Rafik Schami: un ponte tra due culture (Giulia Venturini)

15242035_10209103533879062_8293757574431685676_n

 

La sintesi perfetta tra cultura araba e cultura tedesca è ben rappresentata dalla figura di Rafik Schami, autore di best-seller molto noto in Germania.

Forse nessuno mai come lui è riuscito ad impregnare le sue opere di interculturalità; forse nessuno mai è stato in grado di avvicinare due mondi – quello tedesco e quello arabo – all’apparenza così diversi, attraverso il canale della letteratura; forse nessuno mai è riuscito a comunicare in maniera così decisa il significato più profondo dell’amore: non solo l’amore inteso come nobile sentimento tra due persone che si conoscono, si piacciono e si attraggono, ma inteso anche come amore verso un Paese, un popolo, una cultura. Nessuno mai è riuscito a restituire un’immagine così affascinante e realistica del mondo arabo, facendolo conoscere, attraverso segreti, vicoli stretti, monumenti, profumi e colori, a tutti i suoi lettori.

Spaziando da storie per bambini, racconti brevi e romanzi e attraversando (quasi) tutti i temi della letteratura, da quelli meno impegnati a quelli più profondi (migrazione di popoli, politica, società, …), Rafik Schami è riuscito a farsi amare dai lettori tedeschi prima, dagli appassionati di lettura di tutto il mondo poi.

Nato Suheil Fadel il 23 giugno 1946 nella città di Damasco, lo scrittore siro-tedesco nasce all’interno di una minoranza cristiano-aramaica. Dopo aver frequentato un istituito gestito da gesuiti nel nord del Libano, Rafik Schami decide di seguire studi a carattere scientifico: ecco, allora, che studia a Damasco materie come fisica, chimica e matematica. Eppure, accanto a questa spiccata passione per le scienze, egli mostra di avere anche una grande sensibilità verso la letteratura e le discipline letterarie: questo aspetto della sua personalità lo porta a fondare nel 1966 il giornale murale Al-Muntalak (che suona come Il punto di partenza>>) nel quartiere vecchio di Damasco, giornale che poi viene chiuso nel 1969 poiché ne viene vietata la circolazione. Nel 1971, dopo essere incorso nella censura a causa delle sue idee e dei suoi pensieri, Rafik si trasferisce in Germania (nella Bundesrepublik Deutschland, vale a dire nella Germania Ovest), dove completa i propri studi di Chimica nel 1979. Nel frattempo, per riuscire a mantenersi svolge i più disparati lavori, da quello di cameriere nei ristoranti, a quello di operaio nelle fabbriche o nei grandi magazzini, mettendo però anche già a frutto la propria passione per la scrittura. Egli inizia, infatti, già appena dopo il suo arrivo in terra tedesca a pubblicare numerosi testi su riviste e antologie, dapprima servendosi della lingua araba, adottando poi – dal 1977 in poi – il tedesco.

Seguono anni di intensa attività: esce la sua prima opera in lingua tedesca (Andere Märchen – Altre favole) nel 1978, fonda il circolo letterario “Südwind” e nientepopodimeno che il “PoLiKunst Verein”, associazione di letterati provenienti da diversi paesi.

Continua, nel frattempo, a scrivere numerosi romanzi e racconti, ottenendo un immediato largo successo: data la sua importanza in ambito letterario, egli è insignito di numerosi premi, tra i quali si citano – tra i tanti – i più importanti “Adalbert Von Chamisso Preis” (premio assegnato a un’opera scritta in lingua tedesca da parte di un autore di provenienza non tedesca) nel 1985, e il “Nelly-Sachs Preis” nel 2006.

Grazie ai suoi numerosi e interessanti scritti, Rafik Schami offre uno dei più alti esempi della cosiddetta Gastarbeiterliteratur, termine con cui si indica la letteratura prodotta da autori non originari della Germania, che pure si servono della lingua tedesca come canale di comunicazione.

Tra le sue opere più famose, si ricordano Erzähler der Nacht (1989), Die dunkle Seite der Liebe (2004), noto in Italia come Il lato oscuro dell’amore, il romanzo che più lo ha reso celebre anche al di là dei confini tedeschi; Das Geheimnis des Kalligraphen (2008), tradotto in italiano col titolo L’amante di Damasco, e Damaskus. Der Geschmack einer Stadt (2002), in italiano La città che profuma di coriandolo e di cannella. Oltre a questi, bisogna ricordare anche i numerosi libri per bambini, tra cui si menzionano Das Herz der Puppe (2012) e “Hast du Angst?” fragte die Maus (2013), solo per citare i più recenti.

Merita una menzione anche la moglie dello scrittore siro-tedesco, Root Leeb, anch’essa autrice, sposata nel 1991: a lei, infatti, si devono tutte le illustrazioni contenute nelle pagine dei libri destinati ai più piccoli.

