Duo di recente formatosi a Berlino, Patate Blau combinano chitarra (Roberta Dragone) e voce (Irene De Matteis) al potere delle parole.
La prima canzone nasce in un dopo cena tra amiche, dopo la lettura di un post su un canale social. Uno di quei post molto indie che combinano l’assenza di punteggiatura a parole altisonanti usate in malo modo. Le altre canzoni sono nate con la stessa naturalezza, in un momento in cui il Covid 19 ha messo in pausa la frenesia degli impegni quotidiani.
È questa spontaneità ed il piacere di condividere un momento che le Patate Blau portano sul palco; la lingua italiana non ha rappresentato un ostacolo per il pubblico eterogeneo berlinese, che ha molto apprezzato il modo in cui le musiciste presentano loro stesse ed il percorso attraverso il quale sono nati i loro brani, il modo in cui la voce parlata accenna fino a prorompere in una melodia, e quel continuo richiamare il pubblico a partecipare ad una performance che va oltre il concetto classico di concerto.
Testi che partendo da immagini quotidiane offrono spunti di riflessione su tematiche sociali, contraddizioni e paradossi contemporanei, paesaggi emotivi ispirati da una lavatrice, da un’offerta trovata sul volantino di un supermercato, dall’acquisto di un capo d’abbigliamento. La vita di tutti i giorni mostra ciò che è straordinario, come delle patate di colore blu.
Il suono spazia dal blues alla musica tradizionale passando dalla musica classica, componendo canzoni originali piene di passione e creatività. Con il sostegno della loop station vengono richiamate immagini che fuori dal proprio contesto creano un effetto molto comico, come i vari avvisi che si possono ascoltare in un supermercato, o il suono del gabbiano mixato al venditore di cocco sulla spiaggia. L’improvvisazione gioca un altro ruolo molto importante, rendendo la performance “site specific”.
Per saperne di più
https://www.instagram.com/patateblau
https://www.youtube.com/channel/UCY4T5-XlslrNvy2t_qByfiA
Di seguito alcuni testi dei brani. Fra le parentesi quadre sono inserite indicazioni sui brani che non appartengono al testo.
Resta a casa amore
Resta a casa amore
che fuori c’è il covid diciannove
Vado io a comprare Il tabacco e le cartine
non sia mai che non abbiamo da fumare
Perchè
sentite sentite!!!
il gran consiglio ha decretato senza alcuna ambiguità
si possa uscire solo per i beni di prima necessità
Un’ora e mezzo sono stato in fila al supermercato
Adesso torno con le haribo e i budini al cioccolato
E tu aspetta a casa amore che appena torno poi ci amiamo con furore
Cosa dici? Sì, ho capito, siamo tutti in relazione,
laverò prima le mani ma io ho adesso un’erezione.
Siamo una specie intelligente, evoluta e superiore
che disfatta non funziona il diffusore
Risolviamo i paradossi dei bosoni e dei fotoni,
Dio mio no si son bruciate le patate
Il mio rossetto supermat resisterà agli agenti esterni
Ma adesso siamo tutti a casa collegati ai nostri schermi
Droni missili e poi razzi, raggiungiamo l’iperspazio
Ma non sappiamo cosa fare insieme ad ozio…
Per disarcionare il tempo acceleriamo a muso duro
c’è una ressa al supermarket per pulirsi il culo
L’Apollo 11 e la luna, grande orgoglio degli umani,
ma la vita sulla Terra c’è sfuggita dalle mani
Distruggiamo ecosistemi, la facciamo da padroni
ora invece siamo schiavi dei respiratori
Per disarcionare il tempo acceleriamo a muso duro
c’è una ressa al supermarket per pulirsi il culo
Sentite sentite!
Il gran covid 19 ha decretato, senza alcuna restrizione
la fine di ogni umana presunzione.
10% di elastene [IMPRO DELIRANTE ISPIRATO AL BODY SHAMING]
– Mi scusi, mi può dire quanto viene quel soprabito in vetrina?
– Certo, quello lungo con le righe o quello corto a tinta unita?
– Quello corto a tinta unita?
-Ma è per lei o per un’amica?
-È per me. Ho un tubino un po’ importante, vorrei essere elegante, ma al contempo non troppo appariscente, sa, sono un tipo prorompente
-Che ne pensa del lungo a righe, è altrettanto interessante, e un po’ meno aderente
-Quello corto per me è giusto e rispecchia il mio gusto
-Mi dispiace signorina, è rimasto l’ultimo in vetrina. Non mi sembra possa andare, la prego di valutare l’alternativa più ideale.
-Lo vorrei comunque provare
-Non mi faccia alterare, le dico già che non ci può entrare, non c’è un filo di elastiene e il cotone, sa, non tiene.
-Non ci può entrare, il cotone, sa, non tiene,
-non c’è un filo di elastene, più coprente, meno aderente…..
[Sulla melodia di Bohemian Rhapsody, Queen “Scaramouch, Scaramouch, will you do the Fandango! Thunderbolts and lightning, very, very frightening me]Je suis moche, je suis moche io mi butto nel fango
no, non ti buttare, vattelo a comprare sì!
