Poesia argentina. Bárbara Belloc

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Il fiume e il sogno d’emanazioni. La voce di Bárbara Belloc.

 

 

Da: Ira (Buenos Aires, Nusud, 1999)

FIUME IPOH
(Frammenti)

fiume dei misteri, fiume sovrano
come un ciclo
caduto, divori la terra
come avvertimento: è inutile afferrarsi,
il mondo non ti appartiene.

ma ricevi nel tuo alveo i fiori
con il candore di una bambina, e li porti
sulla tua chioma
come un’amazzone.

***

nelle sue acque ho visto bagnarsi le farfalle
e le libellule, ho visto sfilare le ossa
il legno, l’argilla, ho ascoltato,
squillante, la voce dei miei sogni,
(temo che tutto scompaia).

eppure:
quando me ne andrò, resterà il fiume.

***

non conta ciò che diranno, amo
al di sopra di tutto
ciò che non comprendo: il fiume
la sua portata, lo sciabordio,
il sogno di emanazioni,
la ferocia nell’attaccare la costa.

come portò via i pilastri delle case
con la corrente come se nulla fosse
e il volto minuto delle farfalle.

***

puro
padrone del tempo
puro,
saetta che non si arresta
davanti all’ombra
luminosa della pietra:

per le tue acque i miei desideri
sono come mosche

spuma
alone di spuma.

***

Sultano, raja, principe
bello, torrenziale
fiume
come ti chiamo?

vestito di splendori,

docile e potente

falco, farfalla.


De: Ira (Buenos Aires, Nusud, 1999)

RÍO IPOH
(Fragmentos)

río de los misterios, río soberano
como un ciclo
caído, devorás la tierra
en advertencia: es inútil aferrarse,
el mundo no te pertenece.

pero recibís en tu lecho las flores
con el candor de una niña, y las llevas
en tu cabellera
como una amazona.

***

en sus aguas vi bañarse a las mariposas
y a las libélulas, vi pasar los huesos
la madera, la arcilla, escuché,
alta, la voz de mis sueños.
(temo que todo desaparezca.)

pero:
cuando me vaya, se quedará el río.

***

no importa lo que digan, amo
por sobre todas las cosas
lo que no comprendo: el río
su caudal, su rumor,
su sueño de emanaciones,
su ferocidad para atacar la costa.

cómo se llevó los pilares de las casas
como nada en la corriente
y el rostro diminuto de las mariposas.

***

puro
dueño del tiempo
puro,
saeta que no se detiene
ante la sombra
luminosa de la piedra:

a tus aguas mis deseos
son como moscas

espuma
halo de espuma.

***

sultán, rajah, príncipe
hermoso, torrencial
río
¿como te llamo?

vestido de resplandores,
manso y poderoso

halcón, mariposa.


Da: Andinista (Buenos Aires, Gog y Magog, 2009)

NATURALISTA

Non ho mai capito il tuo ecosistema, pur avendolo amato o creduto di amare. Una laguna cinta di estuari e io affacciandomi alle sue acque per vedere che cosa? I fili iridescenti di una mole di lastre di pietra lungo le quali non scorre una goccia. Le liste di procedure scientifiche accettabili, requisiti minimi per un esperimento di questo tipo: osservare, raccogliere, studiare, comparare, trarre conclusioni. E non un solo giorno che abbia potuto indossare la muta di neoprene, allontanarmi a nuoto.

***

L’oscillazione del prezzo del petrolio non è materia poetica.
Le conseguenze biologiche dell’utilizzo del glifosato non sono materia poetica.
Lo sfruttamento intensivo di una monocoltura per un periodo di tempo prolungato in un suolo non rinnovato non è materia poetica.
La perpetuazione di un sistema che stimola l’attività agricola nazionale basata sui sussidi alla semina di specie con maggiore domanda esterna e/o industriale non è materia poetica.
Se non esiste spazio pubblico non esiste politica.
Il combustibile motore per l’elaborazione di beni di consumo massivo degrada come il contaminante col maggiore effetto residuale. La ricerca e lo sviluppo di sistemi per produrre energie non devastatrici non è materia poetica.
Se l’opinione generale si riduce al discorso dei media, non esiste memoria.
Il giorno in cui la lirica avrà recuperato il suo fiore sarà coronata regina di Marte.


NATURALISTA

Jamás comprendí tu ecosistema, aunque lo amé o creí amarlo. Una laguna bordeada de esteros y yo asomándome a las aguas, para ver ¿qué? Los filos irisados de una mole de laja por los que no corre una gota. Las listas de procedimientos científicamente aceptables, requisitos mínimos para un experimento de esta clase: observar, colectar, estudiar, comparar, sacar conclusiones. Y ni un solo día pude ponerme el traje de neoprene, alejarme nadando.

