Note di lettura e selezione da Nulla caduco di Marco Incardona (Ensemble 2017) a cura di Bartolomeo Bellanova

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copertina nulla caduco

Il titolo chiarisce senza possibilità di equivoci uno dei principali fili conduttori della raccolta: il tema del tempus fugit, ripreso con accenni e intensità diversi, dell’illusione di fissare la bellezza e l’amore nell’esistenza umana. La vita è interpretata dall’autore come una battaglia epica e solitaria fatta di scontri, baruffe contro la mediocrità, la mercificazione dei sentimenti, il livellamento ai peggiori istinti e come spleen esistenziale nei momenti di stanca o di disillusione.

L’autore, in questo contesto, affida chiaramente alla parola un compito alto e decisivo:  “La parola deve essere affilata / in questi tempi di crisi amara,/ deve squarciare i veli velenosi / dell’indifferenza dei giorni oscuri. / […] / Perché la poesia muore / Se non uccide / L’ipocrisia.

 

 

Nella miseria più nera della mente,

Scaglio asce di guerra in rima sparsa,

In attesa di un vento macabro

Di zolfo

Che forzi il piano mellifluo

Dello sguardo.

Mi incateno agli angoli del ricordo

E agito un sonno gravido di lividi intatti.

Non ci sono porte di seta

Né troni nell’alto dei cieli.

Solo questa terra,

Terribile compagna

Che spezza le mie vertebre.

 

 

HARD TIMES

Indugio lacerato nel mio vuoto,

Il passo di solito è lieve solo

Per chi non teme la coscienza.

La voce dello spirito predica a vuoto

In questi tempi ardui e saturi di tutto.

Sarebbe inutile scompigliare le carte,

Invocando un terribile parapiglia

Liberatorio.

Quello che la mano vigile non ha

voluto trattenere,

Non affiorerà più da fonti nascoste,

E folle sarebbe sperare il contrario.

Nelle zone d’ombra che chiamiamo vita,

Uno sguardo di colpo ferisce,

Aprendo spazi che nessuno più cercava.

Chiamare Dio è una comoda banalità,

Quando né il martirio né l’ascesa,

Si attende più dal cuore.

Firenze-Moyo

28/07/2012

 

 

Mi aggrappo alle parole

Come a tanti salvagenti

Disseminati a caso

In un mare di tempesta.

Sono immense

Le onde che potrebbero

Inghiottirmi ad ogni istante,

Mentre spero,

Che una riva sconosciuta,

Sia visibile allo sguardo.

Me le stringo

Come fossero il cuscino,

Che di colpo mi spediva

In un mondo parallelo; allorché

Il prezzo delle cose

Era un gioco da bambino.

Le scaglio veloci le mie parole,

Come dardi acuminati,

Un arco stellare che imprime

Traiettorie insolite,

Conduce le mie azioni.

Le scrivo queste parole,

Facendone squarci

Che si conficcano decisi

Nella pelle al fine

Di sodomizzare le paure,

Di mettere in ridicolo

Le illusioni.

Certo che nulla può cambiare;

Forse che la mano sconosciuta

Che mi stringe al collo,

Mollerà la presa?

Paris 03/02/10

 

 

È solo illusione questo sole che prende spazi,

Che invade afferrandoti per mano.

È solo fumo questa bellezza fatta di case, chiese,

Monumenti e umani paesaggi.

Invece sono altre le domande da farsi

E altri i misteri da cercare, mentre

La dolcezza di una donna ti vorrebbe

Far sedere e contemplare.

Qualcosa che c’è prima e che ci sarà dopo,

Inafferrabile, eppure terribilmente presente.

Pare quasi sparire tra le bellezze italiane,

Quasi come a dileguarsi in un’orgia di promiscuità.

Ma le frasi sono brevi e le dolcezze durano

Come un battito di strali.

In un’ombra improvvisa si prefigura

L’indesiderato intruso che non perdona.

Perdere tempo, illudersi, sviarsi

In fondo, anche questo conta poco.

