Proteste degli insegnanti in Messico: a Nochixtlan la polizia spara sulla folla – di Marco dell’Aguzzo

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Una massiccia manifestazione di un sindacato degli insegnanti tenutasi ieri nel municipio di Nochixtlán, nello stato meridionale di Oaxaca, è stata violentemente repressa dalle forze armate messicane, che hanno sparato sulla folla. Le stime ufficiali parlano di sei morti («quattro giovani» e due manifestanti, ma secondo il sindacato i maestri rimasti uccisi sarebbero undici), quarantacinque feriti (di cui sei poliziotti) e una ventina almeno di persone arrestate (tutte rilasciate quattro giorni dopo).

La Sezione 22 del Coordinamento nazionale dei lavoratori dell’educazione (CNTE) – ovvero il sindacato di cui sopra – aveva organizzato per domenica un blocco (l’ennesimo, in realtà) lungo un preciso tratto di un’autostrada che collega gli stati di Oaxaca e Puebla per protestare contro la detenzione, avvenuta una settimana prima e ritenuta assolutamente ingiustificata, di due suoi leader. Gli uomini, Rubén Núñez e Francisco Villalobos, sono stati accusati rispettivamente di operazioni finanziarie illecite e di rapina aggravata. Secondo il CNTE, quelli dei due portavoce sindacali oaxaqueñi sarebbero degli arresti di natura strettamente politica, pensati appositamente per tagliare le gambe – o meglio, le teste – ad un movimento di dissenso che ormai da diverse settimane ha investito buona parte del Messico, e in particolare modo il sud della nazione (Chiapas, Oaxaca, Guerrero e Michoacán), e che sembra avere tutte le intenzioni di continuare ad oltranza. Per di più, soltanto venerdì 17 è stato arrestato un ennesimo leader del CNTE, Juan José Ortega Madrigal, membro però della Sezione 18 del sindacato, con sede in Michoacán.

Il tema centrale di queste manifestazioni – sempre, peraltro, represse piuttosto brutalmente – è la richiesta di abolizione della Riforma educativa presentata dall’attuale presidente Enrique Peña Nieto e approvata nel 2013, che – secondo il CNTE – avrebbe incrementato il controllo federale sulle scuole, aumentato il numero dei precari e facilitato il licenziamento degli insegnanti “dissidenti”. Stando al suo creatore, invece, la nuova normativa ha migliorato e continuerà a migliorare la qualità dell’educazione, delle infrastrutture scolastiche e anche degli stessi maestri, introducendo test di valutazione e nuove modalità di assunzione basate sul merito.

Lo sgombero dei manifestanti del CNTE ha avuto inizio verso mezzogiorno (ora locale) di ieri, con un impressionante spiegamento di mezzi e uomini in tenuta antisommossa. Le forze dell’ordine hanno aperto il fuoco sugli insegnanti – fatto inizialmente negato dalle autorità messicane, che sostenevano addirittura che i poliziotti non avessero armi con sé (nonostante le foto parlassero chiaro), e confermato solo in un secondo momento –, che si sarebbero difesi incendiando un camion e lanciando pietre e rudimentali ordigni esplosivi. Gli scontri sono proseguiti per circa quattro ore, provocando un numero ancora incerto di morti, feriti ed arrestati; altri veicoli sono stati dati alle fiamme. Il CNTE l’ha definita una aggressione «fascista», anche alla luce della presunta occupazione poliziesca dell’ospedale di Noxistlán, dove pare che i federali abbiano impedito ai manifestanti feriti di ricevere cure e assistenza medica.

Soltanto la notte prima – quella di sabato 18 – e sempre nello stato di Oaxaca, la Polizia federale aveva represso un’analoga protesta del CNTE lungo un tratto di autostrada nel municipio di Salina Cruz, sparando gas lacrimogeno e proiettili di gomma contro la folla.

Moltissimi intellettuali messicani, europei e americani si sono schierati dalla parte del sindacato degli insegnanti, criticando la «campagna diffamatoria» condotta nei confronti del CNTE e la sistematica criminalizzazione della protesta da parte dei politici e delle varie autorità statali e/o federali. Ma soprattutto hanno denunciato la «brutale repressione» con cui il governo continua imperterrito a rispondere alle richieste di maestri e professori, invitandolo piuttosto ad aprire un dialogo pacifico con i manifestanti e ad abbandonare la forza «per risolvere questo e qualsiasi altro conflitto».

En París: “Manifestantes franceses contra las reformas”. En México: “Vándalos sin que hacer, pónganse a trabajar”. Así los medios orgánicos.

