Mujeres. Frammenti di vita dal cuore dei Caraibi, di Raúl Zecca Castel

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cover MujeresFrutto di un lungo lavoro di studio nell’entroterra della Repubblica Dominicana, “Mujeres. Framenti di vita dal cuore dei Caraibi” (Arcoiris, 2020), raccoglie le appassionate testimonianze di sette donne di origine haitiana residenti nei “bateyes”, comunità di origine coloniale che ancora oggi rappresentano il lato nascosto del sogno turistico caraibico.

Il libro è il racconto corale di una realtà oscura dalla prospettiva delle stesse protagoniste, di fatto le vere autrici del libro, attraverso parole che sembrano moltiplicarsi e riprodursi in ogni direzione, facendosi eco e intrecciandosi con le parole sospese di infinite altre storie rimaste inascoltate; parole cariche di senso, pregne di esistenza, che rivelano sacrifici, ferite e cicatrici, ma anche orgoglio, conquiste e gioia. Parole solidali e liberatrici; parole consapevoli e, per questo, rivoluzionarie.

 

Ne riportiamo qui di seguito un breve estratto, la testimonianza che Nora, intervistata dall’antropologo Raúl Zecca Castel, ha voluto condividere su un sentimento come quello dell’amore.

 

 

 

“Non so cosa sia l’amore. Non mi sono mai innamorata in vita mia. Ogni volta che poteva capitare mi fermavo a pensare e mi dicevo: non posso innamorarmi, perché chi mi aiuterà? Chi si farà carico di me?

Nella mia vita ho sempre avuto paura di fallire e ho sempre pensato ai miei figli. Per questo non so cosa sia l’amore, perché non ho mai potuto innamorarmi. Vedi, se tu ti fai prendere dai sentimenti e pensi che magari ti piace qualcuno è una cosa bella, ma poi devi fermarti a chiederti cosa ne otterrai. Non bisogna lasciarsi trasportare dalle emozioni. L’amore porta alla perdizione, e io non potevo perdermi. Chi si innamora perde tutto. Se tu ti innamori e ti innamori di qualcuno che non può aiutarti allora sei finita. Devi saper calcolare queste cose.

Io ho sempre cercato di fare la mia vita stando alla larga dall’amore, perché l’amore non aiuta nessuno. Forse per questo la mia vita è stata così difficile, perché non ho avuto fortuna con gli uomini.

A volte può capitare che una persona fa l’errore di innamorarsi, ma cosa ci guadagna? Cosa gliene viene? Niente, perché con l’amore non compri da mangiare. Se hai dei figli affamati e ti innamori di un bel ragazzo giovane, carino, e sei pazza di lui, ma non ti può aiutare, allora come darai da mangiare ai tuoi bambini?

Guarda, ad esempio ora sto con questo vecchietto che ha 80 anni, e io ne ho 48, e va bene così. Siamo come marito e moglie, perché viviamo insieme, ma lui ha anche un’altra famiglia, un’altra donna, con dei figli, e così ogni tanto va da loro e resta via qualche giorno. Non mi da fastidio, perché quella donna c’era prima di me. Preferisco questo vecchietto che ormai ha poche forze piuttosto che stare con un uomo della mia età, solo per amore, perché l’amore non basta. E poi ci sono anche tanti uomini violenti, che bevono e che picchiano le donne. Perché il mio secondo marito era così, gli piaceva bere e picchiarmi. Mi frustava con le redini del cavallo. Vedi, questa cicatrice sul braccio me l’ha fatta lui. Qui gli uomini sono così, trattano le donne come se fossero degli animali. Alcuni le picchiano con il machete, con un bastone, a volte con la pistola… Almeno questo vecchietto è buono, ed è così anziano che se anche volesse picchiarmi non ce la farebbe. È lui che deve stare attento con me!

