Ottobre (Armando Gentile)

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Ottobre, tra l’ocra e il magenta

Ombre dorate su tronchi e letargo e

Una pioggia di foglie cadenti

Su strade bordate del lusso dell’oro.

Forse ho smesso di osservare

Queste trecce di rami e foglie

E questi prati resistenti

Sì, l’ho fatto.

Ho scordato il viaggio e il vino

E la via per la campagna e rassegnato

All’inverno, imminente col suo manto

Sull’orizzonte, il taglio nero del tempo.

E a volte ho pianto, su spogli filari dell’esistenza

Ho scorto timide anime

E spiriti del racconto

Correre tra le foglie del castagno

Luogotenenti del sogno del bambino

Esegesi di un mondo sacro, della magia

Del sole all’imbrunire.

 

La clessidra del tempo e il sogno

Granello sulla soglia dell’infinito

Leggero soffio di vento

Accarezza il capo nelle notti di Ottobre, opulento

Pronto e grasso nel rovere invecchiato

Avaro, reticente sul soglio del camino

Tocchi di faggio e sacrificio alla pira

Il Demiurgo della terza stagione.

 

Torno indietro, a volte, prendo il respiro

Guardo questo mondo trasandato

Lucido di luci

di lastrici di metallo

di plastiche imbonitrici

Silenzioso come tomba, consolante sarcofago

E tutto è pronto all’oblio

al sonno

alla dimenticanza

Un sonno ove campeggiano scritte luminose

Promesse

Laddove essere cosa

Non spirito e calore

E dove è il gusto del denaro

e sangue

e ferocia

Dimentico della benevolenza dell’ocra e del magenta

Solo critico uomo sui due metri, attorno

Il resto è tenue e tremolante e ora lo vedo

Accattivato da colori sgargianti, cangianti

brillano come acciaio

Di catene, di gioghi trasparenti.

Ora non penso

Sono stanco e chino il capo

E accenno al rituale

Alla metamorfosi del penitente, scortato

Da vecchia visione e ricordi del fanciullo.

E mi addormento.

 

Per gentile concessione dell’autore LogoCC

 

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Armando Gentile, 3 settembre 1972, vivo a Zugo, vicino Zurigo Svizzera  sono un informatico e grafico pubblicitario. Ho scritto per alcune riviste di Lugano (Alice magazine, con cui ho pubblicato una serie di mini racconti di Max 2 pagine, su sfondo sociale; Lavori in corso, edizione mensile sempre su argomenti sociali – dir. Libero D’Agostino; e altre di carattere minore…). Ho partecipato a due edizioni di Poestate Lugano (2003, su invito di Armida De Marta, organizzatrice e premiato con ‘voci nell’ombra’, riconoscimento per il testo che ‘raccontava’ di forti disagi sociali. E nell’edizione del 2007). Ho scritto anche per un paio di giornali locali.

 

Foto in evidenza di Teri Allen Piccolo.

 

Riguardo il macchinista

Pina Piccolo

Pina Piccolo è una traduttrice, scrittrice e promotrice culturale che per la sua storia personale di emigrazioni e di lunghi periodi trascorsi in California e in Italia scrive sia in inglese che in italiano. Suoi lavori sono presenti in entrambe le lingue sia in riviste digitali che cartacee e in antologie. La sua raccolta di poesie “I canti dell’Interregno” è stata pubblicata nel 2018 da Lebeg. È direttrice della rivista digitale transnazionale The Dreaming Machine e una delle co-fondatrici e redattrici de La Macchina Sognante, per la quale è la cosiddetta macchinista -madre con funzioni di coordinamento. Potete trovare il suo blog personale digitando http://www.pinapiccolosblog.com

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