NEGRO MOMENT VOL.II J. LORD, DON PERO

FOTO 13

 

Ascolto Lil Beby The Bigger Picture e Lil Tjay F.N., crude fotografie della realtà piene di lirismo, mentre osservo lo scenario del mondo aumentare il carico di tensione COVID-19 con la tensione militare crescente tra USA e Russia. Gli esseri umani, almeno quelli al potere, non finiscono di stupirmi per inattualità e sicumera. Cosa cerco nel Rap, e nella Trap? Cerco di sentire il canto della voce umana che denuncia, fa riflettere, diverte, fa ballare, mostra, stupisce e disarticola la realtà, in una parola cerco una forma d’evasione dalla necrofilia del mondo, anche quando, spesso, la Trap con tratti cupi ed un’estetica da sobborghi esorcizza questo incarnato sentimento di morte. Lo scenario continua a mutare con produzioni degne di attenzioni, fra queste oggi ne presento due.

J Lord lo scugnizzo di Napoli

J Lord (Lord Johnson, sedici anni) Ghanese adottato da una famiglia italiana, è presente in rete dal 2020 con la bella e poco notata London, l’efficace Figli del passato (prod. Krous), ha poi tirato fuori   Zona (prod. Krous). Il sodalizio con il produttore Dat Boi Dee con cui ha fatto la perfetta Gangster, ha segnato un passaggio importante ma il salto di qualità che unisce la perfezione espressiva della sua vocalità decisa alla base di Dar Boi Dee è con Sexteen che con un video originale mostra il salto di qualità. La sua particolarità è la tradizione di un rap con chiari legami con la tradizione internazionale rap e il fatto che canti in ‘lingua’ napoletana. A tutti piace il fatto che un nero canti in dialetto[1], come fenomeno esotico e curioso[2] quando, non un simbolo autoreferenziale dell’integrazione. Ecco noi evitiamo questi esotismi, J Lord è un rapper impressionante per testi, articolazione lessicale e flow e che canti in napoletano aggiunge solo specificità ai contesti che descrive, siamo davanti ad un artista infatti[3]. Recentemente è uscito, a dicembre 2020, con My G. Qui proponiamo il testo di Sexteen.

SEXTEEN

[Intro]
Quante anne tiene? Fifteen, sixteen, uah
‘O tiempo conta: fifteen, sixteen, uah
E primme guaje a fifteen, sixteen, uah
Lasciai ‘a city a fifteen, sixteen, uah

[Strofa 1]
A quinnece anne areto a Sant’Antonio
Vide ‘a uno ca se pippa ‘o grammo adoppo te racconta mille storie
Ca simmo cuorpe sazie e saje nun ce fa impressione niente
Si tiene VVS oppure ‘e stelle ‘e na Givenchy
Passavo ogni serata a fa ‘e sciocchezze
Mo ca repenso, tutto chello nun teneva sеnso
Mammà ca cucenava a tutt”e paesanе ‘int’a na home
E nu cliente me dicette: “A vuò vede na cosa?”
Era nu fierro ‘int’a nu panno ca addurava ‘e rosa
‘E primme colpe a tre lattine, me sentevo ‘ruosso
Vulevo ‘o munno ‘int’a na mano, ‘o vulevo a ogni costo
Pe’ chesto ccà chi cresce ampresso vedeva morte adoppo, nigga

[Ritornello] Quante anne tiene? Fifteen, sixteen, uah
‘O tiempo conta: fifteen, sixteen, uah
E primme guaje a fifteen, sixteen, uah
Lasciai ‘a city a fifteen, sixteen, uah
Quante anne tiene? Fifteen, sixteen, uah
‘O tiempo conta: fifteen, sixteen, uah
E primme guaje a fifteen, sixteen, uah
Lasciai ‘a city a fifteen, sixteen, uah

[Strofa 2]
Ah, a sidece anne aggio capito
Aggia accuminciato a diventà nu poco friddo ch”e cumpagne
Chi te vo bene viene appriesso
Pure si nun tiene niente, stongo ch”e buone e ‘e malamente
Prima mettevo canotte cu’ nu jeans tutto largo
‘Int”o villaggio messicano, scennevo cu’ na palla
Stevo cu na signora, nomme ‘e battesimo che è Anna
Pigliavo ‘e sorde d”a mamma e facevo ‘a parte d”a mamma
Saje me ne passo ‘o cazzo ‘e quanto se sentono bianche
Nun me ne fotte ‘e nisciuno, chello che voglio m”o piglio
Sidece anne parono quaranta, ma sî ancora piccerillo
Nigga, you know

[Ritornello] Quante anne tiene? Fifteen, sixteen, uah
‘O tiempo conta: fifteen, sixteen, uah
E primme guaje a fifteen, sixteen, uah
Lasciai ‘a city a fifteen, sixteen, uah
Quante anne tiene? Fifteen, sixteen, uah
‘O tiempo conta: fifteen, sixteen, uah
E primme guaje a fifteen, sixteen, uah
Lasciai ‘a city a fifteen, sixteen, uah

 

Don Pero o i colori della periferia

Don Pero, comparso nella feat Sorrisi falsi (prod. Samuele Campis) con Mxo nel 2020, ha poi conquistato un pubblico con l’immediata e bella Tutto grigio (prod. Lhor)( 25.897 v) e più recentemente nel dicembre 2020 con Vita mia (prod. DizelBeatz) (134.771 v.). Di questo artista mi colpisce la capacità di armonizzare con la base e la particolarità delle rime aperte ad una descrizione intimista e corale, per nulla scontata. Ha propriamente rime dense della vita con un respiro poetico insolito e godibile. Scelgo tra le due sue canzoni il testo di Tutto grigio, solo perché non è online il testo di Vita mia (molto indicativo).