Perché la figura di Rafik Schami è così popolare e a cosa si deve la sua importanza nello scenario letterario tedesco e internazionale? La risposta viene subito spontanea: lo stile di questo scrittore è quantomai scorrevole, fluido, semplice ma sicuramente ben studiato e curato nei più minimi dettagli, il che gli consente di farsi subito apprezzare dai lettori, ma oltre a questo c’è di più: egli è in grado di presentare un’immagine reale del mondo arabo, restituendolo a chi legge le sue opere un’immagine chiara e nitida non solo delle città e dei suoi quartieri, ma anche della gente che lo popola e lo anima, della cultura che contraddistingue questa porzione di mondo, delle tradizioni che rendono unica la civiltà araba: dalle feste religiose, ai rituali quotidiani, dai modi di dire, ai vestiti, dai profumi al cibo. Tutti questi aspetti emergono dalle pagine dei suoi romanzi, sfogliando le quali si possono davvero respirare i profumi del suq (il famoso mercato arabo), delle spezie, dei dolci, del caffè e del tè sorseggiato a casa o al bar. Lo sguardo si allarga anche alle meraviglie architettoniche, come le moschee (di cui si ricostruisce anche la storia e l’importanza), i bagni pubblici (il celebre hammam) e gli edifici più frequentati.

La città che profuma di coriandolo e di cannella è forse, tra tutti i suoi scritti, quello che più di tutti restituisce la realtà del mondo arabo: attraverso gli incontri e i dialoghi con parenti e amici, al lettore è offerta, per ogni capitolo, una ricetta differente dei vari piatti tipici della Siria e di Damasco in particolare, così come viene realizzata dalla persona che riesce a realizzare il più prelibato piatto di tutta la città. A questo proposito, bisogna specificare che Rafik Schami non può fare ritorno nel suo paese, per cui a condurre le interviste e ad andare in giro per la città, seguendo i vicoli più nascosti e più affascinanti, è la sorella di Rafik, Marie Fadel.

La vivacità e lo splendore del mondo arabo non sfociano solo nella presentazione della sua cucina tipica, ma anche dalle verosimili vicende di altri romanzi: matrimoni combinati ma non accettati, amori proibiti, l’arte della calligrafia. Tutti questi aspetti emergono dalla lettura di L’amante di Damasco: un famosissimo calligrafo sposa, dopo la morte della prima moglie, una bellissima ragazza della città. Dopo i primi tempi di (simil)felicità, l’uomo mostra sempre meno interesse per la vita coniugale e sempre più passione per l’arte della calligrafia, una passione così intensa da spingerlo persino alla rovina per via del suo ardire e della sua frenesia di realizzare le opere più belle. Nelle sue opere, si parla anche di amore tra due ragazzi di religione diversa (tema non casuale, dato il fatto che egli appartiene ad una minoranza cristiana in un paese a maggioranza musulmana), di amore omosessuale e di amore filiale.

Non mancano certamente temi legati alla politica, alla società e alla religione: proprio quest’ultimo punto permette una riflessione interessante. Pur essendo Rafik Schami di appartenenza cristiana, egli mostra sempre nelle sue opere una grande ammirazione per il mondo musulmano, per le sue tradizione e per i suoi dettami, senza mai cadere in clichés banali e affatto veritieri.

Capire, allora, cosa renda Rafik Schami tanto amato è, a questo punto, semplice: la sua forte sensibilità per la causa siriana, le sue sofferenze, il suo popolo stretto tra un governo incapace e guerre sanguinarie prive di fondamento, il suo amore per l’Islam, malgrado il suo essere estraneo a questa realtà, la sua passione per il cibo tipico arabo e per la sua arte rendono questo autore popolare ed estremamente attuale. Le problematiche del fronte siriano e medio-orientale in generale, le riflessioni a cui ci spingono gli episodi di terrorismo e la sempre più crescente presenza straniera (e araba in primis) in Italia e in Europa sono, infatti, all’ordine del giorno: grazie alle opere di Schami possiamo forse imparare a stringere la mano allo straniero, smettendo di considerarlo “diverso” e iniziando ad amarlo e ad apprezzarlo come un amico, se non, addirittura, come un fratello.

 

foto-1

 

 

Giulia Venturini è una studentessa in Scienze Orientalistiche presso la   Facoltà di Lettere di Bologna. Già laureata in Lingue e Letterature Straniere, ha un grande passione per il mondo arabo in tutti i suoi aspetti: lingua, poesia, narrativa, cultura e tradizioni. Mostra anche particolare interesse per le lingue straniere e la narrativa, ma anche per i fatti della contemporaneità e per i viaggi. È nata a Ferrara nel 1994, città in cui tuttora risiede.

 

 

Foto in evidenza di Simbala Desilles.

Foto dell’autrice a cura di Giulia Venturini.

Riguardo il macchinista

Sana Darghmouni

Sana Darghmouni, Dottore di ricerca in Letterature Comparate presso l'Università di Bologna, dove ha conseguito anche una laurea in lingue e letterature straniere. E' stata docente di lingua araba presso l'Università per Stranieri di Perugia ed è attualmente tutor didattico presso la scuola di Lingue e letterature, Traduzione e Interpretazione all'Università di Bologna.

Pagina archivio del macchinista