(Foto: Viviana Annio)
Siamo nati sotto questa luna
Viviamo sotto la stessa luna
Ma siamo nate in mondi distanti
Tu amica mia, resti nel limbo
Di una vita sicura e monotona
Ma noi tentiamo di sopravvivere
Giorno per giorno, ora dopo ora.
E non importa se domani morirò
Nell’indifferenza del tuo mondo
Poiché tornerò dal mio Creatore
Per reclamare quella serenità
Impossibile da trovare in terra,
oltraggiata da tanti speculatori
che sulla pelle di tanti popoli
si godono le costose piscine
luride del sangue dei deboli
che non hanno voce né dignità.
E forse un giorno Caronte
Il traghettatore mi salverà
Da questa sponda infernale.
Siamo nati sotto questa luna
Che di notte riscalda i cuori
alimentando speranze future.
Note d’amore
A corde di chitarra araba
Così dolcemente pizzicate
Risponde sinuoso il piano.
Così i due amanti parlano
Nel sottile gioco di sguardi
E sorrisi che si susseguono.
Dolce melodia scaturisce
Per inebriare i loro spiriti
Bramosi di note d’amore.
Gelida nebbia
Le lacrime sgorgano
Come un fiume in piena.
È mai possibile che la vita
Sia così maledettamente
Perentoriamente storta?
Grigia gelida nebbia
Io muoio.
Gioite.
I nostri destini
Si susseguono le luci notturne,
Esasperate, senza forma
Le mie lacrime colano
Senza far rumore
Accarezzando le stanche
Gote infreddolite.
Siamo capitati in momenti
Sbagliati
Di due mondi
Paralleli
I nostri destini s’incrociano
Per farci soffrire
E morire inesorabilmente
Nello spirito
E perdere il sorriso flebile.
Sinonimi di tristezza sono
Questi sguardi ingrigiti
Che la luce non tocca più
Da tempi remoti.
Soffiate
Soffiate, tempeste del Nord,
Inondate i mille volti stranieri,
In modo che la mente si inebri,
E improvvisamente il cuore si geli.
Come petali
Petali caduchi al soffio leggero,
Come fossero privi di tenacia.
È forse simile il nostro destino?
Una vita di sopravvivenza, e poi,
Come trasportati dal vento,
Ci avviamo verso la fine,
Con la consapevolezza nel cuore
Di lasciare qualcosa di grande,
Senza poterne fare parte.
Giovani bibliotecari
In un luogo senza tempo
Furono giovani bibliotecari
Di libri ancora da scrivere
Saida Hamouyehy, nata in Marocco e cresciuta in Italia, è laureata in Lingue e Letterature Straniere a Bologna e ora studia Relazioni Internazionali. È membro del Consiglio direttivo di NILI (Network Italiano dei Leaders per l’Inclusione). Collabora col blog LeNius su temi riguardanti i giovani di origine straniera con diversi articoli Adora leggere, scrivere e fare fotografie, a volte si diletta a comporre poesie, alcune delle quali pubblicate nelle antologie di concorsi letterari.
Immagine di copertina: Foto di Marvin Collins.