Sarà la nave a scrivere parole sull’acqua
solcata da grida di umana follia
e gorghi arricciati saranno canti
a ignobili giochi devastatori
Polene poetesse di improbi numi
resistono all’inchiostro insanguinato
dei flutti inorriditi
ancora accade e ancora
che sia l’acqua a bere
vite e speranze brumate.
E poi è la terra a mangiare
insieme alle arance
la carne bruciata e stanca
ancora non esausta
per l’ultima rivolta
non sparatemi addosso
per lavorare affamato
il mio nome è Liberty
e non voglio essere schiavo
come voi
IL COLORE DEL NERO
Sperduto fra la nebbia ragionata
invocò il mare in luogo di desertico pianto
e partendo dalle assurde
pestilenze che inseguono
i naviganti d’abissi,
inventò destino
Un tempo ci fu in cui
ghirlande brulicanti di vita
agghindavano gli alberi d’africa.
Un tempo ci fu in cui
gli alberi d’africa respiravano
ombreggio sicuro e temerario
nell’ attesa di un tempo in cui
gli alberi d’africa aspirano
a diventare barca per fuggire
per raggiungere pietre diventate rifugio
nella terra oltre il mare divenuta risveglio
nella terra che toglie dal fuoco
ma che non spegne l’ incendio
Accade che i colori , la musica,
la forza e la dignità
trovino spazio e ospizio
nelle terre del bianco e del nero,
dei rumori ,
dell’inedia dei meccanici giorni,
dell’asfalto morale.
Sarà l’Africa Madre
a divorziare dalle Patrie
a procreare nuova coraggiosa genìa
di ragione, dignità e bellezza.
Per gentile concessione dell’autrice. Le poesie si riferiscono a precedenti ribellioni dei braccianti a Rosarno , nel 2009 e 2010,
Immagine in evidenza: Foto di quadro di Giacomo Cuttone, per la galleria delle sue opere, consultare il sito http://www.cuttone.altervista.org