ECCO COSA DIVENTERESTI
Ecco cosa diventeresti
una foglia gialla
di un autunno all’avvenire
se ti dicessi di non vedere più
i miei occhi verdi cerulei.
Scenderesti come una stella
abbracciando l’aria
riusciresti a incrociare
il mio sguardo come
una formica gira intorno alla Terra.
Ecco cosa diventeresti
sabbia per il mare
Io
sale per il tuo corpo
l’Universo si sposta da solo.
Cammineresti sulla luna
per anni cercheresti
dentro te
un’altra me.
Lo schiavo della mia anima
ecco cosa diventeresti.
La punta di una sigaretta accesa.
MAGNOLIA
È così che vorrei prendere il Mondo
da molto tempo
sul palmo della mano.
Come quest’albero di Magnolia
farlo girare
attorno ai miei occhi
rimirare
ogni singolo dettaglio
assembrare
ogni fiore generato
che germoglia sui rami disordinati.
Il profumo sottrargli
saziandolo col mio
non posso.
Appartiene a un sogno
di quando sbirciavo il Mondo
dalla penombra di un passeggino.
PRENDI FIATO
La Vita osservava il mondo
dalla finestra di pietra.
Non ascoltava altro
che il pulsare del cuore.
Con lo sguardo nascosto
pensierosa più di prima
penetrava l’amore.
Dietro il riflesso dello specchio
danzava la sua ombra.
Prendi fiato, mondo
bisbigliava la Vita.
Prendi fiato, Vita
urlava la Terra.
Con lo sguardo nascosto
come i chicchi di melograno
sotto la buccia.
Il mondo aveva scelto
il silenzio
logorroico silenzio
Silenzio.
Prendi fiato, mondo
bisbigliava la Vita.
Prendi fiato, Vita
gridava l’amore.
Sognatrice
apri gli occhi
scappa dall’illusione
abbraccia la realtà
il buio è solo l’inizio
Domani…
ricomincia un altro giorno.
Così
la Vita si appisola
nell’angolo dei suoi pensieri
respirando il profumo del mondo infedele.
È così che la Terra gira
attorno a sé
come la Vita
dentro te.
SENZA FINESTRA
Pensa
se non ti avessi mai conosciuta
Che deserto.
Dici di no
Io
Dico di sì.
A quello spazio vuoto
Forse
Dici
Conoscevi una più normale.
Non mi sarebbero piaciute
Non mi piacciono le file
Adoro i treni
con un vagone.
Dico
Com’è che non segui più
il mio lato poetico?
Mi addormento scrivendo
sul pc, fogli di carta
social, cellulare.
Mi sveglio
Non accenni un minimo
di ciò che accenno io.
Che colpa ho
se sembro morta
davanti ai tuoi occhi incolore?
Sono viva
Sono qui
Do vita alle parole
che mi escono dall’anima.
Dimmi che colpa ho
se sono viva?
Soprattutto
non morta.
Tu mi scrivi
mentre scrivo
E
per iniziare un nuovo pensiero
devo prima finire
quello precedente.
Dimmi
Sorella
Dimmi.
Ti ascolto, ti leggo
quando vuoi tu
come vuoi tu
basta solo dirmelo
solo dirmelo.
Io
ti aspetto così,
morta.
Ti aspetto
perché ti voglio bene.
Ho faticato a trovarti
Ora
ti proteggo
tra gli oggetti preziosi
tra le pareti del cuore…
… … …
Dici
Ti seguo, ti seguo
solo
che ho avuto da fare
Sai
la casa, il cane, il lavoro
l’amore.
Allora dico
non mi hai compresa subito
d’inverno
Dici
fa freddo
senza finestre.
Quando ti dico
grazie al falegname
ho scoperto
che
senza finestra
la zanzariera
la natura
entra in casa
senza permesso.
La parete
diventa un quadro
mentre io e te
guardiamo lo stesso albero
L’Amicizia.
VESTITO DA SPOSA
Avvolta dal velo trasparente
della sua anima
è lì sopra
che poggia un diamante.
Tanti altri
in mezzo alle rughe
brillano
pietre di smeraldo e rubino.
Le vene rialzate
dal dolore
poi
nutrite dell’amore che instillano
gonfie di quello che ricevono.
Sangue mescolato
con cristalli di sale
accarezzano il cuore
diventano miele.
Parola pronunciata
di più quelle non dette
nascoste nei suoi occhi
che vedono sempre
anche quando sono ciechi
ammantano il suo corpo
il cuore alla prole riempiono.
Quante lacrime
lacrime
e ancora lacrime saporitissime
ha assorbito la sua pelle
il latte nel suo seno
sempre lì
in mezzo a quelle fragili vene scure
oramai scoppiate.
Pesano gli anni
la fatica
evapora la gioia
toccando le stelle.
Vestito da sposa
indossa la sua mano
che perdona e non perdona
magica
Mano di Mamma.
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Fadiola Golloberda nata a Korçë ( Coriza) il 13 luglio 1983 in Albania. Ha seguito gli studi nella stessa Korçë, storica città in Albania ad avere la prima scuola pubblica. Appassionata fin da giovane all’arte, in tutte le sue forme ed espressioni, terminata la scuola superiore si è trasferita in Italia dove si è laureata in Scienze Diplomatiche Internazionali all’Università di Bologna nel 2010. Da anni instancabile lettrice dei grandi classici della letteratura, si avvicina timidamente alla scrittura dopo la nascita del figlio nel 2013 . Concepisce la scrittura, specchio della propria anima, come strumento per esternare le emozioni, intuizioni e i sentimenti di una donna sensibile.
Immagine in evidenza: Pino Pascali, Bachi da setola, 1965, Collezione Fondazione Pino Pascali