Il Premio Lighea – ideato da Maria Grazia Insinga con l’obiettivo di promuovere la poesia contemporanea e il fare poetico, organizzato dalla Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella con il sostegno dell’Assessorato per i Beni Culturali e l’Identità Siciliana – nasce in Sicilia, a Capo d’Orlando, di fronte all’arcipelago eoliano proprio dove è nata la poesia di Lucio Piccolo. Per due mesi Villa Piccolo, la dimora dei fratelli Casimiro, Lucio e Agata Giovanna, ha aperto i suoi magnifici giardini agli studenti delle scuole e agli appassionati di poesia. I laboratori di scrittura si sono ispirati alla sirena protagonista del racconto di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, cugino dei Piccolo, che ha scritto parte del suo capolavoro, Il Gattopardo, e parte del racconto La Sirena proprio in questo luogo magico.
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La sirena scolpita
indefessa
nella tazzina da caffè
a mo’ di corimbo
in via Po
Un giorno fuggirà
– raccontavano in quella polverosa via –
Dove sei mia nutriente sirena?
A Serifos una donnicciola
depone sempre stelle alpine al cospetto di una
icona
con una santuzza dalla coda glauca di pesce e
un amo accanto
“Santa Filomena, Santa Eufemia” direte
– No –
In alto si legge “Santa Sirena” e un trimetro
giambico sbiadito – ma odora ancora di amore? –
e quando i monaci gettano l’icona nel
greco mare
esso trionfa ancor più di oro e di azzurro
E lo sciabordare diviene lentissimo
le onde come strigili antichi
accarezzano la sirenuncola iridata
potentemente idratata
i coralli intonano un inno
e lei? diventa silenziosamente
un panneggio bagnato da Nike
su un paliotto salato
un ricamo di bisso
e di luce
È ora un bouquet di gigli la sua voce
Stefano Schirò
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LEGGENDO FRANCO FORTINI, “DI NATALE”
I campanelli delle slitte
– velluti azzurri sfiorano anche i tuoi anelli –
trasudano un macerato di amore
tu con le mie pose, io con la tua bellezza:
una slitta lascia un segno sul ghiaccio
graffiando il mio versificare
Perché non puoi ritornare bambino?
Nel sonno puoi, prova
Nella casa di fronte all’orto botanico
un coro di piante
eseguiva una danza popolare
sotto i vigili baffi di Besnik
Stefano Schirò
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nella mia, la mano di papà
la sento stringere anche sotto le macerie
mi porta un abbecedario
anche se poi non cena
non ho fame, dice
dice che attraverseremo
monti valli steppe pianure deserti
per non tessere più tappeti
che affronteremo
tritoni serpenti marini sirene scill’e cariddi
per sfuggire al mondo di sangue
e nient’altro
così giungemmo in Occidente
nella mia, la mano di papà
io col mio abbecedario
Deborah Prestileo
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vecchia utilitaria
voce di madre e padre
sdraiata sulle cosce
di mio fratello
non devo preoccuparmi
niente
mai più così
non dormirò
sul sedile posteriore
mai più
Alessandra Parla
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Camminando la strada si sgretola,
sotto i piedi, si sfarina, scricchiola,
anima dal passo incerto ancora una volta scivola.
È un sonno pesante
un buio opprimente
metallo sul cuore.
Il passo si perde
se la mente confonde
E il pensiero, sedato, dorme.
Ma il sole spacca, non senti il calore?
Bambina scavalca! La terra si apre
la lava incandescente esonda.
Il mare gonfia il petto potente
sputa fuori segreti e dolori
melodie, schiume, colori.
È il vortice, bambina
gambe forti, passi leggeri
la strada infuoca, la voce impenna
racconta il paesaggio
che finalmente si sveglia:
la vista ritrovata.
Angela Bonifacio
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È un peso gravoso
quello delle parole non dette.
Ho sentito questi giorni
come un pugno nello stomaco.
Siamo esseri umani
col timore dell’oblio.
