Nereggiare pallido e assorto … (Reginaldo Cerolini)

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Correva l’anno 2016 quando, mi sono dato un compito: osservare l’immaginario del nero in Italia. Per farlo ho usato gli unici punti di riferimento mediatico, che ho qui a Como dove risiedo da poco più di un anno: L’Espresso, Il Corriere della Sera, La Gazzetta dello Sport, Il Corriere di Como, La Provincia, la radio, qualche libro etc. .

Perché l’ho fatto? Al di là di motivi biografici, ora come non mai sono convinto che i neri siano al contempo una metafora e un paradigma epocale. Per metafora intendo asserire che la pelle negra e meticcia oggi giocano un ruolo chiave nelle idee comuni e politiche dei cittadini, un ruolo di tragica contemporaneità. Una tragedia, dai più, sensibilmente ignorata, perché di sensibilità umana qui si parla, non di mera informazione di cronaca. Mi riferisco ovviamente alle quotidiane tragedie delle guerre (comprese quelle etniche), della povertà, delle dittature, delle migrazioni, del terrorismo, delle violenze urbane e suburbane che chiaramente intaccano una scialba idea di benessere occidentale.

E sempre negri, meticci e migranti sono poi vivo esempio delle contraddizioni attuali e quindi sono sfacciatamente un paradigma, capace di mettere in discussione il marasma di quotidiano idealismo distopico in cui – ahi noi!- anneghiamo.

 

Quando mi diedi questo compito informale, non sapevo che proprio Como sarebbe stata, sul finire del 2017, il teatro simbolo della rappresentazione mediatica da me osservata.

Ho diviso questo saggio in due parti, la prima (da consegnare la sera del 31 dicembre) che giunge fino ad Ottobre dal titolo Cronache di gioia dentro la miseria , e la seconda da consegnare non più tardi dei primi di Gennaio dal titolo Prodromi di una Apocalisse colorata.

 

Una premessa doverosa a questo saggio critico, riguarda il sistema di selezione. Non si tratta di un sistematico catalogo, né ha la pretesa di esserlo.

Si tratta però di una catalogazione piuttosto costante, senza intenti metodici o scientifici. La selezione è avvenuta durante diverse mattine della settimana. Con forbici alla mano ho ritagliato tutto ciò che mi sembrava utile. Ne è subito sorto un problema di classificazione; ci sono infatti tante categorie dietro l’immaginario negro, meticcio e migrante, che passano attraverso la Cronaca, l’Attualità, la Moda, le Curiosità, la Cultura, Lifestyle, la Musica, lo Sport, gli Eventi, la Storia, la Politica, le questioni Razziali etc. … . In questo modo, sia il punto di vista particolareggiato ( e ridotto), sia l’importanza e la valenza dei temi tratti sono stati messi insieme in un bricolage organico, che rispetta i mesi ma non certo il valore. La moda ad esempio è problematica in questa rappresentazione perchè propone un modello ideale di esotismo addomesticato, che rappresenta certamente una parità mediatica, al meno sul concetto di canone di bellezza e giovinezza, ma non è certo una posizione di sostanziale rilievo rispetto alle tematiche della politica delle migrazioni. Ma come il sistema di bricolage, anche la mia analisi assembla con attenta casualità la somma dei pezzi che l’immaginario riflette. Si tratta insomma di una sensibilità critica verso la contemporanità, attraverso una chiave di lettura antropologica, in ultimo un auspicio di studi critici su quanto viviamo, volendo che siano argomenti buoni da pensare!

 

 

Parte Prima – CRONACHE DI GIOIA DENTRO LA MISERIA

 

 

  Spore di un lungo anno

 

Gli anni, come i fatti umani, si caratterizzano per eccedenze e così guardare al 2017 significa retrocedere di qualche mese nella risacca che prepara – idealmente – l’anno nuovo (l’allora 2017).

Per il nostro viaggio a ritroso, torniamo a Le lacrime dei poveri, foto del 1959 scattata da Carlo Bentivoglio in Congo e riproposta come copertina di La Lettura (da ora L.L Cs) del Corriere della Sera (da ora Cs). È una foto che mostra dei bambini con le mani aperte, le bocche dischiuse e gli occhi dilatati, mentre domandano cibo. Anticipazione e sintesi del 2017 da un punto di vista europeo. Il 2017 della UE infatti, insieme alle migrazioni, scopre la povertà. Se da una parte l’immagine di negri e meticci dilaga, dall’altra Obama passa – simbolicamente – il testimone alla Germania europeista di Angela Merkel (2016-27 nov. Bernardo Valli – L’ Espresso, da ora L’E) e avremmo voluto davvero che questo potente atto formale – negato al temibile Trump- fosse di buono auspicio verso i migranti del mondo. In suolo Italiano, per fortuna, a Milano, un bel gesto lo fanno 50 famiglie che rispondendo ad una proposta comunale, ospitano in casa i migranti ( 2016-3 dic. Maria Grazia Ligato, Io Donna da ora ID). Interessante, la posizione di Aldo Cazzullo (2016-9 dic. Aldo Cazzullo- Sette per Corriere della sera da ora SCs), che passeggiando per le vie di Milano fa un mini-memoriale del degrado straniero – per la verità migranti occasionali di rango- notando come la legge e il pudore italiano siano oltraggiati. Forse perché a differenza dei viaggiatori stranieri, i migranti non hanno da tempo niente di esotico che possa destare un pur superficiale interesse e così, Improvvisamente l’estate scorsa, dramma di T. Williams in scena a Milano (2016-17 dic. Laura Lingarini, Cs) si mostra come un’infausta annunciazione della tempesta, e non ci consola in tono nostalgico-poetico che L’Avana è fatta di spume (2016-17 dic. Beppe Severgnini, L’E), perché per negri, ex-europei-coloni, migranti e meticci – sia per i vivi che per i morti- rimane solo in bocca un sapore di sale.

Certo potrebbe consolare la visita dell’ambasciatrice Samantha Power in Camerun ( 2016- Cs), se lì non si giungesse che per testimoniare la miseria e la povertà dell’Africa.

Insomma questi venti, forti e freddi sul volto del nostro esacerbato idealismo, ci fanno desti, consapevoli che l’Italia – brava gente- non è il mondo ed a scaramucce da quarta pagina, come la minaccia di morte di Forza Nuova al rapper Bello Figo colpevole, oltre di essere negro, di cantare causticamente Io non pago afito, si risponde vilmente – e senza tenere conto delle conseguenze- con la soppressione comunale dei suoi spettacoli (2016-27 dic. Sabrina Pinardi, Cs).

Sarà forse per questo, nonostante i flussi migratori incipienti, che 100 profughi al giorno lasciano Milano (2016-28 dic. Gianni Santucci,Cs) come altre città?!

 

A questo punto quale potesse essere il problema del 2017 in Italia, è chiaro, è una questione di colore. Un colore nero e denso batte sulle coste europee, pretendendo di fondersi col bianco disperato e disperante, che sia un Nereggiar pallido e assorto presso un rovente confine distorto…

 

    GENNAIO

 

In un anonima casa di Chicago, un ragazzo con disabilità mentali, viene torturato e ripreso da 4 ragazzi afro-americani, che storditi da droghe e dall’alcool articolano illimitatamente la violenza (6 gen. Sara Gandolfi, Cs). Inneggiano confusamente al Black Lives Matter e contro Trump. Questo il risveglio dell’anno: una feroce violenza. Le immagini, che sconvolgono l’America fanno il giro del mondo anticipando le tensioni razziali del 2017.

