Nessun titolo è adatto
I
Sorridi e fai bene, ama e perdona,
e butta nel fiume i beni compiuti,
dicevano i nonni.
Niente ritorna dall’acqua.
Sarà stato condiviso tra chi ha poco o niente
ma se ritorna
Maratonomaco ti ha portato un ramo d’ulivo,
un segno di vittoria.
Chissà quanto ha sanguinato combattendo
da solo e indifeso…
E adesso, al ritorno, auspica solo un nido caloroso
il tuo bene compiuto
appoggia la testa sul tuo cuscino,
si distende nel tuo letto,
ha combattuto per essere utile agli altri,
ed ora è spossato
mentre si addormenta con i suoi resti
stretti al petto e il suo cuore trasparente
preparagli un decente funerale.
II.
Che le fiamme della candela r/esistano dentro inalterate.
Questo è ciò che auspico, ciò che credo per davvero,
alle partenze programmate in attesa,
alla prontezza briosa del destino di essere compiuto,
che perduri lo stesso il piano perfetto,
il disegno che attornia una folla di gente,
gente che si scambia del cibo, rinfresca la gola,
spolvera il cuore dalle mestizie.
M’incanta il sorriso bambino dell’adulto
che diventa lago e nutre la vita,
la vita che si espande e affonda
infilata nel suolo.
Mi chiama la brama di assaggiare un’altra sorte.
Essere un altro e provare stupore,
la dolce polpa di un cuore arguto,
il palmo della mano dove scivola
una parte dell’universo in sabbia
per via di un soffio
che giunge sempre
al momento giusto.
III.
La sera rincasa la gente, le cose. Due leonesse,
una donna corpulenta di Casablanca,
dieci occhi rossi, il fato sospeso sul capo del credente.
La ragazza in lutto per la perdita del criceto.
Recitò la preghiera del morto mentre lo seppelliva
sotto un albero di tiglio.
Rincasa il vecchio fermo al semaforo.
Angustiato infila una mano nella tasca,
e con il capo alzato verso dove cola la neve
auspica che diventi pioggia,
toccasana per il suo cuore torrido, poiché
desideroso di attraversare la strada
si è accorto di non poter camminare in fretta.
Teme di essere travolto,
spirare in mezzo ai frastuoni,
senza alcuna tenerezza, solitario.
Rincasano Herr arno, signor maurizio.
All’inverno con un ché di spasmo, come me.
Con una certa brama di calore
rintracciano i punti più illuminati delle stanze,
più battuti e riscaldati dal sole.
Rincasa persino chi casa non ne ha, alcuna,
rientra all’aperto, si sveglia all’aperto, ne esce all’aperto.
Rincasa di nuovo al crepuscolo
con un certo spasmo, con una certa brama di calore.
Come arno e maurizio in inverno, come me.
Rintracciano i bivacchi più illuminati dal sole,
più battuti e riscaldati della città.
Poiché scappati da inferni paralleli
sereni avvertono dai loro giacigli
il diluirsi delle luci.
Può darsi che, desti domani, cadremo lo stesso
nelle trappole della gente
che odia le cose limpide, ma
nel parco distante da casa,
con il criceto sotto terra, tuttora
l’albero di tiglio s’infiora.
Inediti, per gentile concessione dell’autrice.
Gentiana Minga, scrittrice, giornalista. Nata il 12 aprile 1971 nella città di Durazzo (Albania). Laureata in Letteratura e Lingua Albanese presso la Facoltà di Storia e Filologia dell’Università di Tirana.
Opere edite: –“Autopsia e shkatërrimit”(Autopsia del disastro), (racconti e novelle), (edizione Europa, Tirana, 1993);“Zonja e Shkodrës”(La signora di Scutari) ( poesie), (edizione Florimont, Tirana 2003), “Ciao mamma, un saluto da Bolzano”, Antologia poetica, Editore Terra d’Ulivi, 2017“.
E’ stata inserita in diverse antologie, tra qui: “Sotto cielo di Lampedusa II”, edizione Rayuela; “Muovimenti – segnali da un mondo viandante”– Antologia della e sulla migrazione – Editore Terre d’Ulivi ; “Donne combattive e solitarie”– reportage- “ Donne d’Albania- tra migrazione, tradizione e modernità”, edizione Com Nuovi Tempi ; Antologia “Matrilineari, Madri e figlie nella poesia italiana dagli anni Sessanta a oggi “, Edizione La vita felice ; Antologia “ Poesia Urgente per Giulio Regeni”, Edizione Rayuela, 2019 ; Rivista letteraria Lichtungen, 157-2019, Zeitschrift für Literatur, Kunst und Zeitkritik (Austria).
Le sue poesie sono state tradotte e pubblicate in lingua rumena e tedesca.
Immagine in evidenza: Dipinto di Dafinë Vitija, del 2017. le sue opere sono reperibili nella pagina Facebook Dafinë Artwork. Secondo Dafinë #ogni donna albanese è una dea#, in albanese “ Cdo grua shqipetare eshte hyjneshe”..