Tre poesie inedite di Zineb Saaid, tradotte da Dalila Menacer

A Seguimos Caminando- sketch for animation

               DOVE MI PORTA QUESTO VENTO?

 

Un filo bianco e un altro nero; una notte in pieno splendore

un punto in terra e tanti cerchi in mare e balli della morte in giro

non hanno legami né con la terra né con il mare ma sono proprio umani

 

Il dolore del cuore ha soffocato la speranza

e  l’amante viene incontro al suo amore

la passione si posa sulle spine lucenti; si ferma o vola via

 

Dove mi porta questa fanciulla?

Nuvole intrecciate a nuvole

nuvole avvolte da misteri

io sono le nuvole nel cielo sereno

le nuvole sono in me

 

Hanno profanato il mio essere

rovistato tra le mie cose….più care

hanno scavato la mia fossa

e tu, nel tuo passaggio da qui, eri compiaciuto

ti sei fermato e nella mia tomba sei entrato

Il peso del tuo corpo schiaccia il mio

sento dolore e mi lamento

 

il tuo cuore è capace di far sbocciare in me la primavera

ma il tuo fuoco ha distrutto ogni sogno

ha rovinato il raccolto, ha bruciato tutto il verde che c’è

 

Dove mi stai portanto o signore?

nel  tuo sguardo profondo vedo l’ardore, il tormento ed un fuoco intenso

ogni volta che attraversa il mio corpo accende la passione

la tua immagine mi ridà la vita

ed il tuo volto che mi fissa addolcisce la mia nostalgia

 

Nel tuo cuore lo spazio non manca per l’amore

e  a questo è aggrappato il sentimento che mi travolge

 

Il cammino verso di te è irto e spinoso

io non  posseggo la primavera

e nessun segno mi resta del passaggio delle stagioni

le stelle non brillano più per me

l’amore nascente nel tuo cuore non mi appartiene

il tuo sguardo perso non è rivolto a me

perché non spero in un domani con te

 

Dove mi stai portando o signora mia?

Attraversiamo questa oasi o saliamo in cielo?

diamo un nome ad ogni stella

accendiamo loro le luci dell’alba e scaliamo fino alla vetta

tracciamo un cuore sulla luna

Scriviamo su di esso le nostre volontà e proviamo a  restare su

 

 

Dove mi porta il mio destino?

Un passo nell’ignoto e uno nella certezza

In mezzo a questo caos delle tenebre cerco il mio traguardo

ti cerco per trovarti e unirmi a te

ma tu mi abbandoni al mio destino

maledetta sia la mia sorte

 

Devo trovare la mia strada e liberarmi del legame per te

dall’alto del mio orgoglio stringerò finalmente in mano il mio destino

con tutto l’orgoglio ti stringerò a me o mio destino!

 

 

Eravamo inseparabili

 

Tu ed io eravamo due amiche così legate

Tu eri il silenzio del sentiero e il fruscio delle foglie

Eri il crepuscolo che annunciava le notti fredde

Ed io…io ero le parole dell’ultimo incontro, dell’ultima sera

 

Con orgoglio mi dicesti che le colombe in patria si posano sulle guance delle fanciulle

E io ti risposi che verso di me, queste colombe non sono state affatto clementi

Hanno estratto dal mio sangue il loro nutrimento e mi hanno abbandonata

 

Porto la mia esistenza come un fardello epocale

E guardo i miei figli vittime di questo tempo

 

Nacqui in un paese dove si respira aria di guerra fin dal mattino

E crebbi dove come pane è servita la paura quotidiana

Un timore che io indosso come una biancheria intima prima di coricarmi

Esso non mi abbraccia, non mi coccola ma mi osserva mentre dormo

Controlla i miei respiri e scruta i miei sogni fino al mio risveglio

 

 

I miei figli sono tanti

Tutti carichi di vita e di salvezza

E ad ogni loro battito, io rinasco

Ma se mi sento tremare cerco il loro aiuto

 

 

Cammino per le strade disseminate di corpi sanguinanti senza vita

Per accompagnare i miei figli a scuola

Do loro l’ultimo bacio prima del ritorno

E riabbraccio di nuovo la mia paura

Le chiedo di parlarmi della crudeltà dei tempi

Le prometto di dirle tutto sul mio incubo; quello peggiore:

Proviamo io e te a contemplare insieme il tramonto

Vorrei che tu ti renda conto finalmente del terrore che, ogni volta, mi fai provare

 

Abbiamo e siamo due strade io e te; possiamo separaci un pochino?

Abbiamo raccolto tutte le tempeste che ci stavano circondando

E abbiamo tralasciato l’aria di serenità e di salvezza

 

Due strade abbiamo amica mia

Apri il tuo cuore alla mia memoria e prova a dare futuro alla mia speranza

 

Eravamo e siamo due strade, due memorie e una Causa

Proviamo a rivoltarci insieme

A unirci

A separarci

Perché possa crescere l’erba verde che coprirà questa terra desolata

E perché i bambini crescano e che io li possa vedere giocare

Sani e salvi pronti a seguire la strada iniziata in passato

 

Possiamo essere divergenti un po’?

Possiamo separarci per sempre?

Possiamo separaci…

 

Una donna speciale

 

Sei la melodia cantata in una dolce sera

Sei lo stormo di uccelli in cielo, tutti in fiera

Tu profumi d’arancio e impregni all’alba i campi

E col chiaro di luna lo sguardo tenero di due innamorati riempi

Una poesia d’amore profondo scritta ogni serata all’amata

Sei una donna speciale

Mi inviteresti a sedermi questa sera vicino a te?

Amico mio, non ho tempo da dedicarti

Vivo tra spari e macerie e tanti scarti

Porto la mia paura come si portano i sogni impossibili

I miei figli camminano scalzi, nudi e sono disperati

Le frontiere per loro sono chiuse e gli approdi negati

Dal mio cielo cadono bombe come un inevitabile destino

E dappertutto cadaveri sparpagliati sul mio suolo ormai chino

Non vedo la luce in fondo al tunnel amico mio caro

L’insicurezza mi assedia da tutte le parti e non vedo chiaro

Sono una donna speciale amico mio

Tutti temono il mio arrivo risonante

E la guerra è una tragedia assai gigante

Io sono debole, misera ed incapace di lottare

Il mio cammino è spinoso e la mia permanenza un duro stare

I corpi dei miei figli e i sogni delle mie ragazze li ho portati sulle spalle

Ho lasciato il campo di battaglia insidioso, insicuro e pieno di falle

Ho attraversato monti e mari con pesante andatura

La paura e il terrore stretti compagni della mia sventura

Ho abbracciato il mare e ho ascoltato il suo profondo

E ho sfiorato la morte in cerca di un rimedio per un moribondo

Se sapessi cosa ho trovato amico mio!

L’angoscia ha occupato in mia assenza il mio posto

La gente fugge da me e dal mio fardello maldisposto

Ho trovato il mondo pronto a decidere della mia sorte

 sterminare la mia prole per causarne la morte

Sono capitata in un’altra guerra dichiarata

Contro i superstiti da conflitti precedenti e mai sanata

Sono diversa dalle altre donne amico mio

Sono molto diversa dalle altre

Lo so amica mia, sei una donna speciale

una donna speciale sei…

Per gentile concessione di Zineb Saaid, traduzione dall’arabo di  Dalila Menacer.

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Zineb Saaid è una scrittrice marocchina che vive in Italia, insegna l’arabo all’università di mediazione culturale SSML, di Vicenza.

Immagine di copertina: Michelle Angela Ortiz, “Playing by the river”, A Seguimos Caminando- sketch for animation, 16×20.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

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