 

Verrebbe da fermarsi prima ancora di partire, verrebbe voglia di ripartire da qualche altra parte, verrebbe voglia di rinascere o di proiettarsi, da un ventre negro, in un futuro-cyborg tipo Syzygy dell’anglo-libanese Lina Iris Viktor (15 gen. Sabina Minardi, L’E), dove dare spazio al respiro. Magari in una New York Utopica, (7 gen. Costanza Rizzacasa d’Orsogna, Cs) come metafora e simbolo del mondo, dove sentire le vive note di James Brown in un notturno di Harlem, passando davanti al teatro Apollo (6 Gen. Sette da SCs), oppure – teletrasporto !-, camminando per le vie di Firenze se si vuole vedere del meticciato coreano, sotto lo stile Jang (7 gen. Enrica Roddolo, Cs), fare sì che nella superficie di volti ed abiti, alberghino idea di bellezza umana che trascenda l’eccesso di vanità della moda ed i pregiudizi estetico-razziali. Ma se i barconi affondano e continuano anonimamente ad affondare servirà almeno entrare in Prefettura, ad Agrigento, per protestare contro la morte di Alì (38 anni) nel rogo di un capannone (15 gen. Felice Cavallaro, Cs), fare lo stesso a Cona dove un ivoriano muore nella doccia (3 gen. Andrea Priante e Davide Tamiello, Cs) o alzare la propria sardonica voce di rapper afro-futurista, senza essere minacciati da simpatizzanti e membri di Forza Nuova, come accade all’italo-ghanese Bello Figo! (15 gen. Alessandro Fulloni, Cs)?! Oppure, dobbiamo accontentarci di vedere il buono di migranti, negri e meticci solo quando in qualità di profughi trasformano le terre incolte in orti solidali (8 gen. Paolo Foschini, Cs)!?.

Gennaio ci insegna che possiamo scegliere, in piena moda haters, di accanirci via web, su Miss Helsinki, alias Sephora Ikalaba, paragonandola ad una scimmia. Possiamo sorridere il buono, pensando ai luoghi sequestrati alla mafia e ri(conquistati) dove tra zona Lambrate e Piola, i negri e il meticciato si impegnano come manutentori di biciclette ed assistenza agli anziani (8 gen. Marta Ghezzi, Cs), mentre invece il capo dei vigili urbani di Biassono sceglie di postare su Facebook la sua foto vestito da SS, accompagnandola con il motto “Se ripristinassimo le SS, risolveremmo tanti problemi” (8 gen. Marco Malogni, Cs), forse riferendosi al problema dei migranti, incapace di vedere che l’Africa, anche quella che arriva qui, ha ormai un volto di donna come quella della petroliera e rampolla angolana Isabel Dos Santos e Nkosazana Dlamini-Zuma, questa favorita alla poltrona sudafricana che fu di Mandela (9 gen. Michele Farina, Cs), quindi si può sperare che questo segno di differenza e sottomissione secolare abbia rafforzato il loro senso di inclusione piuttosto che di epurazione. D’altra parte, non deve pensarla così il guerrigliero colombiano Hector Arboleda Albeidis Buitrago, finto infermiere colpevole di aver costretto decine di guerrigliere all’aborto ed estradato a Madrid (29 gen. Monica Ricci Sargentini, Cs). Parlando di venti di Forza Nuova e simpatizzanti Nazi-Fascisti, chissà cosa farebbero agli autori del “Coming out di gruppo per i calciatori gay”, come propone il numero 1 della Federazione inglese, Clark, ricordando la tragica vicenda di Justin Fashanu, che fu il primo calciatore – tra l’altro afro-Inglese a fare coming out (10 gen. Gaia Piccardi, Cs). No, meglio asserragliarsi sulla porta dell’Italia e dell’Europa, come mostra Giannelli con la sua umoristica vignetta, dove i membri europei fanno barriera al calcio di uno sbrindellato migrante che tenta il rigore. La stessa Europa e la stessa Italia che organizzano il prossimo G7 e ONU (3 gen. Marco Galluzzo): dove l’Italia svetta nel podio della diplomazia internazionale. È concesso sperare, perché invece tra confini e sbarre la violenza dilaga, il furore cresce come mostrano i fatti della mattanza meticcia nella prigione di Manaus – 60 morti- (3 gen. Sara Gandolfi, Cs) in Brasile. E mica si combatte per diritti, per dignità o magari riabilitazione e poi ripristino di libertà, no! Come capponi, come servi delle proprie idee si combatte per fazioni mafiose di narcotraffico. Davanti a tutto questo dolore chi o cosa ci consola se non la memoria, come ha fatto Daniella Zalcman, chiudendo un secolo di genocidio culturale, in Canada, per i nativi indiani, con un’indagine Signs of Your Identity: tracce della tua identità (27 gen. Chiara Mariani, SCs).

Tra italo-europei accoglienti-brava-gente e stranieri ladri-assassini-pezzenti, c’è una terza via (29 gen. Gianfrancesco Turano, L’E), chissà che non sia il volto liberal socialdemocratico del nuovo presidente del Ghana, Nana Akufo-Addo (29 gen. L’E). Intanto lasciamoci cullare dall’evasione dello sport dove, lo sappiamo, il nero è di casa, e per una volta uno scontro è segno di lealtà, come ci hanno abituato le sorelle Williams: Serena e Venus (29 gen. Gaia Piccardi, Cs).

 

 

   FEBBRAIO

 

Se l’Africa è, in generale, il continente misto per eccellenza, e la Corea del Nord lo stato più chiuso al mondo, della classifica multietnica, è la Papua Nuova Guinea con le sue 839 lingue parlate a sorprendere, al secondo posto la Tanzania con le sue 125 etnie (17 feb. Fabrizio Guglielmini, Cs). L’Italia è al 159° posto, anche se con ironia verrebbe da dire in questi anni di migrazione che qualche lingua in più di transito la si parla… è che queste lingue non sono invitate a fermarsi e quindi ad attecchire per arricchire lo stivale.

Febbraio ci da sostanza ed anche se non siamo fatti della stesso sostanza dei film, è però bellissimo sognare il mondo che verrà. Sognare non significa affatto dimenticare, ce lo ricordano le poesie di Nimrod, che evocano la guerra e il sangue del Ciad, perché è per lui impossibile dimenticare “l’oceano di savana, di sabbia e di cielo” (5 feb. Angela Urbano, Cs), così come è impossibile cambiare rotta, come mostra l’inchiesta Unicef ( 19 feb. Fabrizio Gatti, Pio d’Emilia, Francesca Mannocchi, Ignazio Marino, Gigi Riva, Wole Soyinka con Caterina Bovicini, L’E), e così l’Europa è più negra e più gialla, più meticcia e con problematiche internazionali legate a “La guerra dei tre mondi” possidenti-consumatori-esclusi (19 feb. Marc Augé, L’E).

Come avevamo annunciato, il 2017, è l’anno della scoperta dei poveri e degli ingenti spostamenti geografici (19 feb. Paola Pilati, L’E). In Italia, è l’ironia televisiva di un testimone come Pif – antropologo dell’assurdo,- capace di guardare ai mutamenti nazionali con curiosità a mostrarcelo (20 feb. Aldo Grasso, Cs); nella moda, che si era annunciata già nel 2016 come l’anno dell’intercultura e della fusione cromatica, la visionarietà interetnica e gender di Gucci e della sua campagna Rapsodia Romana (Febbraio, CS), ci mostra frammenti pop-iconoclastici del mondo che verrà o meglio del mondo postmoderno reinterpretato con chicheria.

Quando si tratta di dare materia ai sogni ed ai desideri bisogna essere audaci, perchè la realtà agisce, come a Ventimiglia, dove i profughi tentano di superare il blocco francese e dove un migrante è stato travolto da un treno sulla linea ferroviaria (6 feb. Marco Imarisio, Cs). La realtà agisce intanto tra la rimozione di un presidente schiavista John C. Calhoun a cui era intitolata l’università di Yale, in favore della scienziata ed informatica Grace Hopper (13 feb. Matteo Persivale, Cs) e bisogna rimboccarsi le maniche, magari nel programma televisivo Masterchef, come hanno fatto le ex-first ladies Michelle Obama, Samantha Cameron (13 feb. Paola De Carolis, Cs) e prepararsi, perchè la realtà si presenta anche con l’addio e il saluto a una negra voce della storia umana come Al Jarreau – sette Grammy- (13 feb. Stefano Landi, Cs).

