#POESIACONTROILMURO Quattro voci (a cura di L. Cupertino)

Poesia intenta cruzar

A fine gennaio La macchina sognante si è unita all’iniziativa Espacio de la palabraSpazio alla parola. #POESIACONTROILMURO, che è stata lanciata in Messico dalla rivista letteraria messicana Círculo de poesía con l’intenzione di unire le voci di poeti che dicono no al muro di Trump, ma anche a tutte quelle frontiere –fisiche, invisibili, mediaticamente meno note fino a quelle storiche, psicologiche, sottili ma reiterate – che questo tempo di grande crisi umana e ambientale fa emergere. Sentiamo infatti che visibilizzare e riflettere su quanto obsoleti, marci, anacronistici e perfino nefasti siano i dispositivi che regolano a livello macro lo scenario mondiale sia un passo decisivo per dare spazio ad un’umanità, a dei linguaggi e a delle pratiche più sagge. Alcune di queste realtà sono già esistenti ed operative ma minimamente percorse a livello societario e globale, mentre proprio adesso abbiamo bisogno di fare uno sforzo in più per evitare sterzate peggiori e un fiorire di sterili muri. Riuniamo qui quattro interventi apparsi in quello Spazio alla parola. #POESIACONTROILMURO; in questa selezione abbiamo inserito i testi dapprima nella lingua in cui sono stati concepiti e poi nella sua traduzione.

 

 

Donald

Bartolomeo Bellanova

 

 

Duck, Donald Duck

simpatica papera

da cartone animato, divano

e pioggia di pop-corn.

Trump, Donald Trump

mascella di grano transgenico,

casco pel di carota,

spaventapasseri migranti,

cecchino implacabile di esseri migranti

senza ali, rombo di tuono nelle praterie

di bufali che schiumano odio dalle corna

e con gli zoccoli scalpitano missili

a incenerire mezzo mondo.

 

Trump, Donald Trump

non avrai  il nostro scalpo di neuroni

alla deriva, non avrai la genuflessioni

di schiavi abbrutiti nei tuoi sogni di dollari,

non ti incoroneremo d’oro e petrolio

imperatore del sacro americano impero.

 

Sotto alle suole delle tue scarpe,

friabile è la duna delle tue mirabolanti fortune.

Soffia tutti i giorni il vento dalle labbra socchiuse:

miliardi di granelli spostano lontano

dal tuo sguardo rapace

l’orizzonte della storia.

 

 

 

Donald

 

Duck, Donald Duck

pato divertido

para dibujos animados, sofá

y lluvia de pop-corn.

Trump, Donald Trump

mandíbula de trigo transgénico,

casco pelirrojo,

espantapájaros  migrantes,

francotirador implacable de seres migrantes

sin alas, fragor de truenos  en las praderas

de búfalos que espuman odio de los cuernos

y con los zuecos pataleando misiles

que incineran medio mundo.

 

Trump, Donald Trump

no tendrás nuestro cuero cabelludo

de neuronas a la deriva,

no tendrás la genuflexión

de esclavos brutalizados

con tus sueños de dólares,

no te coronaremos de oro y petróleo

emperador del sagrado americano imperio.

 

Bajo las plantas de tus zapatos,

frágil es la duna de tus increíbles triunfos.

Sopla todos los días el viento

de labios entreabiertos:

mil millones de granos desplazan

lejos de tu mirada rapaz

el horizonte de la historia.

 

 

○○○

 

 

SOY ESOS MUROS INFAMES

Lucia Cupertino

 

 

Mi cuerpo descuartizado caliente todavía
de esa vida que huye de mí
los senos mutilados
los ojos llenos de su esperma
el sexo abierto
con alambre de púas

Mírame en esa zanja
mirando hacia un punto ciego
mírame en las favelas
mírame en el desierto
mírame en el Mediterráneo
mírame aflorar en el río
mira mi sangre alimentar la selva
mírame en el patio trasero
allí estoy allí estamos, ¿estarás?

 

Soy la mujer que buscaba trabajo
soy la muchacha con cinco hijos
de la mano que me cortaron
soy la que confío en el coyote
porque no había otro cuento
soy el ama de casa que recién planchó tu ropa
soy de Lima Caracas Alepo
Yuba Daca Mosul West Bank
Puerto Príncipe Uagadugú
de un lugar remoto de Amazonas
de todos los pueblos que no conoces
y que leerás por primera vez en periódicos
soy los hombres muertos por asfixia
en un camión en una cárcel improvisada
soy el vendedor del tianguis que te da asco
soy el niño lleno de mugre en el metro
soy los barrios que nunca recorrerás
soy la puta que se caga de frío
soy el luchador social en la tarima
soy el bosque cercenado como esos senos
soy el alce en cruz que quería seguir migrando
soy la cría de ese animal atrapado en la valla
soy los cuatro segundos entre el beso y la muerte
soy el olor a casa el hedor a olvidado
soy el hambre que la bolsa de las patronas alivió
soy el sábado que no llegué ni el martes
soy tu madre tu padre tu prima tu hijo
soy la cicatriz que recorre el mundo
soy esos muros infames

 

 

SONO QUEI MURI INFAMI

 

Il mio corpo squartato caldo ancora
di quella vita che fugge da me
i seni mutilati
gli occhi pieni del suo sperma
il sesso aperto
con filo spinato

 

Guardami in quel fossato
guardare con sguardo perso
guardami nelle favelas
guardami nel deserto
guardami nel Mediterraneo
guardami affiorare nel fiume
guarda il mio sangue alimentare la selva
guardami nel patio dietro casa
sono lì siamo lì, ci sarai?