***

La oscilación del precio del petróleo no es materia poética.
Las consecuencias biológicas del empleo de glifosato no son materia poética.
La explotación intensiva de un monocultivo durante un prolongado período de tiempo en un suelo no renovado no es materia poética.
La perpetuación de un sistema de estímulo a la actividad agrícola nacional basado en el subsidio a la siembra de especies con mayor demanda externa y/o industrial no es materia poética.
Si no hay espacio público no hay política.
El combustible motor en la elaboración de bienes de consumo masivos degrada como el contaminante con mayor efecto residual. La investigación y el desarrollo de formas de producción de energía no devastadoras no es materia poética.
Si la opinión general se reduce al discurso de los medios, no hay memoria.
El día que la lírica recupere su flor será coronada la reina de Marte.

 


 

BárbaraBelloc_foto

Bárbara Belloc (Buenos Aires, Argentina, 1968). Poetessa, traduttrice ed editrice. Ha pubblicato i libri di poesia Bla (1992), Sentimental journey (1995), Ambición de las flores (1997), Ira (1999), Orang-utans (2000, in collaborazione con la poetessa Teresa Arijón e nella traduzione inglese di Hilary Gardner), Espantasuegras (2005), Andinista (2009) e Canódromo (2015); la ricerca giornalistica Tribus porteñas (1998); il libro-oggetto Obrero artificial (assieme all’artista plastica Mónica Girón, 2000); la traduzione dal greco del corpus integro della poesia di Saffo in Poema y fragmentos completos (2006); la traduzione dall’ inglese di poesie di Gary Snyder in Todas las palabras para decir roca (2008); numerose traduzioni dal portoghese di poeti brasiliani, tra i quali Waly Salomâo, Angela Melim, Ana Cristina Cesar, Angélica Freitas, Antonio Carlos de Brito e Mario Faustino. Ha tradotto, sempre dal greco, la poesia di Erinna, Praxilla di Sicione, Merò di Bisanzio, Sulpicia e Alceo, dal sanscrito il Prthvisukta (o Inno alla Terra), e dall’inglese poesie di Kim Stafford, Olga Broumas e El mar de coral, di Patti Smith, usciti in antologie e riviste. Ha inoltre tradotto dal portoghese numerosi prosatori brasiliani, come Clarice Lispector, Rubem Fonseca, Hilda Hilst, Andréa del Fuego e Adriana Lisbos, per citarne alcuni.
Attualmente codirige, con Teresa Arijón, la collana Nomadismos consacrata ai saggi di artisti brasiliani della casa editrice Manatial di Buenos Aires, presso la quale ha già editato, tradotto e pubblicato cinque volumi, e la collana Nomadismos di saggi di artisti argentini con la casa editrice Azougue/Circuito di Río de Janeiro (Brasile), con la quale ha già selezionato e pubblicato otto volumi; è anche coeditrice, con T. Arijón e Manuel Hermelo, del marchio indipendente pato-en-la-cara.  La sua opera è apparsa su diverse riviste, argentine e straniere, e tradotta in varie lingue.

Blog: www.glossemata.wordpress.com
Pato-en-la-cara: https://sites.google.com/site/editorialpatoenlacara/
Nomadismos (Argentina): http://emanantial.com.ar/editorial/libros/listado.aspx?col=11
Nomadismos (Brasile): http://editoracircuito.com.br/website/colecao-nomadismos/

Traduzione di Lucia Cupertino

Foto in evidenza di Lucia Cupertino
Foto dell’autrice a cura di Bárbara Belloc

Inserito da: Lucia Cupertino

Riguardo il macchinista

Lucia Cupertino

LUCIA CUPERTINO (1986, Polignano a Mare). Scrittrice, antropologa culturale e traduttrice. Laureata in Antropologia culturale ed etnologia (Università di Bologna), ha conseguito un Master in Antropologia delle Americhe (Università Complutense di Madrid) con tesi sulla traduzione di fonti letterarie nahuatl. Vive da tempo tra America latina e Italia, con soggiorni più brevi in Australia, Germania e Spagna, legati a progetti di ricerca, educativi e di agroecologia. Scrive in italiano e spagnolo e ha pubblicato: Mar di Tasman (Isola, Bologna, 2014); Non ha tetto la mia casa - No tiene techo mi casa (Casa de poesía, San José, 2016, in italiano e spagnolo, Premio comunitarismo di Versante Ripido); il libro-origami Cinco poemas de Lucia Cupertino (Los ablucionistas, Città del Messico, 2017). Suoi lavori poetici e di narrativa sono apparsi in riviste e antologie italiane e internazionali. Parte della sua opera è stata tradotta in inglese, cinese, spagnolo, bengali e albanese. È curatrice di 43 poeti per Ayotzinapa. Voci per il Messico e i suoi desaparecidos (Arcoiris, Salerno, 2016, menzione critica nel Premio di traduzione letteraria Lilec – Università di Bologna); Muovimenti. Segnali da un mondo viandante (Terre d’Ulivi, Lecce, 2016) e Canodromo di Bárbara Belloc (Fili d’Aquilone, Roma, 2018). Membro della giuria del Premio Trilce 2018, Sydney, in collaborazione con l’Instituto Cervantes. Cofondatrice della web di scritture dal mondo www.lamacchinasognante.com, con la quale promuove iniziative letterarie e culturali in Italia e all’estero.

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