Il prezzo della modernità
Mastica un bastoncino per lavarti i denti,
e ti etichettano povero e primitivo,
per cui accogli a braccia aperte lo spazzolino da denti importato
ed ecco che le casse straniere rimangono incinte
mentre mari e fiumi pagano il prezzo dell’inquinamento.
Strappa una penna d’uccello per pulirti le orecchie,
e sei etichettato povero e primitivo,
per cui acquisti cotton fioc importati
e fai crescere i posti di lavoro all’estero
mentre nella terra e nell’acqua prospera la plastica.
Bevi vino di palma in un corno d’animale o in una zucca svuotata
e ti soprannominano povero e arretrato,
così ti accontenti delle loro bottiglie di plastica e vetro
e aumenti il PIL straniero
mentre la plastica inonda le tue terre e le tue acque.
Metti a bagno la tua tapioca senza zucchero,
e ti sfottono chiamandoti povero e arretrato,
quindi compri lo zucchero importato
alimentando le economie straniere
mentre il tuo corpo paga il prezzo del diabete.
Amico mio, assapora il tuo nkang in coppe locali;
Cucina sha o tap palmy invece che coca cola o carne d’orso;
Immergi il tuo garri nel vino di palma fresco di mattinata;
Usa piume e bastoncini se ami questa Terra;
E ringrazia i tuoi antenati per essere per il dono di una matura vecchiaia.
( Aarhus, 17 aprile 2019 )
Ricordando le grandi api di Mbesa
Quando eravamo piccoli, c’era una moltitudine di api.
Nelle stagioni secche che riempivano di polvere la terra,
c’erano grandi api giallastre – ndehse bangnese,
insetti poco socievoli che non vivevano in colonie bensì in coppie,
annidate nel legno morbido e secco tra i cespugli,
e producevano una dolce pasta gialla che raccoglievamo
quando facevamo la legna. Spesso alle ragazze a che uscivano con noi
offrivamo questa pasta dolce. A volte, da ignoranti
tornati a casa arrostivamo le loro larve belle rotondette e ce le gustavamo.
Poiché non ci pungevano mai, alcune le catturavamo vive,
portandole a casa, legate a lunghi fili di spago e facendole volare come aeroplani.
C’erano anche grandi api nere – ndehse fingnese, che facevano il nido
nelle assi e nel legno sotto i nostri tetti.
Anche loro producevano una pasta gialla dolce,
ma non potevamo distruggere le nostre case per raccoglierla,
tranne quando i nostri padri le dovevano ristrutturare.
Agevolate dalle rumorose lamiere di zinco del tetto,
a volte formavano band chiassose,
ronzando dolci melodie dai loro nidi
per intrattenerci di giorno, e disturbare il nostro sonno alcune notti.
(—Aarhus, 26 maggio 2019)
Pubblicato in Tiger Moth Review, numero 4 2020.
Il regno rurale di Mbesa visto dal Monte Njinagwa.
