Poesie di Amer Al Taib (a cura di Sana Darghmouni)

# Catrame (1)

Dalla Fotogallery: catrame – Nadia Blarasin

 

Raramente trovo un amore come il tuo

che dalle luci delle auto mi protegga

senza schermarmi gli occhi con la mano.

In alcune auto i fari

si abbassano da soli

mentre altre spariscono

come cartelli stradali.

Anche questo è amore

che a sorpresa mi fa coprire gli occhi

per schivare le auto a fari spenti!

 

Le ombre si sono distese e siccome il cortile

di casa è grande tanto

da sederci inginocchiati

e iniziare a giocare

la verità è diventata più dolorosa.

Poco alla volta

spariranno le ombre

come le parole che scriviamo

senza poterle raggiungere!

 

 

Ho camminato su un lungo sentiero

per trovare il più grande

amore del pianeta,

orgoglioso per quel che otterrò

e perché tornerò felice

ho trovato il grande

amore laddove non si fa

nessuno sforzo per trovarlo

non ho fatto dunque che due passi!

 

 

L’onda trasporta il cadavere

lontano

da chi non lo conosce,

mentre il cuore della madre che attende

un segno è rosicchiato dal tormento.

Questo è talvolta l’agire di un amore perduto

dopo un secolo di lamenti

richiede che identifichiamo il corpo

da ciò che ne resta.

 

 

Perché la luna diventa piena senza accorgersi

di quanto è

dispiaciuta?

Perché sembra solo macerie la casa

e i ricordi si attaccano alle nostre unghie?

Perché la direzione come via

la troviamo, per cambiare totalmente il mondo

la direzione che appartiene a noi soltanto?

Perché voglio meno di quanto amo

non più di quanto sogno?

Qualcosa mi rende asceta e avido allo stesso tempo

è più che probabile che sia la morte!

 

 

Non posso sapere

quel che troverà questo

ragazzino

nei sacchi della spazzatura

ma capisco che le cose di cui non abbiamo più bisogno

potrebbero servirgli a qualcosa.

Una vita che usiamo una volta

e che si rovina

per lui, povero, è valida per sempre!

 

 

Le mie poesie lunghe prendono in giro

quelle brevi

queste ultime si inventano barzellette per degradare le prime

e forse nel mezzo di questo conflitto

segretissimo

preferisco deridere le poesie

dei poeti antichi

per sfogarmi!

 

 

Mi sono chiesto mentre eravamo a pranzo

cosa accadrà

al cucchiaio quando si innamora.

Diventerà più lucido, diventeranno arrugginiti i suoi bordi

oppure subirà una deformazione improvvisa

e così ce ne liberiamo?

Ora è storto

ho provato ad aggiustarlo con le mani

a pranzo

mi hai chiesto, perché giochi con il cucchiaio?

Ho risposto:

gli sto donando i miei peccati!

 

 

Diciamo che i tempi si donano

senza perdere nulla di quel che vogliamo

a te dunque la metà

del lontano futuro

e metà del passato anche quando

nessuno di noi

lo aveva vissuta,

quanto al presente

siamo davanti a un tempo preso con la forza

non un tempo che si regala!

 

 

Se l’amore è malvagio, perché aspiriamo

ad essere suoi piccoli

e ad esso sudditi?

E se fosse fantastico

perché lo perdiamo ora

nelle iscrizioni di pietra da noi stessi

realizzate?

Né questo né quello,

ci deve essere qualcosa come l’amore

simile al precipitare di nuvole malinconiche

come pioggia l’una sopra l’altra!

 

 

In una vita, le parole scoppiano

come fulmini del cielo

fingo che le mie siano più luminose

e subito si spengono

solo allora capisco

che le parole di poeti sconosciuti

avevano sbagliato direzione

per diventare mie!

 

 

Uno stretto sentiero verso un cimitero

ma ho teso la mano per indicare

gli uccelli che riempiono il luogo.

Esattamente come i rami oscilla la mia vita

ma ciò non m’impedisce di fissare l’obiettivo.

Altre cose

a esclusione dell’amore

mi spingono a ingigantire

il minimo che vedo!

 

 

Nella pietra vi è abbastanza affinché un uomo annunci

il suo amore attraverso la sua dolorosa frammentazione

sotto i colpi della pioggia

del risveglio.

Così il mio cuore parla la lingua che

lo lucida

così ruggisce e tace

durante l’accelerazione dei suoi battiti.

Nella pietra vi è abbastanza affinché un uomo lasci

qualsiasi fine prematura

accalcandosi solo nel cortile remoto!

 

 

A meno che non sia un nome, ho provato

a evitare che venga cancellato,

gli ho costruito una recinzione,

che s’inclina ad ogni soffio che gli arriva.

A meno che non sia un nome, ho provato

a cancellarlo questa volta

per farlo diventare tale!

 

amer
Amer Al Taib poeta iracheno (1990), membro dell’Unione Generale degli Scrittori in Iraq, la sua prima raccolta è intitolata Più di una morte con un solo dito, la seconda raccolta dal titolo Fermo da solo come due alberi ha vinto il premio letterario dell’Unione Generale degli scrittori in Iraq nel 2018 per scrittori under 35. Ha pubblicato molte altre raccolte, i suoi testi sono stati pubblicati in diversi giornali locali e arabi, alcune traduzioni sono comparse in inglese, francese, spagnolo, curdo e persiano.

Riguardo il macchinista

Sana Darghmouni

Sana Darghmouni, Dottore di ricerca in Letterature Comparate presso l'Università di Bologna, dove ha conseguito anche una laurea in lingue e letterature straniere. E' stata docente di lingua araba presso l'Università per Stranieri di Perugia ed è attualmente tutor didattico presso la scuola di Lingue e letterature, Traduzione e Interpretazione all'Università di Bologna.

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