Introduzione del curatore
Poesie attraverso la perla dell’Africa è una raccolta di poesie scritte da studenti di letteratura del College School di Makerere, Kampala, Uganda. Il primo obiettivo è quello di far conoscere il paese attraverso i suoi giovani studenti con predisposizione alla scrittura. L’idea del libro ha più di uno scopo: capire il loro pensiero rispetto al mondo che li circonda, cioè il livello di coscientizzazione (per dirla con un termine molto caro a Frantz Fanon); far conoscere attraverso i loro pensieri e ciò che esprimono il loro paese. Per alcuni potrebbe essere un’opportunità per avere visibilità in Italia e in Occidente in generale, perché l’idea – un po’ ambiziosa –è quella di far tradurre il libro in altre lingue, per esempio, in spagnolo, in tedesco, ecc. Infine, non per importanza, il ricavato dalla vendita del libro verrà dato ad una Commissione composta tra gli studenti e alcuni insegnanti allo scopo di aiutare gli studenti in situazioni di difficoltà, in termini economici. Il lavoro di traduzione in italiano è stato realizzato da Daniela Buccioni.Per ulteriori informazioni o per chi è interessato ad organizzare la presentazione del libro oppure per chi vuole acquistare il libro, qui di seguito sono riportati i recapiti:
www.hamidbarole.it http://www.facebook.com/baroleabdu E-mail: hamidbarole@libero.it Italy: +339.5919387 Uganda: +256(0)783265136
Hamid Barole Abdu
POESIE ATTRAVERSO LA PERLA DELL’AFRICA, nota della traduttrice
Conosco da alcuni anni la scrittura in versi del poeta Hamid Barole , una scrittura che ho seguito nel suo formarsi e nel suo costante dialogo con l’Africa, con i suoi luoghi, le sue persone. Ho accettato dunque di tradurre la sua raccolta più recente, Poesie attraverso la perla dell’Africa, perché ero sicura che questa attività di traduzione avrebbe fatto bene a me stessa ma avrebbe soprattutto contribuito a riempire tanti buchi vuoti, tante lacune, a soddisfare e a far emergere curiosità semplici ma fondamentali in coloro che credono (o iniziano a farlo) che le altre facce dell’Africa esistano sul serio. Il poeta Hamid Barole ha creato attraverso questa raccolta uno spazio importante, umano ed intellettuale, fatto di poesia ma anche di prosa. Tante riflessioni sulla guerra, le violenze domestiche, tanti rimandi al nuovo e vecchio colonialismo. Sono questi gli ingredienti che gli studenti del Makerere College di Kampala mettono nelle loro poesie per illuminarci su quella coscientizzazione tanto cara all’intellettuale martinicano Frantz Fanon. Lunghe o brevi che siano, queste poesie lasciano intravedere le emozioni di chi le ha scritte, sono la prova di una generazione attiva impegnata nel contrastare i mille volti dell’ indifferenza e dell’oppressione ma sono anche altro. Sono il segno della scolarizzazione, dell’acculturazione, di quel ventaglio di possibilità che nessuna decisione personale, geopolitica potrà mai prendere o sostituire. Sono certa che questo libro accenderà i riflettori sulla bravura, sul talento degli studenti del Makerere College di Kampala in Uganda da cui effettivamente provengono le poesie. Qual è il punto di forza di questa raccolta e di questi giovani poeti? La domanda riecheggia tra coloro che pochi ma buoni erano presenti giovedì 22 Ottobre nell’aula del Centro Amilcar Cabral a Bologna. La risposta che mi sento di dare è questa: il punto di forza è proprio il loro essere intellettuali in un luogo che a noi può sembrare cosi lontano, cosi sconosciuto. Siamo di fronte ad una rivoluzione pacifica, culturale , una rivoluzione vera che nulla a che vedere con gli slogan, le propagande a cui ci hanno abituato, a quella comunicazione eccellente, strategica, solidale in cui l’assuefazione prevale sulla vera informazione. Ieri credevamo che l’Africa avesse un solo volto, mentre oggi grazie a questa raccolta di poesie scaviamo in fondo alle nostre incertezze per far sì che diventino fonte di conoscenza e di sapere vero e autentico. La parola dunque a questi giovani poeti, vera forza di questa raccolta affinchè continuino ad illuminarci su ciò che altrimenti non riusciremmo mai a vedere da soli con i nostri occhi.
Daniela Buccioni
UN VERSO IN RIMA
by Kenyangi Keshia
Vorrei fare di un verso una rima
sono accecato
da quest’arte divina
Vorrei ricambiare,
ma tu non fai altro che ignorare,
i miei giri di parole.
