Libri con un tocco di magia: intervista alla libreria Macarìa di Gallipoli

creatori libreria

Intervista a Macarìa

a cura di Lucia Cupertino

 

Intervistiamo Gaia Giovagnoli, Andrea Donaera e Alessio Fasano, librai di Macarìa – Indie Bookshop & Bottega Culturale, una nuova realtà nel centro di Gallipoli (Lecce).

Estremamente significativo il nome del vostro progetto, Macarìa, con la sua allusione alla stregoneria così come concepita a livello antropologico e linguistico nel Salento. Come siete arrivati a scegliere questo nome? Nel nostro secolo dominato dall’apparente scacco della razionalità e dalla rimozione delle nostre radici territoriali, che senso ha riferirsi a fenomeni come la magia?

Il nome “Macarìa”, nel significato di “stregoneria”, è stato scelto non solo per dare un’atmosfera misteriosa alla nostra libreria ma anche perché per noi “magia” significa soprattutto cambiare forma a qualcosa, mutandone la natura, quasi come se si trattasse di alchimia. Ci piace pensare che le persone possano uscire dalla nostra libreria diverse da come ci sono entrate, grazie ai laboratori, agli incontri dal vivo, alle presentazioni di autrici e autori di fama nazionale. Crediamo che la letteratura sia un’arma potentissima. Può cambiare la vita di qualcuno.

Ci piacciono molto le realtà che si pongono come obiettivo il mutamento, soprattutto in luoghi dove pare che non sia possibile smuovere nulla. Ci siamo rimboccati le maniche, nel nostro piccolo.
Il Salento sta piano piano vivendo una trasformazione: aumentano gli eventi, le iniziative culturali e, nonostante ancora molte siano trattate dalle istituzioni come occupazioni dilettantistiche (al pari di un hobby) e non se ne veda il pieno potenziale anche turistico, le persone stanno comunque premiando la cultura. Qualcosa, piano piano, sta cambiando in questo senso. Sembrerebbe un miracolo. O, appunto, una magia.

Anche il definirsi “bottega culturale” mi sembra degno di approfondimento, a cosa alludete? Quali sono le prospettive che state delineando per chi verrà a bottega da voi?

“Bottega” è un termine che ha un che di antico e di prezioso: è un luogo dove avvengono i veri incontri e dove si imparano a usare gli strumenti di un qualche mestiere. Da noi a Macarìa è centrale non solo la libreria, ma anche l’esperienza dei laboratori e dei corsi: ci incontriamo una volta a settimana per un laboratorio di scrittura, dove parliamo e ci confrontiamo sui testi dei partecipanti e su quelli di grandi penne; abbiamo all’attivo un gruppo di lettura, che ogni mese affronta di petto libri belli; organizziamo corsi con docenti professionisti che possano dare a chi vi partecipa qualcosa di concreto (di particolare successo è stato, ad esempio, il corso base di fumetto, comprensivo di lezioni sul disegno e sulla scrittura della sceneggiatura, al termine del quale le persone se ne sono andate con delle capacità spendibili in più: saper impostare una storia ed essere in grado di disegnarne i personaggi).

fronte libreria

Sono anch’io pugliese come la maggior parte di voi. Confesso che da adolescente, agli inizi del 2000, poco prima di cominciare l’università a Bari, avevo trovato rifugio in una piccola libreria nel centro storico di Polignano a Mare, si chiamava Lacapagira ed era diretta dal sociologo e scrittore romano Valerio Marchi. Era l’unica nel paese. Quel luogo è stato a lungo tempo il mio tempio del libro, amplificato dall’assenza di internet che oggi facilita l’acquisto, ma non sempre il confronto, che era un altro elemento essenziale di quello spazio. Purtroppo, Valerio morì tragicamente qualche estate dopo e la libreria fu soppiantata da una delle tante pizzerie del centro storico. Per me fu triste, ma allo stesso tempo quella libreria non era morta perché aveva gettato in me e in altri giovani un seme: la passione per la lettura e lo sguardo critico. Ecco, mi domando se avete vissuto qualcosa del genere nel corso della vostra giovinezza e se per voi, con tutte le differenze del caso, aprire una libreria e spazio culturale a Sud sia ancora da considerare una sfida e una forma di resistenza?

Le librerie sono state per tutti noi luoghi fondamentali, che ci hanno reso quelli che siamo. E tutti concordiamo su una cosa: da ragazzi, un libro ben assestato, può ribaltare di colpo la propria prospettiva sul mondo. A meno di non essere stati molto fortunati, tra l’altro, alcuni dei testi più sorprendenti ci sono stati procurati da una libraia o da un libraio attenti.

Le librerie indipendenti sono di fatto ancora un polo di resistenza: per far sì che sopravvivano è necessario che le persone le scelgano in un mercato sempre più crudele, che preferisce la velocità e l’impersonalità al contatto umano e alla preparazione. È necessario che molti le abitino, le librerie, che le vivano. Noi crediamo che sia possibile restare in piedi, e ci crediamo con tutto il cuore.