Lìberati della paura
e scopri il mondo.
Rimangono ancora limiti
e alla fine come ogni essere
cado.
Maria Gaia Currò
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nell’ignoto
ogni caduta è una caduta
assai meno paurosa
della precedente
e nella paura
ti accompagna la caduta
come una vecchia amica
o spingendo bruscamente
Valerio Di Ianni
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IL PUNTO
Prese il compasso per
tracciare la circonferenza
ma il punto si decentrò
e caduto dal foglio
dormì per sempre il sonno
dell’errore matematico.
Miriam Scolaro
Nel corso dei laboratori, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di incontrare poeti e scrittori: Andrea Accardi, Diego Bertelli, Maria Grazia Calandrone, Enrico De Lea, Noemi De Lisi, Gianluca Furnari, Antonio Lanza, Simona Lo Iacono e Nadia Terranova. Virtuali, invece, ma fecondi sono stati gli incontri con i poeti che hanno inviato le loro poesie inedite e alcune traduzioni in francese e in inglese per gli studenti di Lighea: Saragei Antonini, Sylvie Durbec, Marco Ercolani, Lucetta Frisa, Nicola Grato, Pina Piccolo e Clelia Verde. Dalla collaborazione con Stefano Faravelli, artista, filosofo e orientalista torinese, e grazie ai carnet de voyage a leporello, donati dalla casa editrice Fiorina di Pavia, la Fondazione Piccolo ha allestito una mostra dei taccuini realizzati durante i laboratori d’arte. Inoltre, gli acquerelli più belli ora illustrano l’antologia che contiene i versi dei giovani poeti “sirenici”. A valutare e premiare i poeti nel giardino di Lighea è stata una giuria composta da Franca Alaimo, Maria Grazia Calandrone, Maria Grazia Insinga, Stefano Faravelli, Simona Lo Iacono, Daita Martinez, Aurelio Pes, Domenica Sindoni, Nadia Terranova, Fulvia Toscano e Pierino Venuto.
I motivi per celebrare la sirena sono tanti. Dalla Sirena di Tomasi alle Silvie e Norine di Lucio; dalle ninfee del giardino esotico ed esoterico di Agata Giovanna alle creature elementali di Casimiro, raffinato acquarellista e fotografo di anime provenienti da un altrove canino. E poi ci sono molti altri motivi e molte altre sirene da ascoltare: le Sirene siciliane del poeta orlandino Basilio Reale, che nel 1986 pubblica per Sellerio un saggio interpretativo tra poesia e psicanalisi sulla sirena di Tomasi; la femminota “nel quartodisotto codata, e nel quartodisopra […] infantina, bambinesca” di Stefano D’Arrigo, il Joyce di Alì Terme autore del romanzo Horcynus Orca; le “sirene nebbiose” del poeta barcellonese Bartolo Cattafi. Ci sono anche le potenti voci sireniche di poetesse messinesi: la sampietrina Helle Busacca che con I quanti del suicidio ha cantato “uomini in tane lunari” e “occhi di fiera”; Maria Costa, la cantrice del terremoto che nel 1908 colpì Messina e il cui nome ritroviamo nel 2006 come tesoro vivente nel Registro Eredità Immateriali dell’UNESCO della Regione Siciliana; Giorgia Stecher, poetessa di origine svizzera dai versi popolati di sirene, di memoria quotidiana e di fotografie. E poi c’è la messinese Jolanda Insana, la pupara dai fendenti fonici, che è stata poetessa e traduttrice dei classici greci e latini.
Per gentile concessione di Maria Grazia Insinga, curatrice del volume, poesie di studenti delle scuole medie superiori selezionate da Pina Piccolo dal libro “Antologia poetica Premio Lighea” 2019, con introduzione e note esplicative di Maria Grazia Insinga.
Immagine di copertina: Acquerelli realizzati per il premio lighea dai partecipanti al laboratorio, Acquerello 4 : Antonella Tascone, Salvatore Emanuele, Sara Migliastro.