Mujeres ImmagineLa verità è che gli uomini non servono a nulla. In generale stanno con te solo finché gli fai comodo, perché gli pulisci i vestiti, gli prepari il pranzo e dormi con loro, ma poi non si fanno carico di niente. Per questo noi donne soffriamo tanto, ma non possiamo nemmeno lamentarci, perché senza lavoro che altro possiamo fare? Come potremmo dar da mangiare ai nostri figli? E tieni presente che io ho tre figli che non sono del mio attuale marito, perché li ho avuti prima di conoscerlo, da altri tre uomini che mi hanno abbandonata, e lui se ne guarda bene dal considerarli! Qui, se hai dei figli che non sono di tuo marito sei obbligata a trovare una soluzione da sola per dargli da mangiare, perché se aspetti che ci pensi lui allora li vedrai morire di fame. Mio marito si sente in dovere solo con l’unico figlio che gli ho dato, ma gli altri possono anche morire di fame, a lui non interessa. Per questo sono sempre in cerca di qualche lavoretto o di qualcuno che mi aiuti, di un amico… Le cose vanno in questo modo e lo sanno tutti. Se qualcuno ti dice il contrario, se qualcuno ti dice che non è vero, sta semplicemente mentendo, perché qui funziona così per tutti. Ci sono uomini che sanno benissimo che la loro donna si guadagna qualche soldo prostituendosi, perché non ci sono altri lavori, e a loro non importa, è normale, perché non c’è alternativa!

Dicono che io sono una donna forte, ma non è vero. Semplicemente ho dovuto affrontare la mia vita da sola, con le mie forze, e la vita è piena di ingiustizie e bugie. Ricordati di quel che ti ho raccontato, di quando ero bambina e quel ragazzo voleva passare la notte con me. Nessuno mi credette, nessuno. Perfino mio papà mi picchiò dicendomi che era una bugia. Allora impari che a volte è meglio tenere la bocca chiusa e sopportare quel che ti capita, perché se nessuno ti aiuterà cos’altro puoi fare? Nessun uomo ti aiuta per niente, perché sei bella o simpatica. Nessuno ti darà dei soldi solo perché gli dici che non hai niente da mangiare e che i tuoi figli hanno fame. Vogliono qualcosa in cambio. Allora vai con loro per soldi, perché qui non c’è lavoro. La realtà in questa comunità è questa, per tutte. Non c’è una donna in questo batey che non sia stata con qualche uomo per denaro, te lo assicuro. Io ho sempre lavorato molto, come un bue, ma ti giuro che ci sono momenti in cui non hai alternative e per forza devi vendere il tuo corpo per andare avanti. Quando la mia bambina si ammalò io stavo lavorando come domestica, ma credi che avessi dei risparmi da qualche parte? Non avevo niente, perché non guadagnavo abbastanza. E cosa potevo fare per comprarle le medicine e curarla? Vendere il mio corpo. Era l’unica cosa che avevo a disposizione

Se vuoi scrivere un libro sulla nostra vita, sulla vita delle donne in questa comunità, allora devi scrivere che qui non esiste la felicità. Non sto esagerando. La cosa più bella nella vita è vivere per l’amore, per la felicità, ma tutto questo noi non l’abbiamo, e se io dovessi scrivere un libro sulle disgrazie della mia vita ti assicuro che non ci sarebbero mai abbastanza pagine, perché guarda che ho sofferto davvero tanto…”

 

Quadro in copertina e illustrazione di Magda Castel

Estratto pubblicato per gentile concessione dell’autore e della casa editrice

 

Raul ZeccaRcRaúl Zecca Castel è ricercatore in Antropologia Culturale e Sociale presso l’Università di Milano-Bicocca, ha lavorato a stretto contatto con i richiedenti asilo e i rifugiati del progetto SPRAR di Milano, ed è autore del saggio “Come schiavi in libertà. Vita e lavoro dei tagliatori di canna da zucchero haitiani in Repubblica Dominicana”, Ed. Arcoiris, Salerno, 2015.

Riguardo il macchinista

Maria Rossi

Sono dottore di ricerca in Culture dei Paesi di Lingue Iberiche e Iberoamericane, ho conseguito il titolo nel 2009 presso L’Università degli Studi di Napoli l’Orientale. Le migrazioni internazionali latinoamericane sono state, per lungo tempo, l’asse centrale della mia ricerca. Sul tema ho scritto vari articoli comparsi in riviste nazionali e internazionali e il libro Napoli barrio latino del 2011. Al taglio sociologico della ricerca ho affiancato quello culturale e letterario, approfondendo gli studi sulla produzione di autori latinoamericani che vivono “altrove”, ovvero gli Sconfinanti, come noi macchinisti li definiamo. Studio l’America latina, le sue culture, le sue identità e i suoi scrittori, con particolare interesse per l’Ecuador, il paese della metà del mondo.

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