La memoria dei senza nome di Luca Ariano il Leggio Libreria Editrice 2021

Copertina La memoria

Come dichiara l’autore nell’intervista a cura di Luigi Cannillo che chiude la raccolta, La memoria dei senza nome nasce dal desiderio di narrare in versi le vite di uomini e donne, poi divenuti personaggi tra realtà e finzione.

Questa intenzione è già chiara nell’esergo dell’opera affidata alle seguenti parole di Walter Banjamin:

 «È più difficile onorare la memoria dei senza nome

che non quella degli uomini famosi.

Alla memoria dei senza nome

è consacrata la costruzione storica.»

Sono tante le storie anonime di dolori, sacrifici e speranze che si intrecciano nella raccolta di Ariano alle esperienze di vita vissuta in prima persona dal poeta. Sono le storie di Rosa, dell’Emilio, di Giggino, dell’Enrico, del compagno Giorgio e di tanti inconsapevoli uomini e donne che insieme hanno scritto la Storia, passate sotto l’attenta lente  dell’autore, che unisce alle proprie approfondite conoscenze storiche, lo sguardo empatico del poeta.

Uno sguardo che pennella anche immagini e paesaggi (Milano, la pianura lombardo emiliana e la Lomellina, in particolare) dai quali trasuda l’affetto e, spesso, la nostalgia, del poeta per ciò che è stato perso nell’ultimo scorcio del secolo scorso con l’inesorabile costruzione di luoghi omologati e anonimi, i “non luoghi” di Zygmunt Baumann, all’interno dei quali la Storia emette sinistri scricchiolii di estinzione della nostra specie.

 

Postmodern 25 Aprile

 

Cosa fai Fiulin in un fast food

il XXV Aprile?

Cosa direbbe il compagno Giorgio?

Ti ricordi quei cortei a pugno chiuso

con l’Andrea, l’Emilio e Primo?

Anche loro forse non vanno più…

Devono lavorare… portare la donna in gita.

Lì tra odori di motori, olio

e quelle piogge d’aprile a cambiare aria,

a togliere le ultime illusioni?

Lontani i racconti di guerra di tuo nonno…

l’Enrico si sente come sulla collina

pronto ad assaltare un comando tedesco:

quando finirà il fuoco?

A ogni stazione ti immagini possa salire lei…

gli stessi occhiali… quei ricci,

ma poi passa come un treno fantasma

a scuotere l’aria: uno di quelli?

Rivedi tuo padre guidando cantare:

«A cosa pensano le fidanzate quando baciano?»

 

***

 

Sarà stato l’anno degli Europei,

quelli dell’Ottantaquattro…

Le Roy, la Thatcher, Reagan,

Ritorno al futuro guardato

sgranando gli occhi.

Da mesi aspettavate il mare:

Lignano… i braccioli… colori

diversi dai campi nebbiosi

e Giggino canticchiando:

«Portami a ballare oppure altrove,

ma portami via da qui…»

Chissà se si immaginava così oggi?

Ora tutta fuliggine

immaginata dietro i vetri

di un locale finto anni Cinquanta:

«Sunday, Monday, Happy Days.»

Pattinano giovani polpacci in quel tempo

mai stato tuo: chi porteresti lì?

Elemosini un lavorà ma fuori la fila

e domani una grandinata nasconderà tutto…

diranno un’altra estate anomala,

un bacio mai arrivato.

 

***

 

Non credere amore che non senta

il tuo dolore mentre ti fiacca la carne,

quando pensi ai ricordi del passato,

alla paura di dire: «Felice.»

Ho visto le tue lacrime scorrere sulle

gote, le ho baciate per asciugare

le ferite della tua anima, i crampi

nello stomaco, il timore del futuro.

Non credere che non scorrano lacrime

sulla mia pelle quando penso ai tuoi

occhi non più di bambina:

lo sguardo che ha perso il sorriso

al primo sole fuori dalla finestra.

La mia mano sarà sempre lì a scaldare

le tue dita, a stringere i polsi tremanti

quando sentirai scendere la sera

e penserai che domani la brina

possa avvolgere tutto.

 

***

 

Ricordi bene la prima volta a Milano:

il treno non ancora lento,

la Metropolitana, Piazza Duomo

– vista solo nei film – la Rinascente.

La smania dell’ultimo piano… i giochi.

Parchi i tuoi genitori,

un mutuo da pagare,

una vecchiaia mai goduta.

Non tornasti tante volte:

qualche fuga da scuola in cerca di libri.

Questa mattina nel vagone

la voglia di amoreggiare, di carezzarsi

in una lunga aurora.

Farai il turista tra chiese romaniche,

basiliche paleocristiane

e antiche strade di quartiere:

perché fuggisti? Forse il timore

di perderti nei loro sguardi.

Lei chiusa in una torre di vetro

tra conti e calcoli: il metanodotto accanto

e di quella pieve pochi resti, forse scavando

trovereste necropoli liguri ed etrusche.

 

***

 

Si avvicina come ogni anno

il tuo compleanno…

manca sempre qualcuno

e chissà perché ripensi

a quelle estati anni ’80;

per te brillava tutto

ma per loro mai facile.