Prodotto Interno Lordo o Progresso Distruttivo Lordo (PIL)
Siamo picchi nel bacino amazzonico
Che nuotano negli oceani fumosi del cielo
Mentre le case abbiamo beccato si trasformano in cenere
Insieme alle frasche torturate sottostanti
Fiamme furiose lampeggiano per tutte le foreste
Ma gli occhi umani sono voltati dall’altra parte
Non guardano né lottano
Per fermare i bagni di sangue in Bolivia
Contano contanti in Cana-Fornia
Incollati alla scala del PIL sugli schermi
Qui nel Grande Bacino Artesiano australiano
Siamo marsupiali antechinus esiliati dagli incendi
E dalla fame umana nei ricordi immaginari
Mentre le nostre case scompaiono nel fumo e nelle macerie
Svaniscono tronchi fumanti insieme a specie sconosciute
Ma gli occhi umani sono voltati dall’altra parte
Né a guardare né a calmare
Arde la rabbia e volano i razzi in Iraq
Mentre si esplorano nuovi giacimenti petroliferi arabi
Incollati alle traiettorie del PIL sugli schermi
Siamo gorilla senzatetto del bacino del Congo
Che si scontrano con i proiettili nelle infinite piantagioni di palme da olio
Mentre precipitano le nostre case nelle fiamme dello sviluppo
Mentre svaniscono nel caos le urla della flora e della fauna,
Le comunità acquatiche soffocate da echi di plastica
Ma gli occhi umani sono voltati dall’altra parte
Né a guardare né a smettere
Follie omicide nel Camerun meridionale
Speculano sui nuovi prezzi per Angloil
Sono incollati alle scale del PIL sugli schermi
Mentre il nostro mondo va in fiamme
Miliardari brindano con vini bianchi e whisky
Su divani dorati sorridono davanti agli schermi
Visualizzando grafici e grafici del PIL della Banca Mondiale
Nessuno fa attenzione ai nuovi grafici del PIL ecologico
Lanciati dall’ozono sulla pelle dei panda giganti
Scolpiti sul ghiaccio che si scioglie e sui vasti deserti
Dove le linee rosse che hanno origine su un asse X limitato
S’inclinano verso l’alto e all’indietro su un asse y infinito
(Aarhus, 8 gennaio 2020)
Foresta del Bacino del Congo in Camerun.
Poesia della foresta
Le foreste sono poesie
Estetica in gemma
Serbatoi per metafore
e redattori acustici sono gli uccelli
In strofe montuose
Gli animali preparano gale sontuose
Con alberi a mo’ di verso naturale
inverti il surriscaldamento forestale
Le foreste sono misteri testuali
che celano i segreti delle nostre storie
Come poesie di un Creatore divino
Ognuno di noi deve essere Professore
Interpretarle e farle sbocciare
se no senz’aria si rimane a boccheggiare.
( Aarhus, 21 marzo 2021 )
Noci di cola
Noci color rosso intenso
lì in alto sugli alberi
nel recinto di mio padre,
mi mancate e mi manca la vita.
Chi porta la noce di cola,
scriveva Achebe, porta la vita.
Dandovi un morso
mi si anima la bocca,
rivedo l’albero che vi ha generato
e che circonda con le sue mani frondose
il recinto della casa di mio padre,
tenendo al riparo quegli uccelli
che sono le nostre sveglie.
Vedo anche colui che vi porta
in sacchi di fibra penzoloni sotto
zucche spumeggianti di vino di palma
o nkang, scortato da api ronzanti
che producono il nostro miele.
Vedo anche l’indovino del villaggio
incorniciare i vostri rivestimenti in cinque
pezzi come i vostri cinque lobi
e leggere su di essi il futuro –
mentre li scaglia sul pavimento –
come dottori che leggono dai microscopi.
(Perpignan, 22 agosto 2017)
COSTIMOCRAZIA (2017, p. 38)
Alla lavanderia automatica
Quando i miei vestiti si fanno nemici della pulizia,
qui dal mio arrivo a Perpignan
li metto in sacchetti o fogli di plastica
e alla lavanderia mi avvio.
Dopo aver alimentato la macchina che va a contanti
con le monete su richiesta, carico i miei vestiti
nella lavatrice e mi sposto
su una panchina vicina dove cedo le natiche
e guardo pigramente la macchina che gira come la Terra
intorno al Sole. Niente riposo per la macchina, niente lavoro per me.
Nessun esercizio fisico, nessuna conversazione con la Natura.
Solo la rapidità della macchina come quella dell’uomo che si avvia al suo destino!
Solo che a volte seppellisco le mie preoccupazioni
nei libri, libri, libri e giornali,
i migliori compagni nelle società all’insegna dell’individualismo.