— Tryno Maldonado (@tryno) 15 giugno 2016

Andrés Manuel Lopez Obrador, presidente del Movimento di Rigenerazione Nazionale (MORENA) e figura centrale della sinistra messicana, uscito decisamente rafforzato dalle elezioni del 5 giugno che lo hanno visto trionfare a Città del Messico su forze politiche ben più storicamente consolidate, ha pubblicamente preso le parti del CNTE, definendo l’arresto del segretario generale Rubén Núñez una «azione codarda e dittatoriale». Dal Chiapas, anche l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale si è unito alla causa dei “maestri ribelli”, affermando che – nonostante l’indubbia superiorità di mezzi – il governo sta perdendo la «guerra mediatica» nei confronti del CNTE, che specialmente negli stati meridionali gode di un vasto sostegno presso la popolazione, perlopiù di umile estrazione.

Entre manifestantes y policía puede haber ‘enfrentamientos’, pero la diferencia de fuerza lo hace difícil. Con armas de fuego es represión.

— M. A. Bastenier (@MABastenier) 20 giugno 2016

Domenica 19 è stato ucciso anche un giornalista, Elidio Ramos Zárate, che lavorava per un piccolo giornale indipendente e che quel giorno stava seguendo un’altra manifestazione degli insegnanti a Juchitán, sempre nello stato di Oaxaca. Stando alle poche informazioni finora disponibili, Ramos sarebbe stato ucciso con un colpo d’arma da fuoco alla testa da alcuni uomini non ancora identificati, forse gli stessi che il giorno prima lo avevano minacciato, intimandogli di non documentare le proteste sindacali. Assieme a lui è stata uccisa – non è chiaro se incidentalmente o no – anche un’altra persona. Elidio Ramos Zárate è stato il settimo giornalista assassinato in Messico quest’anno.

Aggiornamento 21/06/2016: Il CNTE ha annunciato che questo mercoledì si riunirà a Città del Messico con il segretario degli Interni Miguel Ángel Osorio Chong. Per quanto dettagli più specifici non siano stati finora forniti da entrambe le parti, non si tratta affatto di una cosa da poco: il governo messicano non ha infatti mai avuto intenzione di mettere in discussione la Riforma educativa, e soltanto qualche settimana fa aveva rigettato qualsiasi possibilità di dialogo con il sindacato.

Tuttavia, ieri in Michoacán è stato arrestato un altro leader del Coordinamento nazionale dei lavoratori dell’educazione. Si tratta di Eugenio Rodríguez Cornejo, accusato – proprio come il suo collega Juan José Ortega – di sequestro di persona.

ripubblicato per gentile concessione di Marco dell’Aguzzo https://marcodellaguzzo.wordpress.com/2016/05/28/proteste-scioperi-insegnanti-messico-riforma-educazione/

 

Foto in evidenza di Teri Allen Piccolo.

Riguardo il macchinista

Bartolomeo Bellanova

Bartolomeo Bellanova pubblica il primo romanzo La fuga e il risveglio (Albatros Il Filo) nel dicembre 2009 ed il secondo Ogni lacrima è degna (In.Edit) in aprile 2012. Nell’ambito della poesia ha pubblicato in diverse antologie tra cui Sotto il cielo di Lampedusa - Annegati da respingimento (Rayuela Ed. 2014) e nella successiva antologia Sotto il cielo di Lampedusa – Nessun uomo è un’isola (Rayuela Ed. 2015). Fa parte dei fondatori e dell’attuale redazione del contenitore online di scritture dal mondo www.lamacchinasognante.com. Nel settembre’2015 è stata pubblicata la raccolta poetica A perdicuore – Versi Scomposti e liberati (David and Matthaus). Ė uno dei quattro curatori dell’antologia Muovimenti – Segnali da un mondo viandante (Terre d’Ulivi Edizione – ottobre 2016), antologia di testi poetici incentrati sulle migrazioni. Nell’ottobre 2017 è stata pubblicata la silloge poetica Gocce insorgenti (Terre d’Ulivi Edizione), edizione contenente un progetto fotografico di Aldo Tomaino. Co-autore dell’antologia pubblicata a luglio 2018 dall’Associazione Versante Ripido di Bologna La pacchia è strafinita. A novembre 2018 ha pubblicato il romanzo breve La storia scartata (Terre d'Ulivi Edizione). È uno dei promotori del neonato Manifesto “Cantieri del pensiero libero” gruppo creato con l'obiettivo di contrastare l'impoverimento culturale e le diverse forme di discriminazione e violenza razziale che si stanno diffondendo nel Paese.

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