Vicente Huidobro
de El espejo de agua, 1916 / da Lo specchio d’acqua, 1916
Traduzione di Gianni Darconza
ARTE POÉTICA
Que el verso sea como una llave
que abra mil puertas.
Una hoja cae; algo pasa volando;
cuanto miren los ojos, creado sea,
y el alma del oyente quede temblando.
Inventa mundos nuevos y cuida tu palabra;
el adjetivo, cuando no da vida, mata.
Estamos en el ciclo de los nervios.
El músculo cuelga,
como recuerdo, en los museos;
mas no por eso tenemos menos fuerza;
el vigor verdadero
reside en la cabeza.
¿Por qué cantáis la rosa, oh, poetas?
¡Hacedla florecer en el poema!
Sólo para vosotros
viven todas las cosas bajo el sol.
El poeta es un pequeño Dios.
ARTE POETICA
Che il verso sia come una chiave
che apre mille porte.
Una foglia cade; qualcosa passa volando;
quanto vedono gli occhi, creato sia,
e l’anima di chi ascolta rimanga tremante.
Inventa mondi nuovi e cura la tua parola;
l’aggettivo, quando non dà vita, uccide.
Siamo nel ciclo dei nervi.
Il muscolo penzola,
come ricordo, nei musei;
ma non per questo abbiamo meno forza;
il vigore vero
risiede nella testa.
Perché cantate la rosa, oh poeti?
Fatela fiorire nel poema!
Solo per voi
vivono tutte le cose sotto il sole.
Il poeta è un piccolo Dio.
***
EL ESPEJO DE AGUA
Mi espejo, corriente por las noches,
Se hace arroyo y se aleja de mi cuarto.
Mi espejo, más profundo que el orbe
Donde todos los cisnes se ahogaron.
Es un estanque verde en la muralla
Y en medio duerme tu desnudez anclada.
Sobre sus olas, bajo cielos sonámbulos,
Mis ensueños se alejan como barcos.
De pie en la popa siempre me veréis cantando.
Una rosa secreta se hincha en mi pecho
Y un ruiseñor ebrio aletea en mi dedo.
LO SPECCHIO D’ACQUA
Il mio specchio, corrente di notte,
Si fa ruscello e sia allontana dalla mia stanza.
Il mio specchio, più profondo del globo
Dove tutti i cigni sono affogati.
È uno stagno verde nella muraglia
E in mezzo dorme la tua nudità ancorata.
Sulle sue onde, sotto cieli sonnambuli,
I miei sogni si allontanano come navi.
In piedi sulla poppa mi vedrete sempre cantare.
Una rosa segreta si gonfia nel mio petto
E un usignolo ubriaco vola sul mio dito.
***
NOCTURNO
Las horas resbalan lentamente
Como las gotas de agua por un vidrio.
Silencio nocturno.
El miedo se esparce por el aire
Y el viento llora en el estanque.
¡Oh!…
Es una hoja.
Se diría que es el fin de las cosas.
Todo el mundo duerme…
Un suspiro;
En la casa alguien ha muerto.
NOTTURNO
Le ore scivolano lentamente
Come le gocce d’acqua lungo il vetro.
Silenzio notturno.
La paura si sparge nell’aria
E il vento piange nello stagno.
Oh!…
È una foglia.
Si direbbe che è la fine delle cose.
Tutti quanti dormono…
Un sospiro;
Nella casa qualcuno è morto.
***
EL HOMBRE ALEGRE
No lloverá más,
Pero algunas lágrimas
Brillan aún en tus cabellos.
Un hombre salta en el sol.
Sus ojos llenos del polvo de todos los caminos
Y su canción no brota de sus labios.
El día se rompe contra los vidrios
Y las angustias se desvanecen.
El universo
Es más claro que mi espejo.
El vuelo de los pájaros y el gritar de los niños
Es del mismo color,
Verde.
Sobre los árboles,
Más altos que el cielo,
Se oyen campanas al vuelo.
L’UOMO ALLEGRO
Non pioverà più,
Ma alcune lacrime
Brillano ancora sui tuoi capelli.
Un uomo salta nel sole.
I suoi occhi pieni di polvere di tutti i cammini
E la sua canzone non sgorga dalle sue labbra.
Il giorno si rompe contro i vetri
E le angosce svaniscono.
L’universo
È più chiaro del mio specchio.
Il volo degli uccelli e le grida dei bambini
È dello stesso colore,
Verde.
Sugli alberi,
Più in alto del cielo,
Si odono campane al volo.
Vicente Huidobro (Cile, 1893 ‑ 1948). Padre del creazionismo e uno degli autori più rilevanti della poesia ispanoamericana del secolo XX. Appartenente a una delle famiglie più ricche e aristocratiche del Cile, ha la possibilità di viaggiare di frequente tra le due sponde dell’Atlantico. Giunge presto a Parigi dove entra in contatto con le avanguardie. Stringe amicizia con artisti del calibro di Pablo Picasso, Juan Gris, Pierre Reverdy, tra gli altri. Tra i suoi libri si segnalano: Adán (1916), El espejo de agua (1916), Horizonte cuadrado (1917), Poemas árticos (1918), Ecuatorial (1918), Temblor de cielo (1931), Altazor o el viaje en paracaídas (1931), Ver y palpar (1941), El ciudadano del olvido (1941) e Últimos poemas (1948). La sua opera ha esercitato particolare attrazione sul pubblico giovane ed è stata costantemente oggetto di studio.
Testi pubblicati per gentile concessione della Fondazione Huidobro, Santiago del Cile, Cile.