La sfida sta sia nell’assediare questa onda di automatizzazione, creando uno spiraglio di vero confronto, sia nel risvegliare un tessuto cittadino rassegnato a ricevere poco o niente in termini di crescita personale, scuoterlo, dirgli che ci sono ancora luoghi dove si può amare la lettura e le parole. Posti dove c’è chi è pronto a scommettere sulla bellezza.

Vi definite una libreria indipendente, quali sono alcune delle case editrici e delle voci che potremo trovare nel vostro spazio a Gallipoli e che forse si stenta a trovare in canali più mainstream?

Nel raggio di circa 40 chilometri da dove ci troviamo noi non ci sono librerie indipendenti, quindi si può dire che tutto ciò che proponiamo, su Gallipoli, sia inedito e introvabile in altri luoghi. Abbiamo una grande selezione di case editrici indipendenti, e nominarle tutte sarebbe impossibile (per citarne solo alcune: Nottetempo, NNE, MinimumFax, Mosca Bianca, Il Saggiatore, Abe, Polidoro, Atlantide…), ma contiamo anche su un reparto di fumetti, manga e graphic novel molto nutrito – curato e seguito da Alessio Fasano, che ne è un grande appassionato – così come su un gran numero di libri per bambini e un bello scaffale dedicato alla poesia e alla critica letteraria. Una sezione della libreria è pure destinata a ospitare libri esoterici; un’altra gli editori pugliesi. Insomma, c’è qualcosa per tutti i gusti.

In senso più ampio, come analizzate la realtà italiana attuale dal punto di vista delle librerie, dei laboratori e degli spazi di dibattito letterario e critico?

Noi ci siamo ispirati ad altre realtà virtuose che abbiamo potuto osservare girando per l’Italia: librerie come La Confraternita dell’Uva di Bologna, la Libreria del Golem di Torino, la Libreria Moderna Udinese (curata dal libraio Remo Andrea Politeo), o ancora la Skribi di Conversano, la Giralibri di Argenta e la Wojtek di Pomigliano, per citarne solo alcune tra le tante che ammiriamo profondamente.

Ci sono dei veri e propri fari culturali disseminati per tutto il Paese, anche nelle periferie, che credono nella cultura e nella forza del libro: tutti questi poli si distinguono per la qualità assoluta delle proposte a scaffale in libreria, per la preparazione dei librai, per la frequenza di presentazioni con ospiti di eccellenza, per la varietà di corsi e i laboratori.

Abbiamo precedenti illustri, ecco, e dei punti fissi dai quali continuare a imparare questo mestiere così nobile e complicato. Da loro si fa dibattito, si plasma attivamente la cultura. Noi proviamo a imitarli.

presentazioni

Per caso potreste condividere con noi alcuni dei progetti che avete in cantiere per il 2022? Dove possiamo seguirvi?

In cantiere abbiamo tanti incontri, ma soprattutto un festival letterario: si chiamerà D(u)erive. Sarà portato avanti insieme al Comune di Gallipoli e a quello di Tricase (posizionate su due rive, appunto), e gli ospiti saranno di altissima levatura: Walter Siti, Remo Rapino, Chiara Valerio, Loredana Lipperini, Chiara Tagliaferri, Jonathan Bazzi. Si terrà a fine luglio.

Per seguire quello che facciamo da Macarìa, comunque, basterà controllare le nostre pagine social (Instagram e Facebook). Le teniamo sempre aggiornate e condividiamo là le nostre pazzie.

Grazie infinite per il vostro tempo e per le vostre preziose riflessioni.

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Foto a cura della libreria Macarìa

Riguardo il macchinista

Lucia Cupertino

LUCIA CUPERTINO (1986, Polignano a Mare). Scrittrice, antropologa culturale e traduttrice. Laureata in Antropologia culturale ed etnologia (Università di Bologna), ha conseguito un Master in Antropologia delle Americhe (Università Complutense di Madrid) con tesi sulla traduzione di fonti letterarie nahuatl. Vive da tempo tra America latina e Italia, con soggiorni più brevi in Australia, Germania e Spagna, legati a progetti di ricerca, educativi e di agroecologia. Scrive in italiano e spagnolo e ha pubblicato: Mar di Tasman (Isola, Bologna, 2014); Non ha tetto la mia casa - No tiene techo mi casa (Casa de poesía, San José, 2016, in italiano e spagnolo, Premio comunitarismo di Versante Ripido); il libro-origami Cinco poemas de Lucia Cupertino (Los ablucionistas, Città del Messico, 2017). Suoi lavori poetici e di narrativa sono apparsi in riviste e antologie italiane e internazionali. Parte della sua opera è stata tradotta in inglese, cinese, spagnolo, bengali e albanese. È curatrice di 43 poeti per Ayotzinapa. Voci per il Messico e i suoi desaparecidos (Arcoiris, Salerno, 2016, menzione critica nel Premio di traduzione letteraria Lilec – Università di Bologna); Muovimenti. Segnali da un mondo viandante (Terre d’Ulivi, Lecce, 2016) e Canodromo di Bárbara Belloc (Fili d’Aquilone, Roma, 2018). Membro della giuria del Premio Trilce 2018, Sydney, in collaborazione con l’Instituto Cervantes. Cofondatrice della web di scritture dal mondo www.lamacchinasognante.com, con la quale promuove iniziative letterarie e culturali in Italia e all’estero.

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