Senza chiavi e al buio, selezione poetica di Fabián Casas, traduzione e selezione a cura di Stefano Strazzabosco

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Senza chiavi e al buio

 

Era uno di quei giorni in cui tutto riesce bene.

Avevo pulito la casa e scritto

due o tre poesie che mi piacevano.

Non chiedevo di più.

Allora sono uscito in corridoio per buttare la spazzatura

e dietro di me, per la corrente,

mi si è chiusa la porta.

Sono rimasto lì, senza chiavi e al buio

sentendo le voci dei vicini

dietro le loro porte.

Passerà, mi sono detto;

però forse è anche questo la morte:

un corridoio buio,

la porta chiusa con le chiavi dentro,

la spazzatura in mano.

 

 

Sin llaves y a oscuras

 

Era uno de esos días en que todo sale bien.

Había limpiado la casa y escrito

dos o tres poemas que me gustaban.

No pedía más.

Entonces salí al pasillo para tirar la basura

y detrás de mí, por una correntada,

la puerta se cerró.

Quedé sin llaves y a oscuras

sintiendo las voces de mis vecinos

a través de sus puertas.

Es transitorio, me dije;

pero así también podría ser la muerte:

un pasillo oscuro,

una puerta cerrada con la llave dentro,

la basura en la mano.

 

*

 

Mi fermo al passaggio a livello

 

Mi fermo al passaggio a livello.

È una notte chiara e la luna si riflette

sui binari. Spengo i fari dell’auto.

Va bene, penso, è giusto che ci diamo del tempo.

Ma non capisco la nostra relazione;

non ci riesco. Servirebbe a qualcosa?

Tuo padre si è ammalato e mia madre è morta;

eppure anche così potrei buttarmi su di te

come tutte le notti. Solo questo so.

Ora la terra vibra e un treno scuro

trasporta sconosciuti come noi.

 

 

Me detengo frente a la barrera

 

Me detengo frente a la barrera.

Es una noche clara y la luna se refleja

en los rieles. Apago las luces del auto.

Está bien, pienso, es bueno que nos demos tiempo.

Pero no comprendo nuestra relación;

no sirvo para eso. ¿Acaso serviría de algo?

Tu padre está enfermo y mi madre está muerta;

pero igual podría ir y tirarme encima tuyo

como todas estas noches. Eso es lo que sé.

Ahora la tierra vibra y un tren oscuro

lleva gente desconocida como nosotros.

 

 

*

 

Nel cuore della notte

 

Mi alzo nel cuore della notte, con molta sete.

Mio padre dorme, i miei fratelli dormono.

Me ne sto nudo al centro del cortile

e ho la sensazione che le cose non mi riconoscano.

Sembra che dietro di me niente si sia concluso.

Eppure mi trovo un’altra volta nel luogo in cui sono nato.

Il viaggio del Salmone

in un’epoca dura.

Pensando a questo apro il frigorifero:

un po’ di luce dalle cose

che si mantengono fredde.

 

 

A mitad de la noche

 

Me levanto a mitad de la noche con mucha sed.

Mi viejo duerme, mis hermanos duermen.

Estoy desnudo en el medio del patio

y tengo la sensación de que las cosas no me reconocen.

Parece que detrás de mi nada hubiese concluido.

Pero estoy otra vez en el lugar donde nací.

El viaje del Salmón

en una época dura.

Pienso esto y abro la hieladera:

un poco de luz desde las cosas

que se mantienen frías.

 

*

 

Il calabrone

 

Un piccolo kamikaze

sbatte sui vetri cercando di entrare.

Può darsi che il freddo mattutino

l’abbia svegliato dalla calda baldoria

della notte – anche noi

abbiamo dovuto chiudere le finestre

e coprirci di corsa per il temporale –

e ora (un po’ più punk

dell’albatros di Baudelaire)

rinuncia, stordito,

alla sua inafferrabile eleganza.

 

 

El moscardón

 

Un pequeño kamikaze

golpea la ventana tratando de entrar.

Posiblemente el frío matinal

lo despertó de la juerga calurosa

de la noche – nosotros mismos

tuvimos que cerrar las ventanas

y correr a taparnos por el temporal –

y ahora (un poco más punk

que el albatros de Baudelaire)

renuncia, aturdido,

a su inasible elegancia.

 

 

*

 

Hegel

 

Mi domando se la disperazione

sia la stessa per tutti.

Se Hegel, quando sentì che moriva

sentì davvero che moriva

o intuì una sintesi implacabile

ben oltre il suo corpo.

In ogni modo, è difficile

vivere senza paure;

conosco gente che vorrebbe che l’amassero

e che passa le giornate sui flipper.

 

 

Hegel

 

Me pregunto si la desesperación

es igual para todos.

Si Hegel, cuando se sintió morir

se sintió realmente morir

o intuyó una síntesis implacable

más allá de su cuerpo.

De todas formas, se hace difícil

no vivir en el miedo;

conozco gente que desea ser amada

y gasta su tiempo en los flippers.

 

 

*

 

Dora Markus

 

I tuoi guanti di lana, i miei occhiali,

il topolino che usavi come amuleto,

la vestaglia bianca, il suono del motore

del nostro matrimonio, i miei stivali verdi,

il preservativo nero, il tuo dizionario

francese-spagnolo, l’odore

dei giorni del sesso:

cose che aderiscono

al palato del water

e che poi se ne vanno.

 

 

Dora Markus

 

Tus guantes de lana, mis lentes,

el ratoncito que usabas de amuleto,

la bata blanca, el ruido del motor

de nuestro matrimonio, mis botas verdes,

el preservativo negro, tu diccionario

francés-español, el olor

de los días del sexo;

cosas que pegan

en el paladar del inodoro

y después se van.

 

 

Traduzione e selezione a cura di Stefano Strazzabosco

 

Fabián Casas è nato a Buenos Aires, Argentina, nel 1965. Ha pubblicato i libri di poesia Tuca (1990), El salmón Fabian Casas(1996 e 2007), Pogo (2000), Bueno, eso es todo (2000), Oda (2003 e 2008), El spleen de Boedo (2003), El hombre del overol (2006) ed El pequeño mecanismo de los acontecimientos (2012), ora riuniti in Horla City y otros (Seix Barral, 2016). La sua prosa comprende il romanzo Ocio (2000 e 2007), trasposto sul grande schermo da Alejandro Lingenti e Juan Villegas; i racconti di Los Lemmings y otros (2005); i volumi di saggi Ensayos bonsái (2007) e Breves apuntes de autoayuda (2011).

I suoi testi sono stati tradotti in inglese, francese, tedesco, portoghese e armeno. Nel 2007 ha vinto il prestigioso premio tedesco “Anna Seghers”.

 

 

Immagine di copertina: Foto di Teri Allen Piccolo.

Riguardo il macchinista

Maria Rossi

Sono dottore di ricerca in Culture dei Paesi di Lingue Iberiche e Iberoamericane, ho conseguito il titolo nel 2009 presso L’Università degli Studi di Napoli l’Orientale. Le migrazioni internazionali latinoamericane sono state, per lungo tempo, l’asse centrale della mia ricerca. Sul tema ho scritto vari articoli comparsi in riviste nazionali e internazionali e il libro Napoli barrio latino del 2011. Al taglio sociologico della ricerca ho affiancato quello culturale e letterario, approfondendo gli studi sulla produzione di autori latinoamericani che vivono “altrove”, ovvero gli Sconfinanti, come noi macchinisti li definiamo. Studio l’America latina, le sue culture, le sue identità e i suoi scrittori, con particolare interesse per l’Ecuador, il paese della metà del mondo.

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