La casa Sisley, nella sua campagna #performanceart interpreta la realtà contemporanea con un rombo di circa 40 persone meticce (17 feb. Cs) che indossano i suoi abiti dai colori che spaziano dal verde, al blu passando per il marrone ed il nero; l’immagine sembra fare eco all’accordo Italia-Tunisia, dove verranno accolti, provenienti dalla Libia, 200 migranti al mese. I migranti – persone reali – un centinaio, seduti anziché in piedi come i modelli, affollano un grosso gommone, per lo più vestiti di colori scuri, volti tesi e neri occhi di fiera speranza (17 feb. Federico Fubini, Cs).

La realtà può presentarsi anche come la protesta anti Trump davanti al Senato a Washington, capeggiata dalla senatrice democratica Elizabeth Warren (17 feb. Massio Gaggi, Cs), oppure con i sogni d’Oscar senza barriere come auspica l’attrice Viola Davis stringendo il premio Bafta, mentre papabili di Oscar sfilano una serie di film e volti negri di tutto rispetto, come Denzel Washington Fences, Ruth Negga Loving, Barry Jenkins Moonlight, Octavia Spencer Il diritto di contare, Maeshala Ali Moonlight, Naomie Harris Moonlight, John Legend cantante e compositore del Jazz di La la Land (17 feb. Giovqanna Grassi, Cs). Ma la realtà invece, si presenta come il rogo delle palme nel Duomo di Milano, simbolo troppo orientale ed esotico per piacere a qualche italiano integralista (21 feb. Paola D’Amico, Cs), e allora memori del capitano dei vigili filo-nazista (qui a Gennaio), mostrare un interno di famiglia con nazisti dall’opera Prima della pensione di Bernhard, con regia di Elena Bucci e Marco Sgrosso, non è così fuori luogo (21 feb. Claudia Cannella, Cs). La realtà si mostra con la dichiarazione di Macron, in visita in Algeria, che ammette che il colonialismo sia stato un “crimine contro l’umanità”, mostrando come l’ambiguità politica possa essere d’uso strumentale (17 feb. Stefano Montefiori, Cs). Il sogno si presenta con più leggerezza, e come anticipazione di primavera con le due veneri Bionda&Nera – Martha Hunt & Jasmine Tookes – in abiti floreali Liu.Jo per la campagna #strongtogether (17 feb. Cs). E se col sogno ci leghiamo a una tipica storia americana di successo, dove Magic Johnson, decide di salvare i Lakers, ricordando il suo impegno politico verso il multiculturalismo dell’America Hillaryana (27 feb. Giuseppe Sarcina, Cs), ci sembra che la Storia, tutta la Storia, al di là di interpretazioni non possa essere negata, come ci ricorda il monito del museo della Shoah nella controversa polemica “Apartheid in Israele” (17 feb. Paolo Salom, Cs) e allora ricordare con I fantasmi dell’impero – romanzo storico- o con la critica storica gli atti di Graziani che, in Etiopia massacrò i monaci autoctoni (18 feb. Gian Antonio Stella, Cs) è buon gesto di umanità. In fine il sogno ci consegna alla storica notte degli Oscar, dove le emozioni – finalmente – non hanno appartenenza e la vittoria di 6 statuette per Moonlight é buono da pensare e da immaginare (27 Feb. Francesco Piccolo- Giovanna Grassi, Cs).

 

Questo Febbraio che si chiude con il supersportivo e star Hamilton (25 feb. Luigi Perna, La Gazzetta dello Sport, da ora LGDS), che sorride come solo i giovani sanno fare e che ha la leggerezza di un principe fanciullo, un principe mulatto è affascinato dal mondo della moda e dello spettacolo- la foto con Giorgio Armani è memorabile-, ci ricorda che c’è un tempo per tutto, uno per la realtà, uno per sognare e un tempo in cui le feste – anche le più grandi- finiscono, come finisce in sobrietà ed austerità il Carnevale meticcio del Brasile (21 feb, Sara Gandolfi, Cs). E mentre un vento caldo, come lo Scirocco, sembra alzarsi in questo caldo Febbraio di Harraga, foto reportage del giornalista Giulio Piscitelli, presente a Milano nella Fondazione Forma per la Fotografia, una negra, dalla rossa terra di Marte, per la campagna di Colmar, (27 Feb. Cs) con volto dolce e quasi alieno, con lisci capelli, ed un neo elegantissimo sotto gli occhi aperti come l’orizzonte, ci ricorda che siamo pur sempre in una proiezione punk ideale, utopica o distopica di mondi possibili.

 

  MARZO

 

Che si tratti di un viaggio metaforico o reale, le 60 opere cinematografiche della ventisettesima edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina sono il tratto distintivo dell’evento milanese (12 mar. Cristiana Gattoni, SCs), viaggi che mettono in relazione ed in discussione le vite, come accade a quattro naufraghi che approdando su un isola sono obbligati a scambiarsi i ruoli di padroni e servi, prima di poter tornare redenti da rancore ed arroganza nel mondo, è il tema di L’isola degli schiavi opera di Marivaux, per la regia di Ferdinando Ceriani, all’Eliseo di Roma (23 mar. Cs), per il resto Marzo ci consola con la pubblicazione di On Human Nature: Sulla Natura Umana del saggista e filosofo inglese Roger Scruton ( 19 mar. Marco del Corona, Cs), che rispondendo alla domanda del giornalista “…che cosa pensa di Donald Trump, dell’impatto che avrà sulle società dell’Occidente, della Brexit?” risponde … “Trump è un prodotto dei social media che gli hanno consentito di raggiungere coloro che si sentivano abbandonati dalla classe politica. Sono le stesse persone alle quali, nel voto sulla Brexit, è stata data la possibilità di far conoscere i propri sentimenti. Tutt’e due i casi sono rivelati dagli shock politici per l’élite politica. Ma il problema è l’élite politica non la gente. … “. La cronaca ricorda “gli stranieri padroni del mercato” dell’Hascisc (23 mar. Gianni Santucci, Cs), i due assassini romeni, colpevoli di aver soffocato, nel 2014, l’anziana Anna Di Vita, ( 23 mar. Luigi Ferrarella, Cs), e l’intervista al pusher filippino di Shaboo (23 mar. Andrea Galli, Cs).

 

 

     APRILE

 

Sullo sfondo dei tetti di Istanbul, si staglia in un volo acrobatico da giocatore di basket Marcus Slaughter. Le gambe flesse nel balzo aereo. Indossa una tenuta sportiva di colore blu, con accese scarpe arancione da cui si staglia verde acqua il marchio – NIKE. La maglietta appena sollevata sul basso ventre evidenzia, nei pochi centimetri che concede allo sguardo, una tonicità scattante e maschia, mentre le mani decise portano in volo più in alto della testa rasata la palla (15 apr. Sport Week, da ora SW). Chissà che questa dello sport, redenzione e stereotipo non sia l’unico status concesso all’immaginario negro e meticcio di imperversare. Così si inneggia al ritorno del ghanese Donsah, su cui il Bologna ha investito e da cui vuole, ovviamente ottime prestazioni (1 apr. Luca Aquino, LGDS), e si sogna di diventare “star” del pallone come il brasiliano Joao Pedro, nell’intervista concessa (1 Aprile, Francesco Velluzzi, LGDS) dove sogna di raggiungere ed eguagliare Neymar. Oggi che nello sport essere negri e meticci è uno status basico, più che l’eccezione, per vincere e con lo sport ricordare le battaglie di dignità umana, come Jackie Robinson (15 apr. Massimo Lopes Pegna, SW) il giocatore di baseball onorato dall’MIb e che rivoluzionò l’immaginario sui negri. Qualsiasi sia l’intensità del nero e del meticciato “Mille (diaboliche) sfumature di nero”, sono forse preferibili al grigio, per dirla con la Dandini (29 apr. Serena Dandini, Io Donna da ora ID) o forse al verde che Zoe Saldana-Gamora deve indossare per la serie filmica di Guardiani della Galassia (29 apr. Alessandra Venezia, ID), mentre, lei che ha una famiglia interetnica dice “Voglio che i mie figli, tutti di colore, non si sentano inferiori e sappiano che l’America è fortunata ad averli”. Noi con lei speriamo, mentre osserviamo Diaspora a Venezia un quadro che espone gli artisti emergenti delle minoranze africane e asiatiche, con i caldi temi quali Brexit, migrazioni, pacifismo, terrorismo, il muro in Messico, la Siria (21 apr. Francesca Pini, SCs) e intanto scesi, dal volo di Marcus Slaughter proviamo ad entrare nella testa del giocatore di basket Lebron, Il prescelto (15 apr. Davide Chinaletto, SW)

