Ritratto di Hu Huiming – Franca Dumano

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Occhi neri, sguardo vispo incorniciato da briosi occhiali rossi, capelli lunghi e fluenti, corpo giovane ed esile in un bel tubino rosso, Hu mi apre la porta del suo atelier sorridendo. Una mansarda in un edificio storico, con abbaini per guardare il cielo e ampie vetrate per osservare il panorama lunare delle Apuane, rosicchiate dalle cave di marmo.

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Un piccolo laboratorio pieno di tele, quadri, pennelli, tubetti di colore, tasselli colorati di prova sui muri, cartelle con disegni e schizzi. Hu mi spiega come prepara da sola le sue tele e tavole,  seguendo una tecnica tradizionale cinese, con gesso e colla animale. Mi guida fra le tele, spiegando con composta gentilezza i lavori più recenti; fra tele e cavalletti ascolto il suo italiano fluido, con consonanti dolci e congiuntivi perfetti, che mi illustra un universo pittorico e simbolico: donne cinesi in abiti tradizionali, principesse guerriere, maschere da cui fuoriescono altre identità, una natura in trasformazione, donne che divengono ananas, alberi che diventano persone, neonati transformers, bambini multicolori, esplosioni di fiori e piante , brillanti anturiumrossi smaltati spiccano in tradizionali nature morte. Giochi di colore e sovrapposizioni di significati. Ritratti di uomini e donne con lo stesso titolo “L’amore è cieco e muto”. Il puzzle dell’arte in divenire di questa giovane donna si costruisce fra chine, ventagli, acquarelli, inchiostri e piccole sculture di carta.

 

 

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Insieme ripercorriamo il suo viaggio dalla città natale della Cina a Carrara: un giovane talento alla ricerca delle tecniche per esprimersi e perfezionarsi. Il viaggio dei suoi studi immagini femminili, fra due continenti, sulle orme di Caravaggio, dalla Berlino devastata dalla seconda guerra mondiale della tela San Matteo e l’angelo  alla Roma di San Luigi dei Francesi, attraverso i bagliori seducenti della luce del ritratto della Maddalena. Fra giochi di luce e pennellate di colore la morte- con un sorriso ambiguo e sensuale – cattura anime per l’ultimo viaggio.

Angeli caduti, brividi di morte, cesti di frutti rigogliosi, efebi enigmatici, ritratti di giovani sorridenti: ripercorriamo insieme il viaggio della  tesi di laurea, della crescita artistica culminata nella tela dello”specchio eterno”: una donna incinta sdraiata con una candela accanto a un teschio, in parallelo al viaggio della crescita umana. Bocciolo di rara bellezza sopravvissuta alla terribile selezione cinese che accetta solo maschi, guerriera che combatte la tradizione dei matrimoni precoci, donna e artista determinata che viaggia per il mondo, reinterpretandone scorci, paesaggi e tradizioni: sono solo alcuni tratti della mia poliedrica amica, Hu Huiming.

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Dettagli anatomici soprapposti, occhi diversificati a seconda degli sguardi, il gioco delle identità e rappresentazioni culmina nella ricerca estetica e filosofica “Huisthis? Huiming solo show”.[1]Il fiore nello specchio, la luna nell’acqua è il proverbio cinese da cui parte la ricerca della molteplicità delle rappresentazioni della realtà, del dualismo. Simboli che emozionano e ingannano, dubbi sulla realtà percepita e su quella costruita, riflessioni indispensabili sulla rappresentazione. La ricerca della realtà e degli strumenti per rappresentarla  –dal mito della caverna platonica al velo di Maya- si snoda sui materiali più diversi: specchi dipinti per creare interazioni con lo sguardo di chi osserva, cornici uniche fuse con i dipinti. Il gioco della realtà e del suo doppio fonde nel progetto untitled : strati di libri antichi bruciati e incollati con occhi, bocche, sguardi corali: La fantasia di Hu fa sbocciare nuovi intrecci fra presente e passato, fra visione e realtà, fra prospettive diverse.  In una continua contaminazione fra vita e pittura, ripercorriamo insieme anche le tappe della nostra amicizia: dall’incontro a una mostra di mail art sull’immaginario felliniano al viaggio in Cina in cui lei mi ha mostrato panorami, usanze, contraddizioni, illustrandomi una cultura millenaria con pochi, semplici gesti, passando attraverso le compite ed eleganti cerimonie del tè, le cene italiane e i pranzi cinesi, le tante, tante domande intercorse fra noi per email, whatsapp, dal vivo, facebook, (sostituito da q durante i soggiorni cinesi).

