Recensione “Le anime di Marco Polo” di Giancarlo Baroni (Reginaldo Cerolini)

Baroni. Le anime di Marco Polo. COPERTINA

Le anime di Marco Polo sono quasi accanto agli dei

Nel 1932 un libro ormai famoso scosse il Brasile: si tratta di una raccolta di poesie di una cinquantina di poeti lusofoni. Il tratto particolare del testo è che tutti questi poeti erano morti e, secondo la visione “Espirita” (o religione dello Spiritismo), scrivevano direttamente dall’aldilà tramite il medium diciottenne Francisco Candido Xavier. Il libro in questione è Parnaso de alem-tumulo che si potrebbe tradurre Il Parnaso dell’oltretomba oppure Il Parnaso dell’aldilà.

Ora perché un inizio tanto ierofantico per una recensione? E’ presto detto.

Leggendo Le anime di Marco Polo dell’autore Giancarlo Baroni mi è stato impossibile non pensarci. La struttura della raccolta poetica interpreta –intimamente- le vicende dei personaggi della storia come appunto un’incorporazione della loro voce, del loro umano punto di vista riguardo i noti eventi della Storia. Di fatto però il testo ha un significato più ampio, essendo molto critico nei confronti della storia e delle sue egemonie politiche, ideologiche, religiose, sapendo spesso interpretare posizioni contrastanti. Non è insomma un libro o una miscellanea di tesi, ma un invito al pensiero.

Le anime di Marco Polo, si compone di 13 parti poetiche, talvolta singoli componimenti o un insieme di liriche.

Tratti stilistici solidi sono immediati con la poesia Conquistadores (pag.32), inserita nella parte di Americhe di Amerigo:

*

Non miseri villaggi

ma campi coltivati pascoli palazzi

questa enorme città costruita sull’acqua.

La conquistiamo incendiandola

per conto della Spagna.

 

 

Oppure con Il rifiuto dell’indiano ribelle (pag. 33), nella stessa parte Americhe …:

 

Gli chiedono se vuole

prima dell’esecuzione

convertirsi. A sua volta domanda

se in paradiso vivono

cristiani simili a loro.

 

 

O ancora con Bartolomé (e i misfatti dei conquistatori) (pag.34), sempre in Americhe…:

 

Come dei lupi sbranano

le spade al posto del Vangelo …

 

Si vede come lo sguardo, attento e fermo dell’autore, restituisce la possibilità significante di queste voci trapassate, con presumibile onestà documentaria, sintesi cognitiva e grazia poetica. Infatti la poesia Bartolemé, come molte altre nelle varie parti del libro, si avvale di riferimenti storici inseriti in corsivo nel testo (peccato solo che non ci siano note ad indicare all’esegeta da dove deriverebbero tali fonti) e così, conclude:

 

Separano i bimbi dalle madri

e li massacrano.

 

L’economia della parola, insieme alla scelta terminologica, in Baroni ha una finalità evocatica; come una restituzione, contestualizzata, dello spirito umano.

 

La poetica ritratteggia, fra i vari personaggi della storia con e senza nome, anche le traversie del naturalista Darwin, mostrando con cura affettuosa le sfaccettature quotidiane dell’uomo. Nella parte Attorno alle Galapagos (pag.39) incontriamo:

 

*

L’arcipelago alle spalle

si chiede quante miglia

lo separano dall’Inghilterra. Soffre

di frequenti emicranie strane

palpitazioni.

 

Come felice è nella parte Incontri/Apparizioni, la restituzione del missionario e dottore David Livingstone nella lirica I monti della luna (pag. 47):

 

Solleva dalla fronte il berretto

da marinaio e di colore azzurro

mi sorride sdentato:

il dottor Livingstone, suppongo.

 

E nella stessa raccolta è squisitamente contemporanea e divertente la poesia Uomo delle Nevi (pag. 53)

 

Fantasma delle montagne

miraggio degli alpinisti

 

oggi lo vedi a Kathmandu

sulle T-shirt dei turisti.

 

Comprendiamo così che in questo viaggio nel tempo, nello spazio, vi è posto per riflessioni anche meno solenni. In questo è molto innovativo, perché spolvera la poesia stessa della sua retorica di verità, di dolore o solennità dell’ineluttabile quotidianità, aprendo un dialogo divertito e divertente con l’ironia simpatica delle poetesse Szymborska (in special modo la poesia Sulla morte, senza esagerare) e Maxine Hong Kingston (in particolar modo, la lettura all’Università di Berkeley Lunch Poems 4/2004in cui parla della sua trasformazione da romanziera a poeta).

 

La grazia costante dell’autore nell’oscillare tra la quotidianità, storia e assoluto emerge vibrante, nella raccolta Fiandre, nei versi della lirica 5 (pag. 61)

 

… Basta poco

per ritornare nel nulla che ci aspetta.

