Mondeggi Bene Comune, da abbandono a fattoria senza padroni:
storia di un sogno e di una rinascita.
Vi è un luogo situato nel comune di Bagno a Ripoli, di inestimabile valore e non solo economico, ma anche sociale, politico, agricolo, storico ed emotivo.
Era una grande azienda agricola gestita come azienda privata dall’Amministrazione pubblica Provinciale di Firenze, che fallendo nel 2009 l’ha abbandonata lasciando un enorme buco nel bilancio pubblico. Per rimediare a questo buco l’ha messa all’asta più volte, non trovando nessun compratore.
Questa Terra abbandonata si chiama Mondeggi e comprende circa 196 ettari tra ulivi, vigne, seminativi, pascoli, vecchie case coloniche, boschi, statue ed una villa del 1400, un tempo dimora della famiglia Della Gherardesca.
Questa terra è adesso luogo e centro di sperimentazione che abbraccia tutti gli ambiti della vita, umana e non: è un’esperienza di vita comunitaria, nata soprattutto come rivendicazione in materia di bene comune e di diritto di accesso alla terra, in contrapposizione alla svendita di beni pubblici.
Tutto infatti è iniziato nel 2013 quando un gruppo di contadini, studenti della facoltà di agraria, professori, agronomi e cittadini interessati all’agricoltura contadina si riunì in un comitato informale chiamato “Terra Bene Comune”, in accordo con i principi della rete nazionale di piccoli produttori agricoli chiamata “Genuino Clandestino”: lo scopo del comitato è quello di dare la possibilità a chi lo desidera di avere accesso ad un pezzo di terra per coltivarla, nell’ottica di una sovranità alimentare, secondo cui ogni essere umano dovrebbe avere a disposizione le risorse per prodursi il proprio sostentamento autonomamente.
Dopo varie assemblee e ricerche il comitato scoprì il caso di Mondeggi e chiese alle istituzioni di restituire la fattoria, ormai abbandonata da 4 anni, alla comunità dando la possibilità a chi aveva progetti agricoli di insediarvisi.
Dopo innumerevoli tentativi di dialogo con le istituzioni mai andati a buon fine, di fronte all’ennesimo bando di vendita, nel giugno 2014 il comitato decise di avviare “la custodia popolare” iniziando un presidio permanente delle terre ed occupando uno dei casolari: da quel momento il progetto è stato rinominato “Mondeggi Bene Comune -Fattoria senza Padroni”
Da quel giorno quelle terre hanno iniziato a rinascere: l’agricoltura intensiva e il successivo abbandono aveva fatto di Mondeggi un luogo arido, con il terreno impoverito e la biodiversità diminuita notevolmente.
Così in quasi tre anni di lavoro sono stati riportati alla luce migliaia di ulivi soffocati da edere e rovi; sono stati avviati 2 orti che nutrono gli abitanti; rimessi in produzione 15 ettari di seminativi con rotazione di grani antichi, orzo e sovesci; è stato costruito un forno che sforna 2 volte a settimana pane a lievitazione naturale prodotto con i nostri grani; sono stati rimessi in produzione 8 ettari di vigna; sono stati costruiti due pollai che donano uova fresche ogni giorno; è stato piantumato un frutteto con 400 piante autoctone; creata una zona di coltivazione di piante officinali; sono state portate capre, pecore, api e un cavallo, che ci donano latte e formaggio; sono stati piantati bulbi di zafferano; sono stati risistemati ed abitati due casolari.
Tutte le colture seguono i criteri di un’agricoltura contadina e biologica, nell’ottica di rivendicare l’autodeterminazione alimentare e perché no, magari un giorno creare un reddito per le persone che vi lavorano.
Ma il progetto non si è mosso solo sul campo agricolo.
Si è mosso a livello sociale e politico. Ha creato il progetto Mo.T.A. (MondeggiTterreni Auto gestiti), per dare uno spazio alla gente per coltivarsi il proprio orto e prendersi cura di una parte di uliveto: più di 100 particelle da 35 ulivi l’una ed una ventina di orti curati dalle persone delle zone limitrofe e non solo, che hanno deciso di sostenere attivamente il progetto Mondeggi Bene Comune.
Nell’anno 2016 è iniziata inoltre una Scuola Contadina, libera, gratuita ed autogestita in cui professori, agronomi, esperti e contadini tengono lezioni e laboratori sell’agricoltura e sulle autoproduzioni; essa si fonda sull’importanza dello scambio dei saperi e delle competenze, per dare ad ogni persona più strumenti possibili per riniziare a prendere in carico se stesso, senza dover sempre ricorrere ad altri per soddisfare i propri bisogni, con l’intento di abbandonare il tanto abusato sistema della delega.
Mondeggi abbraccia anche il campo educativo, consapevoli che sono la società e la comunità in cui viviamo che ci educano e ci formano come individui: numerosi classi di bambini delle scuole elementari e medie sono venute in visita partecipando a giornate di attività ed educazione ambientale, mentre una scuola steineriana ha deciso di svolgere due settimane di lezione qua a Mondeggi.
Il progetto abbraccia anche il campo di vita che riguarda lo scambio relazionale e comunicativo tra essere umani: le decisioni vengono prese in maniera orizzontale portando avanti il metodo del consenso, nel quale la comunità si autoregola, decide i propri limiti e gli intenti comuni da perseguire, in cui le volontà di tutti sono ascoltate e riunite sotto una via comune; una via che prevede l’agire migliore in questo momento per la comunità e per i singoli individui, ricordandoci che insieme costituiscono entrambi un’entità indissolubile in continuo interscambio.
Mondeggi Bene Comune accoglie anche l’importanza del campo delle Salute, con la nascita di un progetto sull’autogestione e sulla riappropriazione della propria salute , in quanto la salute dell’ambiente, la salute degli animali, la salute del singolo organismo umano e la salute del più ampio organismo comunitario sono indissolubilmente legate le une alle altre.
Ed è proprio su questo legame che è necessario puntare in questo momento storico.
Questa esperienza ha quindi l’intento di autodeterminarci come individui in tutti gli ambiti che compongono la nostra vita: alimentazione, salute, educazione, economia, relazioni etc. Il tutto trovando una via che ci consenta di camminare ed evolverci in armonia con l’ambiente in cui siamo immersi, ambiente che attraverso il cibo andrà poi a costituire materialmente la totalità del nostro essere.
La forza di Mondeggi non è solo l’intento di ricreare una biodiversità ambientale in un luogo abbandonato e sfruttato per anni, ma è soprattutto la biodiversità umana che ci caratterizza… tante persone differenti con competenze e formazioni diverse che spaziano dall’ambito agricolo, sociale, politico,educativo, della salute etc., con temperamenti e talenti variegati… ma tutte unite da un grande intento comune.
Intento che in questo momento si deve fare sempre più solido e consistente: infatti da poco abbiamo ricevuto le denunce per occupazione, denunce che ci hanno portato alla decisione di intraprendere un percorso per chiedere la gestione civica di questo luogo alle istituzioni.
L’obiettivo è rivendicare il percorso che stiamo portando avanti e creare così un precedente giuridico sull’occupazione e sulla riappropriazione delle terre, precedente che speriamo sia da apripista e da agevolatore per tutti coloro che avranno il coraggio di tornare ad occupare le centinaie e migliaia di terre abbandonate in Italia ed in questo mondo.
di Chiara Boccelli ed Elena Cavalieri, per gentile concessione.
Foto in evidenza di Davide Sani, per gentile concessione di OpenMultimedia Web-design.