 

Giunti dal nulla

Al nulla torneremo

Gridano in molti

Quasi fossero al mercato

Affollato di fantasmi

Catapultati

Dal flusso strangolato

Eppur sempre famelico

Di vite da sventrare

Sarebbe bello

Sognare dell’eternità

Degli esseri in volo

Dare del tu agli astri

E prendere per mano

l’angoscia che scortica

Da tempo immemore

L’infinito

 

Il poeta avanza ogni volta,

Anche in un’epoca colma

Di desideri strozzati sul nascere

Come questa.

Non conosce impudiche paure,

Tra le mani, come sempre,

Ha un cesto gonfio di betulle,

Non salverà il mondo,

Non lo peggiorerà.

Saranno i giorni insolenti,

Ad emettere il loro responso

Funesto sul far della sera,

Quando sparuti operai

Annaspano a largo,

Quando il sogno antico

Che di nuovo si rinnova,

Sarà ucciso ancora una volta,

In un sacrificio rituale

Per bambole gonfiabili

E piene di brame inascoltate.

Non può fare del male il poeta,

La sua lingua lo conduce

Ove tutto e niente si danno la mano.

Scia di luce improvvisa,

Fragore che spesso uccide.

 

POESIA ANNO ZERO

Che la parola sia infine cattiva,

Terribile profeta dei tempi che

crollano,

Che distrugga i falsi incavi

Che danno rifugio all’egoismo.

La parola deve essere affilata

In questi tempi di crisi amara,

Deve squarciare i veli velenosi

Dell’indifferenza dei giorni oscuri.

Prepararsi alla guerra anche quando

Non viene dichiarata da nessuno,

È più importante di una vittoria di Pirro.

Perché la poesia muore

Se non uccide

L’ipocrisia.

 

Marco Incardona

Biografia:

Marco Incardona nasce a Vittoria (RG) nel 1978 da padre siciliano e madre campana; attualmente vive a Firenze , pubblicato dalla Nuova Rosa editrice (2011), è il suo esordio letterario. Finalista al premio il Forte con il racconto “Una voce tra le tombe”, ambientato a Castelfranco, vince il Quarto Premio con la piccola raccolta di poesie The Planets, ispirata all’omonimo poema sinfonico di Gustav Holst.  Per Ensemble ha curato, insieme a Edoardo Olmi, il volume Affluenti. Nuova poesia fiorentina (2016).

 

Immagine di copertina: Foto di Teri Allen Piccolo.

Riguardo il macchinista

Bartolomeo Bellanova

Bartolomeo Bellanova pubblica il primo romanzo La fuga e il risveglio (Albatros Il Filo) nel dicembre 2009 ed il secondo Ogni lacrima è degna (In.Edit) in aprile 2012. Nell’ambito della poesia ha pubblicato in diverse antologie tra cui Sotto il cielo di Lampedusa - Annegati da respingimento (Rayuela Ed. 2014) e nella successiva antologia Sotto il cielo di Lampedusa – Nessun uomo è un’isola (Rayuela Ed. 2015). Fa parte dei fondatori e dell’attuale redazione del contenitore online di scritture dal mondo www.lamacchinasognante.com. Nel settembre’2015 è stata pubblicata la raccolta poetica A perdicuore – Versi Scomposti e liberati (David and Matthaus). Ė uno dei quattro curatori dell’antologia Muovimenti – Segnali da un mondo viandante (Terre d’Ulivi Edizione – ottobre 2016), antologia di testi poetici incentrati sulle migrazioni. Nell’ottobre 2017 è stata pubblicata la silloge poetica Gocce insorgenti (Terre d’Ulivi Edizione), edizione contenente un progetto fotografico di Aldo Tomaino. Co-autore dell’antologia pubblicata a luglio 2018 dall’Associazione Versante Ripido di Bologna La pacchia è strafinita. A novembre 2018 ha pubblicato il romanzo breve La storia scartata (Terre d'Ulivi Edizione). È uno dei promotori del neonato Manifesto “Cantieri del pensiero libero” gruppo creato con l'obiettivo di contrastare l'impoverimento culturale e le diverse forme di discriminazione e violenza razziale che si stanno diffondendo nel Paese.

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