Poesie inedite di Sara Serenelli – La sala degli specchi

# In bilico immanente (1)

Dalla fotogallery: in bilico imminente Francesca Danese 

 

Tutto quello che sono è sommerso.

Conosci te stesso, trova te stesso,

diventa te stesso. Lo dice il saggio.

È l’ipse dixit.

Ma dove ti scovo?

Il mio Io è rimasto incagliato nella rete.

Vedo una luce, ma non so a quale crocicchio

imboccare la via.

“Finirai per trovarla la via

se hai il coraggio di perderti”

Ma la perdizione non perdona.

Non mi perdona di essere stata sincera.

A forza di arrancare

ho perduto tutto.

Quale pace ci è posta?

Quale Dio mi guarda?

Quando cammino tra i solchi

e tocco il mio vuoto involucro di pelle

seccata, ogni tanto

sento la spalla intiepidirsi.

Mi mancano i morti.

Di tutti quelli che restano

mi sembra superflua la forma.

Mi mancano i gesti dei miei morti.

Un ticchettare di passi, quello.

un filo di voce, la sua.

un colore.

È tutto sbiadito.

Nitida, solo questa eccedenza di “se”:

Se fosse ancora.

 

***

Della mia intimità

c’è qualcosa –più di tutto-

che mi inibisce.

Majakovskij: da quali Golia fui concepito

così grande e così inutile?

Come fui concepita, io invece, così granitica

così friabile?

Volatile e profonda è l’anima mia.

Antica, ha mille anni,

ne ha uno.

Da polarità opposte vengo percossa:

Madonna e Maddalena.

***

C’è sempre una lacrima

gonfia di tuono.

C’ero io fuori dall’ospedale.

C’erano i miei pezzi di materia,

da levare, sminuzzare.

Da ricomporre.

Non c’è poesia in quelle camere bianche.

Non c’è angolo di terra più detestabile

del proprio corpo.

La malattia sembra una colpa.

Vorrei avere fede

per potermi dire

che Dio dà ad ogni uomo

la croce che è in grado di sopportare.

***

Fermati sulle piaghe della mia pelle

profumata.

Non oltrepassare l’epidermide.

Se ti inoltri più avanti dovrai arretrare.

Più a fondo ho solo piaghe nere,

e buchi, rammendi, tumefazioni,

squarci da cui entra poca luce.

Sono l’albatros di Baudelaire,

la ginestra di Leopardi,

il Drogo di Buzzati.

Deserto senza oasi.

Prima di te, tutto.

Dopo di te, nulla.

Ogni emozione era opaca

come se la mia pelle non fosse

mai stata toccata.

Solo ora ho qualcosa da perdere.

***

Sospensione del giudizio

 

ninonino ninonino

 

Assordante suono

di ambulanza.

 

ninonino ninonino

 

passa tra birilli di macchine,

sfreccia nei cunicoli di strade,

all’incrocio tra la vita e la morte.

ninonino

prima notaseconda nota

un minuto di ritardo

decreterebbe la meta.

Trasumanar per verba non si porìa,

“spostati!”

seconda notani – no  –  ni

 

Ci sono, c’ero, non sono, non più.

Non ero.

Ecco quando il futuro smette di essere

un tempo pensato.

 

Fa’ che io sia.

Ancora.

Solo per un istante,

ancora.

 

Ancora tornare a contare le macchine gialle,

dei giochi di bambina, chiedere ancora.

 

Sono solo una sacca di sangue.

Il tempo si rapprende.

 

Pausa:

terza nota

 

 

 

***

 

Granitica donna dai polsi sottili,

mia madre

è il primo tassello del domino.

Se cade, cadiamo tutti.

Scruta nel mio il suo errore,

lotta strenuamente contro il vuoto.

Horror vacui.

Riempie le stanze, fa rumore.

Impedisce al silenzio di entrare.

Non cede al ricatto peggiore:

mai rispondere al dolore

con dolore.

Sostiene le mie ossa,

per farsi eterna ha duplicato

su di me

il suo viso.