 

 

 

    MAGGIO

 

Quanto vale la testa di un negro? Dipende se è anonima e Untitled:senza titolo, fatta da un prodigioso ragazzaccio, negro per l’appunto, come J. M. Basquiat: allora vale 60 milioni di dollari. Questo stabiliscono impressionisti e moderni a New York (15 mag. Paolo Manazza, L’Economia Corriere della Sera, da ora L’ECs). Prezzo rivoluzionario, come il quadro Where is the Revolution (9×15) di Gérard Rancinan esposto in Campo Santo Stefano (Venezia), che espone un’umanità -multietnica- alla deriva. Mentre a Villa Noailles di Hyères, nel sud della Francia, un ragazzo negro ed un ragazza bianca, vestono le capsule di Petit Bateau, disegnate dallo stilista giapponese Wataru Tominaga, anche se quest’anno la vincitrice svizzera Vanessa Schindler, col gusto della provocazione, propone materiali poco nobili, di scarto come il poliuretano, quasi a suggerire che sensibilità estetica e praticità possono nascere dal basso (12 mag. Chiara Mariani, SCs). Se questo può far storcere il naso a qualche buon pensante (esistono ancora?), è solo perché non hanno mai indovinato chi avrebbe portato a cena la loro figlia o il loro figlioletto, e così la serata è finita in sferzante horror come l’originale remake Scappa-Get Out del regista Jordan Peele che fa il verso a Indovina chi viene a cena (16 mag. Mereghetti, Cs). E se per caso l’invitata negra, figlia di un militare, nata a Napoli finisse col diventare Miss America, come è successo a Kara McCullough, non stupitevi se è anche una scienziata (16 mag. Giuseppe Sarcina, Cs). Del resto Grace Hopper (riferimento qui a Febbraio) docet. Nel caso l’invitato, fosse invece un maschietto, c’è il rischio che si tratti di un Hacker geniale (sic!) come il ventiduenne britannico Marcus Hutchins (16 mag. Marta Serafini, Cs). Però se vi capitasse a cena un migrante, un negro, un meticcio, un orientale sareste capaci di fargli le domande scomode? Come il conduttore Giacomo Mazzariol con la sua trasmissione di Real Time, Cose da non chiedere!? (23 mag. Aldo Grasso, Cs). Oppure fareste come Gaetano Casati,- siamo in tardo Ottocento- che visse 10 anni in Africa, e che portò a cena, per poi restare, la negrissima figlia adottiva Amina! (15 mag. Leila Codecasa e Riccardo Rosa, Cs)?! A guardare Amina nelle sue bianche vesti celesti, viene facile il paragone con l’immagine del giovane negro, addomesticato in vesti classiche, della irriverente campagna Gucci: Rapsodia Romana.

Mentre siete a tavola, nelle piazze italiane si accendono gli animi, tra retate in piazza Duca D’Aosta da parte della polizia, la protesta anti-Minniti dei centri sociali a piazza Meda, mentre dentro ai palazzi, Pisapia firma la proposta inclusiva d’iniziativa popolare Ero straniero (11 mag. Pierpaolo Lio, Cs) e a piazza S. Marco, nell’Aula Magna Università Card. Giovanni Colombo, si guarda all’Oriente attraverso le fotografie delle spedizioni in Tibet di Giuseppe Tucci (11 mag. CS). Così fra appelli sul degrado di Milano e la marcia indetta a Milano per l’accoglienza, i toni si alzano (19. mag. Andrea Senesi, Cs).

 

Arriva lenta con sguardi d’oriente, pelli ambrate, carrozzine con bimbi bianchi, biondissimi, bambini mulatti, anziani con grigi capelli, palloncini colorati, donne velate, ragazze sbracciate con ricci e folti capelli, lunghi lisci capelli; è cosi che arriva la folla di 100.000 persone in marcia per i migranti , con le presenze del sindaco Beppe Sala, Majorino, Emma Bonino, Gino Strada, Pietro Grasso, Pier Luigi Bersani, Carlo Petrini, Moni Ovadia, Massimo D’Alema, Maurizio Martina, Cécile Kyenge, le associazioni Acli, Caritas, Arci e Legambiente, Anpi, City Angels, Sentinelli e Manitese, ma non manca chi protesta come il leghista Salvini (21 mag. Paola D’Amico – Pierpaolo Lio- Elisabetta Resaspina- Elisabetta Soglio- Daria Gorodisky- Giuzzi, Cs). Solo due giorni dopo incominciano, nuovamente le polemiche tra comuni, migranti e associazioni pro migranti contro le proteste violente dell’ultra destra #noinvasion, che giungono scelleratamente a minacciare di morte il sindaco Monica Chittò (23 mag., Maurizio Giannattasio, Cs).

Insomma, se non si indovina chi viene a cena o quanto vale l’anonima testa di un negro, la realtà diventa apocalittica. Potrebbe capitare invece di avere a cena lo scrittore italo-angolano Antonio Dikele che sogna, avendo aperto un’ etichetta indipendente di vestiti e una discografica, senza falsa ipocrisia e come ogni persona che viene dalla povertà, di “diventare ricco”, ma riconosce anche che ” Il dolore è l’unica cosa veramente nostra, che ci appartiene” e questo uno scrittore non può scordarlo, deve scriverlo (21 mag. Alessandra Coppola, Cs). Può darsi non basti questo, per quel pasto indigesto con uno sconosciuto alla propria tavola, portato chissà dai propri figli. Meglio allora, per digerire, una serata a teatro allo Strehler di Milano, per un opera del drammaturgo americano Tennesse Williams Improvvisamente, l’estate scorsa -in francese ma sottotitolato- dove, a New Orleans un negro elegante si muove nel parco selvaggio di una vecchia villa vittoriana- con una bionda che ricorda Alice nel paese delle meraviglie, quasi a scandagliare l’inconscio è l’orrore di un dramma ( 11 mag., Claudia Canella, Cs). No è meglio una tranquilla serata all’Elfo Puccini dove ammirare la coreografia di Alonzo King con un ballerino negro ed una bianca (sic!). Forse, conviene restare a casa e godervi il banchetto, che anche Maggio – coraggio!- passerà.

 

 

    GIUGNO

 

Come l’uomo quando inspira, il mare tende a ritirarsi, a creare in quel sospiro a ritroso uno iato incolmabile tra il niente e l’accadere, così le onde del mare si ritirano a giugno quasi chiedendo una tregua, un’attesa, un poco di speranza accesa, e questa viene col volto del bambino Kelvin, travolto dalla folla in piazza s. Carlo (Torino) durante la finale della Champions Juventus-Real Madrid, e ricoverato all’ospedale Regina Margherita, che riceve dall’Argentina una telefonata dal suo idolo Dybala (13 giu. Cs). La tregua arriva, col presidente della Fondazione Crt/Teatro dell’Arte, Severino Salvemini, che punta ad un pubblico internazionale e propone il coraggio in scena con Timeloss, del regista Amir Reza Koohestani, sul valore del tempo (17 giu. Annachiara Sacchi – Franco Cordelli Cs). La tregua arriva anche con l’originale protesta del tedesco Roland Sidler “scroccone seriale” che siede nei bar e ristoranti di Firenze e poi, semplicemente si alza e se ne va senza punto pagare (13 giu. Marco Gasparetti, Cs). L’attesa arriva con il poeta vietnamita-americano Ocean Vuong, tradotto da La nave di Teseo con Cielo notturno con fori d’uscita che reinventa l’americano unendo una descrizione intima ed erotica alla critica politica di chi guarda al mondo (28 Giugno, Chiara Spaziani, Cs). L’attesa arriva con la sconvolgente scoperta che l’Homo Sapiens viene dal Marocco (8 giu. Giovanni Caprara, Cs) mentre, la speranza arriva con il monaco benedettino Padre Columba Stewart, che salva, digitalizzandoli e tenendone una copia, antichi testi perché non vengano distrutti dall’Isis (17 giu. Matteo Fagotto, ID) e arriva la speranza con la scelta del Dottore Pietro Bartolo, che apre la Milanesiana ( edizione XVIII) a tema Paura e desiderio, raccontando di come abbia scelto di offrire il suo lavoro a Lampedusa (23 Giugno, Alessandro Beretta, Cs).

