PARTECIPA A RUCKSACK – PATCHWORK GLOBALE DI POESIA

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PARTECIPA FINO AL 3 SETTEMBRE A RUCKSACK – PATCHWORK GLOBALE DI POESIA

Rucksack, a Global Poetry Patchwork è una mostra che verrà inaugurata il 26 settembre 2020 nella nuova sede del Piccolo Museo della Poesia a Piacenza ed è composta da due macro-opere: un’installazione con una grande sacca fatta a partire da bustine da tè essiccate e l’esposizione di brevi poesie che dopo la mostra faranno parte dell’archivio del Museo. Verrà installato anche un audio loop per dare al pubblico l’opportunità di ascoltare le voci dei poeti nelle loro lingue madri, con versione in italiano e in inglese. L’opera accumulerà così una grande quantità di luoghi, persone, visioni, linguaggi, enfatizzando il valore della vicinanza, così significativo in questo momento storico segnato dalla distanza e dal confinamento, dall’acuita precarietà della rete umana. L’iniziativa di Poetryismypassion, a cura di Antje Stehn, si svolgerà in collaborazione con Il Piccolo Museo della Poesia di Piacenza, il movimento Realismo Terminale, Mamta Sagar, Bengaluru (India), il collettivo artistico feine Menschen (Germania) e la rivista online La macchina sognante.

PERCHÈ IL TÈ? PERCHÈ LA POESIA?

Le bustine da tè hanno una lunga storia che risale all’ottavo secolo, quando in Cina si cominciarono a cucire dei sacchetti quadrati per conservarne meglio l’aroma. Durante la dinastia Tang (618-907), molto prima della Via della Seta, nasceva la “Via del tè e dei cavalli” per consolidare i rapporti commerciali tra il Tibet e la Cina. E da allora le bustine di tè continuano ad essere uno dei contenitori più piccoli che utilizziamo e troviamo in ogni casa. Le sacche sono state tra i primi strumenti utilizzati da donne e uomini per trasportare oggetti e memorie. I nostri progenitori erano cacciatori-raccoglitori, ma in realtà maggiormente raccoglitori, visto che l’80% della loro alimentazione proveniva dal raccolto. Semi, radici, frutti venivano radunati in reti, borse e in ogni tipo di contenitore leggero. Strumenti di trasporto importanti, ieri come oggi, anche per le nostre moderne raccolte nei supermercati. Per questo abbiamo pensato di rimettere al centro dell’attenzione la bustina di tè, figlia di un incontro culturale, e la borsa, traccia del nostro legame con la terra e il migrare.

Tuttavia ci domandiamo: come mai sulle pareti delle caverne prevalevano le grandi scene di caccia e non quelle di persone con le borse occupate nel raccolto? Questa domanda se l’è posta anche Ursula K. Le Guin, scrittrice di fantascienza che scrisse la cosiddetta Carrier Bag Theory of Fiction basandosi sulla Carrier Bag Theory of Human Evolution dell’antropologa Elizabeth Fisher. Le Guin notava che è difficile raccontare una storia su come si estraggono dei semi dalla buccia, anche se in condizioni avverse, giorno dopo giorno nella stessa maniera. La caccia invece è una vera avventura, piena di pericoli e sorprese, con l’apoteosi finale dell’uccisione, quando ad esempio un enorme mammut cade in terra. Questo è materiale per una storia d’azione fatta di gesta ed è quello che probabilmente i nostri antenati si raccontavano seduti attorno al fuoco, ma è anche tragicamente l’inizio della naturalizzazione della violenza e di una narrazione incentrata su di essa. La raccolta invece aveva poco potenziale narrativo, al massimo era adatta alla poesia che si occupa proprio di tutto quel mondo marginale a cui pochi badano ma che, a ben vedere, racconta di uno sguardo diverso sul mondo, di un’alternativa al monopolio generato dalla narrazione unica: per questo Il progetto include una borsa fatta con bustine di tè o tisane riciclate, una raccolta di poesie brevi dei partecipanti e un audio loop.

COME PARTECIPARE?

Inviate entro il 3 settembre 2020:

1. bustine di tè o tisane, ben asciutte.

2. una poesia breve (max. una decina di versi) sul tema della mostra, nella vostra lingua madre. È preferibile che sia scritta a mano su un foglio A4, eventualmente accompagnata da traduzione in italiano o inglese. Sul retro una brevissima biografia.

3. un breve video in cui leggete la poesia per l’audio loop, da mandare via whatsapp al +39 3284016107.

Per la spedizione l’indirizzo è il seguente: Antje Stehn, Via Juvara 12, 20129 Milano. I poeti che per vari motivi saranno impossibilitati, potranno inviare una scansione della loro poesia al whatsapp del punto 3.

Poetryismypassion

Il Piccolo Museo della Poesia di Piacenza

Realismo Terminale

Mamta Sagar, Bengaluru, India

feine Menschen, Germania

La macchina sognante

Riguardo il macchinista

Lucia Cupertino

LUCIA CUPERTINO (1986, Polignano a Mare). Scrittrice, antropologa culturale e traduttrice. Laureata in Antropologia culturale ed etnologia (Università di Bologna), ha conseguito un Master in Antropologia delle Americhe (Università Complutense di Madrid) con tesi sulla traduzione di fonti letterarie nahuatl. Vive da tempo tra America latina e Italia, con soggiorni più brevi in Australia, Germania e Spagna, legati a progetti di ricerca, educativi e di agroecologia. Scrive in italiano e spagnolo e ha pubblicato: Mar di Tasman (Isola, Bologna, 2014); Non ha tetto la mia casa - No tiene techo mi casa (Casa de poesía, San José, 2016, in italiano e spagnolo, Premio comunitarismo di Versante Ripido); il libro-origami Cinco poemas de Lucia Cupertino (Los ablucionistas, Città del Messico, 2017). Suoi lavori poetici e di narrativa sono apparsi in riviste e antologie italiane e internazionali. Parte della sua opera è stata tradotta in inglese, cinese, spagnolo, bengali e albanese. È curatrice di 43 poeti per Ayotzinapa. Voci per il Messico e i suoi desaparecidos (Arcoiris, Salerno, 2016, menzione critica nel Premio di traduzione letteraria Lilec – Università di Bologna); Muovimenti. Segnali da un mondo viandante (Terre d’Ulivi, Lecce, 2016) e Canodromo di Bárbara Belloc (Fili d’Aquilone, Roma, 2018). Membro della giuria del Premio Trilce 2018, Sydney, in collaborazione con l’Instituto Cervantes. Cofondatrice della web di scritture dal mondo www.lamacchinasognante.com, con la quale promuove iniziative letterarie e culturali in Italia e all’estero.

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