Io Dichiaro,
da ragazzo beneducato
che il mio cuore è intrappolato.
Tu hai il coraggio di curare
il mio cuore svelato
in questo accento allungato
che mi rende riservato.
Questo accento texano che non ho mai conosciuto,
che non mi è mai appartenuto.
Io ho accettato questo fato,
questa rima nera
che può passare
e che tu potrai apprezzare.
Confusione a parte,
tu devi decidere
tu devi sapere
che io ti voglio mostrare
con ogni intercalare
che tu sei il dispiacere
che continua ad ignorare
ma per cui vorrei morire.
A RHYMING LINE
by Kenyangi Keshia
I’d doth rhyme a line;
My person is blind
For thon art divine.
I’d attempt so in kind,
But thou pay me no mind,
With my Shakespearean rhyme.
Ah do declare
For a boy quite fair,
Mah heart’sensnared.
Do yah dare care?
That mah heart is bare
In this Texas drawl
That leaves me with drawn.
Buh chew ain’t know me like that, like that,
I ain’t got chew like that
I ain’t trying to hate
Boy accept this fate,
Although, you gotta appreciate
This Negro rhyme
That you know is fine.
Ruckus aside;
You have to decide
But, all I need you to know
All I wanna show
Whatever speech Ah borrow
You still my sorrow
For I’d die for theee
That cares not look at me
DISSETARSI DAL NILO
di Nakkazi Fauzia
Oh Uganda,
Dove il Nilo nasce
Corre da paese a paese
Da Est a Nord
Le tue mani affondano
Nel mare Mediterraneo
Oh Uganda,
dove il Nilo nasce
mostrando la sua energia
mentre si muove.
Qualcuno lo chiama
Il lungo serpente pacifico.
Oh Uganda
Dove il Nilo nasce
Dona alla gente e alle bestie
Una vita
Sorseggiano da ogni angolo
Per dissetarsi.
Oh Uganda
Dove il Nilo nasce
n molti arrivano
Da paesi diversi
Per sentire il tuo rumore
Mentre passi sulle rocce.
Oh Uganda
Terra del Nilo
Dove nasce
La perla dell’Africa
La terra sempre verde.
Che il Signore ci sostenga
Il nostro futuro è nelle sue mani.
SIPPING FROM A NILE
Nakkazi Fauzia
Oh Uganda,
Where the Nile starts
Runs from country to country
From East to North
Deeping your hands In the Mediterranean Sea;
Oh Uganda,
Where the Nile starts
Showing a lot of energy
When moving.
Some call you
A long peaceful snake.
Oh Uganda,
Where the Nile starts
Gives people and beasts
A life.
They sip from every corner
To quench their thirst.
Oh Uganda,
Where the Nile starts
You bring many people
From different countries
To see you making noise
As you pass in the rocks.
Oh Uganda,
Where the Nile starts
The pearl of Africa
The ever green land
May God uphold thee
We lay our future in thy hands.
LA MIA PARTE MIGLIORE
Quando ti vedrò di nuovo
Il mio cuore desidererà il tuo viso.
Nella mia mente rimangono i ricordi
Che mi riempioni di garzia.
Il tuo charisma che ispira
Il tuo respiro che sorride
La chimica che traspira
Queste miglia di distanza
Rendono il mio cuore pieno di passione
Mi guardo indietro
E rifletto sullo stesso percorso
Il mio sguardo appartiene
Ad un mondo di allucinazioni.
MY BETTER HALF
When will I see you again,
My heart yearns to see your face,
in my mind our reminiscences remain,
Filling me with grace.
Your charisma that inspires,
Your breath taking smiles
The Chemistry that transpires,
All these distanced miles
Only make my heart fonder,
As I look back
Making me ponder,
By the same track.
In a world of flashbacks
Does my behold belong.
LA CANZONE DELLA TERRA
Il mio humus
Non ha più humour
Gli esseri umani
Mi stanno soffocando
Senza spazio per respirare
A causa del polietilene
Le mie acque si stanno chiedendo
Cosa sta succedendo
Si sente
Come una ferita con il pus
Ecco come si sente
Ho sete egli implora
Riempimi con acque pulite e filtrate
Gli esseri umani
Hanno ucciso la mia bellezza
E oscurato le mie acque chiare
Il mio strato superficiale
Sta piangendo di gioia
Sono lacrime di dolore
Di pioggia acida
Mescolata con il cemento.
Per i miei organismi viventi
Sono morti gli organismi viventi
Sorridendo con imbarazzo
Mentre la mia bellezza svanisce.