 

 

LUGLIO

 

Il valzer di Luglio, sembra un rituale che si ripete da anni, quest’anno però inizia con Donald Trump, che annoiato, ed in senso polemico-mediatico di uomo di mondo, abbandona il tavolo del G20 proprio quando si discute della questione migranti ( 9 lug. Paolo Valentino, Cs). Che importa a Trump se fuori, nel mondo, la missione Triton (16 lug. M. Ser., Cs), a seguito di Mare Nostrum, espone l’Italia ed i paesi europei a soluzioni difficili di regolamentazione della tratta, cioè a dire la salvezza di vite umane (10 lug, Fiorenza Sarzanini, Cs), che importa a Trump se la decisione del Senato, sempre italiano, debba posticipare la questione Ius Soli (10 lug. D.Mart., Cs), o se in Sicilia i piccoli comuni si fanno guerra perché non vogliono migranti, e in Puglia “due navi militari di Gran Bretagna e Germania, scarichino rispettivamente 640 e 923” migranti disperati, raccolti a ridosso della Libia “su un barcone in avaria” (16 lug. Felice Cavallaro, Cs), che importa a Trump se a Ventimiglia, la piccola Calais, si deve arrende per mancanza di volontari e aumento di migrazione (16 lug. Marco Imarisio, Cs), che importa a Trump se il quadro europeo e nord africano si chiude, tra il deserto chiuso da Mohamed VI, se in Marocco i porti di Francia, Olanda, Spagna, Belgio (ques’ultimo con la trovata della Relocation) vengono sbarrati contro la richiesta del governo Gentiloni, se in Irlanda si stabilisce l’accordo capestro, se ad Erdogan vengono stanziati 6 miliardi, per chiudere la rotta balcanica, e allo stesso modo Repubblica Cieca, Ungheria, Slovacchia e Polonia, pur assorbendo i fondi Ue, rifiutano duramente i migranti,(16 lug. Goffredo Buccini, Cs). Tanto c’è sua figlia a rappresentarlo, e a prendere gli scatti di un G20 imbarazzante. Del resto l’Europa ha un’unica scelta, favorire nuove politiche per l’Africa come suggerisce Stefano Passigli, con dati Onu sulla carta (19 lug. Stefano Passigli, Cs). Davvero? Insomma note amare di un motivetto che abbiamo già sentito, dove fare il bene dell’uomo è diverso dal ben del cittadino, per cui le questioni sembrano sempre insolubili e di una complessità inarrivabile. Sempre la stessa musica! Meglio puntare allora sulle note del compositore Philip Glass- americano figlio di immigrati ucraini-, al Festival di Ravello (11. lug. Valerio Cappelli, Cs), o il duetto di Gué con El Micha, perché se abbiamo per caso creduto di aver bisogno di un Milionario come Trump per salvare il mondo, abbiamo almeno capito sotto gli strappi del Rap che forse serve più un Gentleman (11 lug. Andra Laffranchi). Chissà.

 

 

     AGOSTO

 

A Misurata (Libia), grazie al Movimento Internazionale della Croce Rossa, 28 bambini e ragazzi orfani dei combattenti dell’Isis sono curati (5 ago. Cs). Pio, il protagonista rom, del nuovo film di Jonas Carpignano A Ciambra cerca la sua identità tra immigrati, “gadgji” e ‘ndrangheta (26 ago. Paola Piacenza). A Pistoia è polemica l’idea che un prete porti i migranti in piscina (26 ago, LGDS), a Milano Keita Balde, lascia l’Inter per andare al Monaco ( 30 ago. Cs). A Notting Hill il selfie di una famiglia meticcia sporcata da colori ad acqua, retroscattata dal fotografo Leo Neal, fa il giro del mondo (28 ago. Marco Gillo, Cs). Siamo ad Agosto e gli estremi di una società internazionale in discussione hanno tratti accesi di emotività, rabbia e paure. Ogni fatto ha il suo peso, la sua simbologia e debita ripercussione identitaria, e così Neymar Mr. 500 milioni, meticcio brasiliano che incanta il mondo col suo pallone, il suo sorriso (5 ago. Elisabetta Rosaspina, Cs) e il suo abbraccio sportivo a Edison Cavani (26 ago. LGDS) si unisce ai successi di Mo Farah e Bolt- non proprio splendido-, nella corsa esplosiva, gioiosa (5 ago. Gaia Piccardi, Cs), così come al sorriso di SuperMario (Balotelli) che sembra essere tornato in forma (5 ago. Alessandro Pasini, Cs). Fa paura invece, in Agosto sapere che a corso Como, sui Navigli, una micro-criminalità negra domini lo spaccio e le situazioni di furti e di violenze (5 ago. Cesare Giuzzi, Cs), fa paura a Monza la presenza degli accattoni (in buon parte meticci) (5 ago. Riccaro Rosa, Cs), e paura fa il saluto romano al Campo X del Musacco, su cui protesta l’ Anpi (5 ago. Cs). Emoziona come sa fare la musica, per i suoi 59/60 anni, la danza della famiglia multietnica di Madonna in Puglia (20 ago, Matteo Persivale, Cs), e lascia colpiti la tensione tra Stato, Politica e Chiesa sulla questione migranti, sempre più accesa (9 ago. Antonio Tajani-Marco Galluzzo- Marzio Breda-Marco Gasparetti-Dino Martirano- Marta Serafini, Cs).

Fa orrore a Rimini la violenza subita da una coppia di polacchi ad opera di un gruppo di stranieri, ubriachi (27 ago. Francesco Rizzo, LGDS) e rende tristi in Myanmar, il fuoco sui civili e il silenzio di Aung San Suu Kyi (27 ago. LGDS). E questo elenco di cronaca e di fatti, di emozioni e caldi accadimenti, arriva quasi a seccare la gola.

 

  SETTEMBRE

 

Non solo lo Sport, sempre lo sport, ci permette un immaginario diverso, anche se lo fa con l’eccellente l’italo-nigeriana pallavolista Paola Egonu (16 set. Alessia Cruciani, SW), con il portiere Alfred Gomis, ‘divenuto uomo e calciatore’ a Cuneo (16 set. Fabrizio Salvio, SW), ma anche l’ Arte , amatissima arte, con l’Untitled (come mai i quadri negri sono senza titolo?!) di Kerry James Marshall che vede una matrona negra con tanto di mappe alle spalle e gigantesca tinozza da pittore, guardare fiera in avanti (24 set. Vincenzo Trione, LLCs) e Slavery di Fathi Hassan nella sede di Andrea Ingenito Contemporarary Art (19 set. Cs); ci permette un immaginario diverso anche l’Università capace di riabilitare (e poi rifiutare) una madre assassina, l’afroamericana Michellle Jones (17 set. Giuseppe Sarcina, Cs), ma anche la Moda che come l’Emporio Armani, che copre di cerchi luminosi un volto sorridente di ragazza nord-africana (17 set. Cs); ci permette un immaginario diverso la Fotografia come gli scatti indimenticabili del Festival della Fotografia Etica (sic!) dove fra i primi posti si immortalano i roditori africani anti mine, le situazioni di guerra e prigionia ed i bambini senza tetto brasiliani (25 set. Francesca Bonazzoli, Cs); ci permette un immaginario diverso anche la Politica che richiama i comuni a fare la propria parte nell’emergenza migranti anziché scontrarsi su un fenomeno difficilmente arrestabile (19 set. Andrea Senesi- Marco Cremonesi, Cs), ma anche la Letteratura ed i festival letterari come a Palermo Il Festival della Letteratura Migrante (16 set. Severino Colombo, Cs) ed anche la Filosofia che riflette su tre premi Nobel ‘un po’ razzisti’ (19 set. Paolo Mieli, Cs). Eppure anche a Settembre niente colpirà il nostro immaginario come il racconto delle vite umane, come la storia della ricca londinese, Ariane, che ha scelto di fare la barbona a Milano (19 set. Andrea Galli, Cs); come la porta d’Europa di Lampedusa, che gialla come i deserti, stagliata sul mare, con sé ha portato insieme a speranza e miseria anche storie di furti, molesti, che pesano di più se a farle sono gli stranieri (17 set. Riccardo Bruno, Cs); in fine le giuste o ingiuste, poco importa, lamentele dei legittimi cittadini italiani per i bivacchi di negri, migranti, meticci, stranieri in ogni angolo di città e periferia (18 set. Giangiacomo Schiavi, Cs).

