Terzo Manifesto populista e altre poesie (Mark Lipman)

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Terzo Manifesto Populista

                   per Lawrence Ferlinghetti

 

Figli del nuovo

Whitman svegliatevi

Riprendete la parola

Reinventate il canto

Non c’è più tempo

per dormire fino mezzogiorno

nelle vostre camere oscurate

Non resta tempo adesso che

New York si disintegra

sotto i nostri piedi

calpestata

da una nazione di pecore

mentre Kabul è cancellata

dalla mappa

mentre i Palestinesi

soffrono la stessa sorte

degli indigeni americani

persi nell’ eco

delle urla di migliaia di madri

tutti ci chiediamo “Perché?”

 

Né per la libertà

Né per la democrazia

Se non per un nuovo mondo

governato dalla filantropia

 

Sì, il sangue è più spesso

dell’ acqua

ma non così denso

come il petrolio

 

Quanti devono ancora

essere assassinati

per mantenere vivi

i pozzi?

 

Dove sono i nuovi Ginsberg

i nuovi Dylan

le voci della nuova generazione

con i jeans rammendati

e gli zaini in  spalla?

 

Dove sono i grandi

pensatori di oggi

divagano ancora per

i propri vicoli oscuri?

 

Si, Ferlinghetti è ancora vivo

ma lo è anche Dick Cheney

 

Gli usurpatori sono

tuttora nella Casa

e tutte le voci

rimangono in silenzio

 

Quanti Kyoto

dobbiamo ancora rifiutare?

Quanti Johannesburg

revocati da un unico paese?

Quanti governanti votati

e promesse infrante

prima di levarci tutti noi

e rivendicare  e riprendere

quello che è nostro

per diritto dalla nascita?

 

I figli ribelli di Whitman

sono vivi e vegeti!

mettiamo giù i calici!

e impugniamo le penne!

Saliamo sui nostri pulmini

diretti al “Further”*

e facciamo che le nostre voci

siano ascoltate.

 

  • “Further” è il nome del pulmino dello scrittore Ken Kesey.

Traduzione di gabriel Impaglione, rivista da Pina Piccolo

 

Poiché le opere degli uomini vivono anche dopo di loro

                                                                                     con un cenno a William Shakespeare

Amici, compagni, esseri umani,

prestatemi le orecchie.

Siamo venuti qui per seppellire il fascismo

non per elogiarlo
non per negoziare con esso
non per dargli una possibilità

ma per metterlo nella sua giusta tomba.

Il male fatto dagli uomini vive dopo di loro.

Anche se i ricordi sono brevi nell’era del computer

lo ricordo ancora
che questa strada l’abbiamo percorsa anche prima

promettendo a noi stessi,

“mai più”.

Non veniamo qui per temere il futuro

ma per affrontarlo – a muso duro

e plasmarlo  – con le nostre mani

in nome della democrazia
e giustizia per tutti,
non solo per i ricchi.

Poiché le opere degli uomini vivono e ricordiamo

le generazioni di menzogne e tradimenti,
le guerre per i profitti
per riempire le tasche

dei pochi avidi.

Mentre i banditi di Wall Street
rovinavano  la nostra economia

al suono degli applausi
sia della destra che della sinistra.

Facendo offerte dietro le quinte
con strette di mano e sorrisi
lasciando sempre
Noi, il Popolo
come panni stesi ad asciugare.

Quindi, siamo venuti qui oggi,
per ricordarvi esattamente cosa le parole
“di”, “da” e “per” il popolo,  significano veramente.

E se per caso non sappiate leggere tra queste righe

permettetemi di definire ciò che siamo venuti qui per dire,

“Basta!”
Il nostro futuro non è in vendita.
I nostri diritti, come esseri umani, comprendono:

Sanità e pensione,
un ambiente pulito, una buona istruzione
e una casa dove vivere
– garantiti indipendentemente dalla condizione sociale
– proprio come qualsiasi altro Paese responsabile di questo pianeta

per il semplice fatto di essere – un essere umano.

Poiché le opere degli uomini vivono anche dopo di loro

è giunto il momento
di iniziare a vivere
secondo il nostro vero potenziale.

Quindi, oggi siamo venuti qui per seppellire il fascismo.

Se pensate sia giusto aggredire
una persona perché è nera, o di pelle scura, asiatica, musulmana,

gay, femmina, povera o semplicemente diversa
solo perché è più debole di voi …
allora avete ancora tanto da imparare.

Ricordatevi che siamo uniti

se aggredite uno di noi, ci aggredite tutti.

Adesso non siamo venuti qui
per rovinavi la colazione
ma per rendere manifesto
che il nostro destino è nostro
e guai a coloro che non lo sanno

il governo esiste per servire la gente.

Quindi sedetevi, rilassatevi, godetevi la giornata, non lasciatevi scoraggiare

perché ciò quello che vedete qui – questa, e questa,
questa è semplicemente la calma prima della tempesta.

di Mark Lipman, traduzione di M.Elena Danelli rivista da Pina Piccolo.

