Angoli della Notte” di Hilal Karahan (trad. dall’inglese all’italiano di Claudia Piccinno)
Edizioni Associazione Culturale “Il cuscino di stelle” 2018
La raccolta di Hilal Karahan si divide in sette gruppi di poesie che presentano temi, stili, intonazioni e ritmi diversi.
Il filo conduttore comune che sorregge la complessa costruzione poetica dell’autrice è, a mio avviso, la ricerca di un senso alla creazione, di un senso al dolore, al male e all’amore, sentimenti forti e combattuti tra le righe della silloge, che prendono il via nella notte, compagna inseparabile dei poeti. Le immagini della poeta sono originali, i suo versi sono ricchi di metafore e di sinestesie.
I primi due gruppi Liriche notturne e Versi notturni sono composti di quattro o cinque strofe, di cui l’ultima è la chiusa, che rappresenta la “sentenza”.
LA MIA NOTTE È AL DI SOPRA DEL TEMPO ETERNO
Confronti
che rafforzano la notte.
Il tempo scuote il suo
intelletto e la bestemmia
della seta viene scucita.
Tempo: rabbia intelligente,
cascata spumeggiante
di oggetti.
La notte
legge l’anima del libro
del grembo.
PENSIAMO QUANDO LA NOTTE TACE
Piena di grazia è la notte,
che fissa le stelle come pattini sul ghiaccio
alla chioma degli alberi.
Si abbottona il colletto del giorno
che sembra già stanca al mattino.
Lei sa chi ha messo il suo respiro
nella realtà profumata di sandalo e ambra.
Quasi sempre
ciascuno crede alle proprie intuizioni.
TU ERI LA VOCE CON CUI INIZIÒ LA NOTTE
Una notte, i ricami fatti a mano
sul tavolo da pranzo,
estati in naftalina, ricordi di bambini.
Nel cortile di casa
sacrificano teste di ariete,
strada affamata accanto al fuoco.
Sotto il cuscino
scarpe festive,
ampi kirtles di raso.
Ahimè, quando era finito quel periodo!
dove sono le ardenti
speranze dell’infanzia?
Le notti fermentate nel barattolo
della pazienza ora,
graffiano con il loro coltello rotto
l’argentatura del dolore.
Il terzo gruppo Poesie d’aritmia svela nei titoli delle quattro liriche che lo compongono la professione medica dell’autrice (fibrillazione, tachicardia ecc …).
Dal quarto gruppo Il valzer lunare
LA MEZZALUNA CRESCENTE
Cosa può dire il fuoco a colui,
il cui cuore è diventato un posacenere?
Cosa si può dire a colei che per tutta la vita
ha coperto le ceneri con la sua sciarpa?
Se è il vino di cui sei incolpato, piaccia a Dio
la tua bocca distillò rose dal vino.
Se il tuo rimpianto è un amore gelido,
hai lavato le scorie d’acciaio con le tue lacrime.
Se i momenti ingrati
non sono stati metabolizzati negli anni
girando e rigirando nel mulino della memoria.
È la camicia interna che brucia l’uomo
brucia ma non può essere tolta.
Il quinto gruppo Salmi del girasole contiene otto liriche intitolate tutte La Creazione e seguite da un numero progressivo. Sono palpabili i versi che evocano il big bang, la scintilla primordiale, la luce, il movimento e la sua velocità nell’uso sapiente delle immagini e di una precisa terminologia fisico – scientifica.
LA CREAZIONE 3/
E luce sia!
Il movimento era sempre più delicato.
Per diventare più sottili e diventare radi,
per offrire semi a questa dispensa:
Accumulare senza definire,
accumulare attentamente,
le disposizioni turchesi del paradiso,
le macchine tossivano, il coraggio era stanco!
La dispensa è piena, oh, ancora il tuo desiderio
di essere visto!
I grattacieli, le rotaie, le metropolitane;
la civiltà che respira con i suoi cavi!
Trasformati, trasformati in te stesso,
con le gambe nude e i denti
per favore dai il benvenuto
all’ombra o Signore!
LA CREAZIONE 8/
Il mezzogiorno era stanco e timido
per essere stato ricordato,
tenendo la mano del vento,
il modo in cui camminava rapidamente
erano fangosi i suoi piedi e le calze.
Fermati, che razza di illusione era?
Il movimento non poteva vedere
le svolte delle cose:
le vibrazioni di un corpo stabile,
il nucleo della sostanza,
i pezzi di elettroni, i protoni e i neutroni
e le loro radiazioni,
le orbite degli atomi, gli orbitali
e le loro gamme,
i positivi e i negativi,
quelli che si girano l’un l’altro,
quelli che si spingono e si spingono a vicenda,
quelli che si disperdono e si uniscono,
i corpi elettrizzati e non elettrificati,
quelli che si moltiplicano e scompaiono
nell’unità,
i campi elettromagnetici,
quelli che prendono il loro posto lentamente
dentro le cose,
quelli che guardano gli oggetti dall’altra parte,
a distanza,
chi poteva vedere la trasformazione del sé?