 

 

  OTTOBRE

 

Se il cinema inglese dimentica “Noi neri” come dice David Oyelowo, confermato da uno studio del British Film Institute (8 ott. Paola de Carolis, Cs) a Los Angels il negro va di moda (complici gli Oscar di Febbraio?) e Parker, mentre dribla sul vecchio caso di stupro, porta in scena The Birth of a Nation (8 ott. Giovanna Grassi, Cs), ed annunciata dal New York Times esce la biografia The King su J. M. Basquiat ad opera di Michel Nuridsany ( 27 ott. Francesco Bonazzoli, Cs). In Italia Norma Miller (97 anni) apre ed incendia Swing’n’Milan, mentre il duo Hip Hop Pete Rock& C. L. Smooth si esibiscono al Arci Biko.

 

Eppure l’Italia e l’Europa, ancora reduci dal crollo economico del 2008, sembrano sfaldarsi, in uno scenario dilagante di rottura storica, di crisi e (forse) declino (11 ott. Ernesto Galli della Loggia, Cs). Tra un Mugabe “Assassino dello Zimbawe”, ma eletto ambasciatore Oms ( 22 ott. Monica Ricci Sargenti., Cs) ed una Akosua Puni Essein, che prende l’Fc Como per poi abbandonarlo pochi mesi dopo (4 ott. Corriere di Como da ora Cdc), delude come delude l’evasione fiscale milionaria di Neymar (ne aveva bisogno?). Allora che cosa ci rimane da immaginare, se non a Castellanza, la foto di carcerati meticci, di Pigi Cipilli, che ci racconta con degli scatti, che anche dentro lì continuano vite umane (21 ott. Cs)?!

 

 

                                                 Seconda Parte: PRODROMI DI UNA APOCALISSE COLORATA

 

Alla quindicenne di Torino, colpita – per il colore della sua pelle- con un calcio e insultata sotto l’indifferenza di tutti i presenti (12 nov. Paolo Coccorese, Cs). Perché sappia che essere donna, negra ed italo-nigeriana deve essere un punto di ricchezza ed orgoglio su cui fondare la sua maturità di essere umano.

Reginaldo Cerolini

 

 

Immaginate una struttura quadrata, un padiglione rosso e bianco che ha davanti a sé un cancello verde che estende, in avanti, alla sua destra, un alto muro di mattonelle bianche. Davanti a questo edificio, si allunga un rettangolo grigio. A guardarlo dal basso, s’incontrano scarpe nere, sportive, scarpe in pelle, scarpe lucide basse, e con esse i piedi; appena pochi centimetri sopra le caviglie, si scorgono i tessuti di jeans, lino, cotone, seta, che creando forme d’abiti,- pantaloni, tute, fuseaux, gonne- sulla massa assemblata di figure umane, uomini, donne e un infante. Queste persone sono arabi, asiatici, africani, dell’Est ed europei che guardano in terra, che si guardano fra loro e parlano, che scrutano davanti a sé – verso di noi – in posizione d’attesa.

L’attesa. Potrebbe, infatti chiamarsi così questo quadro del coreano Liu Xiaodong, che ha invece per titolo Things aren’t as bad as they could be (Le cose non vanno così male come si crede (o di come potrebbero andare). Esso rappresenta le nuove povertà a livello mondiale, ed è stato usato a Roma nel teatro Argentina, come manifesto per la locandina dell’esposizione artistica Ritratto di una nazione. L’Italia al lavoro (30 ago. Emilia Costantini, Cs).

Il quadro è una chiara rivisitazione di Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, ed ha in sé una premessa o promessa perturbante. Si tratta, infatti per ogni persona rappresentata e per il luogo che solcano, di “profezie”, con tutto il carico drammatico che le profezie enunciano, oppure potrebbe trattarsi di intime e corali “Sinfonie dal Mondo”. E con questo sguardo che si chiude l’anno, 2017, carico di tutte le eccedenze dei mesi precedenti, pronto ad inaugurare il nuovo anno o il Nuovo Mondo.

 

       NOVEMBRE

 

Lewis Hamilton – F1 Champion 2017- con gli occhi che tendono allo scuro, ed allungati come gli orientali, labbra sinuose che invitano al bacio, una pelle color caramello, scura quanto basta per non spaventare come un negro, capelli ricci ma rasati ai lati come il calcio docet, un fare addomesticato ed accattivante alla Justin Beeber (un’eterna e bionda -per non contraddire il canone occidentale- adolescenza del sospirare allusioni romantico-inguinali) potrebbe benissimo essere il candidato 2017 come principe dei migranti. Ci sarebbe infatti di che inorgoglirsi nel vedere un meticcio simile in una tavolata di Milano con Naomi Campbell, Mario Icardi, Donatella Versace, Carla Bruni, Gigi Hadid, Claudia Schiffer oppure, al carnevale nelle Barbados con Rihanna (4 nov. Gianluca Gasparini, SW) , che tradotto in termini mediatici significa, mondo della moda, dello sport, della politica, della musica ai suoi piedi (Balenciaga, per gli amanti del genere!) mentre dichiara “Il mio potere è essere libero”. Purtroppo il potere e la libertà di cui parla non è per tutti, anzi è esclusivo, come deve essere esclusivo Bulgari Man in Black Essence – in edizione limitata- ( 9 nov. Giancarla Ghisi Beauty di Corriere della Sera, da ora BCs), nonostante con stereotipi conclamati del Black Essence si dica che “Ci porta nel cuore dell’Africa”, come “Una nuova espressione di mascolinità, sensualità, e ruvida eleganza il cui segno distintivo si arricchisce di una dimensione esotica, impregnata d’intensità guerriere”. Mmmm, chissà che odore deve avere uno stupro non voluto Unwanted, in Ruanda come in qualsiasi parte del mondo (16 nov, Franco Cordelli, Cs) dove la carne del maschio istintivo e rabbioso si schianta a pretendere sfogo sul corpo abbattuto. Senza nessuna distinzione d’età come è successo ai tre minorenni, del Marocco (2), Nigeria (1) capeggiati dal maggiorenne congolese nella violenza ad una donna polacca ed a un transessuale nelle spiagge di Rimini (11 nov. Enea Conti, Cs). Ed anche Robinho (alias Robson Souza Santos), calciatore di Real Madrid, Manchester City e Milan, tornato per tempo in Brasile, chissà se ricorda il sapore, l’odore di una sbornia con sfondo di stupro di gruppo (24 nov. Giuseppe Guastella, Cs)?! Sembra proprio che non ci siano più principi. Dolce&Gabbana, nella campagna #DGPALERMO ci provocano a suggerircene uno (ma noi sappiamo che il loro favorito è Doland!) che, capelli rasta, occhi mandorlati, pelle mulatta, occhiali da intellettuale o sfigato metrosexual – che va alla grande nella moda!- e volto assonnato sembra la sintesi giovinastra di Oriente-Africa-Occidente (24 nov. Cs).