TUTTO GRIGIO

[Intro] Uo-oh oh-oh
Ye yay ye yey
Ya ya
Vorrei saltare la fila ma rimango fuori
Vorrei vedere amore tra i miei genitori
Non sai come stanno i ragazzi soli
Vengo da dove vengono i ragazzi fuori

[Strofa 1] Oggi SR è grigia come Milano centro
Non porto il portafogli no tanto è vuoto dentro
Voglio cambiare vita fra strappo il documento
A casa non manca nulla ma non trovo me stesso
Ho detto al mio migliore amico che c’ho troppa fame
Mi ha tirato pietre quando ho chiesto pane
Sembravano carezze ma erano lame
Non capisci di che parlo se non sbagli strade
Sembra che la mia penna scrivi con coscienza
Ho imparato che a vincere è chi usa la testa
Dai palazzi vedo il mare dietro a una finestra
Attendo con ansia che sia la mia festa

[Pre-Ritornello] Seh, ah, che sia la mia festa
Attendo con ansia che sia la mia festa
Seh, seh, che sia la mia festa
Come è bello il mare mosso da quella finestra

[Ritornello] Da questi palazzi sembra tutto grigio
E in fondo vedo il mare quindi mi avvicino
Sembra tutto grigio nei quadri che dipingo
E non vedo più i colori che vedevo da bambino
Sembra tutto grigio sembra tutto grigio
Cresciuto troppo in fretta sembra tutto grigio
Ho saltato pure un anno quando ero all’asilo
E non vedo più i colori che vedevo da bambino

[Post-Ritornello] Sembra tutto grigio in mezzo a queste strade
In fondo io di azzurro-uo vedo solo il mare
Cercando la luce continuo a cercare
L’ho scritto sul mio corpo-uo è il nome di mia madre

[Strofa 2] Voglio fare i soldi perchè è quello che manca
I miei comprano fake i vestiti di marca
Per chi ha fame come me il pane non ci basta
SR è come Milano è solo un poco più calda
Seduti su una panchina stanno fuori a fumare
Mentre penso che strano le popo in vista sul mare
Ho un amico che la vende è sia fratello che padre
Voglio una vita migliore non mi basta campare
Vedo il cielo grigio fra devo colorare
Non c’avevo palle ora ho scelto di osare
Sto aspettando la svolta come aspetto l’estate
Come aspetto da una vita un “bravo” da mio padre

[Bridge] Mi raccomando Giampier, stai attento a casa
Comportati bene, non fare cazzate
Studia e cercati un lavoro
Stai attento, ciao

[Ritornello] Da questi palazzi sembra tutto grigio
E in fondo vedo il mare quindi mi avvicino
Sembra tutto grigio nei quadri che dipingo
E non vedo più i colori che vedevo da bambino
Sembra tutto grigio sembra tutto grigio
Cresciuto troppo in fretta sembra tutto grigio
Ho saltato pure un anno quando ero all’asilo
E non vedo più i colori che vedevo da bambino

 

 

[1] Come il caso dell’editoriale NewBlackMan(in Exile) che dedica a Chris Obehi una video-intervista perché inteso come abile cantore in lingua di musica siciliana.

[2] La sua particolarità ha colpito tanto da essersi meritato già la notorietà di vari magazine: Musicafanpage, Rockit, Realrapitaliano.

[3] Sono d’accordo, con la profonda analisi critica di Musicafanpag, che lega il suo stile alla scuola americana, piuttosto che a quella francese, e allo stile narrativo di un Kendrick Lamar.

 

Immagine di copertina: Foto di Nicoletta Lofoco dalla fotogallery di questo numero.

Riguardo il macchinista

Reginaldo Cerolini

Nato in Brasile 1981, Reginaldo Cerolini si trasferisce in Italia (con famiglia italiana) divenendo ‘italico’. Laureato in Antropologia (tesi sull’antropologia razzista italiana), Specializzazione in Antropologia delle Religioni (Cristianesimo e Spiritismo,Vipassena). Ha collaborato per le riviste Luce e Ombra, Religoni e Società, Il Foglio (AiBi), Sagarana, El Ghibli . Fondatore dell’Associazione culturale Bolognese Beija Flor, e Regista dei documentari Una voce da Bologna (2010) e Gregorio delle Moline. Master in Sceneggiatura alla New York Film Academy e produttore teatrale presso il National Black Theatre. Fondatore della CineQuartiere Società di Produzione Cinematografica e Teatrale di cui è (udite, udite) direttore artistico. Ha fatto il traduttore, il lettore per case editrice, il cameriere, scritto un libro comico con pseudonimo, l’aiuto cuoco, conferenziere, il commesso e viaggiato in Africa, Asia, Americhe ed Europa.

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