NEGRO MOMENT VOLUME II O LA FINE DEL DECENNIO DELLA SCIMMIA
È notte. Sono ipnotizzato dal padovano Tony Boy [1] di Going Hard -sound che parla direttamente tra futuro e passato con una poetica urbana piena di sentimento e vita- uscito due giorni fa 15 ottobre 2020, (sono fra le prime 600 persone sparse per il mondo che lo hanno già ascoltato, con il vantaggio che io fino ad un paio di giorni fa non lo conoscevo neppure) sto ricercando il contatto telefonico di Omarito (F.U.L.A.) per la sua eccezionale Maldafrica uscita in Aprile, Slava non smette di spandere un rap narrativo, lirico e pieno di umanità Poi domani Bo, Laioung fa egregiamente il suo lavoro con Boss. Pina Piccolo mi sta mettendo in contatto con Paky di Rozzy ormai astro nascente de rap almeno di questo 2020, per un’intervista in cui so già che farò riferimento a Pasolini, perché Paky (origini napoletane ma trasferito nella periferia di Milano) o forse come mi suggerisce dalla Spagna un ‘amico quel ruolo lo merita J Lord con la sua sbalorditiva Sexteen, sono segna che Gennariello si è scurito – è diventato negro – ed è cresciuto e con lui molti, moltissimi ragazzini delle periferie italiche, dei centri decentrati e delle città Milano, Padova, Bologna, Roma, Napoli, Cagliari, Catania con uno slang articolato tra dialetti e lingue del resto del mondo come è il caso del napoletano Giolier Capo un trattato di lingua viva o il catanese Skinny Criminale e recentemente Quatteri Freestyle, che farebbe invidia a Camilleri, destano un certo interesse Baby Rich e Nuto Jr da Cagliari Radja, per finire con il multilinguismo scipto-arabo dei siciliani Shaka Muni, Il Ghost, Dexter, Korbe, Capozanarky, Nettuno Dio Perdonami . I Thelonius B[2]. Ammò + Cavallini con decadenza strisciante che sembra olezzare di drammi medio-altoborghesi e colonialismo sociale appaiono in ogni modo curiosi ed efficaci ma sono gli Slings dal successo di Beef (2019) ora gettando fuori Dog[3] a rappresentare l’evoluzione nostrana. Sono in contatto ‘epistolare’ con Wairaki per un’intervista che voglio fargli[4] e intanto sono elettrizzato da Slatt (uscita ieri ad oggi 164. 743 ) del giovane Rondo da Sousa con Capo Plaza quest’ultimo sforna duetti in questo 2020 fra i molti anche con DrefGold che con la sua Elegante accattivante da successo senza impegno ed un’estetica che supera il brano (grave, no gravissimo!) partecipa al festino degli arrivati come l’intelligentissimo Sfera Ebbasta e il produttore illuminato e prolifico Charlie Charles mentre, Lazza dopo il successo di Gigolò con Rondo da Sousa- ma Rondo intendiamoci, da solo o con altri funziona come testimonia il suo album anche questo uscito in questo ottobre miracoloso Giovane Rondo e la sua Dolore– sforna Slime dove la bellezza o più propriamente il domino della ‘sensibilità’ da strada vive una crisi estetizzante esasperata, compiaciuta e così come il Covid-19 endemicamente dalla strada slitta nei palazzi della discografia, si moltiplica e diviene, volente o nolente, casta et facinorosa produzione. Tutt’altra cosa lo srapper Bello Figo i cui solo titoli CoronaVirus, Cazzo lungo in mutande, il grande successo Pizza sono pura rivoluzione, genuina eredità Dada (senza lo snobismo dotto dei Dada!).
Ho un elenco di artisti di lingua italiana strappato ad un diciottenne incontrato nella comunità per disintossicazione dove siamo ospitati, diviso fra Artisti Rap Italiani Negri e Stranieri, Artisti Rap In Generale, Artisti Rap Donne (sono mie le categorie a cui lui rapper purista della scuola Vacca fa riferimento con reticenza: devo convincerlo a mettere una V su ogni artista citato che stima, dell’elenco di oltre 15 persone solo 4 hanno l’onore della V) il che mi fa accorgere che nell’universo rap saremo sempre ignoranti e che conoscere non è un fatto di competenza o di accontentarsi del poco che ascoltiamo ma di curiosità e di condivisione.