 

Sono la donna alla ricerca di lavoro
sono la ragazza con cinque figli
dalla mano che mi hanno tagliato
sono chi si è fidata del coyote
perchè non c’era altra storia
sono la casalinga che ti ha appena stirato i vestiti
sono di Lima Caracas Aleppo
Giuba Dacca Mosul West Bank
Port-au-Prince Ouagadougou
di un remoto luogo amazzonico
di tutti i posti che non conosci
e di cui leggerai sui giornali per la prima volta
sono l’uomo morto per asfissia
in un furgoncino in un’improvvisata carcere
sono il venditore del tianguis[i] che ti fa schifo
sono il bambino sudicio nella metro
sono i quartieri in cui non metterai mai piede
sono la puttana morendo di freddo
sono l’attivista che sale sul palco
sono il bosco reciso come quei seni
sono l’alce in croce intento a continuare a migrare
sono i cuccioli di quell’animale trappola della palizzata
sono i quattro secondi tra il bacio e la morte
sono l’odore di casa il fetore del dimenticato
sono la fame alleviata dalla busta delle patronas[ii]
sono il sabato che non arrivai nè il martedí
sono tua madre tuo padre tua cugina tuo figlio
sono la cicatrice che attraversa il mondo
sono quei muri infami
○○○

 

Antonio Nazzaro

 

 

Y qué muro derrumbamos
y cuál nuevo construimos
quién nos dará el insulto liberador
quién nos hará libres
quién tendrá el futuro asegurado
quién dirá de qué lado del muro estamos.

 

No lo sé.
Pero contra el muro
me estrello.

 

E quale muro abbattiamo oggi
e quale nuovo construiamo
chi ci darà l’insulto liberatore
chi ci farà liberi sul diverso di turno
chi avrà il futuro rubato ad altri
e chi dirà da che parte del muro siamo.

Non lo so
ma ci sbatto contro.

 

○○○

 

 

FRONTIERE

Laura Pezzola

 

Fili spinati impigliano.

Sorvegliano affranti

i naufraghi del vento

 

Svanite le anime

restano platani e pioppi

a consolare i corpi

ingoiati dal fango

 

A mezzogiorno

il ricamo dell’orizzonte

esplode nei mercati

gonfio di napalm

 

Sulle teste di cuoio

singhiozzano le armi

 

I poeti inadatti alla rivolta

stipano cattedrali di versi

nei vagoni piombati dei treni

 

dove a migliaia scompaiono

gli sguardi familiari

degli uomini.

 

 

FRONTIERES

(tradotta da Luciana Del Prete)

 

Les fils de fer barbelés accrochent.

Ils surveillent harassés

les naufragés du vent

 

Evaporées les ames

il ne reste que des platanes et des peupliers

pour consoler les corps

engloutis par la boue

 

A midi

la broderie de l’horizon

explose aux marchés

gonflée de napalm

 

Sur les forces spéciales

les armes sanglotent

 

Les poètes impropres à la révolte

entassent des cathédrales de vers

dans le wagons plombés des trains

 

où les regards familiers

des hommes

disparaissent par milliers

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[i] Mercato tradizionale mesoamericano, in Messico è ancora chiamato così.

[ii] Gruppo volontario di donne nato in Veracruz che offre viveri e sostegno ai migranti che viaggiano nei treni della speranza, come La Bestia.

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BARTOLOMEO BELLANOVA è nato a Bologna il 2 settembre 1965. Dopo studi economico finanziari si avvicina alla letteratura e pubblica il primo romanzo La fuga e il risveglio (Albatros Il Filo) nel dicembre 2009 ed il secondo Ogni lacrima è degna (In.Edit) in aprile 2012. Nell’ambito della poesia ha pubblicato in diverse antologie tra cui Sotto il cielo di Lampedusa – Annegati da respingimento (Rayuela Ed. 2014) e nella successiva antologia Sotto il cielo di Lampedusa – Nessun uomo è un’isola (Rayuela Ed. 2015). Sul tema delle migrazioni ha scritto la riflessione Genesi e sviluppo di un progetto pubblicata dalla rivista on line Versante ripido a giugno 2015 e su Verbumlandia – Webzine di cultura e letteratura. Fa parte dei fondatori e nucleo direttivo del contenitore on line di scritture dal mondo www.lamacchinasognante.com e del gruppo poetico multiVERSI. Sul sito della casa editrice Le Petit Plaisance è stato pubblicato on line in novembre’2015 l’articolo Riflessioni sul saggio di Etienne De La Boetie – Discorso sulla servitù volontaria. Nel settembre’2015 è stata pubblicata la raccolta poetica A perdicuore – Versi Scomposti e liberati (David and Matthaus) che contiene una scelta di testi scritti tra il 2011 e il 2014. Ė uno dei quattro curatori dell’antologia Muovimenti – Segnali da un mondo viandante (Terre d’Ulivi Edizione – ottobre 2016), antologia di testi poetici incentrati sulle migrazioni, scritti da quarantasei autori di sedici Paesi.