Oggi giochi al partigiano

in quel borgo mentre lei

combatte le sue battaglie:

«Stanno morendo tutti… non vedi?»

Vedi eccome e anche tu

fai la conta e pensi quando

vi bagnerete nello stesso fiume

e fare l’amore in un prato

sarà un gesto quotidiano.

Bruciano foreste e villaggi

come l’ira divina:

non scriveranno Erodoto e Tucidite

le gesta ma scatti di droni,

corpi carbonizzati abbracciati

sulla battigia… in fuga dalle fiamme.

Domani il caldo della sua pelle,

una ferita da sfiorare piano

come un bacio al primo appuntamento.

 

***

 

Perché ti volti indietro

a cercare i tuoi cari?

Non sei Orfeo…

non sono Euridice

e anche tuo padre direbbe:

«Vai avanti! Guarda avanti!»

Quei film in bianco e nero

con il Grande Fiume…

Peppone, Don Camillo

– la loro giovinezza –

questa sera lì con lei,

il tramonto su pioppi e barche,

il desiderio di averla tra i cespugli.

Domani un matrimonio di fine estate,

così diverso dal suo:

anche tu ci pensi? Anche tu vorresti?

Piume di pavone si mescolano

a passi… voglia di volare lontano,

quella casa, il letto

e l’odore di un temporale

non muterà la vostra stagione.

 

***

 

Arriverà un vento balcanico

a portare gelo… neve:

così il Meteo delinea

nuove catastrofi,

per te disabituato alle stagioni.

Ogni scusa per fuggire

in quel bar quasi clandestino

– tisane detox di moda –

e nei jeans voglia di far l’amore

come dopo un corteggiamento:

pochi giorni paiono eterni.

Accanto un monastero secolare:

qualcuno ricorda sirene…

le fughe e le bombe sulla città,

le corse verso i rifugi.

Non pensavi di rivedere piazze piene,

ancora pochi, troppi capelli bianchi:

spianeranno fontane, palazzi modernisti

e al posto di quel roccocò

scintillanti grattacieli vitrei.

Non c’è tempo per voltare il capo,

per pregare defunti ma ricostruiranno tessuti,

cyborg al vostro posto.

 

***

 

Conosci bene

il cielo cinerino di Lombardia

che annuncia nevicate;

gli ultimi fiocchi con lui,

negli occhi mescolati

di sgomento e stupore

epoche mai vissute.

Non giocherai a palle di neve

con quel bambino ma forse con lei

mentre farete foto come in montagna

prima che torni il deserto cittadino.

Ti spaventa il vento

che porta fumi di rifiuti bruciati,

piazze arse come rivoluzioni

fuori limite massimo…

l’illusione di cambiare il corso

della Storia: cosa rimasto di monasteri?

Ruderi di eremi dove nessuno

pregherà nei chiostri, coltiverà orti

o bonificherà paludi.

Tu attendi sempre la scusa

per scambiare baci in borghetti

protetti dalla discesa della sera.

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luca-ariano-foto

Biografia:

LUCA ARIANO (Mortara – PV – 1979) vive a Parma. Di poesia ha pubblicato: Bagliori crepuscolari nel buio (Cardano 1999), Bitume d’intorno (Edizioni del Bradipo 2005), Contratto a termine (Farepoesia, 2010, Qudu, 2018) Nel 2012 per le Edizioni d’If è uscito il poemetto I Resistenti, scritto con Carmine De Falco. Nel 2015 per Dot.com.Press-Le Voci della Luna ha dato alle stampe Ero altrove, finalista al Premio Gozzano 2015.

Riguardo il macchinista

Bartolomeo Bellanova

Bartolomeo Bellanova pubblica il primo romanzo La fuga e il risveglio (Albatros Il Filo) nel dicembre 2009 ed il secondo Ogni lacrima è degna (In.Edit) in aprile 2012. Nell’ambito della poesia ha pubblicato in diverse antologie tra cui Sotto il cielo di Lampedusa - Annegati da respingimento (Rayuela Ed. 2014) e nella successiva antologia Sotto il cielo di Lampedusa – Nessun uomo è un’isola (Rayuela Ed. 2015). Fa parte dei fondatori e dell’attuale redazione del contenitore online di scritture dal mondo www.lamacchinasognante.com. Nel settembre’2015 è stata pubblicata la raccolta poetica A perdicuore – Versi Scomposti e liberati (David and Matthaus). Ė uno dei quattro curatori dell’antologia Muovimenti – Segnali da un mondo viandante (Terre d’Ulivi Edizione – ottobre 2016), antologia di testi poetici incentrati sulle migrazioni. Nell’ottobre 2017 è stata pubblicata la silloge poetica Gocce insorgenti (Terre d’Ulivi Edizione), edizione contenente un progetto fotografico di Aldo Tomaino. Co-autore dell’antologia pubblicata a luglio 2018 dall’Associazione Versante Ripido di Bologna La pacchia è strafinita. A novembre 2018 ha pubblicato il romanzo breve La storia scartata (Terre d'Ulivi Edizione). È uno dei promotori del neonato Manifesto “Cantieri del pensiero libero” gruppo creato con l'obiettivo di contrastare l'impoverimento culturale e le diverse forme di discriminazione e violenza razziale che si stanno diffondendo nel Paese.

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