Dal 12 al 15 ottobre 2018, avrà luogo la terza edizione del Festival Internazionale di Poesia e Arti Visive “L’Orecchio di Dioniso”, che vede anche la collaborazione de La Macchina Sognante. Per il calendario e programma completo consultare il sito del festival, qui
In questo numero della rivista potete trovare le poesie di alcuni dei protagonisti di questa terza edizione tra cui Monica Amaducci, David Gullette, Fawzi Karim, Patrizia Laquidara, Nuria Ruiz de Vinaspre. Nei numeri precedenti trovate anche opere di Maria Pia Arpioni, Louise Halfe, Maria Luisa Vezzali, Walter Valeri.
NOTA INTRODUTTIVA ALLA TERZA EDIZIONE
La terza edizione dell’Orecchio di Dioniso realizzata dall’Associazione culturale Poliedrica in collaborazione con il Comune di Forlì, Comune di Cesenatico, Art in Counselling di Bertinoro, la Galleria Arte Parole di Cesena, è dedicata a Tonino Guerra, in particolare alla sua poesia “La farfalla”:
Contento, proprio contento
sono stato molte volte nella vita
ma più di tutte quando
mi hanno liberato in Germania
che mi sono messo a guardare una farfalla
senza la voglia di mangiarla.
In un’intervista apparsa su Sipario e riproposta recentemente dalla lamacchinasognante.com parlando della sua idea di teatro Tonino Guerra afferma: “Non esistono generi letterari o teorie a cui legarsi, tanto meno adeguarsi… tutto il bello, come si sa, è nel cercare”. Un poeta capisce subito cosa scrivere e come scriverlo. Spetterà alla sua arte, al suo talento, alle ore di lavoro fare il resto; senza dimenticare che occorre anche il lavoro e la fatica di chi legge. Ed è un punto di vista che nei limiti del possibile, Tonino Guerra ha ribadito nel corso della sua opera grazie ad una testimonianza poetica e artistica unica. Un’opera complessa, libera e multiforme, sempre associata alla liberazione dalle varie mode e dalle loro costrizioni. Gian Luigi Rondi, in apertura degli atti pubblicati in occasione della manifestazione a lui dedicata, promossa dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione e Cultura di San Marino nel 1985, ne fece un ritratto folgorante: “Se dice una cosa è quella, perché l’ha sentita, l’ha esplorata, maturata e ci crede. Ma prima di arrivarci ha vissuto una battaglia: in bilico tra la tentazione ed il dubbio, per vagliare, provare, cambiare, cercare soluzioni diverse, formule nuove. Nella vita e nella sua opera”
Tutti sappiamo che la ‘libera ispirazione’ o ‘buona fede’ di un artista devono invariabilmente fare i conti con i condizionamenti della cultura dominante, con le innumerevoli necessità che lo assillano. Chi dice di non averne mente, sapendo di mentire. Sono tracce estetiche quelle, che il potere spesso imprime anche sulla fronte dei suoi oppositori.
Ma un poeta sa come liberarsi dalle auto-censure, dal peso dei condizionamenti. Sa come dare nome alle stragi, agli avvenimenti luttuosi, denunciare lo spessore sinistro delle cose che lo circondano. Sa come svelare “l’uomo agli altri uomini”, come diceva Jean-Paul Sartre.
Spetta a tutti (ma in particolare agli scrittori, ai poeti, agli artisti di oggi) smantellare i porti sepolti dell’indifferenza, i raggiri della buona fede, spetta a tutti abbracciare le vie del mare, prendere il vento nel dare voce al coro delle vittime senza cadere nella retorica del dolore; per bandire dalle nostre coste la vergogna dell’assenza di umanità, ammutolire gli insulti, non esserne i cani da guardia.
“ L’unica verità è quella che fai crescere nella mente degli altri”, Tonino Guerra ha avuto modo di ricordarci nel corso di quella bella intervista.
Far crescere la verità nella mente degli altri è quello che si propone anche la terza edizione dell’Orecchio di Dioniso, almeno in parte.
(Imola 27/8/2018)
W.V.