LUCIA CUPERTINO (Polignano a Mare, Italia, 1986). Antropologa culturale, poeta e traduttrice. Scrive in italiano e spagnolo. Ha pubblicato: Mar di Tasman (Collana Isole, Bologna, 2014), No tiene techo mi casa (Casa de poesía, San José, 2016), tradotto e curato 43 poeti per Ayotzinapa. Voci per il Messico e i suoi desaparecidos (Arcoiris, Salerno, 2016). Cofondatrice della rivista La macchina sognante. Ha svolto ricerche-azioni in diverse parti del Mondo, spesso in area latinoamericana, occupandosi di mondo indigeno, educazione e cambiamento sociale.

ANTONIO NAZZARO (Torino, 1963). È un giornalista, poeta, traduttore e mediatore culturale italiano. Negli anni da studente vengono pubblicate le sue prime poesie nell’antologia di testi poetici giovanili: Il rinoceronte tra le nuvole (Genesi editrice, 1982). Trasferitosi in Messico si diploma presso l’UNAM del Messico come professore di lingua italiana per stranieri. Attualmente vive a Caracas dove è stato coordinatore didattico dell’Istituto Italiano di Cultura, assistente dell’attaché culturale in Venezuela. Nel 2008 diventa coordinatore del Centro Culturale Tina Modotti. Nel 2010 ha adattato e messo in scena l’opera di videoteatro Pedro e il capitano di Mario Benedetti.  In collaborazione con l’attore Ezio Falcomer ha creato una serie di vision book che, utilizzando un nuovo stile comunicativo di facile e rapida diffusione, incuriosiscono il fruitore al fine di destare il suo interesse nei confronti della letteratura e della video arte. Nel 2013 ha scritto il libro in prosa poetica Odore a Torino-Caracas senza ritorno scritto e pubblicato in italiano e spagnolo dalla casa editrice Edizioni Arcoiris; le copertine e le illustrazioni che completano il testo sono opera dell’artista argentina Mariana De Marchi.  Da ottobre 2014 collabora alla redazione culturale della rivista web Agorà Magazine di cui è stato uno dei fondatori della redazione in Venezuela. Fa parte della redazione della rivista elettronica Fuori Asse, è il responsabile per la poesia dell’America Latina per la rivista Parco Poesia e collabora con la rivista Atelierpoesia. A livello latinoamericano collabora: in Argentina con BuenosAirespoetry, in Cile con Aerea, In Venezuela con Poesia ed altre.

LAURA PEZZOLA vive e lavora a Roma. Ha pubblicato i libri “Uccelli di carta” Ed. Seledizioni, “La manutenzione dell’anima” e “Il primo verso” entrambi conEdizioni Progetto Cultura. Sue poesie sono presenti in varie antologie e blog. Con il gruppo “Controverso Liberatorio di poesia” organizza incontri sui poeti del Novecento.

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Foto in evidenza: per gentile concessione di Acción Poética

Riguardo il macchinista

Lucia Cupertino

LUCIA CUPERTINO (1986, Polignano a Mare). Scrittrice, antropologa culturale e traduttrice. Laureata in Antropologia culturale ed etnologia (Università di Bologna), ha conseguito un Master in Antropologia delle Americhe (Università Complutense di Madrid) con tesi sulla traduzione di fonti letterarie nahuatl. Vive da tempo tra America latina e Italia, con soggiorni più brevi in Australia, Germania e Spagna, legati a progetti di ricerca, educativi e di agroecologia. Scrive in italiano e spagnolo e ha pubblicato: Mar di Tasman (Isola, Bologna, 2014); Non ha tetto la mia casa - No tiene techo mi casa (Casa de poesía, San José, 2016, in italiano e spagnolo, Premio comunitarismo di Versante Ripido); il libro-origami Cinco poemas de Lucia Cupertino (Los ablucionistas, Città del Messico, 2017). Suoi lavori poetici e di narrativa sono apparsi in riviste e antologie italiane e internazionali. Parte della sua opera è stata tradotta in inglese, cinese, spagnolo, bengali e albanese. È curatrice di 43 poeti per Ayotzinapa. Voci per il Messico e i suoi desaparecidos (Arcoiris, Salerno, 2016, menzione critica nel Premio di traduzione letteraria Lilec – Università di Bologna); Muovimenti. Segnali da un mondo viandante (Terre d’Ulivi, Lecce, 2016) e Canodromo di Bárbara Belloc (Fili d’Aquilone, Roma, 2018). Membro della giuria del Premio Trilce 2018, Sydney, in collaborazione con l’Instituto Cervantes. Cofondatrice della web di scritture dal mondo www.lamacchinasognante.com, con la quale promuove iniziative letterarie e culturali in Italia e all’estero.

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