In Burkina Faso, ci manca poco che non spetti a Macron (28 nov. Stefano Montefiori, Cs) farsi strada fra i pretendenti del Principato Sconfinato dei Migranti, con la frase detta agli studenti, “Non siete più colonia ” (Grazie!), che poi sarebbe sempre meglio di Prince (sic!) Erik Prince, fondatore dei Blackwater e recentemente Frontier – reclutamento ed addestramento di milizia private- in Libia dove occorre per mandare i contractor a fermare i migranti ( 24 nov. Viviana Mazza, Cs) per soldi, s’intende!.

Ho una visione (sic!) è GUCCI con la sua #RomanRhapsody, che mi mostra due ragazzi incoronati di foglie dorate (un bianco ed un nero) con i soliti abiti vintage, ben collaudati, mentre stringono borsette nere con immagini di navicelle aliene e mondi siderali consumabili. È il segnale che il tempo di questo viaggio, dal ventre di Syzygy, sta per scadere. Una donna come Principessa Migrante ? Come non pensarci … . Zoe Kravitz per la campagna Paris VSL o un’anonima ricciolona lentigginosa per la campagna Champion (26 nov. Cs) o una delle tre leonesse-consorti Nkosazana Dlamini-Zuma (Sudafrica), Grace Mugabe (Zimbawe), Jewel Howard Taylor ( Liberia), visto che tanto anche in Africa, nel 54 Paesi, neppure una donna comanda, e bisogna attendere il film di una donna, Pascale Lamache, Winnie ((9 nov. Michele Farina, Cs), ovvero una metafora fantastica, come il calendario Pirelli del fotografo Tim Walker (come Alice, Alice Walker) che fantasticando, nel modo grottesco delle favole, reinterpreta il Paese delle Meraviglie con Lupita Nying’o e Naomi Campbell, fra molte negre (11 nov. Giuseppe Sarcina, Cs). Insomma una questione di pelle e genere come Sammy Sosa – leggenda del baseball- sbiancato col fresh del mercato delle creme schiarenti (12 nov. Michele Farina, Cs).

 

In ogni modo, cosa servono principesse o principi per negri, meticci o migranti? Non facile risposta, ma intanto iniziamo a selezionarli. Allora come annunciato già nel 2016 il modello nigeriano Davidson Obenebo e la modella Ceca Jana Tvrdikova, nella finale Elite Model Look (26 nov. 2016 Paola Caruso, Cs), potrebbero essere la nostra coppia di principi o magari, più attuali freschi del 2017, la diciannovenne Malia Obama con lo studente modello di Harvard Rory Farquharson (24 nov. Luigi Ippolito, Cs), o freschi di sagace legittimazione elisabettiana, l’attrice e modella Meghan Markle e il principe Harry (24 nov. / 27 nov. Luigi Ippolito, // 30 nov. Paola De Carolis, Cs)… Insomma i pretendenti non mancano, come l’artista nigeriano Laolu Senbanjo (9 nov. Roberta Scorranese, BCs) che sogna un mondo privo di pregiudizi. Ma non abbiamo risposto alla domanda.

A cosa servono principesse o principi per negri, meticci o migranti? Forse solo rispondendo a questa domanda potremo tentare una risposta. Non servono certo per il prestigio, la regalità, l’autocelebrazione nazionalista, sociale, ideologia, edonista, etnica o religiosa perché sarebbe ridicolo, visto le tragedie che si muovono intorno. Le principesse ed i principi in cui potremmo rispecchiarci, servono per ricordarci la pari dignità di esseri umani oltre il valore delle nostre differenze. Così la rivincita del Coccodrillo Emmerson Mnangagwa, che ‘ruba’ il posto al dittatore Mugabe, farebbe pensare ad un momento di nuova possibilità per lo Zimbabwe. Siamo sicuri che ci basta cercare regnanti tra attempati o giovani dittatori, militari o politicanti!?. No. Infatti. E allora ci serve un piccolo principe come, il piccolo Hassan, bambino siriano, che in Germania ha potuto avere una nuova pelle – creata a Modena – per combattere l’epidermolisi bollosa che gli aveva fatto perdere 80% della cute e che aveva messo a rischio la sua vita (9 nov. Laura Cuppini, Cs). Hassan è il nostro principe che il futuro lo renda regale e dunque Re. Il nostro.

Speriamo che crescendo, possa salvarci dalla cronaca delle ultime settimane di Novembre dove stragi di migranti divorati dagli squali (26 nov. Paolo Foschi, Cs), si alternano ad atti infelici come i Naziskin entrati – di prepotenza- in un centro d’accoglienza a Como per rivendicare il loro essere “contro l’immigrazione” (30 nov. Massimo Gramellini, Anna Campaniello, Cs), mentre una marcia di migranti, fuggono dal campo profughi di Cona, perché considerato una prigione ( 17 nov. Andrea Priante, Cs), ed a Como, un numero considerevoli di migranti si rifugia nell’autosilo di Vamulini, difesi da Pd, Csu, Como Senza Frontiere, Comboniani, Parrocchia di Rebbio, Don Giusto e non voluti da Lega, Forza Nuova, e Fratelli d’Italia etc. (26 nov. Andrea Bambace, Marcello Dubini, Corriere di Como da ora Cc). Eppure la politica mondiale sembra accorgersi del resto del mondo con il summit, ad Abidjan (Costa d’Avorio) che crea accordi fra Africa ed Europa ( 30 nov. I. C, Cs), anche per denunciare l’orrore dei campi migranti in Libia, per chi arrivato in Libia, non sa che persino non salire sui traballanti e stipati barconi, significa scendere all’inferno (14 nov. Francesco Battistini e fotografo Lorenzo Tugnoli, ID).

 

Davvero come dice con Live AID, il rocker filantropo, Sr Robert Frederick Zenon Geldof “La società è orfana di leader” ( 28 nov. Raffaella Polato, Cs), che siano in grado di articolare le ‘voci di confine’ (28 nov. Cs)?!.

 

Probabilmente Lucy, il simbolico ventre in cui siamo tutti nati, davanti a questo sconquassarsi di violenza ed ottusità ci griderebbe “Bambini, basta litigare, venite tutti – tutti – a casa” (3 nov. Antonella De Gregorio, Cs). La nostra navicella afro-futurista, ha uno scossone, il viaggio sembra terminare, ma noi bambini siamo ancora pieni di terrore, domande e stupore.

 

 

 

   DICEMBRE

 

” E poi”, “Ma poi?”, “E come va a finire poi?”, “Si come finisce il 2017?”, potrebbe domandare la variopinta orda di bambini della classe del Giambellino, ‘super meticcia”, dell’Italia di oggi -28 bambini 13 nazionalità diverse- fotografati, per la nuova campagna Benetton, da Oliviero Toscani (1 dic. Maria Luisa Agnese, Cs), quasi fossero tutti insieme i fratelli del piccolo principe Hassan, classi che sfidando lo spauracchio del multiculturalismo, che punta alla qualità ( 1 dic. Federica Cavadini, Cs) -oltre alla paura ed all’esclusivismo che nel limite del 30% di presenza straniera un ‘nemico del profitto e del disagio sociale ‘( 10 dic. Gianna Fregonara, Cs)-, come l’istituto Giacosa valorizza la differenza, differenze non solo etniche, ma personali, come Mayara – a cui un tram ha tranciato un piede- la quale grazie all’aiuto della famiglia e del quartiere è riuscita a sentirsi amata e pronta ad affrontare ugualmente la vita (1 dic. Paolo Foschini, Cs). Il cuore, forse, da qualche parte, ci rullerebbe come i tamburi.

Ma ai bambini non si deve mentire. Già.

 

Come è finito il 2017, poi?!