Per rispondere a questo affronto

ho messo da subito le cose chiaro:

appena nata

le ho succhiato il naso.

***

 

Antigone nell’oblò della lavatrice

 

non sono nata per condividere l’odio ma l’amore

Ho sognato a lungo di avere una voce.

Testarda e sottile

che vibrasse millenni,

da trapassare la solidità del sogno.

 

non sono nata per condividere l’odio ma l’amore

Non sapevo che farne di questo ammasso

metallico di arterie

impastato a forza

per perpetuare un’ipnosi di vita.

 

non sono nata per condividere l’odio ma l’amore

 

Il primo specchio è stato

l’oblò della lavatrice.

A rispondermi c’era Antigone distratta

con un copricapo di pizzi e calzini spaiati.

Cantilenava:

 

non sono nata per condividere l’odio ma l’amore

E io, per cosa sono nata, figlia?

Strozzava le parole la schiuma vaporosa,

in una centrifuga di pianti

si perdeva la mia remissione.

 

Si disfaceva tra le bolle la libera ribelle

inghiottita dagli elefanti nei miei Levi’s,

e risbucava alla vita a ripetermi il mantra:

 

non sono nata per condividere l’odio ma l’amore

***

 

Io non lo so che dolore mi prende la sera.

È una fitta

una cantilena in lingua straniera.

Mi chiedo che faccia il vicino,

la finestra di fronte

scintilla sempre di luci intermittenti:

è il mio conforto.

Anche tu, come me,

hai un male che non ti fa posare.

Digrigni i denti,

contorci le mani,

osservi le ombre liberarsi nel vuoto.

Anche tu come me?

Porti le mani alla nuca

per non farti uscire.

Sono mostri che non puoi lasciarti scappare.

 

 Foto Sara 2

 

Nota bio-bibliografica

Sara Serenelli è nata a Recanati nel 1993. Si è laureata in Filologia Moderna nel 2019 presso l’Università degli studi di Urbino Carlo Bo con una tesi di ricerca sulle poesie giovanili inedite di Paolo Volponi. Ha curato la pubblicazione delle Poesie giovanili di Volponi con Salvatore Ritrovato presso Einaudi (2020). Ha vinto una borsa di studio presso la Fondazione Carlo e Marise Bo con una ricerca sulla poesia volponiana. È contributor di Alma Poesia. Insegna materie letterarie nella scuola secondaria.

 

Riguardo il macchinista

Bartolomeo Bellanova

Bartolomeo Bellanova pubblica il primo romanzo La fuga e il risveglio (Albatros Il Filo) nel dicembre 2009 ed il secondo Ogni lacrima è degna (In.Edit) in aprile 2012. Nell’ambito della poesia ha pubblicato in diverse antologie tra cui Sotto il cielo di Lampedusa - Annegati da respingimento (Rayuela Ed. 2014) e nella successiva antologia Sotto il cielo di Lampedusa – Nessun uomo è un’isola (Rayuela Ed. 2015). Fa parte dei fondatori e dell’attuale redazione del contenitore online di scritture dal mondo www.lamacchinasognante.com. Nel settembre’2015 è stata pubblicata la raccolta poetica A perdicuore – Versi Scomposti e liberati (David and Matthaus). Ė uno dei quattro curatori dell’antologia Muovimenti – Segnali da un mondo viandante (Terre d’Ulivi Edizione – ottobre 2016), antologia di testi poetici incentrati sulle migrazioni. Nell’ottobre 2017 è stata pubblicata la silloge poetica Gocce insorgenti (Terre d’Ulivi Edizione), edizione contenente un progetto fotografico di Aldo Tomaino. Co-autore dell’antologia pubblicata a luglio 2018 dall’Associazione Versante Ripido di Bologna La pacchia è strafinita. A novembre 2018 ha pubblicato il romanzo breve La storia scartata (Terre d'Ulivi Edizione). È uno dei promotori del neonato Manifesto “Cantieri del pensiero libero” gruppo creato con l'obiettivo di contrastare l'impoverimento culturale e le diverse forme di discriminazione e violenza razziale che si stanno diffondendo nel Paese.

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