 

OGM, OMC, il soldato Joe, OMD

Prima prendono il seme

il feto della nostra catena alimentare

e lo modificano geneticamente

combinandolo con veleni

e cose che non c’entrano

tipo i geni dello scorpione

e ogni genere di diavoleria.

Cambiano il nucleo

proprio il centro della vita

in modo che resista

alle sostanze contaminanti più tossiche

che si possano reperire, il Round Up.

Però, contrariamente a ciò che pubblicizzano

resistente non significa immune

cominciano a fiorire le mutazioni

e ratti umani di laboratorio

pieni di tumori zoppicano verso la tomba

mentre i giudici e i legislatori

sanciscono tutti questi orrori che ci piovono addosso

costringendo i contadini a piantare mortifere coltivazioni

con indicibili conseguenze sul nostro DNA

OGM

E così sarà anche la nostra fine

sulla stessa via  delle api

OGM, OMC, il soldato Joe, OMD

Rimuovono le barriere al commercio

mentre erigono muri

tra esseri umani

e la propria umanità.

Intendo parlare

dell’immigrazione illegale.

Aprite i libri di storia

alla pagina di Colombo e Cortez

a quella di John Smith

all’Epoca delle Grandi Scoperte

(come se le popolazioni indigene

       fossero state ignare della propria esistenza).

Saccheggiando strada facendo,

distruggendo ogni traccia delle culture native.

Col bulldozer a portata di mano,

ci strappano ciò che abbiamo seminato,

e ci schiacciano in terra

sotto gli anfibi occupatori.

Modificandoci la vita

dopo aver sterminato i bisonti

e pervertito Madre Terra

per seguire i propri avidi disegni.

Ora esportano il loro mais mortifero oltre i confini

riducendo  in miseria i contadini

e paesi interi.

Ai poveri viene negato il diritto umano

di viaggiare liberamente

Viene negato il diritto

all’autodeterminazione.

Chi ha mai dato a Monsanto il diritto

di immigrare dentro il mio corpo?

Di brevettare le mie cellule ematiche?

Di alterare la mia struttura genetica?

E’ questo che chiamate Libero Scambio?

OGM, OMC, il soldato Joe , OMD

E come se non bastasse tutto questo saccheggiare

l’abuso di nuovo tecnologie

per appropriarsi indebitamente

per rubare la terra, l’acqua, l’aria

per distruggere le scorte alimentari

Ed ecco a voi un prodotto

per una efficace esfoliazione della pelle

offerto a voi direttamente

dai produttori di Napalm

L’esercito privato

i paramiltari di Z/Blackwater,

i mercenari addestrati dalla CIA

e i loro governi fantocci

per svendersi al miglior offerente

che ti puntino la pistola alla tempia

mentre ti costringono a inghiottire

il tofu modificato geneticamente e del pesce mutante

tutti approvati dall’ AD del Ministero della Salute

È tutto collegato

dalle pallottole al burro

Lo sapevate

che qualcuno ci guadagna

ogni volta che un drone colpisce un bersaglio?

Pretendo che quella persona venga arrestata.

E, Oh, mio dio

sono qui a contestare

l’idea dell’impresa come persona giuridica

ed i privilegi che ne derivano

Cioè il fatto che un’impresa abbia più diritti me

che si comporti come un dio verso le nostre vite e gli ecosistemi

che spinga l’umanità verso il baratro dell’estinzione.

Il loro denaro è una finzione

per tenerci schiavi

per tenerci in catene…

È arrivata l’ora di spezzarle.

di Mark Lipman, traduzione di Pina Piccolo

 

 

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Poeta ed editore, fondatore della casa editrice VAGABOND, Mark Lipman è scrittore, artista multimediale e attivista. E’ autore di sei libri, tra i più recenti, Poetry for the Masses e Global Economic Amnesty. L’antologia poetica da lui curata, The Border Crossed US- An Anthology to End Apartheid nel 2015 ha ricevuto il Joe Hill Labor Poetry Award e nel 2016 è stata insignita del International Latino Book Award. Nel 2017 ha curato l’antologia di poesia RISE!, che raccoglie voci di poeti da tutto il mondo in reazione alle ultime svolte della politica statunitense. È co-fondatore di Berkeley Stop the War Coalition (USA), Agir Contre la Guerre (Francia) e Occupy Los Angeles e dal 2001 critica con grande fervore la guerra e l’occupazione. Attualmente è membro di POWER (People Organized for Westside Renewal), Occupy Venice, the Revolutionary Poets Brigade, 100 Thousand Poets for Change e dei Wobblies International Workers of the World (IWW). www.vagabondbooks.net

 

Foto in evidenza di Teri Allen Piccolo.

Foto dell’autore a cura di Mark Lipman.

 

 

 

 

 

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

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