Questa Generazione Zeta ci ha già fottuto ma per sadismo -ciò che più li caratterizza come fragile sentimento liquido e decadente- ci faranno scegliere fra l’essere presi a calci nel culo o essere cannibalizzati[5]: non preoccupiamoci, la loro violenza suburbana o degradante da dopo-post-modernità avrà un estetica crudele e glamour[6] sotto i nomi ovviamente dell’affermato, eppure costantemente genuino, Shiva Take 2 e degli emergenti Neima Ezza Milano, Baby Gang Cella 1 e Bimbi Soldato (con Sacky) , 167 Gang Passamontagna (con Omar Santana), Geno Euro, Bubu Chico (con Medy), IlTunisi Roulette, Villabanks col sorprendente El puto mondo (collaborazione di Bello Figo) ed insieme a Rosa Chemical, Linch ha prodotto il perturbante Succo di Bimbi, Keta il denso 442, Sacky Paranza, Vale Pain Attraverso la Tempesta video-favola cruda di fanciullino pascoliano divenuto Ernesto di Saba attraverso Ragazzi di vita di Pier Paolo con tanta voglia di soldi facili o rappare[7], Zeta Cooper Fame I perfetta ed AK-47 (con Yunes La Grintaa) con suggestiva cadenze arabo-franco-spagnole.
Nei piani alti, di chi ce l’ha fatta, Ghali non delude con il suo esotismo di Barcellona, Jamil di Rap is Back sembra aver annunciato un evento epocale con il suo stile dove il dominio della parola si scopa il beat ormai, il suo stile è divenuto un classico italiano e Chadia Rodriguez si è confermata il primo volto femminile di seconda generazione italo straniera convincente (lei della scuola di Jake La Furia) con le sue La voce di Chadia e Bella Così con Federica Carta e scopro Fishball, Beba l’osannata Miss Keta etc. e siccome sono molto, molto curioso non accontentandomi mai scopro in YouTube un certo numero di artisti degni di Negro Moment Vol. II con uno sguardo presente e insieme retrospettivo, in quanto significativi ed emergenti. La domanda è semplice ‘E’ difficile per le seconde e terze generazioni imporsi nella scena indipendente del rap italiano?’. Questo perché il momento storico è come spesso accade dei più difficili, tra un Corona Virus che invece di cambiarci ci ha resi internazionalmente più fragili, più bastardi, più furenti di un odio capace di uccidere, senza memoria né pentimento, più soli, più guardinghi, classisti, omofobi, ghettizzati e più razzisti. Mi confortano oltre al silenzio, alla natura ed al respiro la memoria mai più viva di oggi in quest’America negra che ci ha insegnato con la poesia, il canto, l’immaginazione, l’arte, la danza e il teatro ad articolare la rabbia, ad opporci a chi ci fotte il corpo e l’animo, mi confortano dicevo il Rinascimento di Harlem, The Last Poets, Patti Smith di L’Anno Della Scimmia, la rilettura con il diciottenne dei diari di Kurt Cobain, la passione quasi tossica per Baudelaire, Mallarmé, Rimbaud, Lautreamont Ducasse, Campana, Carnevali, Sengor tutti poeti a loro modo incazzati e semplicemente diversi, i cantori del loro tempo e questo perché mai come ora l’Italia e il mondo hanno bisogno della diversità articolata, contaminata ed inclusiva che sia canto e incanto di una realtà migliore, forse perché il rap è un manifesto trasversale ormai di un’importanza storica, perché i controversi Black Lives Matter nella versione internazionale ed italiana dell’ Equipe 54 La vittoria di un perdente (6.448, sottovalutata dal numero YouTube ma non da quello di persone in piazza a Milano) sono comunque come dicevamo segno di una lotta continua di testimonianza, denuncia è liberazione.
r.c.
[1] Nel frattempo nella mia revisione del 13 Novembre 2020 scopro che a Padova c’è un dissing curioso tra Touché (artista giovanissimi pieno di stile e con una produzione ammirevole) e Seba (artista violento, sessista e non privo di stile). È interessante notare il fervore di una realtà cittadina come Padova e al contempo le tensioni reali e le rivendicazioni di antropologico controllo: di quartiere, di spaccio, di pestaggio, di furto, di vasche o conquista delle donne, di musica? Qualsiasi siano queste rivendicazioni è un fatto che non può essere sottovalutato e ristretto come vorremmo alla musica. Stranisce che la gang di Seba di un’età più grande della gang di Tuché abbia da rivendicare qualcosa ad essi. Forse perché per quanto riguarda il Rap e la Trap e le esperienze di vita esiste una liquida zona grigia in cui fanciullezza, giovinezza ed età adulta si sfiorano e mescolano.
[2] Nel frattempo usciti VVS Molli con un furbesco accattivante trovato marketing cavalcando l’onda ambigua della bisessualità (metafora dell’omosessualità) con una copertina che vede i due cantanti baciarsi con un’estetica classica versione dopo-post-modernità. Sia la musica che la copertina sono un capolavoro che si rifà al gotico, al minimalismo, al rock, al pop in versione decadente-vampiresca con un afflato di intima e romantica dolcezza. Il valore del testo e della canzone è paradigmatico, si tratta di una condensazione del rap romano e del contesto romano (tra violenza e glamour) e suo superamento in una sintesi consapevole, razionalmente precisa, sino a diventare un manifesto dadaista e dopo-post-moderno originale. Non si può non riconoscere in questa canzone un superamento dei prodromi Truce clan Dark Polo Gang, Gallagher e Traffic, con un esito geniale quanto efficace.
