Tre poesie (Giovanni Perrino)

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ALKAID *

 

Non toccarlo quel fiore non schiuso e già morente

Sul ciglio dove neanche la notte porta refrigerio

e i randagi mugolano in cerca di sonno e fantasie

Un dirupo il confine fra il mare e il profilo dei monti

Si frange la storia su isole gioco di nuvole smunte

Perenne travaglio per avventurieri e trafficanti

Pupi di pezza e treni di bachelite aggirano il cielo

Basso su cui primeggia lontana Alkaid l’indomita

Rumori guerrieri dal molo annuncio di sbarchi

Interrogano telamoni adusi all’immemore fissità

Non una parola lampo d’occhio o tremore di vene

Al fiore bagnato il geco s’accosta incerto fisso

Lo sguardo al carro che punge Alkaid si spegne

Aperti i palmi di sudore e sabbia un’ultima carezza

 

 

 

ASPETTANDO LAMPEDUSA

 

Gli occhi chiudili e la bocca come una carezza

Sollevi il lenzuolo e lasci che la luce penetri

Dallo scuro socchiuso come lama che traversa

Scorre lontano il fiume largo che altri riceve

Incessante il mare fra stormi e isole incontro

Vedevi nella notte bui di lune e pallori d’albe

Il villaggio pieno di verde lungo strade di bimbi

Dove con la tua gente chiedevi pane e pioggia

Allineata sulla strada esausta e flebile il respiro

Ora un corteo d’ombre porta foto e gocce salse

Che immemori vagano sospese nella breve storia

Sul bimbo fisso lo sguardo nel filo di luce

Ma gli occhi non videro il punto in cui scomparve

Nell’acque scure d’un gorgo che s’avvitò

Come chiodo su legno incurante del martello

 

 

BAMBINA ASMARINA

 

Nessuna carezza mentre giochi col fango

I capelli affiorano fra gli scogli nella risacca

Non scalda la coperta a fiori la stanza disadorna

Lucente la pelle salina e lontana come nelle foto

A caso pescate a fior d’acqua in un libro mai letto

Una bimba dai capelli felini di grigio vestita

Per le strade lunghe di polverosa periferia

In fuga dal cielo di sabbia fisso lo sguardo

Porta la vita altrove oltre le onde della paura

Le rughe sostano nel dire la notte del mare nero

Mani ferite di sale fianchi materni ultime sponde

Nel chiaro d’alba già in vista del faro l’onda alta

E lo sconquasso dei legni inatteso sullo scoglio

 

Giovanni Perrino, inedite, per gentile concessione dell’autore.

 

 

 

  • Alkaid è la stella più brillante dell’Orsa Maggiore, la prima delle tre stelle che trainano il carro (le altre due sorelle, meno luminose, si chiamano Mezar e Alioth). Il nome Alkaid deriva dall’arabo e significa “il capo delle figlie della bara” mentre le tre stelle sono chiamate anche “ Benat’nash”, in italiano, “le fanciulle in lutto”.

 

 

 

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Giovanni Perrino (1946) è nato a Palermo e vive a Mantova. Allievo di Natalino Sapegno all’Università “La Sapienza” di Roma, tesse con passione legami e sintonie fra lingue e culture diverse a partire da quella russa. In qualità di dirigente dell’Ufficio Istruzione presso l’Ambasciata d’Italia a Mosca, ha dato impulso a molti progetti per la diffusione e l’insegnamento della lingua italiana in Russia. In collaborazione con E.Evtushenko e con E. Solonovich, insigne traduttore di poesia italiana, ha dato vita al premio Lerici Pea-Mosca con l’obiettivo di tradurre e far conoscere al pubblico dei due Paesi gli autori emergenti e le dinamiche in atto nei rispettivi ambienti letterari. Sue poesie sono pubblicate in varie antologie e in riviste italiane, russe e armene.

Ha pubblicato, tra l’altro, le seguenti raccolte: Malastrana, Ed. All’Antico Mercato Saraceno 2004, Ellis Island. Poesie dopo l’11 settembre, Interlinea 2007, “Dorso d’asino, possibili rallentamenti” Interlinea 2012 e-mail: pobedy@hotmail.it

 

Foto in evidenza di Melina Piccolo.

Foto dell’autore a cura dell’autore.

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

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