Pensiero critico – Sousa Santos e il dialogo dei saperi (Esperanza Morales Lòpez)

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Per la sua attinenza a quanto sta accadendo oggi nell’Amazzonia riproponiamo questo articolo apparso ne La Macchina Sognante  n.0 di ottobre 2015.

 

Con questo titolo il sociologo portoghese Sousa Santos indica un insieme di indagini che ragionano sulla realtà sociale in modo creativo “per offrire una diagnosi critica del presente, che abbia quale elemento costitutivo la possibilità di offrire alternative per conseguire una società più giusta e libera”. Sousa, infatti, parte dalla constatazione che attualmente esiste una crisi molto profonda della teoria critica eurocentrica.

 

I lettori di questo blog già sapranno che Sousa Santos è uno degli intellettuali ai quali ci siamo ispirati per affrontare l’obiettivo del nostro impegno: il dialogo dei saperi. Invitiamo chi ne avesse il tempo a leggere per intero il testo citato, scaricabile all’indirizzo http://www.boaventuradesousasantos.pt/media/INTRODUCCION_BSS.pdf. Ma, per chi non ne avesse la possibilità, offriamo di seguito una sintesi delle sue idee principali.

 

Sousa Santos parte dal concreto contesto attuale, caratterizzato da molte contraddizioni per i seguenti motivi:

1 a) Per le grandi disuguaglianze sociali;

2 b) Per la crisi finanziaria, legata alla speculazione del dollaro sull’euro, che ha agito sulle deboli economie dei paesi della periferia europea.

3 c) Perché coloro che ora propongono soluzioni per uscire dalla crisi sono gli stessi che la hanno provocata.

 

Un esempio di questa terza ragione lo si osserva nei dibattiti del Forum di Davos, che ogni anno riunisce le élite politiche e finanziarie del mondo. Le soluzioni proposte nei dibattiti di Davos si utilizzano parole quali “governance, stabilità, governabilità, stati deboli, terrorismo”, molto diverse da quelle che si ascoltano nel Forum sociale mondiale (o FSM, il World Social Forum al quale partecipa il mondo dell’attivismo): qui il tema principale è quello delle ingiustizie, ma si discute anche della ricerca di soluzioni concrete al cambiamento climatico, alla povertà dei contadini, delle donne ecc. Un altro tema importante per il Forum sociale è il disgoverno mondiale legato alla deregolazione dei capitali finanziari o, in Europa, addirittura la paura di tornare a condizioni ottocentesche su aspetti come il lavoro senza diritti, l’instabilità e la mancata redistribuzione della ricchezza.

 

Il Forum sociale mondiale prevede soluzioni e alternative con ambizione “postcapitalista” e persino “postoccidentale”; soluzioni che, tuttavia, non sono ancora chiare. Non esiste più, come all’inizio del Novecento, la grande alternativa al capitalismo, il socialismo. È una cosa superata, a questo punto del XXI secolo.

 

Qual è il punto di partenza delle epistemologie del Sud? In primo luogo la valorizzazione di altri tipi di conoscenza, scientifici e non, che il capitalismo e il colonialismo hanno bloccato. Il Sud non è un luogo concreto, ma una metafora della sofferenza umana che si produce tanto nei paesi poveri quanto, attualmente, in Europa. Una sofferenza che ha provocato ciò che Sousa Santos chiama “ingiustizia cognitiva”: la sperequazione tra conoscenze e saperi che ha portato a ritenere che l’unica conoscenza rigorosa sia quella della scienza moderna (quella del Nord globale).

 

Le epistemologie del Sud propongono, in alternativa, di partire dalle seguenti premesse:

4 La comprensione del mondo è molto più ampia della comprensione occidentale del mondo.

5 La diversità del mondo è infinita; esistono altri modi di pensare, sentire, agire…; la conoscenza egemonica nordoccidentale ne ha prodotto lo spreco.

6 La grande diversità del mondo non può essere spiegata da un’unica teoria. Occorre ricercare forme plurime di conoscenza (scomparse o ancora non emerse).

 

Pertanto occorre dialogare, argomentare, controargomentare con altre epistemologie. È ciò che Sousa Santos chiama “ecologia dei saperi” e “traduzione interculturale”.

 

Il capitalismo impedisce lo sviluppo dell’autonomia dell’individuo. Per le epistemologie del Sud, l’individuo autonomo è un prodotto di comunità autonome, le quali “non affermano la propria autonomia negando la natura, ma al contrario, riconoscendo di esserne parte, di essere parte di questa madre Terra e in armonia con essa, una forma di sostenibilità della vita… L’idea che la società civile sia un superamento dello stato naturale è un inganno”.

 

Qual è il ruolo dell’intellettuale nelle epistemologie del Sud? L’intellettuale ha il ruolo di retroguardia, non di avanguardia; perché svolge un lavoro di facilitazione, di accompagnamento dei movimenti sociali, non istiga, con la sua teoria, ma apprende con la pratica… cammina con quelli che stanno indietro.

 

(traduzione di Giovanna Zunica)

Ripubblicato  dal sito dialogo des saberes  http://www.dialogodesaberes.com/ per gentile concessione di Esperanza Morales Lopez, amministratrice del sito e autrice del post.

 

Bonaventura de Sousa Santos, nato nel 1940, Sociologo portoghese, professore all’Universita’ di Coimbra. Laureato in Diritto nel 1963. Fondatore della Facolta’ di Economia di Coimbra, interessato a una trattazione sociologica del mondo che esula dalla visione strettamente occidental, ricerca e scrive su globalizzazione, epistemologia e diritti umani. Si è  direttamente interessato alla ricerca in Brasile, Capo Verde, Macao, Mozambico, Africa del Sud, Colombia, Bolivia. Fondatore e direttore del Centro di Documentazione 25 Aprile.

 

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Esperanza Morales Lòpez ha ottenuto il dottorato dall’università di Barcellona in in Filologia Ispanica con una tesi in Pragmatica.  fa parte del progetto “Retórica constructivista: Discursos de la identidad (identidades personales, urbanas y alternativas eco-sociales” ed è coordinatrice del progetto Bilingüismo lengua de signos/lengua oral (http:ruc.cei.udc.es/dspace). Ultimamente si occupa dell’analisi del discorso nei movimenti per il cambiamento sociale. Dal 2015 è moderatrice del blog www.dialogodesaberes.com che si prefigge la promozione del dialogo tra saperi relativi alle alternative eco-sociali, seguendo la proposta di Sousa Santos di promuovere la “traduzione” tra epistemologie distinte.

 

Foto in evidenza di Araquém Alcântara.

Foto dell’autrice a cura di Esperanza Morales Lòpez.

 

 

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

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