Terrazza
Il corvo se ne sta appollaiato sull’albero della terrazza
navigando nelle acque del mio grembo.
I vestiti sbattuti dal vento ondeggiano sui fili del bucato
È così che l’aria digerisce il vento.
Le autocisterne dell’acqua blu e gialle
sono francobolli di case raccolti dagli occhi telescopici di un filatelico.
È da qui che si sprigionano urla di sconfitta e trionfo dopo ogni partita di cricket o di gioco a nascondino.
Si sussegue il battito silenzioso dei tonfi
di passi di corsa attraverso l’eco-locomozione delle assenze.
Pullula di volti di persone con cui non voglio crescere.
Ma questo spazio dovrebbe contenere l’acqua delle mie prossime nascite;
in tempi in cui la mia mente è una terrazza vuota come una di quelle case vulnerabili e fatiscenti di Kolkata
Il pacciame
Sradico le piante
Zucche, zucca amara, pomodori, pui shaak (spinaci del Malabar)
I viticci si arrotolano intorno alle tue dita sclerotiche e artigliate
La terra bagnata odora dei tuoi cuscini e delle tue vestaglie non lavate
Ti cambiavi così spesso nelle estati di Kolkata e di Delhi
Mi dicevo che sono nata in quel sudore – l’acqua dentro al tuo grembo
Ora tiene in vita le piante nel caldo torrido di Delhi
La terra forma una ruga sulla fronte del trasportatore di legname himalayano
I proverbi inglesi che mi hai insegnato sono in infusione nel tè che mi preparo
che bevo nella tua tazza di ceramica blu
I viticci si alzano
per stringerti
Solo per perdere la presa
nel tuo stordito pellegrinaggio verso la scomparsa.
È commestibile il dolore?
Questo non sta finendo
sto mangiando riso
Nel costante ciac ciac dell’amido
dentro la mia bocca
il ruscello di montagna scorre giù
nel silenzio abbottonato della notte.
Un uccellino senza nome
Saltella fino alla punta del ramo
dell’albero senza nome
Un topo strappa il sacco di patate
nel magazzino.
Un abitante del marciapiede
conta i fili del suo cencioso tappeto per dormire.
Un cane abbaia
ai vestiti che sventolano sui fili da stendere
I morti dormono anche con i vivi,
Pensieri ultrasonici penetrano nel sogno
soffiando vento sul terrore
Le nuvole si allontanano da questa vista,
incessantemente
senza refrigerazione negli occhi di chi guarda
quante nascite ci vogliono perché una nuvola
riesca a farle importare al firmamento?
quante volte devo masticare il cibo
per rendere commestibile il mio dolore?
Minne (Memoria in svedese)
La memoria è un tenero fuoco
Che risale le facciate
Salvando aneddoti, capricci, una vista, un amante, un ossuto tradimento
Dalle fiamme dell’ippocampo.
La memoria è un gorgoglio nella bocca
Un’agonia frusciante
nel vortice di un passato motivato.
Ogni vita all’interno della bocca-grotta
è un uccello che la notte
pone fine alla sua irrequietezza di volo.
La memoria è una schiuma
La bolla più recente fa scoppiare quella prima
Nel mix del barista
Di un sentimento nascosto in una finzione.
La memoria è una strada tinta di pioggia
Falangi di foglie bagnate
che ci portano a impronte verdi
di cose improbabili
eppure tanto tenere.
Trama e ordito di lacrime
Non c’è acqua
Il dolore è nato morto
Una fatica duratura, un’umidità
trattenuta dalle mandibole di case diroccate.
Non lascerebbe trapelare nulla.
Si raccoglie per formare una bobina,
E il filo delle lacrime si dispiega senza fine, senza adattarsi al tessuto della mente
L’ordito e la trama sono linee di disperate riconciliazioni,
Solo per impigliarsi in irrecuperabili nodi di fibra mal intrecciati.
Traduzione dall’inglese di Pina Piccolo.
Nata e cresciuta a Kolkata, Pushpanjana Karmakar Biswas ha pubblicato le sue poesie in riviste come The Harvest Millennium, Kritya e Poetry India: Enchanting Echoes (All India Poetry Competition), Coldnoon Poetics e ha presentato testi di prosa nella rivista Indian Review. Attualmente lavora come avvocato civilista a Delhi. Fa anche parte di un gruppo di poesia Moonweavers a Delhi. È imminente una sua pubblicazione nella rivista Kitaab. Alla ricerca di ciò che sta al centro del cuore umano, le piace ritrarre l’indicibile strappo incastonato nelle anime di un essere umano sullo sfondo del traboccare di catarsi superficiale su Internet rispetto a relazioni umane, perdita e resurrezione.
Immagine di copertina: Foto di Sumana Mitra.