Recensione di Una Bussola per Bandiera (a cura di Sana Darghmouni)

images

Una Bussola per Bandiera, raccolta poetica scritta da Simone Sibilio e edita da Di Felice Edizioni (2021) con prefazione di Vincenzo Mascolo, colpisce per il titolo che svela sin da subito i due temi principali e inscindibili della raccolta, ovvero la ricerca di un orientamento (bussola) e di un’appartenenza identitaria (bandiera). Anche se è considerata un’opera di esordio del poeta, tuttavia questa sensibilità che emerge dai versi non è strana per uno studioso della letteratura e un affermato traduttore della poesia araba, operazione che gli consente di essere continuamente presente nella scrittura poetica e immerso nei suoi suoni e di averne raffinato gli strumenti. Simone Sibilio ha tradotto numerosi poeti arabi, quali Muhammad al-Fayturi, Ghassan Zaqtan e altri.

La raccolta è composta da tre sezioni -Nel canto; Ancora lì, oltre i margini; Luoghi-non- luoghi- e sviluppa temi legati all’ardente desiderio di una patria, alla perdita, al senso di smarrimento, al transitare, alla morte, al viaggio. I versi danno voce a chi una patria ha perso o chi una terra ha lasciato, chi si trova a dover vivere in guerra o chi combatte costantemente per una causa. Non a caso le poesie sono dedicate a chi è approdato, a chi è in cammino, a chi è sul fondo.

Per dare voce

Per dare voce al tuo dolore,

non ho bisogno di uno scrittoio con un calamo,

non ho bisogno di un palco o di un megafono,

non di un cunicolo su madreperla,

né del riverbero di una grotta.

Per dare voce al tuo dolore,

non ho bisogno di connettermi, postare o spodestare,

non ho bisogno di cantare, poetare, predicare.

Basta poggiarmi sul tuo petto

e azzerare il mio

dolore.

 

La molteplicità delle voci rappresentate nella raccolta si ricongiungono infine con quella del poeta, un io fortemente presente. Un io che sente il fardello della tragedia, se ne fa carico dandogli voce. Un io che denuncia, che prova empatia e che invoca.

Transiti

Tutti i transiti

tutti i viaggi della storia

vibrano in me

sgomitano tra le linee del tempo

tutti i moti da campo a mare

da cielo a terra,

da cuore a cuore

i loro smottamenti, ancoraggi

deviazioni, incerti cabotaggi

dentro me

in ogni impulso in ogni verso

….

 

Così la poesia, con la sua forza, restituisce valore e significato ai diritti. Diventa l’arma di chi è disarmato e la sintesi tra etica ed estetica. L’atto della scrittura è coraggio e in quanto tale va valorizzato e premiato. È un atto di prima necessità.

 

Simone Sibilio insegna Lingua e Letteratura araba presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha tradotto numerosi poeti arabi contemporanei tra cui Muhammad al-Fayturi, Ghassan Zaqtan, Moncef Ouhaibi, Talal Haidar. Ha co-curato In guerra non mi cercate. Poesia araba delle rivoluzioni e oltre (Le Monnier, Milano 2018). suoi testi poetici sono apparsi su riviste nazionali e internazionali, tradotti anche in arabo e francese.

 

 

Riguardo il macchinista

Sana Darghmouni

Sana Darghmouni, Dottore di ricerca in Letterature Comparate presso l'Università di Bologna, dove ha conseguito anche una laurea in lingue e letterature straniere. E' stata docente di lingua araba presso l'Università per Stranieri di Perugia ed è attualmente tutor didattico presso la scuola di Lingue e letterature, Traduzione e Interpretazione all'Università di Bologna.

Pagina archivio del macchinista