Laggiù a Mbesa, dove sono nato,
prima della mia partenza per le terre degli altri,
quando si sporcavano i nostri vestiti,
li mettevamo in sacchi o bacinelle e li portavamo a fiumi come il Ngwa, il Fenkok …
A volte, ci andavamo a piedi con bambini
e donne – con i bebè attaccati alla schiena –
e le bacinelle in equilibrio sulla testa
mentre chiacchieravano, chiacchieravano o spettegolavano.
Immergevamo i nostri vestiti nelle pozze del fiume,
li insaponavamo, e strofinavamo su pietre lisce e piatte,
salutando la sporcizia mentre si avviava per il suo viaggio,
li strizzavamo e li stendevamo sull’erba vicina.
Per le coperte pesanti, due o più persone
univano le forze per strizzarle
in perfetto comunismo e allegria.
Mentre i grandi si concentravano sul lavare,
i bambini giocavano con e nell’acqua,
nuotando, catturando granchi e girini
e selezionando pietre da usare come proiettili per la caccia agli uccelli.
Era una mirabile comunione con la Natura,
piena di esercizio fisico, che allontanava anche le malattie
e la pigrizia. Dopo aver chiacchierato, pianificato,
lavato, asciugato e, talvolta, flirtato,
ci battezzavamo in un bagno freddo
nel fiume prima di ritirarci per affrontare il futuro.
(Perpignan, 23 settembre 2016)
COSTIMOCRAZIA (2017, pagg. 40-41)
Sono un emissario acquatico
Sono un emissario acquatico inviato dalle creature dell’acqua
di Yaoundé, Douala, Limbe, Bamenda e Bertoua.
La nostra visione acquatica è costernazione ecologica e caos.
E io sono inviato a predicare la Buona Novella della Prudenza
come i Pentecostali che predicano la Buona Novella dei Segni.
Devo avvertire gli abitanti delle città di pentirsi e di astenersi dal
gettare rifugi e rifiuti tossici negli specchi d’acqua.
Devo avvisare i comuni che la maggior parte delle fogne finisce nell’acqua.
Devo informare i tonti compagni Yaoundé delle bottiglie rotte nei ruscelli.
Non ne possiamo più di cadaveri e feti umani scaricati.
Quando i nostri medici acquatici visitano le foreste montane in cerca di medicinali
Per curare i nostri piccoli intossicati, incontrano deserti artificiali
creati dagli stessi umani che inviano invasori tossici nei nostri mari.
Basta con questa xenofobia ecologica contro pesci, rane, granchi …!
Invito urgentemente tutti gli esseri umani ai tavoli della diplomazia ecologica.
( Mbankolo, 27 aprile 2015 )
If You Must Fall Bush (2016, p. 50)
Nsah Mala è un poeta e scrittore nato a Mbesa, nel Camerun. Scrive in Iteanghe-a-Mbesa, inglese e francese. Attualmente è impegnato in un dottorato di ricerca all’università di Aarhus in Danimarca su temi della poesia ecologica. Ha pubblicato cinque raccolte di poesie: Chaining Freedom, Bites of Insanity, If You Must Fall Bush, CONSTIMOCRAZY: Malafricanising Democracy e Les Pleurs du mal (francese). Nel 2016 ha vinto il Premio per i racconti del Ministero delle arti e della cultura in Camerun e il Prix Littéraire Malraux in Francia nel 2017. Come scrittore per bambini, i suoi libri illustrati pubblicati includono: Andolo – the Talented Albino (inglese), Andolo – l ‘albinos talentueux (francese) e Le petit Gabriel commence a lire (francese). Ha tradotto il libro illustrato Be a Coronavirus Fighter (Yeehoo Press) in francese come Un Combattant du Coronavirus nel marzo 2020. Il libro illustrato di Nsah Mala, What the Moon Cooks, sarà pubblicato nella primavera del 2021 da POW! Libri per bambini (USA).
Immagine di copertina e foto nel testo a cura di Nsah Mala.