Un percorso di pittura ed esperienza, la nostra amicizia, eloquenti silenzi e sorrisi, interminabili conversazioni sdraiate sul materasso dell’abbaino sospeso fra stelle e nuvole, telefonate sfumate in più lingue, in cui Hu dissemina suoni cinesi per spiegarmene il significato, lettere lunghe per compensare le reciproche assenze e ore sui quaderni di cinese per superare le complesse difficoltà di comunicazione.

Illustrando le sue opere, Hu mi racconta della città natale, della tradizione della ceramica, del significato dei sigilli che mi ha regalato, della motivazione ad emergere fra tantissimi studenti che spinge a lavorare e studiare freneticamente giorno e notte, delle trappole della vita e dei tentacoli del mondo del lavoro, del precariato, degli accordi poco chiari e sempre disattesi, delle sconfitte e delle soddisfazioni. Mi narra delle ore di silenzio trascorse a ritrarre persone per conoscerle più a fondo, mentre osserva fuori dalle finestre la luce spettrale del marmo e che ritrae in omaggi alla bellezza assoluta del bianco e delle rare venature di grigio.

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Giovane donna alla ricerca della perfezione, ritratti dalla precisione fotografica, dettagli minuziosamente curati; delicatezza e profondità delle pennellate, maestria del colore a volte acceso a volte magistralmente sfumato…rappresentazioni immaginifiche..giovane donna in cerca della sua strada per le città europee, abile perfezionista disegnatrice alle prese con la continua sfida della complessità, alla costante ricerca della luce migliore, della possibilità ulteriore per cui si impegna e studia duramente.

La stella di Hu brilla nel firmamento delle giovani artiste straniere, colleziona premi e qualificazioni nei concorsi di pittura, corona i suoi brillanti studi in Italia con uno studio e un’interpretazione personale della pittura di Caravaggio, fonda l’associazione Amicina per costruire legami solidi italo cinesi, tesse reti di rapporti virtuali e umani fra più continenti, realizza il sogno di coordinare le eccellenze cinesi presenti in Italia in vari settori artistici e culturali.

Viaggia per l’Europa ritraendo passanti, monumenti e basiliche, rimane affascinata dall’organizzazione sociale dei Paesi del Nord Europa, si lascia sedurre dalla rilassata vita madrilena senza mai perdere il ritmo costante dello studio e dell’esercizio figurativo e pittorico, traduce il suo nome in italiano evidenziando la caratteristica del suo essere: Costanza.

Costanza nell’impegno, nello studio e nelle amicizie, costanza negli anni di studio dell’italiano,  fluente e ricco strumento di espressione della sua vivacità, ponte per arrivare allo spagnolo e ai progetti futuri.

 

Recensione di Franca Dumano, per gentile concessione dell’autrice.

Tutte le foto provengono dal blog personale di Hu Huiming e dalla sua pagina di  Facebook dedicata alla sua attività artistica

 

 

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[1]Huisthis? Hu HUiming solo show in mostra a Milano ottobre 2018 MA- Ec Milan Art and Events  Center.

 

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Franca Dumano (Sora (Fr)1963) laureata in Giurisprudenza e Antropologia, scrive poesie e racconti. Suoi testi sono apparsi nelle riviste SagaranaSarapegbeAutLa rete di Indra e nella raccolta Lavoro cultura, disabilità e nell’antologia Poeti allo specchio. Cerca di costruire un mondo più giusto attraverso progetti di auto-sviluppo e volontariato. Ha pubblicato con Lu:ce Edizioni Il Cammino di Hamdan.

 

 

Immagine in evidenza: Dipinto di Hu Huiming ‘Mask’, 2016.

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

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