[3] L’8 ottobre usciti con Django Freestyle video che fa l’occhiolino a Django di Tarantino oltre che la intro di Mamacità di Scott Travis Young Thug e Rich Homie ed in ultimo tributo a Don’t Play di Scott Trevis ft Big Sean.
[4] L’intervista non si è poi potuta fare perché lui non era interessato. Con l’occasione colgo l’occasione per rilevare come contattare gli artisti rap – indipendentemente che siano sconosciuti, emergenti o di consolidato successo-sia sostanzialmente molto difficile. Si tratta come costato di una vera e propria diffidenza o apatia comunicativa, che in caso rispondano diviene laconica e più propriamente monosillabica. In oltre raramente lasciano contatti personali dove essere reperibili se non i soliti Instagram, Facebook o più probabilmente è un mio limite non ricorrere a questi contatti che trovo impersonali e fugaci, per un interesse – il mio- che non è di mera curiosità, quanto più tosto di comunicazione, incontro, testimonianza del loro lavoro e dell’importanza di analizzare il loro operato a partire dal confronto. Non si rendono conto – e come potrebbero, del resto LMS non ha l’ambizione di rendere glamour la loro musica ma di storicizzarla rendendola una testimonianza- che si tratta di dare valore, dignità e spessore al loro artigianato e di conseguenza alla loro arte in relazione con la loro vita e alla domanda umana di senso.
[5] Il rapporto tra violenza delle strade ed espiazione attraverso l’emancipazione rap non si integra sempre con semplici fluidità ed il rapporto con i fatti di cronaca sono scene di realtà che lascino la loro violente traccia sociale con il conseguente intervento della coercizione giudiziaria. È il caso recente ad esempio Sacky e Baby Gang che stanno scostando la Messa alla Prova presso l’associazione Kayros.
[6] Ma anche Baby Rich ft Nuto Jr, Drazy, 4M, Inomos, Touché, Luchitos, Seba, 23.7,
[7] La corsa al denaro, facile è una ricorrenza significativa, concreta. Quello che non è ben chiaro è il passaggio da fare i soldi con la merce e rendersi invece merce com’è per i ragazzi di vita pasoliniani. Questa consapevolezza del mondo ed il valore attribuito a se stessi ed al proprio membro ha una chiara dimensione narcisistica, ideale là dove il proprio potere virile -costantemente rimarcato si contrappone ai corpi delle donne paragonate a ‘puttane, troie, zoccole, bitch … “ che si venderebbero – per questo disprezzate dai maschi- per soldi, droghe, assenza di valori ed ingordigia sessuale. Da qui lo scontato maschilismo e il sessismo che arriva a rivendicare il diritto alla copula, anche attraverso violenza e violenza di gruppo un classico della contemporaneità, rubato ai numerosi esempi delle denunce calcistiche (immaginario da non sottovalutare), dell’ambiente televisivo e cinematografico e dalla cronaca (generalmente estiva) rubato forse all’estetismo delle categorie pornografiche dette Gang Bang e preso dai contesti di feste in cui complice l’alcool, le droghe ed un’euforia aggressiva certe resistenze morali e personali permettono una confusione di volontà, rispetto e libertà sul altrui corpo. A tal proposito è estremamente indicativo nella canzone Danza di soldi di Tony Boy, caratterizzata da un’estetica mercenaria e del successo facile, sentire due frasi agghiaccianti “Questa gatta frate miagola\ la scoppiamo in trenta in camera\ con il tipo che la guarderà” e a seguire “Brutta troia ti scoppiamo in tre”. C’è così tanta labile violenza e rivendicazione aggressiva dell’identità narcissica del proprio fallo da poterci fare un trattato, quello che colpisce è la mancanza di una presa di posizione di quest’azione, non è una denuncia di una violenza ma una rivendicazione di dominio. Si noti bene non si parla di orge o ménage di persone adulte e consenzienti il che non sarebbe giudicabile, ma si parla di violenze legittimate ora dalle parole ora dalla consuetudine ed ora da una falsa rivendicazione di libertà. Le versioni sublimate e quindi meno estreme di questo reale-immaginario è la ‘fame di cazzo’ che le donne avrebbero indiscriminatamente, e in senso lato i ‘froci’. A tal proposito ecco due riferimenti il primo da Chico di Bubu e Medy “lo sappiamo che sei conio” ed il secondo ed il terso dai Thellonius B. in VV&Molly a) “puoi chiamarmi baby Key ma non sono una puttana”, b) “Siamo come puttane se parli di pesos”. Insomma dare il proprio membro – non si parla neppure del corpo nella sua totalità- sembra un complesso ed ambivalente affare di potere, più che un atto di piacere fino a se stesso, che stabilisce con l’uso astutamente mercenario o aggressivo del proprio membro uno status sociale di rilievo.
Immagine di Copertina: Opera di Alvaro Sanchez, artista guatemalteco, per gentile concessione di GAP (Global Art Project)