brani da “Non dire che mio figlio cammina in paradiso” di Islam Nawwar

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Ero nella mia camera da letto quando ho sentito la chiamata del muezzin:

“La preeeeeeghiera e è meglio del sonno / la preeeeeghiera è meglio del sonno”

Così sono corso verso il router per iniziare la mia adorazione quotidiana.

 

 

se fossi stato lì

All’esecuzione di Lorca

Non sarei stato né Lorca

Né quello che brandisce la pistola

Avrei applaudito, niente di più

E me ne sarei andato,

In attesa dello schiaffo

Dal determinismo.

 

 

 

Sono vivo e il Cinema Paradiso, demolito tra le lacrime alla fine del film, mi dice che sono vivo, e tutti quei baci che si scambiano gli attori alla fine del film mi dicono che sono vivo, e questa colonna sonora che mi ricorda quella volta che piazzai una televisione in bianco e nero sulla finestra della mia camera da letto per gli scolaretti che se stavano in piedi al balcone del palazzo di fronte in modo che potessero guardarla, applaudendo, un bacio in un vecchio film arabo – questa colonna sonora mi dice che sono vivo. Questo seno nudo mi dice che quel cane del loro insegnante di scuola privata con il suo bastone sul balcone di fronte è morto, e io sono vivo. Le labbra screpolate della mia amata immaginaria mi dicono che quel cane di mio padre è morto e io sono vivo. I peli che mi spuntano attorno al pene mi dicono che quel cane di madre è morta e io sono vivo. Tutti quei baci alla fine del film mi dicono che quel cane di profeta è morto e io sono vivo. O abbraccio tra le braccia del mio amante, dimmi che quel cane di un presidente è morto e io sono vivo. Dimmi, abbraccio, che questa navicella spaziale che mi porta su Marte senza una serie di baci isterici della mia amata è morta, e io sono vivo.

 

[…]

 

 

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Cammino

Di pagina in pagina, vuoto

E la pagina è vuota

La maledico e me ne vado

Nel tempo vuoto e in un luogo vuoto

I due si stringono la mano davanti  di me

Mentre il mio collo pieno di tagli di cicatrici

Non sopporta più di avere altre mani

Che gli si intrecciano intorno

Non ho nient’altro che la mia determinazione di maledire il vuoto e andarmene?

Tremo nel vuoto

Una moneta  con una faccia sola

E il turista che si fa un selfie

Accanto alla pietra scolpita

Guarda il grande scheletro del mio pesce

Buttato giù accanto alla mia barca traballante

Alla fonda

La sua carne mangiata dagli squali.

E questa strada di campagna piena di ghiaia

Il turista che grida “Oh mio Dio, uno scheletro di squalo!”

 

La botte di vino portata da Faust dalla grotta

Mi ricorda tutte le botti di vino accatastate in fila

Che si spingono l’una contro l’altra

Portate alla moschea.

Passò Faust, un vecchio stanco

Nella sua barca, navigando sul pavimento della moschea,

E tutti, non escluso il nostro Dio offeso, passavano, vecchi stanchi

Tutti all’ancora su una barca traballante

Nello scheletro di un pesce la cui carne è stata mangiata dagli squali

E  su una lapide di marmo io scrivo una poesia sui viaggi

Che non si sarebbero mai dovuti fare,

Quindi, vi prego, tacete.

Dove metterò queste circonvoluzioni dentro il mio cranio con le quali scrivo:

Tra la ilaha ila Allah lunga vita all’Egitto

O tra le gocce di sperma eiaculato sul tappeto della mia camera da letto?

Queste circonvoluzioni su cui

Una folla enorme di parole che non ho vissuto scivolano senza cura

E la famiglia è sporcizia che si attacca alle spalle.

Beati i nuovi barbari che non hanno bisogno di accendere un fiammifero per dar fuoco alla memoria,

In un gigantesco balzo verso l’estinzione volontaria

Mi piace un sacco la pizza

Soprattutto la pizza shawarma al pollo

E anche la salsiccia fatayer.

Spesso mi immagino come un topo sporco

Correrò tra i fori rotondi in un triangolo di formaggio svizzero

Quando sarò chiamato dal demone

Signore dei topi, dei pidocchi e delle cimici

Per rosicchiargli un talismano rotondo su una porta chiusa

Il mio sogno più bello è che sia un talismano di pizza

In effetti, questo è il mio sogno sia come topo che come uomo

In realtà non so a quale specie di vertebrati appartengo

E sono ancora stupito dalla classificazione così specifica della mia identità

Sulla mia carta d’identità, dove hanno scritto:

Maschio, musulmano, celibe

Inoltre non so a quale specie appartenga lo squalo.

Poveri denti di squalo

Come un topo che scappa dal veleno

Ucciso qui dall’emaciazione di Martin Lutero

E lì vicino dalla pancia di Gandhi.

Dio non è un topo

Perché il topo esiste

Forse è un topo sporco catturato nella trappola della vostra più grande paura

E forse  sareste disposti a tradire l’amore della vostra vita se minacciassero di liberarlo per rosicchiarvi di gusto il viso.

Il topo esistente che vi rosicchia il viso è certamente più grande di qualsiasi Dio metafisico inesistente.

Besame

Besame mucho.***

 

Traduzione italiana di Pina Piccolo, dalla traduzione inglese di Phoebe Bay Carter.

 

 

*canzone francese

**Il prete

***Canzone spagnola

 

 

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Islam Nawwar è un poeta e medico che vive a Il Cairo.

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

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