Elegia del silenzio per Ashraf Fayadh
Abito il silenzio, l’assenza
l’oscura notte in cui una luna di polvere
avvolge di sgomento ogni cosa.
La notte è un mantello triste
che soffoca il grido d’avorio
di mille labbra ammutolite.
Abito il silenzio, la possibilità
abito il luogo in cui ancora nasce
il fiore della speranza, della libertà.
Lì, nel tuo cuore di pianto Ashraf
giace sconfitta la giustizia.
Quando un poeta grida la sua presenza
ogni assassino diventa poeta, suo malgrado,
ed è poesia anche la morte
-che lo vogliate o no- quando
un poeta muore perisce assieme a lui
il cuore di ogni uomo che sa la fatica
del silenzio per gli occhi dei figli coraggiosi.
Quando un poeta muore
cade un pezzo di cielo in terra
ma la sua stella non smette di brillare…
Quando un poeta muore splende
ancora più forte; tra i piedi dei viventi
traccia il suo sentiero luminoso
di pace e di rispetto, di verità.
Quando un poeta muore per mano
della vigliacca ignoranza degli empi
il suo corpo non muore mai davvero,
sopravvive alle spade dell’umiliazione.
Quando un poeta muore il suo corpo
fattosi parola lo si prende di bocca
in bocca come un sacramento
e il suo nome, in questa lunga notte,
è una fiaccola accesa che arde dentro il petto;
il suo nome è una stella che esplode tra i denti
del silenzio e appicca il fuoco del coraggio.
Il suo nome illumina a giorno questa notte
violenta, la lunga notte dell’anima, Ashraf …
Quando un poeta muore
ucciso dalla superbia di un dio nefasto
la sua poesia vive ancora di più sulla stele
del tempo e sopravvive, immortale,
a ogni lamento; non dentro un libro, no
ma sulla bocca del silenzio
sulle dita della libertà, Ashraf Fayadh!
Gennaio 2016
Tutto il mondo è verde
“A che serve l’Addio,
se non per lasciare l’impronta della tristezza?”
[Ashraf Fayadh]
mi hai detto che non hai mai avuto lacrime
che il mare che hai dentro non trova la sua goccia
prendi le mie che sgorgano, copiose, fratello
prendi le mie e piangi, lava le tue guance e la tua disperazione
mi hai detto che hai un dolore grande che ti porti dentro
mettilo nelle mie mani, lo spezzeremo come un pane
metà per ciascuno dentro l’anima peserà di meno
lo mangeremo assieme per non cadere a pezzi
mi hai detto che i tuoi occhi hanno perso la luce
prendi questo raggio di sole e legalo intorno al cuore
mi hai detto che il mondo ha perso tutti i colori
che la notte non ha più stelle e il cielo si è capovolto
prendi i miei occhi e guarda il rosso dell’agrifoglio
il verde di questo abete, l’azzurro di questo cielo terso
prendi i miei occhi e scegli una stella, la più luminosa
la guarderemo assieme nella notte più lunga
assieme ne faremo un faro per la libertà
il mio giorno avrà una speranza attesa, nascosta tra le nuvole
e la tua cella sembrerà meno scura in quella luce
fratello, ricorda la strada per tornare a casa
ora che sei perduto nella foresta del dolore
ricorda quando una stella si posò sulla tua fronte
per i tuoi occhi neri in cui non ardeva alcuna fiamma
non restare chiuso nel tuo dolore, trova la strada per tornare
prendi questo filo d’erba perché tutto il mondo è verde
tutto il mondo tornerà ad essere verde, fratello…
Valentina Meloni, è nata a Roma nel 1976. Scrive poesie, saggi, aforismi e racconti da diversi anni. Vive in Valdichiana dal 2007 e conduce una vita ritirata a contatto con la natura. Scrive fiabe e storie per bambini, si dedica alla poesia, alla traduzione. Ha pubblicato per la poesia: Le regole del controdolore (Temperino Rosso, 2016), la raccolta di haiku uscita in allegato alla rivista statunitense Otata nanita (Otata’s Bookshelf, 2017), l’autoantologia di eco-poesia profonda Alambic (Progetto Cultura, 2018), la raccolta poetico-fotografica sul femminicidio e la violenza di genere Eva (NOSM, 2018) con fotografie di Annalisa Marino, con Giorgio Bolla Corrispondenze da un mondo increato – epistolario poetico (La Vita Felice, 2018), Enso, Haiku Yoti (Nausicaa, 2019), Snails, ebook (Le lumachine, 2018). Inoltre ha dato alle stampe le plaquette numerate: Nei giardini di Suzhou (FusibiliaLibri, 2015), Il fiore della luna-Leggenda di Rosaspina (La Linea dell’Equatore, 2018) illustrate dall’artista Santo Previtera, Suite della solitudine (Haiku, Katauta, 2020) illustrata dall’artista Rosario Morra e con Massimo Govetto Una rosa per Emily (Komorebi ni nureru, 2019). Nel 2017 ha pubblicato, inoltre, le fiabe illustrate: Storia di Goccia, Nanuk e l’albero dei desideri (Temperino Rosso). Altre poesie, racconti, saggi sono pubblicati in riviste di settore e raccolte antologiche. Suoi testi sono stati tradotti in inglese, francese, cinese, giapponese, arabo, bulgaro, spagnolo e sono apparsi in blog, riviste e quotidiani internazionali. È curatrice editoriale e traduttrice di alcuni poeti internazionali, dall’inglese. In settembre uscirà, per i tipi di Musicaos Editore, nella Collana Fogli di Via, la sua traduzione dalla versione inglese d’autore di Dendrarium (Scalino, 2019) del poeta bulgaro Alexander Shurbanov. Nel 2017 ha fondato – e tuttora dirige e pubblica – Komorebi ni nureru Italian Journal, una rivista aperiodica di Haikai in traduzione. Scrive in riviste letterarie e culturali e nei suoi blog di eco-poesia ed ecologia profonda. Spiritualità, ecologia, alberi e natura sono i temi fondamentali della sua poetica. Contatti: www.valentinameloni.com