So Long! – Un saluto e omaggio a Valerio Evangelisti, con le sue parole

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Per  il magnifico esempio di teoria e pratica di rivista digitale stabilito da  carmilla on line- letteratura, immaginario e cultura d’opposizione sin dalla fine degli anni ’90, noi redazione de La Macchina Sognante dobbiamo molto all’esperienza e al lavoro di Valerio Evangelisti, che. purtroppo,  ci ha lasciati in questo tristissimo mese di aprile 2022.  Per l’importanza, sia nazionale che internazionale, rivestita dalla sua prolifica opera in vari ambiti letterari e di militanza politica e sociale, in questi giorni si sono susseguiti un gran numero di riflessioni, articoli , saggi, dichiarazioni che hanno, in un certo senso, tentato di tracciare un consuntivo della sua eredità.  Ringraziando per l’autorizzazione la redazione di carmilla online, noi preferiamo dare spazio alle sue parole apparse nella rivista da lui fondata e diretta, che possano riecheggiare per le lettrici e i lettori de la Macchina Sognante permettendoci così di essere accompagnati dalla sua presenza ancora per un po’.

 

Dalla Prefazione di Valerio Evangelisti

La lotta per le “altre” otto ore

Nel primo numero della rivista politico-letteraria “Carmilla” (1995), allora in forma cartacea, e con diffusione da fanzine, si sosteneva che l’immaginario sarebbe stato uno dei campi di battaglia a venire, per la sinistra di classe e per le forze antagoniste. Questa previsione è stata ampiamente confermata. Oggi basta gettare uno sguardo sullo scenario socio-economico, o anche sul nostro semplice quotidiano, per scoprire quale peso vi abbiano l’immateriale, la costruzione fantastica, il sogno a occhi aperti (o anche chiusi).

È storia antica, impossibile da ripercorrere in una paginetta. Sta di fatto che gli Stati Uniti furono tra i primi (sebbene non i primissimi, preceduti dai fascismi) a intuire l’importanza di quel terreno di scontro. Nel secondo dopoguerra nacquero ovunque loro agenzie (USIS) intente a imporre, soprattutto attraverso il cinema, il modello di vita americano come il migliore e il più desiderabile. Simultaneamente la pubblicità si incaricò di trasferire l’attenzione dal valore d’uso al valore di scambio, potenziando quest’ultimo con un carico d’informazione, divulgato a livello mediatico (se mi troverò di fronte a una merce di marca nota, vista in televisione, e a una di marca oscura, quasi sempre sceglierò la prima, al di là della qualità effettiva). Le leggi tradizionali del valore andrebbero riformulate tenendo presente un fattore informativo in apparenza impalpabile.

L’esito di questi processi l’abbiamo sotto gli occhi. Almeno in Occidente, l’economia vede tra i suoi colossi imprese gigantesche che producono esclusivamente informazione, e nulla di concretamente utile. Assicurano vite parallele con brevi escursioni nella fantasia. Occupano l’attività onirica sostituendo sogni fasulli a quelli naturali.

I paesi detti a socialismo reale sono quasi tutti caduti non solo per contraddizioni interne, ma anche per il fascino, accuratamente studiato, di cui ha saputo ammantarsi l’Occidente. Per lo stesso fascino, più che per disagio o pericolo, si sono avviate gigantesche migrazioni attraverso il mondo, solo in parte collegate a cause materiali. D’altro canto, i vari sistemi di potere sono stati bene attenti a evitare l’emergere di un immaginario ribelle, che scatenasse moti di rivolta incontrollabili. È recente la repressione, attuata dalla magistratura spagnola, contro gruppi rock, o addirittura ai danni di una piccola compagnia di burattinai. Si cade, su questo fronte, facilmente nel grottesco, eppure esiste una logica di fondo, malamente indagata.

Perché il capitalismo si regga bene in piedi, deve invadere anche le aree non sottoposte al suo dominio diretto, economico e politico. La tripartizione della giornata teorizzata dai socialisti di un tempo (“otto ore per lavorare, otto ore per istruirci, otto ore per riposare”) va abolita – ed è ovvio, se si pensa che l’immaginazione è diventata produttiva. Lo spazio per “istruirsi” è il primo a dover essere colonizzato, essendo quello maggiormente insidioso per il potere. Dunque informazione manipolata, distrazioni eterodirette e funzionali, luoghi di studio addomesticati (quanti docenti furono licenziati o emarginati, dopo i cosiddetti “anni di piombo”, non solo in Italia?).

