DOVE MI PORTA QUESTO VENTO?
Un filo bianco e un altro nero; una notte in pieno splendore
un punto in terra e tanti cerchi in mare e balli della morte in giro
non hanno legami né con la terra né con il mare ma sono proprio umani
Il dolore del cuore ha soffocato la speranza
e l’amante viene incontro al suo amore
la passione si posa sulle spine lucenti; si ferma o vola via
Dove mi porta questa fanciulla?
Nuvole intrecciate a nuvole
nuvole avvolte da misteri
io sono le nuvole nel cielo sereno
le nuvole sono in me
Hanno profanato il mio essere
rovistato tra le mie cose….più care
hanno scavato la mia fossa
e tu, nel tuo passaggio da qui, eri compiaciuto
ti sei fermato e nella mia tomba sei entrato
Il peso del tuo corpo schiaccia il mio
sento dolore e mi lamento
il tuo cuore è capace di far sbocciare in me la primavera
ma il tuo fuoco ha distrutto ogni sogno
ha rovinato il raccolto, ha bruciato tutto il verde che c’è
Dove mi stai portanto o signore?
nel tuo sguardo profondo vedo l’ardore, il tormento ed un fuoco intenso
ogni volta che attraversa il mio corpo accende la passione
la tua immagine mi ridà la vita
ed il tuo volto che mi fissa addolcisce la mia nostalgia
Nel tuo cuore lo spazio non manca per l’amore
e a questo è aggrappato il sentimento che mi travolge
Il cammino verso di te è irto e spinoso
io non posseggo la primavera
e nessun segno mi resta del passaggio delle stagioni
le stelle non brillano più per me
l’amore nascente nel tuo cuore non mi appartiene
il tuo sguardo perso non è rivolto a me
perché non spero in un domani con te
Dove mi stai portando o signora mia?
Attraversiamo questa oasi o saliamo in cielo?
diamo un nome ad ogni stella
accendiamo loro le luci dell’alba e scaliamo fino alla vetta
tracciamo un cuore sulla luna
Scriviamo su di esso le nostre volontà e proviamo a restare su
Dove mi porta il mio destino?
Un passo nell’ignoto e uno nella certezza
In mezzo a questo caos delle tenebre cerco il mio traguardo
ti cerco per trovarti e unirmi a te
ma tu mi abbandoni al mio destino
maledetta sia la mia sorte
Devo trovare la mia strada e liberarmi del legame per te
dall’alto del mio orgoglio stringerò finalmente in mano il mio destino
con tutto l’orgoglio ti stringerò a me o mio destino!
Eravamo inseparabili
Tu ed io eravamo due amiche così legate
Tu eri il silenzio del sentiero e il fruscio delle foglie
Eri il crepuscolo che annunciava le notti fredde
Ed io…io ero le parole dell’ultimo incontro, dell’ultima sera
Con orgoglio mi dicesti che le colombe in patria si posano sulle guance delle fanciulle
E io ti risposi che verso di me, queste colombe non sono state affatto clementi
Hanno estratto dal mio sangue il loro nutrimento e mi hanno abbandonata
Porto la mia esistenza come un fardello epocale
E guardo i miei figli vittime di questo tempo
Nacqui in un paese dove si respira aria di guerra fin dal mattino
E crebbi dove come pane è servita la paura quotidiana
Un timore che io indosso come una biancheria intima prima di coricarmi
Esso non mi abbraccia, non mi coccola ma mi osserva mentre dormo
Controlla i miei respiri e scruta i miei sogni fino al mio risveglio
I miei figli sono tanti
Tutti carichi di vita e di salvezza
E ad ogni loro battito, io rinasco
Ma se mi sento tremare cerco il loro aiuto
Cammino per le strade disseminate di corpi sanguinanti senza vita
Per accompagnare i miei figli a scuola
Do loro l’ultimo bacio prima del ritorno
E riabbraccio di nuovo la mia paura
Le chiedo di parlarmi della crudeltà dei tempi
Le prometto di dirle tutto sul mio incubo; quello peggiore:
Proviamo io e te a contemplare insieme il tramonto
Vorrei che tu ti renda conto finalmente del terrore che, ogni volta, mi fai provare
Abbiamo e siamo due strade io e te; possiamo separaci un pochino?
Abbiamo raccolto tutte le tempeste che ci stavano circondando
E abbiamo tralasciato l’aria di serenità e di salvezza
Due strade abbiamo amica mia
Apri il tuo cuore alla mia memoria e prova a dare futuro alla mia speranza
Eravamo e siamo due strade, due memorie e una Causa
Proviamo a rivoltarci insieme
A unirci
A separarci
Perché possa crescere l’erba verde che coprirà questa terra desolata
E perché i bambini crescano e che io li possa vedere giocare
Sani e salvi pronti a seguire la strada iniziata in passato
Possiamo essere divergenti un po’?
Possiamo separarci per sempre?
Possiamo separaci…
Una donna speciale
Sei la melodia cantata in una dolce sera
Sei lo stormo di uccelli in cielo, tutti in fiera
Tu profumi d’arancio e impregni all’alba i campi
E col chiaro di luna lo sguardo tenero di due innamorati riempi
Una poesia d’amore profondo scritta ogni serata all’amata
Sei una donna speciale
Mi inviteresti a sedermi questa sera vicino a te?
Amico mio, non ho tempo da dedicarti
Vivo tra spari e macerie e tanti scarti
Porto la mia paura come si portano i sogni impossibili
I miei figli camminano scalzi, nudi e sono disperati
Le frontiere per loro sono chiuse e gli approdi negati
Dal mio cielo cadono bombe come un inevitabile destino
E dappertutto cadaveri sparpagliati sul mio suolo ormai chino
Non vedo la luce in fondo al tunnel amico mio caro
L’insicurezza mi assedia da tutte le parti e non vedo chiaro
Sono una donna speciale amico mio
Tutti temono il mio arrivo risonante
E la guerra è una tragedia assai gigante
Io sono debole, misera ed incapace di lottare
Il mio cammino è spinoso e la mia permanenza un duro stare
I corpi dei miei figli e i sogni delle mie ragazze li ho portati sulle spalle
Ho lasciato il campo di battaglia insidioso, insicuro e pieno di falle
Ho attraversato monti e mari con pesante andatura
La paura e il terrore stretti compagni della mia sventura
Ho abbracciato il mare e ho ascoltato il suo profondo
E ho sfiorato la morte in cerca di un rimedio per un moribondo
Se sapessi cosa ho trovato amico mio!
L’angoscia ha occupato in mia assenza il mio posto
La gente fugge da me e dal mio fardello maldisposto
Ho trovato il mondo pronto a decidere della mia sorte
sterminare la mia prole per causarne la morte
Sono capitata in un’altra guerra dichiarata
Contro i superstiti da conflitti precedenti e mai sanata
Sono diversa dalle altre donne amico mio
Sono molto diversa dalle altre
Lo so amica mia, sei una donna speciale
una donna speciale sei…
Per gentile concessione di Zineb Saaid, traduzione dall’arabo di Dalila Menacer.
Zineb Saaid è una scrittrice marocchina che vive in Italia, insegna l’arabo all’università di mediazione culturale SSML, di Vicenza.
Immagine di copertina: Michelle Angela Ortiz, “Playing by the river”, A Seguimos Caminando- sketch for animation, 16×20.