Quello corto tinta unita
Quello corto tinta unita
Ebbene sì, il soprabito, quello corto, a tinta unita, me lo sono comprata,
Sul tubino faceva figura, non ha ceduto il cotone, tutti mi hanno detto che stavo bene
Quella commessa lì, mi ha quasi spezzato il cuore, per fortuna che c’è un filo di elastene…. Con uno sguardo mi ha giudicata, solo perché, solo perché stavo un po’ inquartata, dalla peperonata, non l’ho mai digerita, soprattutto quella di Zia Rita, tanto pesante ma è la mia preferita.
Con l’elastene nel cuore supero ogni tensione,
Con l’elastene nel cuore seguo dritta la mia direzione
Con l’elastene nel cuore, vado oltre la delusione
10% di elastene che mi scorre nelle vene…
Pina
Sul volantino del grande magazzino
c’è l’imperdibile 3×2
Chi se lo sarebbe mai aspettato,
che il brunello gran riserva fosse finalmente ribassato
Pina lo sa, le serve subito la carta fedeltà,
Pina lo sa, le serve subito la carta fedeltà
Eccola già al punto informazione,
in mano il modulo con le generalità
nome, cognome, professione, ma prima ancora
Signora o Signorina
s’indigna, getta la penna, lei non ci sta.
La donna no non è, una proprietà.
A questa forma di controllo della società,
strabuzza gli occhi per lo sdegno,
serve davvero un grande impegno
per cambiare la realtà
Pina reclama il suo diritto di astensione
– Eh, figa io sono un semplice lavoratore
– Mi faccia parlare col suo superiore
– Qual è il suo problema signorina?
-Il modulo fedeltà vorrei riformulare
-E perché?
-Chi se ne frega se son signora o signorina, in ogni caso son sempre la Pina
-Non mi faccia perder tempo con queste storie ormai passate, ce n’è sempre una che rompe le palle con l’uguaglianza, il femminismo…….
-Ma quali questioni passate, è passato lo stampo patriarcale….
[Le voci si rincorrono e sovrappongono in una lotta tra visioni fino a prorompere in un canto liberatorio in cui il pubblico viene coinvolto per far sentire la propria voce, nella propria lingua ognuno canta la fatale domanda
“Signora o Signorina……”]
Moto Costante
La lavatrice non basta
a lavare le mie memorie
a tratti oscene
la lavatrice fa un sacco di giri
le mie abitudini non sono sane
Vorrei ordinare
le mie fasi esistenziali
vorrei un bucato ben profumato
e vorrei il mio cuore
liberare dall’oblò e vorrei
il mio cuore liberare dall’oblò…
Ho confuso la centrifuga e il risciacquo
mi sento uno straccio
Quel che sta in alto
si trova poi in basso così va avanti
con moto costante
la lavatrice si prende una pausa
di riflessione, non fa rumore
È il momento dell’ammorbidente
la lingua batte dove duole il dente
Vorrei ordinare
le mie fasi esistenziali
vorrei un bucato ben profumato
e vorrei il mio cuore
liberare dall’oblò e vorrei
il mio cuore liberare dall’oblò…
La lavatrice ha detto STOP
Irene De Matteis: Di recente si trasferisce a Berlino dove lavora come pedagogista teatrale e performer, incentrando la sua ricerca sulla connessione tra varie discipline. Si concentra sullo studio del canto, scoprendo nella musica d’autore la perfetta combinazione tra la sua passione per la scrittura e la performance. Alla sua formazione giovanile di danzatrice acrobatica unisce successivamente lo studio del teatro gestuale e si specializza in Pedagogia Teatrale presso “Laboratorio Nove” a Firenze. Sempre a Firenze si laurea in filosofia del linguaggio. Estende la sua ricerca al linguaggio figurativo e simbolico, appassionandosi a Tarocchi e fotografia. Con il suo lavoro accademico esprime la necessità di una filosofia che agisca come mediatrice di dialogo, non trascurando di tessere relazioni oltre i circuiti accademici, elitari o puramente astratti. Da qui la specializzazione nella performance usando l’arte in spazi e ambiti non convenzionali (supermercati, uffici postali, stazioni ferroviarie, locali, la strada). Con Campi Magnetici, fresca casa editrice indipendente livornese, pubblica “I Politici sono ovunque – Frammenti d’interferenze su mani birichine”, libro collegato al simbolismo dei tarocchi. Per visualizzare l’anteprima dell’opera http://bit.ly/CMDeMatteis
Roberta Dragone nasce a Monza nel gennaio del 1991. Inizia a studiare chitarra classica alle scuole medie con Valeriano Borsotti, iniziando a esibirsi come solista in svariate occasioni. Al Liceo delle Scienze Umane affianca il Liceo musicale V. Appiani di Monza dove studia chitarra con Stefano Bonfanti, qui inizia il suo percorso professionale dando esami al Conservatorio. Si trasferisce a Pavia per il Triennio e poi a Livorno per il Biennio studiando con Flavio Cucchi. Fin da adolescente, però, scrive canzoni. Seppur con la chitarra riesca ad esprimersi con più facilità, si sente attratta da diversi strumenti, così studia pianoforte e violino riuscendo ad ampliare le possibilità di collaborazioni. Nel 2014 decide di intraprendere la strada da solista e nel 2015 realizza il suo primo disco: “Polyhedric Personality”, una raccolta dei suoi pezzi più significativi scritti fino ad ora. Attualmente vive a Berlino, dove lavora come musicista, compositrice e insegnante di musica.
Immagine di copertina e foto nell’articolo a cura di Irene De Matteis.