La conoscenza è un funambolo
che accarezza ammirevolmente il trampolino
i cui nodi sono sciolti.
Erano stanchi
e il villaggio era ancora troppo lontano…
Il quinto gruppo Medio Oriente ci precipita interamente nell’orrore di guerre interminabili e tremende come il conflitto siriano e in drammi volutamente ignorati dall’occidente come la strage quotidiana di civili in Yemen.
Morte nel Mar Egeo scritta in memoria di Aylan che scappava con la famiglia dalla guerra civile siriana, morto nell’attraversamento del Mar Egeo, è un atto d’accusa all’Europa “cieca e sorda”.
Forse davvero “il tempo è finito” per la nostra razza che permette tutto questo orrore senza segnali di pentimento e redenzione?
MEDIO ORIENTE
1/
Si culla la storia sui propri piedi
da quando è nata,
pettina il pidocchio dai suoi capelli
con costole umane.
2/
Le gonne delle città sono sollevate
dai venti del deserto
sopra cortili di pietra, moschee, antiche piazze,
strade a volta che si susseguono sempre
l’una all’altra
Odore di caffè macinato,
spezie e polvere da sparo
bruciano sullo stesso carbone.
La sabbia ricopre il sangue, ma non può lavarlo
via …
3/
Nomi di Dio scritti nel deserto
sono ferocia, ignoranza.
I bambini nascono e muoiono
la carestia è il loro destino,
la diarrea è la loro sorte.
Il rancore non esaudisce un desiderio…
4/ Nella notte del deserto
il freddo, la convinzione e il consenso familiare
si scaldano spalleggiandosi l’un l’altro.
Anche se vengono uccisi,
ciò che i Beduini sentono
non penetra nel sangue …
5/
Le donne vengono comprate e vendute
in cambio di cammelli.
Sono circoncisi dalla vita.
I loro volti sono tatuati agli uomini,
i loro cuori sono mietitrici…
MORTE NEL MAR EGEO
1/
Con i loro artigli e carezze mortali
i gommoni che attraversano l’ Al Sirat
fanno cadere tutte le speranze
in un fuoco oceanico.
Il mondo, il cui respiro vitale
è scomparso, saluta dietro le quinte,
come fosse un sipario.
2/
Quando si è fatto giorno,
i bambini rifugiati lentamente si muovono
tra le lamiere:
l’Europa è cieca e sorda
e se riescono a raggiungere le sue porte,
accetterà 400000 rifugiati
per farne piccoli denti
per la ruota d’ingranaggio del capitalismo.
Loro avranno fame e sete
ma saranno ancora vivi
se riusciranno ad attraversare
le onde dell’Egeo,
i manganelli della polizia greca,
il filo spinato ungherese, le ferrovie macedoni,
se riusciranno a raggiungere l’Europa.
3/
Il Medio Oriente ha scrollato la sua tovaglia,
il paradiso e l’inferno
sono stati calpestati.
Ognuno vive nella gabbia del proprio cuore
e guarda la terra attraverso le sue ferite…
4/
Retroscena:
“La tragedia di un bambino,
simbolo della disperazione di migliaia:
dopo la lotta della sua famiglia per raggiungere l’Europa, un bambino siriano è affogato nel Mar Egeo e il suo corpo è stato ritrovato sulle coste turche”.
Dal Daily Mail del 3.9.2015.
POESIE DEL PURGATORIO
1/
Il tempo è finito… con movimento
frettoloso ha riunito le strade
che lo portano a casa.
Sparse per lo sguardo,
immagini… figure… quelle maledizioni
ballando allo specchio dell’attenzione
si sono rianimate.
Ero stanca del confronto
del rancore e dell’insolvenza,
la civiltà, questo bazar,
ha sminuito le città
e ha fatto volare la loro polvere in cielo!
L’universo si è incupito per questa furia,
inginocchiato sul suo oscuro tappeto da preghiera,
rivolgendo fedelmente la preghiera agli oggetti
all’inizio così recitava:
Attendi… aspetta…
aspettare è sicurezza.
2/ Il tempo è finito…
la stoffa della presenza rugosa,
le percezioni e i giudizi mescolati insieme.
Erano cieli plumbei,
quelli che si stavano sciogliendo
e le inondazioni nel giorno del giudizio,
attraversarono palle di fuoco e si riversavano
davanti ai guardiani della terra
come gomitoli di lana colorata?
Timoroso per le sue ali,
come un uccello sciocco,
l’umano, in attesa dentro la gabbia dell’ego,
come può essere una cosa da ricordare?
Sospettose, le palle di osso
rotolando dentro il cranio,
rubarono entrambi i diritti e la fede.
Il sesto gruppo Collage di poesie torna a immagini di vita più personali che trasudano solitudine come scatti fotografici di rara luminosità.
CAMERA D’ALBERGO
1/
Tre o quattro notti
le cui spine sono intrecciate
appassiscono in un vaso asciutto.