THE LAND’S SONG
Kadali Peace
My humus has,
Has turned less humorous
For humans have,
Have chocked me to death
With no space for breath
Because of polyethene
My waters have,
Have wondered what,
What wanders in it
It feels like
Like a wound with pus
Is how it feels
I’m thirsty, it pleads
Fill me with filtered and clear water
For humans have,
Have murdered my beauty
And darkened my clear waters
My top layer is crying with laughter
With tears from tickles of pain
From acidic rain
And pricks of high heels
And bricks of high heels
Mixed with cement
On it
For my living organisms
Are dead living organisms
Laughing with shame
As my beauty fades.
STRANIERI
Baluka Maureen
Stranieri, esseri umani che arrivano in una terra sconosciuta.
In Uganda sono arrivati stranieri
Appartenenti a quattro gruppi.
I commercianti, i missionari, gli esploratori e gli amministratori
Tutti in un’unica grande terra, l’Uganda.
I commercianti hanno conquistato la costa orientale dell’Africa
La gente qui era sotto controllo
Ed ha risposto alla chiamata dei commercianti come se fossero dei capi
Impaurita da quello che poteva accadere
Era attenta a sentire cosa quelle persone ostili avevano da dire
Dopo qualche tempo, i commercianti erano insediati e gli esploratori arrivarono
Hanno esplorato la perla dell’Africa, l’Uganda
Caratteristiche fisiche come colline, montagne
Volenterosi, scattavano foto con i loro apparecchi
Alla ricerca di molte cose, anche quelle che dovevano essere scoperte in futuro
Gli esploratori camminavano con le pistole dovunque
Perché non tutti i posti da esplorare erano sicuri
Alla fine, gli esploratori se ne andarono.
Nella stessa terra, l’Uganda
arrivarono i missionari
Dicendo che dovevano diffondere il gospel
Quale gospel? Il gospel del Signore.
Sono rimasti qualche tempo e gli amministratori li avvertirono
Che il loro tempo era scaduto
Se ne sono andati e gli amministratori arrivarono
Gli Amministratori vivono in Uganda e apportano dei cambiamenti Sia negativi che positivi.
Credo che l’Uganda si stia chiedendo perché era una porta aperta.
FOREIGNERS
Baluka Maureen
Foreigners, humans that come into a foreign land
For Uganda, she has had some foreigners
Coming majorly in four groups.
Traders, missionaries, explorers and administrator.
All coming into one country, Uganda.
For traders they conquered the coast of East Africa
People at the coast were all under their control
They responded to their call as their bosses.
For fear of what may be the results,
They were attentive to hear what the harsh people had to say.
After sometime, trades live and explorers come in
They explore the pearl of Africa, Uganda
Physical features like hills, mountains
Photographing photos with their cameras willingly
Still. They hunt for more features even those likely to be discovered in the future
Explorers walking with guns everywhere they go
Because not that every place were safe for exploration.
Finally, bye bye say the explorers.
Here again, come the Missionaries
In the same country, Uganda.
Saying that they have come to spread the gospel.
Which Gospel? The gospel of the Lord.
They stay for sometimes and the administrators caution them their time
Is longer available in fact it is exhausted.
They leave and the administrators come in
Administrators live in Uganda and make new changes
Both negative and positive.
Uganda. I think she was wondering because she was an open GATE.
VIA CON IL VENTO
Nakinkinga Cynthia R.
Ho detto ciao, mi sono girata
e tu te n’eri già andato
Cos’è successo al nostro amore
eravamo tu ed io contro il mondo
era tutta una bugia
Ho smosso mari e monti
Per seguirti in lungo e in largo
E ora che non posso più farlo
mi aggrappo ai ricordi.
Ricordo il giorno che ci siamo conosciuti, era ieri?
Gli Abbracci, il tuo tocco tutti andati via con il vento.
L’altro giorno quando inseguivo la tua macchina,
sei sceso e mi hai chiamato “primitiva”
perché sono del posto e non posso capire l’amore moderno,
l’amore vero, quello che lei ti da e che io non posso darti.
Hai anche detto che noi due, io e l’amore
siamo ed eravamo incompatibili.
Pensavo che l’amore fosse paziente, materialista
per me era felice a prescindere
se era comprensivo
perché quando due persone stanno insieme
non importa altro,
importa solo il suo splendore.
Per te, io posso essere primitiva ma per me
questo è il vero amore, sì, per me.
GONE WITH THE WIND
Nankinga Cynthia R.
Said goodbye turned around,
And you were long gone,
What happened to our love,
It used to be you and me,
Against the word,
Was is it all a lie.
I have grown cones and cock’s feet,
All because of chasing you up and down.
I now cannot do it anymore and will,
Stick to memories,
I remember the day we met, was it yesterday?
