Lorenzo Mari

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Poesie scelte (2010 – 2020) di Raphael d’Abdon – traduzione e cura di Lorenzo Mari (Besa Muci 2022)

Poesie scelte – selected poems nasce dall’importante lavoro di selezione e di traduzione effettuato da Lorenzo Mari sui testi delle tre raccolte poetiche del poeta italo sudafricano Raphael d’Abdon (nato a Udine e vivente dal 2008 in Sudafrica) e sulle poesie più recenti non ancora pubblicate in formato cartaceo, tradotte per la prima volta in volume in Italia, dopo essere […]

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Trilce e l’intraducibile, o dell’intraduTRILCE – di Lorenzo Mari

All’interno di Tradurre l’errore – ultima monografia, in ordine di tempo, di uno dei maggiori esperti italiani di traduzione, Franco Nasi – c’è un capitolo che reca in esergo questa traduzione, apparentemente operata dallo studioso, a partire da un noto passaggio delle avventure carrolliane di Alice: «Perché sapete, ultimamente sono successe così tante cose straordinarie che Alice ha cominciato a […]

Relitto

LE PARTITURE DELLA MEMORIA: QUATTRO POEMI, NUOVO LIBRO DI RAÚL ZURITA IN ITALIA (nota di lettura di Lucia Cupertino)

Raúl Zurita, Quattro poemi, Valigie Rosse, 2019 (a cura di Lorenzo Mari, traduzione di Alberto Masala)   NOTA DI LETTURA A CURA DI LUCIA CUPERTINO   Gli scrittori, i poeti in particolar modo, nel loro costante lavoro di riscrittura, riordinamento e ripubblicazione danno spesso filo da torcere ai posteri, ancor più se filologi e studiosi della loro opera. Questo nuovo […]

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Da “Forme dell’interregno. Past Imperfect di Nuruddin Farah tra letteratura post-coloniale e world literature” Aracne, 2018, Lorenzo Mari

    Ambientata durante la guerra civile somala, iniziata negli anni Novanta del secolo scorso e ancora fonte di instabilità e insicurezza in tutto il paese, la trilogia di romanzi Past Imperfect (2003-2011) di Nuruddin Farah si colloca in un interregno dove, secondo la definizione gramsciana, «il vecchio non muore, il nuovo non può nascere» e «si verificano i fenomeni […]

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Recensione de “La Macchina Sognante” di Julio Monteiro Martins (Lorenzo Mari)

  Accingersi a parlare dell’ultimo libro di Julio Monteiro Martins, nonché del primo dopo la sua prematura scomparsa, significa confrontare un atto di lettura notevolmente distaccato – nel suo farsi, eventualmente, esercizio critico – con la permanenza del ricordo personale, del dolore dell’assenza che rende tutto – paradossalmente – più vicino e presente di quanto non si possa razionalmente concludere. […]