2/
Facce bagnate
lenzuola sporche
appese vicino al letto.
3/
Una strada zoppa penetra
attraverso la finestra di coloro
le cui tende sono strettamente serrate.
4/
Luci ubriache
appena toccano
il divano.
5/
La chiave di una casa che non sarà mai abitata
una mano che non sarà mai baciata
e preservativi multicolori
dormono sotto il cuscino.
6/
Armadi zoppi
in materiale di terza qualità
sono ancora alla ricerca delle ante.
La raccolta si chiude con l’ultimo gruppo di poesie: Preliminari di una cavalletta
IL VENTO
Che potere! Tutto ad un tratto,
nessuno lo sa da dove viene o dove va.
Alberi e foglie sparsi qua e là
un movimento soffiato sopra i tronchi…
Dai rami alle radici e dalle radici ai rami
dalla terra al cielo e dal cielo alla terra.
Le vene vanno a frotte che si inondano di onde
stringendo le mani davanti alla Presenza di
sette volte.
La polvere assorbe il fumo dai suoi tubi
di narghilè d’argento
sulle ombre lunghe del tavolo.
ANIDRIDE CARBONICA (CO2)
Quando gli ioni si compenetrano
di una molecola di carbonio e due ossigeno
il cittadino e il nobile.
Formano l’anidride carbonica
nel linguaggio notturno
di una foglia.
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Biografia di Hilal Karahan
hilalkarahan108@gmail.com
www.hilalkarahan.com
Poetessa turca, medico ostetrico, lavora al pronto soccorso ginecologico dal 2006. Dal 2000, scrive in varie riviste di letteratura poetica-culturale. Ha partecipato anche a molte antologie, almanacchi di poesie e festival di letteratura. Le sue poesie sono state tradotte in molte lingue. I suoi libri sono stati pubblicati in paesi stranieri. Dal 2017 è membro del consiglio editoriale di riviste internazionali di poesia bilingue come Absent, Rosetta Word Literatura e Sahitya Anand. É direttore intercontinentale del World Festival of Poetry (WFP), segretario generale della Writers Capital Foundation (WCP), ambasciatrice di Turchia del World Institute of Peace (WIP) e membro turco delle organizzazioni dell’International Council for Diplomacy and Justice (ICDJ). Organizza ogni anno festival di poesia femminile, Feminİstanbul. Ha all’attivo numerosi riconoscimenti e ha effettuato numerose traduzioni di altri autori dall’inglese in turco e viceversa.
Pubblicazioni poetiche: İç Sözlük-Bir Günün Özeti – Dizionario auto-nomo-Riassunto di un giorno (Kül casa editrice, Ankara, febbraio 2003). Tepenin Önünde – Davanti alla collina (Kül casa editrice, Ankara, maggio 2003). Giz ve Sis – Segreto e Nebbia (Kül casa editrice, Ankara, novembre 2004): trovato come “note-vole” nel 2004 Yaşar Nabi Nayır Poem Elezione Gecikmiş Mumya – Mummia Ritardata (Mühür casa editrice, İstanbul, giugno 2010): trovata come “riuscita” nel 2010 Cemal Süreya Poem Elezione.Ateşi Bölen Gece – La notte divide la passione (Mühür casa editrice, Istanbul, giugno 2012): conferito il Burhan Günel Private Award nel 2013 M. Sunullah Arısoy Poem Elezione. Denizi Arayan Sokak – Strada Care Cautẵ Marea (Poesie selezionate, tradotto in rumeno da Ni-culina Oprea, Tracus Arte casa editrice, Buca-rest, novembre 2014). Denizi Arayan Sokak – La Rue Qui Cherce La Mer (Poesie selezionate, tradotto in francese da Mustafa Balel, pubblicazioni di Artshop, Istan-bul, ottobre 2016). Ateş ve Gece Arasında – Between Night And Fire (Poesie selezionate, tradotto in inglese da Hilal Karahan, pubblicazioni di Artshop, Istan-bul, marzo 2017). Kırk Yama Kırk Yara – Forty Wound Forty Pat-chwork (Yasakmeyve Komşu casa editrice, İstanbul, maggio 2017): Given 2017 İsmet Kemal Karadayı Poetry Prize, Jurie Special Award Poems To The Shadows – ق صائ دل لظلال(Poesie selezionate, tradotto in arabo da Fethi Sassi, Battana casa editrice, Cairo, 2017).Denizi Arayan Sokak – La Calle Que Busca La Mar (Poesie selezionate, tradotto in spagnolo da Yuri Zambrano e Oscar Limache, in stampa, 2018). Orta Doğu, En Yakın En Uzak – Oriente Medio, el más lejano y el más cercano (Poesie selezionate, tradotto in spagnolo da Malak Mustafa Soufi, in stampa, 2018). Libri di critica:Şiir ve Kuantum – Poema e Quantum (Mühür casa editrice, İstanbul, gennaio 2012).Dip Köşe Şiir Notları – Note di poesia (Yasak-meyve Komşu casa editrice, Istanbul, settembre 2014).