I CORPI LASCIATI IN EREDITÀ ALLA NOTTE: POESIE DI PAOLO POLVANI

film a fiori o ricordi con le camelie

Dalla Fotogallery: Film a fiori o ricordi con le camelie (terza immagine) – Carmine Lo Regio

 

La madre dell’assassino

 

In quale intoppo e inciampo è incorsa la biografia

della madre dell’assassino? in quale punto del percorso

era previsto il contatto, l’attrito, la scintilla, la pistola

sottratta alla fondina e gli spari e la morte vissuta

con la meraviglia di un lampo, uno stupore insanguinato.

 

Ora la madre dell’assassino porge un vassoio di singhiozzi,

nessun raggio di pietà la investe, nessuna nuvola d’innocenza

sparpaglia le sue piogge. Il temporale ha liberato il grido,

lo sparo mette a tacere gli organi, il fegato non conta più le ore,

l’intestino non celebra la notte, nessun polmone troverà rifugio

lungo la battigia. Quale catena stringe l’assassino e le sue

vittime, e la madre, la madre dell’assassino in quale buio

rammenderà l’anima? E noi, che ci assolviamo, che liberiamo

la nostra furia, in quale abbraccio ci confonderemo?

 

 

Trentanove cadaveri dentro un tir

 

Il mondo corre, corre e non ti fa domande, non stringe

le ginocchia, non digrigna il cuore, il mondo

ha un respiro che guarda oltre il tuo orizzonte, ignora

le mani che si aprono, abbandonano la morsa.

 

Come si sta sul bordo, sul limite, sulla linea del buio

quando l’asfalto assorbe l’ultimo assalto all’utopia

e zero decibel dichiara il segmento dei lamenti e i denti

sono piantati per sempre nella carne e tutto quello che resta

è un sottobosco di corpi, una brughiera di occhi

ancora aperti alle parole, spalancati come una vendetta.

 

 

Il cuore dell’attentatore

 

Il cuore del dio è grande come l’universo, ma basta

un cuore di bruco, d’insetto, di lucertolina per sparare

nel mucchio. Vedi quei cadaveri? Ancora

vagano in cerca di una porta, un varco, uno spiraglio:

uno ha il cranio come una melagrana spalancata

e goccia a goccia gli colano i pensieri, a un altro

volano come una corrente d’aria nella testa, spifferi

di complicatissimi pensieri matematici, e un’altra,

certo una casalinga con le mele, le arance sparpagliate

nel sangue, coltivava pensieri che frullano tuttora

intorno alla pozzanghera, infine un altro, un tipo

malandrino, trattiene nello sguardo un culo di ragazza

che lo precedeva, per strada, con una certa enfasi.

Tutti stanno là senza volerlo, senza saperlo, e il cuore

dell’attentatore non presenta varchi, spiragli, chiuso

ai lamenti, chiuso a qualsiasi richiamo, il cuore

dell’attentatore parla di un dio che gli rimane estraneo.

 

 

Senza voltarsi

 

In fondo al buio si riaffaccia un grillo, timidamente.

L’albero ha scosso le chiome in uno scintillio

di gridi, il volo degli uccelli adesso

è nella curva del ritorno.

Il fanalino che lampeggiava tace.

 

La polvere torna a depositarsi.

Dopo lo schianto anche gli scricchiolii si acquietano.

La notte ha riassorbito l’urlo delle lamiere.

Il disegno dell’auto è uno scarabocchio.

 

Ora i tre amici scendono e s’incamminano nel buio.

Senza guardarsi.

Senza più parlare.

Senza voltarsi, senza più la voglia di salutare

i corpi lasciati in eredità alla notte.

 

Polvani Paolo_foto

 

Paolo Polvani è nato il 1 giugno 1951 a Barletta, dove vive. Poeta, fa incursioni anche nella narrativa. Ha conseguito la Laurea in Giurisprudenza all’Università di Bari. È socio fondatore dell’associazione culturale autorieditori.com. È fondatore e co-direttore della fanzine online Versante Ripido (https://www.versanteripido.it/). Si è classificato primo a numerosi, prestigiosi premi letterari nazionali fra i quali: Spiaggia di velluto, Senigallia, 1999; Liberalia città dei sassi, Matera, 2006; Altri segni, Perugia, 2009; Thesaurus, 2012. Ha pubblicato: Nuvole balene, ed. Antico mercato saraceno, Treviso 1989; La via del pane, ed. Oceano, Sanremo 1998; Giulia, ed. Oceano, Sanremo 1999: queste pubblicazioni sono state il riconoscimento per concorsi letterari della città di Andria. Alfabeto delle pietre, ed. La fenice, Senigallia 1999: questa pubblicazione è stato il riconoscimento del primo premio al concorso Spiaggia di velluto. Trasporti Urbani, ed. Altrimedia, Matera 2006: questa pubblicazione è stato il riconoscimento del primo premio al concorso La città. Compagni di viaggio, ed. Fonema, Perugia 2009: Questa pubblicazione è stato il riconoscimento del primo premio al concorso Altri segni. Gli anni delle donne, ed. del Calatino, 2012: questa pubblicazione è stato il riconoscimento del primo premio al concorso Il retroverso. Un inventario della luce, ed. Helicon, 2013: questa pubblicazione è stato il riconoscimento del primo premio al concorso Thesaurus. Cucine abitabili, Mreditori 2014; Una fame chiara ediz. Terra d’Ulivi 2015; Il mondo come un clamoroso errore, edizioni Pietrevive 2017.

 

 

 

 

 

Riguardo il macchinista

Lucia Cupertino

LUCIA CUPERTINO (1986, Polignano a Mare). Scrittrice, antropologa culturale e traduttrice. Laureata in Antropologia culturale ed etnologia (Università di Bologna), ha conseguito un Master in Antropologia delle Americhe (Università Complutense di Madrid) con tesi sulla traduzione di fonti letterarie nahuatl. Vive da tempo tra America latina e Italia, con soggiorni più brevi in Australia, Germania e Spagna, legati a progetti di ricerca, educativi e di agroecologia. Scrive in italiano e spagnolo e ha pubblicato: Mar di Tasman (Isola, Bologna, 2014); Non ha tetto la mia casa - No tiene techo mi casa (Casa de poesía, San José, 2016, in italiano e spagnolo, Premio comunitarismo di Versante Ripido); il libro-origami Cinco poemas de Lucia Cupertino (Los ablucionistas, Città del Messico, 2017). Suoi lavori poetici e di narrativa sono apparsi in riviste e antologie italiane e internazionali. Parte della sua opera è stata tradotta in inglese, cinese, spagnolo, bengali e albanese. È curatrice di 43 poeti per Ayotzinapa. Voci per il Messico e i suoi desaparecidos (Arcoiris, Salerno, 2016, menzione critica nel Premio di traduzione letteraria Lilec – Università di Bologna); Muovimenti. Segnali da un mondo viandante (Terre d’Ulivi, Lecce, 2016) e Canodromo di Bárbara Belloc (Fili d’Aquilone, Roma, 2018). Membro della giuria del Premio Trilce 2018, Sydney, in collaborazione con l’Instituto Cervantes. Cofondatrice della web di scritture dal mondo www.lamacchinasognante.com, con la quale promuove iniziative letterarie e culturali in Italia e all’estero.

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