“Quando il mondo così come lo conoscevamo cessò di esistere” e altre poesie, di Joy Harjo (trad. Pina Piccolo)

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Per festeggiare l’incarico  di National Poet Laureate  degli USA (cioè Ambasciatrice della Poesia, funzione ben lontana da quella di ‘poeta laureato’ di montaliana memoria) assegnato per la prima volta nella storia degli Stati Uniti alla poeta indigena Joy Harjo che abbiamo pubblicato in precedenza nel contenitore, propongo tre sue poesie da me tradotte nei primi anni del 2000  e inserite nell’antologia Not in Our Name- Poeti statunitensi contro la guerra, a cura di Pina Piccolo, pubblicata nel 2013 dalla Libro Aperto Edizioni, per la serie  delle exosphere plaquettes curate da Simonetta Sambiase. Le tre poesie appartengono alla raccolta di Joy Harjo How We Became Human: New and Selected Poems 1975-2001, W.W. Norton and Company, NY. 2002.

 

 

 

 

 

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Le poesie  tradotte, con l’originale a fronte, sono tratte dall’antologia  Not in Our Name: poeti statunitensi contro la guerra, Libro Aperte Edizioni, 2013, per gentile concessione dell’autrice.

 

Dalla pagina di Academy of American Poets

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Joy Harjo è nata a Tulsa, in Oklahoma nel 1951 e fa parte della nazione Mvskoke/Creek. E’ fra le più importanti voci della poesia contemporanea statunitense e ha ricevuto numerosi premi a livello nazionale. Nel giugno del 2019 ha ricevuto l’incarico di Poet Laureate nazionale degli USA, cioè ambasciatrice per la Poesia.  Le sue raccolte di poesia comprendono Conflict Resolution for Holy Beings (W. W. Norton, 2015);  How We Became Human: New and Selected Poems (W. W. Norton, 2002); A Map to the Next World: Poems (W. W. Norton, 2000); The Woman Who Fell From the Sky (W. W. Norton, 1994) In Mad Love and War (Wesleyan University Press, 1990); Secrets from the Center of the World(University of Arizona Press, 1989); She Had Some Horses (Thunder’s Mouth Press, 1983); and What Moon Drove Me to This? (Reed Books, 1979). Ha anche scritto un libro di memorie, Crazy Brave (W. W. Norton, 2012), che descrive il suo percorso nel divenire poeta e che nel 2013 ha vinto il premio letterario  PEN Center USA per la narrativa creativa nonfiction. E’  anche performer, è apparsa nel canale HBO nella serie Def Poetry Jam e in spazi statunitensi e internazionali. Suona il sassofono con la sua band Poetic Justice e ha lanciato 4 CD di musica originale. nel 2009 ha vinto il Native American Music Award (NAMMY) come migliore artista femminile.

 

Foto dell’autrice: Karen Kuehn.

Immagine di copertina di Emily Brunner.

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

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