divisione siano radicate in un momento e in un contesto particolari, ma attacchi di questo genere servono a ricordarci che il tempo potrebbe non essere il grande guaritore quando si tratta di società. L’odio indugia e si nasconde nell’ombra, in attesa di tentare coloro che si sentono impotenti. In un mondo che sembra ignorarli, la politica dell’odio offre una sorta di comunità e l’illusione di aver in mano il controllo sulle cose.

Hadi Matar, il giovane accusato di tentato omicidio per l’aggressione a Rushdie, era forse alla ricerca di fama e approvazione come paladino dell’islam dall’armatura scintillante? Questo giovane sembra aver trovato la monotona tossicità di coloro che hanno invocato il sangue di Rushdie più persuasiva di tutto ciò che Rushdie ha sostenuto da quando è diventato famoso. È una cosa che non riesco a comprendere nonostante tutti gli sforzi che faccio per immedesimarmi. La maggior parte degli autori è noiosa e spesso viene definita arrogante. Si farebbe meglio a leggere i loro libri che andare a vederli di persona. Magari si potrebbe anche volerli uccidere dopo essere stati sottoposti a una sessione di ripasso in classe particolarmente deprimente. Ma non Rushdie. Negli eventi in cui partecipa in presenza è divertente, perspicace e ti fa credere nella magia della narrazione. Sì, vero,  pur non essendo stato esente da qualche episodio di rimbambimento, come quella volta che si è infastidito con il critico Parul Sehgal o quando ha scelto di essere uno dei firmatari di questa lettera che esprimeva preoccupazione per la cosiddetta ‘”cancel culture” (che non è un fenomeno reale. Se lo fosse, Louis CK non avrebbe certamente una carriera, ma ce l’ha. Ha perfino un Grammy .) Alla fine, bisogna considerare che Rushdie ha 75 anni ed è un uomo, ma è anche innegabilmente carismatico. È un vero mago delle parole. Lo ascolti parlare e capisci perfettamente come abbia fatto ad essere sposato quattro volte.

Evidentemente però Hadi Matar non è d’accordo con me. È profondamente deprimente che la politica dell’odio si sia rivelata più convincente delle idee rappresentate da Rushdie – libertà, fascino, irriverenza – nel corso dei decenni. Tra i lati positivi, il figlio di Rushdie, Zafar, che molti di noi conoscono per via della dedica in Haroun e il Mare delle Storie . — ieri ha dichiarato alla stampa (o forse il giorno prima) che Rushdie non era più attaccato al ventilatore ed era in grado di parlare con la famiglia. Zafar ha anche detto che il “senso provocatorio dell’umorismo ” di suo padre rimane intatto. Leggendolo, la mia mente è fulminata dall’incipit di The Satanic Verses , con Gibreel Farishta e Saladin Chamcha che cantano una traduzione inglese di “Mera Joota Hai Japani” e “Rule Britannia”. Lo fanno mentre sfrecciano nei cieli dopo l’esplosione dell’aereo su cui si trovavano. La maggior parte di noi non penserebbe mai che un disastro a mezz’aria sia necessariamente lo sfondo migliore per una scena comica, ma questo semplicemente perché la maggior parte di noi non è Rushdie. Quell’incipit è completa, deliziosa, fenomenale follia e quelle che si annidano nell’ilarità sono intuizioni postcoloniali.

 

Siamo grati a Farah Ahamed per averci segnalato questa riflessione. Traduzione italiana di Pina Piccolo, in attesa di approvazione, dall’originale inglese uscito il 15 agosto 2022 nella mail list Dear Reader, presso Substacks https://deepanjana.substack.com/p/the-satanic-verses-glory-a-novel?utm_source=substack&utm_medium=email

 

DearReaderdownload

Deepanjana — autrice, giornalista e straordinaria procrastinatrice —  questa è la newsletter che riguarda i libri che leggo. Circa una volta al mese  scrivo dei libri che ho letto di recente e dei Pensieri che mi hanno lasciato.

 

Immagine di copertina: Opera grafica di Mubeen Kishany.

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

Pagina archivio del macchinista