Paola Deffendi, madre di Giulio Regeni, ci ha fatto dono della sua profondità materna, sia con le sue dichiarazioni essenziali sul riconoscimento del figlio, sia con la sua forza civile nella lotta che ha intrapreso perchè si sappia la verità. Lotta che noi della Macchina sognante non solo condividiamo ma anche sosteniamo.
Questa madre
che ha ingoiato un calice di fuoco
e lotta contro la ferocia
di orride torture alla carne della sua carne
e posticipa il suo pianto
a che giustizia sia compiuta
scrivo questo urlo di dolore
perché senta che non è sola
che il mondo vive la sua ferita
e che la sua fermezza
germoglia e contagia e scalda
la radice del nostro essere umani
e sarà unguento per il corpo
dissacrato del figlio.
Si spenga l’oscurità dell’orrore
e si apra il compianto del mondo.
Poesia inedita di Benedetta Davalli, per gentile concessione dell’autrice
Foto in evidenza di Melina Piccolo.