Le ore per lavorare tendono a diventare illimitate, con la rapida soppressione dei tradizionali momenti di riposo, dalle pause pranzo ai giorni festivi. Quanto al puro sonno, alzi la mano chi dorme effettivamente le otto ore canoniche. Se poi sogna, potrà trovare nella sua “fase REM” brandelli del mondo mercantile e spietato a cui si cerca di condizionarlo nella veglia.

L’immaginario è dunque tra i terreni salienti di battaglia, per chi voglia sottrarsi alla dittatura più insinuante, senza scrupoli e invasiva che la storia ricordi. Occorre però conoscerne le forme. Alcuni redattori di “Carmilla”, nei saggi o nei racconti contenuti nel presente volume, provano a farlo. Resistenza inutile? Resistere non è mai inutile, e di per sé contrasta il velo di anomia e di alienazione che sta calando su noi tutti.

 

E dalla sezione di Carmilla online  L’america Latina, diretta da Fabrizio Lorusso, il video di un’intervista a Valerio Evangelisti realizzata il 26/o4/ 2012:

Letteratura e conflitto

https://youtu.be/EJHwE7OfJg4

 

E tra gli ultimi interventi, quello tramite zoom alla international Conference in Italian Studies 2021: memory and Imagination in Italian Fiction and Non-Fiction, reperibile in Eymerich.com  – Sito Ufficiale di valerio Evangelisti:  https://www.crowdcast.io/e/international-conference/register?session=11

Valerio Evangelisti  (Bologna 1952 – Bologna 18 aprile 2022), si è laureato in scienze politiche, indirizzo storico-politico, e ha intrapreso una carriera accademica interrotta verso il 1990, alternata all’attività di funzionario del Ministero delle Finanze. Dopo avere pubblicato cinque volumi e una quarantina di saggi di storia, si è dedicato interamente alla narrativa. Nel 1994 è uscito il suo primo romanzo, Nicolas Eymerich, inquisitore, che ha vinto il Premio Urania. Sono seguiti Le catene di Eymerich (1995), Il corpo e il sangue di Eymerich (1996), Il mistero dell’inquisitore Eymerich (1996), Cherudek (1997), Picatrix, La scala per l’inferno (1998) e Il castello di Eymerich (2001), pubblicati da Mondadori.
I romanzi centrati su Eymerich sono stati tradotti in Francia, Spagna, Germania e Portogallo e sono valsi all’autore, nel 1998, il Grand Prix de l’Imaginaire e, nel 1999, il Prix Tour Eiffel, i premi più prestigiosi riservati in Francia alla letteratura fantastica e di fantascienza. Il personaggio di Eymerich, portato alla radio, gli è valso il Prix Italia per la fiction radiofonica.
Pubblicati da Einaudi i primi due capitoli della Trilogia della Pantera, Metallo urlante (1998) e Black Flag (2002), mentre il terzo, Antracite (2003) è stato pubblicato da Mondadori.
Nel 1999 è uscito in tre volumi, con Mondadori, Magus. Il romanzo di Nostradamus, tradotto in nove lingue e in tre continenti. Nel 2000 l’Ancora del Mediterraneo ha pubblicato la raccolta di saggi Alla periferia di Alphaville. Interventi sulla paraletteratura.
Il Ciclo Messicano (Il collare di fuoco e Il collare spezzato) e il Ciclo dei Pirati (Veracruz, Tortuga, Cartagena)
, pubblicati da Mondadori, sono tra le sue ultime fatiche letterarie, seguite poi dagli ultimi due libri del ciclo di Eymerich,  Eymerich risorge (Mondadori 2017 ) e Il fantasma di Eymerich, (Mondadori 2018). Fuori serie, i libri 1849. I guerrieri della libertà (Mondadori 2019) e Gli anni del coltello (Mondadori 2021).
Ha scritto sceneggiature per la radio, il cinema, la televisione e il fumetto. Ha fatto parte della delegazione ufficiale degli scrittori italiani al Salon du Livre di Parigi del 2001.
Ha diretto per un decennio “Progetto Memoria-Rivista di storia dell’antagonismo sociale”. È  stato direttore editoriale di “Carmilla”, pubblicazione dedicata alla narrativa fantastica e alla critica politica. Ha collaborato all’edizione francese di “Le Monde Diplomatique”.   È  stato presidente dell’Archivio Storico della Nuova Sinistra “Marco Pezzi” di Bologna.
Nel 2013, con Giunti editore, ha pubblicato Day Hospital, un diario sulla malattia che lo aveva colpito.

 

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

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