The hugs, your touch all gone with the wind.
The other day when I chased after your car,
You got out and called me Primitive,
That I am local and I do not understand Modern love,
Is it the one she gives to you, that I did not, true love,
You also said that you and I, me and love
Are and were incompatible,
I thought love was patient, materialist
To me it was happy no matter what,
That it was understanding,
That when two people are together,
Nothing else matter.
That it is splendid when you experience it,
To you, I may be primitive, but to me,
That is true love, yes to me
L’OSPITE IMMORALE HA DERUBATO LA MIA UGANDA
Nakiwala Melissa Tricia
E’ giunto nella notte sul dorso di sua madre
Come un fantasma fuggito dalla morte
nella mia casa come rifugio
Esile, stanco e assetato, gli ho dato da mangiare.
Al mattino, pieno di ira, ha ucciso i nostri mariti
La morte è sopraggiunta
Abbiamo pianto, piangiamo ancora
Ha sparato, è il destino dei deboli
Con il cibo nel suo stomaco brontolante, ha conquistato la mia casa
Dal suo passato, ha portato un gas velenoso
odora di povertà contagiosa, avidità e corruzione
qualcuno la chiama pace, altri rivoluzione
I nostri uomini morti, i nostri figli affamati con una manciata di donne troppo fragili per coltivare
le nostre terre
Ci siamo fidati del nostro ospite
Lui ci ha letto nel pensiero
ci ha abbagliato con la sua sicurezza senza prezzo
Ho portato la pace; voi potete dormire mentre io vi derubo.
Abbiamo fatto un lungo sorriso
Mentre dormivamo, lui distruggeva le nostre case, i nostri regni, i nostri diritti
Si, io vi ho portato la pace
Cosa volete di più?
Non sapevamo che
L’ospite era qui per rimanere
Ha portato il suo clan da lontano
Li abbiamo accolti come la cultura ci insegna
Ora vagano per il villaggio, sono in carica, sono i suoi alleati
L’ospite ha un duro compito
Negli uffici i nostri leader chiedono meno l’elemosina.
Ora vendono le loro anime in cambio di buste marroni
L’ospite ha lasciato gli scarti, loro hanno gentilmente leccato il suo piatto.
Ringraziamo l’ospite per aver portato la pace
Siamo stupidi
L’ospite immorale ha corrotto i nostril uomini, le nostre donne e I bambini con il suo odore infetto.
Mentre dormiamo, l’ospite immorale sta derubando la mia Uganda.
THE IMMORAL GUEST STOLE MY UGANDA
Nakiwala Melissa Tricia
He came in the night on his mother’s back
Like a ghost swept beyond the dead,
Escaping to my homestead for shelter
Skinny, thirsty and haggard, I fed them.
In the morning, full to the brim, he fought our husbands,
Death, we mourned, has befallen thee
We cried, we still cry
Shame, he blurted, is the fate of the weaklings.
With food in his rotten grumbling belly, he conquered my homestead.
From his rear, he passed a poisonous gas
It stunk of contagious poverty, greed and corruption
Some called it peace, others a revolution
Our men dead, our children hungry, with a handful of women too frail to cultivate our lands
We relied on the guest
He played the mind game
He glared at us of his priceless security
I bring peace; you can sleep while I burgle you
We grinned from ear to ear
While we slept, he dismantled our homesteads, our kingdoms, our rights
Yes, I have brought you peace.
What more did you want?
Little did we know
That the guest was here to stay
He shipped his clan from afar
We welcomed them as culture teaches us
Now they roam my village, they are in charge, they are his allies
Hardship is for the host
Our elected elders in big offices are lessened to begging
They sell their souls in exchange for brown envelopes
The guest throws his leftovers at them, they gladly lick his plate
We still thank the guest for bringing peace
We are stupid
The immoral guest has corrupted our men, our women and children with his infectious stench
For while we slept, the immoral guest stole my UGANDA.
SPERAVO
Andrew George
Speravo di avere una madre
Per ricevere il suo amore
E le sue cure
Mi avrebbe abbracciato e dato da mangiare
Ma purtroppo
La mia povera mamma se n’è andata
In quella terra da dove nessuno fa ritorno
Speravo di avere un padre
Mi avrebbe protetto e dato
Tutto ciò di cui avevo bisogno
Mi avrebbe incoraggiato e insegnato
I modi per essere un vero arciere
Ma purtroppo
Il mio vecchio papà è stato portato via
Da quel dolce vino che amava
e adorava cosi tanto.
