Questo marciapiede è il mio canto
mi fermo in attesa dell’autobus
osservo il monitor con ansia
anche se, in realtà, non ho nessuna direzione dove andare
sull’altro lato della strada vedo dei vecchi
sono uno di loro
una bella donna che non smette di dare baci al suo uomo
un bambino tende la mano dentro il suo giocattolo
per cogliere il nulla
questo sono io
una donna africana grassa dal seno grosso
le pesa la sua maternità
un adolescente cammina svelto
indossa un cappotto da uomo
facce di plastica senza espressioni
occhi azzurri come quelli delle bambole
mi rattrista la sua mancata perfezione
gli iracheni litigano vicino a me
intonano la melodia del loro parlare affascinante
mi vengono i brividi
degli uomini puliscono le vetrine con diligenza
questa strada è la mia poesia
un uomo indossa vestiti strani e mette ombretto
mi sforzo per non ignorare la sua presenza
un cane felice con una signora graziosa
lo invidio tutto il tempo
una strada nera sulle cui pietre luccicanti
sono scritte poesia con caratteri d’argento
un astro niveo si scioglie poco a poco al crepuscolo
lo tocco con due lacrime calde
tutto quello che succede ora
tutto quello che diventa ieri
Come fanno gli altri a sapere che sono zingaro?
la mia pelle è bianca
i miei occhi sono verdi
indosso vestiti di colore cupo
sono sempre silenzioso e prudente
non sorrido
e temo di oltrepassare il proibito
mi piscio addosso per paura della legge.
Come fanno gli altri a sapere che sono negro?
i miei baffi rossi come un rossetto
e sembro sempre distratto e sulla soglia del suicidio
e ho degli amici assassini
ululo ogni sera da solo
nessuno mi rispetta senza motivo
o senza che ci conosciamo fino in fondo
come fanno gli altri a sapere che nono sono uno di loro?
mi metto calzini rossi
e sono molto educato
sono grato per qualsiasi cosa
sono sistemato, organizzato e scolpito
nulla sporge fuori posto
nessun comportamento deplorevole
Come fanno gli altri a sapere che sono bruno?
sono taciturno tutto il tempo
fingo d’essere muto
e piango ogni volta che incontro la graziosa giudice
e grido per ogni domanda che mi fanno
del tipo “come stai?” “tutto bene?”
non sto affatto bene
sono l’etiope di questa terra
e non so perché un bianco così inetto mi appartiene
un bianco così cupo e nero
Traduzione di Gassid Mohammed, Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Foto in evidenza di Melina Piccolo.
Foto dell’autore a cura di Wafai Laila.
Wafai Laila è nato a Damasco nel 1964. Ha studiato filosofia all’università di Damasco e dal 1997 al 2009 ha pubblicato cinque raccolte di poesia nella sua città natale e a Beirut. L’ultima raccolta, La pallottola vuota è stata pubblicata in arabo in Italia dalla casa editrice Almutawassit nel 2015. Ha lavorato come giornalista in Bahrain partecipando a diverse manifestazioni culturali. Ha letto le sue poesie a Beirut, Istanbul, In Kuwait, Tunisia ed Egitto.