Mio padre disse
Ghada Nabil
Quando gli ho chiesto
se avrebbe curato un israeliano
che entrava nella sua clinica,
ha risposto che il dottore
fa il giuramento di salvare ogni vita.
Ricordo la mano di mio padre
chirurgo, pittore e musicista.
Vita e morte
due stanze con una parete comune.
Mi hai detto:
“non temere mai nulla!”
Nessuno teme il suo desiderio, papà.
……….
Cosa hai visto, Hamza
mentre volavi
dall’ottavo piano?
Mio padre morto
ha raccontato che lo shock nervoso
gli ha arrestato il cuore
prima dell’urto.
Mi è capitata una cosa simile due volte
senza volare.
Omar, ora i tuoi fratelli
giocano con te,
mentre sorseggi il seno di tua madre
lei è rimasta ad aspettarti con il seno scoperto
davanti a Dio e agli angeli.
C’è una sposa
il cui matrimonio è stato rimandato al giorno del giudizio
Un dottore… con le figlie e la moglie
cura gli abitanti dell’aldilà
dai ricordi
e pensa
alla figlia sopravvissuta a Gaza.
Mira, Rafif, Dana, Dima, Rula, Tala, Yara, Lina, Hana, Hala.
Avete incontrato
la nonna di mia madre nelle vie di Khan Yunes,
e mio zio materno[1] minore
che si pavoneggiava
con una scheggia israeliana
conficcata nel suo addome?
Ho visto il suo orologio da polso
in cui era penetrato il sangue, rimasto asciutto dentro così da poterlo vedere
e vedere la parte senza macchie.
Lancette che indicano
Il tempo in cui si erano fermate
L’orologio non si era rotto
Nessuno è tornato stavolta
per raccontare
era mio zio che raccontava
mentre noi gli stiamo attorno sul letto
dopo ogni guerra.
Il sangue è diverso
tra l’assassino e l’assassinato
e gli scienziati registrano il suo gruppo
Con l’equanimità degli ignoranti.
Il tempo
si asciuga con l’effetto del sangue
Come un arcipelago mobile
di segreti e mostri
e degli alberi in fiore
che ho chiesto a mia madre di guardare
ma ha girato il volto contro i fiori.
“Ora” è una parola senza significato.
Fin quando c’è
Un fiore color sangue
Esso è criminale.
Replica
Dai territori occupati
È conservato nell’archivio presso Dio
e io fin dall’infanzia
e tutt’ora
non ho mai voluto portare un orologio da polso.
Forse era una profezia
di cosa sarebbe successo
allo zio.
Il tempo lo odio
Amo la parola “zaman”
Il tempo è uno degli ingredienti
nel lievito delle preghiere
che bisogna attendere
per innalzare.
“La” vedete dal “vostro” attimo
Aspettate i vostri cari
Guardate il Messia
scendere in persona per accompagnare
chiunque nascerà dopo la mia morte
e viene ucciso
traccerà con il proprio dito “Palestina”
Poi salirà in cielo.
Hamza: il bambino palestinese che si è suicidato a 14 anni saltando dall’ottavo piano dopo che Israele aveva ucciso tutta la sua famiglia.
Omar Alhadidi viene descritto dal padre mentre abbracciava il suo cadavere in ospedale come martire vivo.
Mira, Rafif, Dana, Dima, Rula, Tala, Yara, Lina, Hana, Hala: bambine uccise dall’esercito israeliano durante i bombardamenti delle loro case.
[1] Faruq As-sayyed, morto martire nella guerra ottobre 73 in Egitto.
Traduzione dall’arabo di Sana Darghmouni.
Per ascoltare altre poesie di Ghada Nabil, ecco il video con un asu lettura a cura del progetto Rucksack https://www.youtube.com/watch?v=GQwwrtDcDsA
Ghada Nabil (Egitto) è autrice di sei raccolte di poesia in arabo, compresa l’ultima Without a Pen Name uscita nel 2019 per d la casa editrice Al Mutawassit di Milano. L’Atelier Fabre Christine-Fabre Bourjois e Jean-Nöel Laszlo l’hanno invitata a leggere dal suo libro di poesie bilingue arabo/francese Les Interdits nel Padiglione N di Marsiglia durante l’evento “Marsiglia Capitale Europea della Cultura”. Il libro -parte del progetto “Lettres Capitales” alla stesura del quale hanno partecipato poeti da tutto il mondo su invito di ” La Maison D’artisanat Et Metiers D’art ” è stato incluso nella mostra nella biblioteca di Nîmes nell’ambito della Carré D’art durante la manifestazione Le printemps des poètes. Ghada è stata tradotta in francese da Antoine Jockey, Souad Laabize ( Francia ) Tamara EL Sherbini (Egitto ) e dal poeta Walid ElKhachab ( Egitto/Canada ), in spagnolo dal poeta latinoamericano / canadese Francoise Roy e in italiano dalla poeta e artista visiva tedesca Antje Stehn ( Italia ) nell’ambito del suo progetto ” Rucksack- A Global Poetry patchwork “e da Sana Darghmouni ( Marocco/ Italia). La sua poesia è stata inclusa nell’antologia di Laabize La Valeur Decimale Du Bonheur e nell’antologia bilingue inglese/ spagnolo Peace for Afrin- Peace For Kurdistan a cura del poeta curdo-tedesco Hussein Habasche e altri. Negli anni ha partecipato ad un gran numero di volte a numerosi festival in Francia, Algeria, Tunisia, Marocco. E’ stata invitata anche a New Delhi a leggere un suo intervento sul poeta, scrittore e pittore Rabindranath Tagore intitolato ” Travelling On The Edge Of Sorrow: Tagore’s Unseen Prison”. Ha collaborato con reportage approfonditi in rubriche di cultura e ha anche scritto su temi di interesse pubblico e sui prigionieri politici, compresi romanzieri egiziani ed arabi detenuti o poeti uccisi o detenuti nel suo paese , come pure su poeti iraniani in esilio. E’ anche attiva nelle traduzioni letterarie, nelle recensioni e nella critica letteraria.