 

Un soldato consola una donna negra mentre piange per lo sgombero dei migranti a Roma (7 dic. Cs); dei giovani migranti, cercano di scavalcare le reti col filo spinato; a Patrasso ( 7 dic. Lucia Bellotti, Cs), un’antica foto di una pescatrice giapponese, a petto nudo e sorridente, inaugura a Como il gemellaggio tra Lario e Oriente ( Cc), Roy Ayers, vecchia gloria del funk jazz, si esibisce al Dude Club (7 dic. Cs) e il suonatore malese di kora (arpa africana) Ballake Sissok, apre la rassegna ‘La musica dei cieli’ con Ludovico Einaudi (9 dic. Fabrizio Guglielmini, Marcello Parilli, Cs); l’architetto Anna Dedola, vince il Premio Volontariato Internazionale Focsiv e si trasferisce in Tanzania per curare bambini ( 5 dic. Elisabetta Soglio, Cs); all’ Artigiano in Fiera, a Rho, vengono mostrati i prodotti del mondo -Tibet, Marocco, Senegal, Tirolosi, Cina etc. – (2 dic, Marta Ghezzi, Cs); al mondiale ‘degli altri’ (purtroppo!) Vladimir Putin sembra gongolare tra i mattatori Pelé e Maradona (2 dic. Fabio Licari, LGDS); Tiger Woods (regnante mancato!) sembra risvegliarsi al torneo Molinari ( 2 dic. M.L.P., LGDS), mentre il rapporto CENSIS si domanda se sia il blocco sociale ad aver fatto accumulare gli italiani così tanto rancore sociale ( 2 dic. Giorgio Dell’Arti, LGDS); in Francia il negro Dieudonné inarrestabile showman d’apologia contro ebrei e gay fa spettacoli con centinaia di presenti ( 4 dic. Stefano Montefiori, Cs); a Firenze un militare sventola una bandiera neonazista, come succede ultimamente negli stadi (4 dic. Marco Gasparetti, Cs); in zona Brenta i Latin King, noti per rapine e violenze vengono arrestati ( 5 dic. Gianni Santucci, Cs) etc. Etc.

Diremmo che l’anno si volge, cari bambini con le tinte fosche di una storia grottesca.

 

La tensione del Paese si concentra a Como dove secondo i rapporti Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità), ci sarebbero 4000 irregolari (6 dic. Cc), tra questi numerosi invitati a lasciare l’autosilo Val Mulini (6 dic. Cc), e a quella riunione di Como Senza Frontiere (rete che assiste i migranti) dove 13 appartenenti all’ Associazione Veneto Fronte Skinheads sono entrati per leggere il loro manifesto anti-migrazione (Anna Campiello Cc) è seguita una risposta nazionale, organizzata dal Partito Democratico ed avversata da Forza Nuova, Lega ( 10 dic. F. Bar, Cc).

 

Dicembre mostra altro, ma non aggiungerebbe nulla, cari bambini, ad un anno di immaginario negro, migrante, meticcio europeo ed italiano, visto proprio da Como. Sarebbe facile dire vissero felici e contenti plaudendo all’ Ambrogino che ha visto fra i tanti premiati la designer Marva Griffin ( 8 dic. Paola D’Amico, Cs), o alla critica accesa di Fabio Volo contro Renzi nella disputa per lo Ius Soli (1 dic. Giovanna Cavalli, Alessandro Trocino, Cs), o con i nuovi letti offerti dalla Croce Rosso al Centro Pastorale Cardinal Ferrari, ma non saremmo veri, come vera è la realtà.

 

Per concludere la nostra lunga incursione nei fatti del 2017 diciamo che è stato un anno in cui si è dovuto scegliere, tra inclusione ed esclusione, tra laicità e fede – come ricorda il quadro afro-futurista della natività inviato da Don Giusto davanti alle barriere lamate, dopo lo sgombero dei migranti all’autosilo Valmulini (28 dic. P. An, tra ideologia e apologia)-, tra verità o menzogna, tra dato ed opinione, tra odio e amore, tra bianco e nero.

 

È solo il grigio che risulta dal contrasto e dalla fusione tra bianco e nero, chiedete? Oh, no bambini, non mi avete ascoltato, o io non mi sono affatto spiegato. Queste non sono cronache, ma vita vera e quindi fra bianco, nero, giallo, rosso, verde e lillà ci sono ovviamente molte moltissime sfumature.

 

Quali?

 

Davvero non lo sapete? … ma, siete voi venuti al mondo per un’apocalisse colorata!

 

 

CODA

 

Mentre chiudo – finalmente- lo scritto sull’immaginario meticcio ho il primo calendario della politica, offerto da L’Espresso. Che con fatti mostra gli appuntamenti inderogabili del 2018. C’è molto del mondo che verrà, ma ovviamente non ci sono io né i miliardi di vite anonime che compongo il mondo e che la politica, come le ideologie e le religioni (spesso o talvolta) manovrano.

Improvvisamente mi accorgo che qualsiasi sia l’immaginario del quadro futuro se adesso     non siamo presenti – con precisione- in questi appuntamenti e nei dati, noi non esisteremo. Questo diritto, infatti ce lo danno solo il presente, la memoria e la testimonianza, ma mentre memoria e testimonianza dipendono – il più delle volte- da altri, il presente ci appartiene con forza. Allora bisogna assolutamente essere parte del quadro, partecipare con la nostra unica – in quanto individui di una vasta umanità- profonda immagine di esattezza, come dice il poeta Zbigniew Horbert:

 

eppure in queste cose

ci vuole accuratezza

non è lecito sbagliarsi

neppure di uno

 

siamo malgrado tutto

custodi dei nostri fratelli

 

l’incertezza sui dispersi

incrina la concretezza del mondo

 

spinge nell’inferno delle apparenze

nella diabolica rete della dialettica

 

proclamante che non c’è differenza

tra sostanza e spettro

 

dobbiamo perciò sapere

contare esattamente

chiamare per nome

fornire per il viaggio

 

una scodellina di creta

meglio papavero

pettine d’osso

punte di frecce

anello di fedeltà

 

amuleti

 

da Rapporto della città assediata Z. H.

11 Gennaio 2018 Como

 

Pe r gentile concessione di Reginaldo Cerolini  LogoCC

 

 

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Nato in Brasile nel 1981, Reginaldo Cerolini si trasferisce in Italia (con famiglia italiana) divenendo ‘italico’. Laureato in Antropologia (tesi sull’antropologia razzista italiana), Specializzazione in Antropologia delle Religioni (Cristianesimo e Spiritismo,Vipassena). Ha collaborato per le riviste Luce e Ombra, Religioni e Società, Il Foglio (AiBi), Sagarana, El Ghibli. Fondatore dell’Associazione culturale Bolognese Beija Flor, e regista dei documentari Una voce da Bologna (2010) e Gregorio delle Moline. Master in Sceneggiatura alla New York Film Academy e produttore teatrale preso il National Black Theatre. Fondatore della CineQuartiere Società di Produzione Cinematografica e Teatrale di cui è (udite, udite) direttore artistico. Ha fatto il traduttore, il lettore per case editrici, il cameriere, scritto un libro comico con pseudonimo, l’aiuto cuoco, conferenziere, il commesso e viaggiato in Africa, Asia, Americhe ed Europa.

 

Immagine in evidenza: Foto di Micaela Contoli.

 

 

 

Riguardo il macchinista

Reginaldo Cerolini

Nato in Brasile 1981, Reginaldo Cerolini si trasferisce in Italia (con famiglia italiana) divenendo ‘italico’. Laureato in Antropologia (tesi sull’antropologia razzista italiana), Specializzazione in Antropologia delle Religioni (Cristianesimo e Spiritismo,Vipassena). Ha collaborato per le riviste Luce e Ombra, Religoni e Società, Il Foglio (AiBi), Sagarana, El Ghibli . Fondatore dell’Associazione culturale Bolognese Beija Flor, e Regista dei documentari Una voce da Bologna (2010) e Gregorio delle Moline. Master in Sceneggiatura alla New York Film Academy e produttore teatrale presso il National Black Theatre. Fondatore della CineQuartiere Società di Produzione Cinematografica e Teatrale di cui è (udite, udite) direttore artistico. Ha fatto il traduttore, il lettore per case editrice, il cameriere, scritto un libro comico con pseudonimo, l’aiuto cuoco, conferenziere, il commesso e viaggiato in Africa, Asia, Americhe ed Europa.

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