Speravo di avere una casa
Dove mangiare e bere
Come un re in una terra pacifica
Ma non ho né casa né cibo
Sono comunque felice di avere quello che
il cane di un uomo ricco ha rifiutato di mangiare
Perché è meglio che avere lo stomaco che brontola.
.
I WISHED
Andrew George
I wished I had a mother
For she would love
And take very good care of me
She would embrace and feed me
And even force me to eat my food
But it’s such a pity
For my poor old mother is long gone
To the land where people never return
I wished I had a father
For he would protect and provide me
With enough that I would offer me
He would have encouraged and taught
Me the ways of being a bow man
But it’s such a pity
For my old father was carried away
By that sweet wine which he dearly
Loved and adore to the roots
I wished I had a home
Where I would have enough to eat and drink
Like a king whose country is at peace
But I have no home and have no food
But I am happy with whatever a rich man’s
Dog has refused to eat for it’s better than
A groaning stomach.
RIFLESSIONI DEGLI ALBERI
Gli alberi riflettono e cantano a voce alta
Le loro voci sono più belle del cielo blu
E più chiare della neve dell’Everest
La loro musica è cosi naturale
Da renderti calmo e pigro
Come una lumaca in viaggio
Nessuno capisce il significato della canzone
Di un albero
A volte gli alberi sia arrabbiano
Si agitano e tremano in modo violento
Cercano di parlarci e avvertirci
Su qualcosa di allarmante e spaventoso
Ma nessuno sembra capire
I loro messaggi e sentimenti
Che pace nella vita di questi alberi
Sempre calmi e immersi nella loro quiete
Non sembrano mai essere annoiati
Ma sembrano riflettere su qualcosa.
MUSING OF TREES
The trees muse and loudly sing
Their voices more beautiful than the blue sky
And clear than the Everest snow
Their music is so natural that it will make you calm and lazier than a snail on a journey
Yet no one understands the meaning of the tree songs.
Sometimes the trees get really angry
They shake and tremble in violence
They try to communicate and warn us
About something frightening and scary
And yet no one seems to understand
Their message and feelings.
Oh! The peace these trees have in their lives
Always calm and lost into their own calmness
And never seeming to be bothered about anything
They seem to be calculating something
Hamid Barole Abdu (Asmara, 1953) è un poeta e scrittore eritreo. Dopo aver studiato letteratura in Eritrea, emigra in Italia nel 1974 e si stabilisce a Modena dove lavora come operatore psichiatrico ed esperto interculturale. Ha realizzato diversi progetti di ricerca e studi sul fenomeno immigratorio, pubblicando numerosi articoli sull’argomento. Il suo primo libro di poesie Akhria – io sradicato poeta per fame, pubblicato nel 1996, ha ottenuto molti consensi dalla critica. I testi in esso contenuti sono stati utilizzati per la realizzazione di due spettacoli teatrali. Tra le altre opere: Eritrea: una cultura da salvare. Ufficio Stampa del Comune di Reggio Emilia, 1986; Sogni ed incubi di un clandestino. Udine, AIET, 2001; Seppellite la mia pelle in Africa. Modena, Artestampa, 2006; Il volo di Mohammed – poesie scelte. Lucca, LibertàEdizioni, 2010; Rinnoversi in segni … erranti. Faenza (RA). Grafic Line, 2013.
Daniela Buccioni è una scrittrice e traduttrice italiana. Dopo aver ottenuto il diploma di scuola superiore come perito aziendale si laurea in lingue straniere per la comunicazione internazionale. Oltre alla tesi di laurea intitolata “Traduzione e postcolonialismo, il racconto come genere letterario in Africa”, ha pubblicato la postfazione contenuta nel libro “Il volo di Mohammed” dello scrittore eritreo Hamid Barole Abdu. Tra i suoi lavori più recenti: abstract della tesi di laurea pubblicata in Nigrizia (http://www.nigrizia.it/notizia/traduzione-e-postcolonialismo-il- racconto-come-genere-letterario-in-africa); traduzione dei sottotitoli dall’italiano all’inglese del cortometraggio “Il volo di Mohammed” (https://www.youtube.com/watch?v=yBHhrbMctRo); recensione del testo Rinnoversi in segni erranti, di Hamid Barole Abdu, (http://www.slysajah.com/2013/06/chi-e%E2%80%99-hamid-barole- abdu-poeta-cosmopolita-e-non-solo/); recensione del testo Un pensiero Africano, Filosofi africani del Novecento a confronto con l’Occidente (1934-1982)di Barbara Cannelli per la rivista Africa e Mediterraneo ece a cfr c l’ccidee -1982), di Barbara Cannelli per la rivista Africa e Mediterraneo. E-mail: buccionidaniela@gmail.com