 

Qui dunque, tra viaggi nel mondo e nella storia, tra memoria e presente dell’osservare, come un’attenta vedetta il tempo della vita, Baroni sviluppa una serie di poesie di sentimento e forza. Fra le tante nella parte Paesi Bassi i componimenti 1, 7, come nella parte Il regno di Nettuno, la poesia Come una catapulta (pag. 82) , che ricorda con accorati occhi occidentali i fatti dello tsunami sulle coste dell’Oceano Indiano:

 

… L’esodo

di noi turisti ti sorvola

quasi ogni giorno ma oggi

 

ritiri le tue onde dalla spiaggia

come un paese ostile

fa con gli ambasciatori. …

 

Si giunge poi nella parte Le città dei santi alle sole verità perseguibili e dichiarate con saggezza per nulla stucchevole, nella lirica Venezia (pag. 104) :

 

… . Niente

di quel che amo mi abbandona,

 

e seguono una serie di riuscite poesie San Colombano a Bobbio, San Zeno di Verona, Santa Rosalia, Il sonno del patrono. Senza togliere nulla alla metafisica con cui l’io cogitante cerca un senso della vita, il poeta propone alla retorica sacrale, una beffarda critica. Così vi è spazio per un pensiero del religioso o sovra materiale, non confinato nei paradigmi occidentali, cristiani o cattolici. Lo testimonia nella parte Paesi reali luoghi immaginari, poeticamente la miscellanea meno uniforme e misurata del libro, nella lirica Cime himalayane (pag. 128) i versi:

 

… non smetteva di premere,

sollevando le cime himalayane

quasi accanto agli dei.

 

E’ doveroso a questo punto lasciare al poeta Giancarlo Baroni la possibilità di esprimere se stesso e le sue anime. Seguono tre impagabili poesie rispettivamente 6 (pag. 62), Per l’apparato vocale insufficiente (pag. 76), e Le lenzuola di Nicosia (pag. 133).

 

6

(il 16 maggio 1940 un bombardamento rade al suolo il centro di Tournai)

 

Nostra Signora dei Malati

in passato ci avete salvato dalla peste

e ieri avete lasciato che le bombe

incendiassero la città.

Vi abbiamo dedicato una basilica

e uno scrigno di pietre che perfino

le regine Vi invidiano. Dite

che cosa è mutato nel frattempo?

 

*

Per l’apparato vocale insufficiente

 

Per l’apparato vocale insufficiente

la laringe inadatta

pronuncia una lingua primitiva

composta di suoni gutturali

e vocalizzi. Il dissenso

lo esprime a gesti.

Le sue corna mimano

il fatto di accecare

l’avambraccio di fottere

e i pollici sul naso dei ragazzi

ci satireggiano.

Se lo torturi emette

urla assordanti.

 

Le lenzuola di Nicosia

 

Un condominio tagliato a metà

nella scala A i turchi, in quella B i greci.

Sul terrazzo dove stendevano insieme

 

Corre un filo spinato:

quando il vento solleva le lenzuola

i lembi si sfiorano come delle dita.

 

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Giancarlo Baroni è nato a Parma, dove abita, nel 1953. Ha pubblicato due romanzi brevi, qualche racconto, un testo di riflessioni letterarie e sei libri di poesia. Le ultime due raccolte di versi sono: I merli del Giardino di san Paolo e altri uccelli (Mobydick editore, 2009, prefazione di Pier Luigi Bacchini; di questo libro uscirà fra pochissimo una nuova edizione ampliata e illustrata) e Le anime di Marco Polo (Book editore, 2015).Nel 2009, 2010 e 2011 ha letto a “Fahrenheit” (Rai Radio 3) diverse sue liriche, alcune in occasione del Festival della Filosofia di Modena.Per quasi vent’anni ha collaborato alla pagina culturale della “Gazzetta di Parma”.

 

 

 

 

 

 

Riguardo il macchinista

Reginaldo Cerolini

Nato in Brasile 1981, Reginaldo Cerolini si trasferisce in Italia (con famiglia italiana) divenendo ‘italico’. Laureato in Antropologia (tesi sull’antropologia razzista italiana), Specializzazione in Antropologia delle Religioni (Cristianesimo e Spiritismo,Vipassena). Ha collaborato per le riviste Luce e Ombra, Religoni e Società, Il Foglio (AiBi), Sagarana, El Ghibli . Fondatore dell’Associazione culturale Bolognese Beija Flor, e Regista dei documentari Una voce da Bologna (2010) e Gregorio delle Moline. Master in Sceneggiatura alla New York Film Academy e produttore teatrale presso il National Black Theatre. Fondatore della CineQuartiere Società di Produzione Cinematografica e Teatrale di cui è (udite, udite) direttore artistico. Ha fatto il traduttore, il lettore per case editrice, il cameriere, scritto un libro comico con pseudonimo, l’aiuto cuoco, conferenziere, il commesso e viaggiato in Africa, Asia, Americhe ed Europa.

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