Dai Quaderni inediti, titolo provvisorio “Timidezza delle fronde”, questo testo è parte del Quaderno n. 7.
che ne sai tu del bene e del male
un’entità che ti possiede per qualche minuto
esegue il suo compito
lascia uno scenario di crudeltà
superficiali si nasce non si può diventare purtroppo
vedi?
tutto quel che ti circonda
ha esattamente la tua faccia
un’enorme costruzione karmica
esiste tutto anche senza di lei
ma è praticamente psichedelica
appare la vera natura di cose e persone
è un ologramma l’universo
per tutti uguale
per tutti diverso
anche i pidocchi hanno un’anima
e tu
sei esattamente lì dove dovevi stare
l’esercizio della mente
non è poesia
serve solo a pulire la stanza
a fare spazio
la poesia è una principessa
non si abbassa a venire in luoghi affollati
la poesia è una mendicante sacra
non entra in saloni falsi
non siede a tavola
può stare con re e disgraziati
è uno gnam
è come
sospendere il dialogo interno
così difficile
vedi? così facile
il mondo non si apre
chi pensa troppo
chi non pensa mai
chi arraffa tutto
chi non prende niente
quanta presunzione nel mio
appartarmi
per essere al centro dell’attenzione
salgo sul palcoscenico
cercando di nascondermi
la mattina con la nebbia
è camminare nel buio
a passo incerto
la signora del cagnolino
il bambino lasciato come un pacco
la pazza mi chiede i soldi per la candeggina
trovata morta a san Francesco della Vigna
in campo le sue scarpe
il suo cappotto a santa Giustina
ma allora esiste dio
è malato di aids
si piscia addosso e si sente
lo sfruttano due pusher
due pusher di carnagione accesa
la mendicante slava
con cellulare
altri due slavi la sfruttano
uno in carrozzella
uno con anelli al dito
in corte dei miracoli di prima mattina
una luce creaturale
e la poesia resta fuori
accovacciata nella nebbia e tac
fammi entrare fammi uscire
una signora con un figlio mostruoso
mezzo uccello
una signora che non può camminare
cammina sulle acque
intravedo il corpo astrale
mi spaventa
la velocità l’agilità
senti? sta arrivando
passa ponti e calli
lady Murasaki
o la poesia
stavolta vestita
stavolta no
con un cappello calato sugli occhi
capelli in disordine
da dove viene il suono
anima mente cuore
ferro legno ottone
ah eccoti
ti aspettavo
ti cercavo non ho niente da dire parla tu
Rita degli Esposti è nata a Bologna e vive a Venezia. Ha sempre scritto poesia. La sua scrittura è stata influenzata dal buddhismo tibetano. Dopo alcuni anni come attrice di teatro ha incominciato a frequentare la “tribù” dei poeti e a fare letture e performances di poesia in giro per il mondo (migliori ricordi: Amsterdam, One World Poetry; Budapest, Polypoesis; Veneziapoesia; Locarno, La rada; Biennale Venezia 1999, PX3 Pavia, COX Milano…) Libri recenti: “Dal margine del ciclone”, Porto dei santi, Bologna; “Amrita”, Supernova, Venezia; “Specchio convesso”, ANA, Svizzera; “Tiger in the mirror”, Coyote books, USA…. Ha tradotto Kathy Acker, Cid Corman, Allen Ginsberg, Louise Landes Levi, James Koller, Joanne Kyger, Gary Snyder, Tom Raworth, Anne Waldman e altri poeti americani.