MING DI: QUANDO LA PIOGGIA ERA UN UCCELLO, POESIA TRA L’ANTICA CINA E LA LINEA DI FRONTIERA (a cura di Lucia Cupertino)

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TRE POESIE DI MING DI

Traduzione italiana di Lucia Cupertino (a partire dalla versione di Radina Dimitrova)

APRILE

Presto verrà la stagione delle piogge, di nuovo mi assale l’angoscia.
Nella remota antichità, la pioggia era un uccello;
a volte volava oltre il cielo e più lontano andava,
più vasto diveniva il firmamento e si perdeva nell’infinito,
ma l’uccello tornava sempre in tempo,
proprio nello stesso periodo.
Mille, duemila, tremila anni; un uccello volò fino a trasformarsi in pioggia primaverile.

Madre, ogni notte dormo volgendomi verso di te;
una, due, tre notti; dormendo mi trasformo in
una pianta in letargo.
La mia copia e io siamo perpendicolari ai raggi della luna; la luce
illumina i miei ricordi multiformi
pendenti dal mio corpo,
così da farlo sembrare un mare di plancton.
Mi addormento e inizia un sogno millenario, dalla civiltà agricola,
prosegue lungo il ciclo dei ventiquat
tro periodi solari1;
dormendo trasformo il sonno
nella religione in cui la respirazione è preghiera
Quando apro gli occhi vedo la pioggia, come uccelli in volo:
svolazza tra il cielo e la terra,
tra il mio campo visivo e quello di mia madre.

 

四月

雨季快来了,我又心神不定,
远古时,雨是一只鸟,
有时飞出天外——越飞远,天越浩瀚,无止无尽,
但它总是按时飞回,而且在同一个时间
一千年,两千年,三千年,一只鸟飞成春天的一场雨。

母亲,每天夜里我朝你的方向睡,
一夜,两夜,三夜,我把自己睡成冬眠的植物,
我和我的副本,与月光垂直,光
照亮我的千种念想
,
它们悬在我的身体之上,像海里的浮游生物。
我一睡睡了一千年,从农耕时代开始,
随着二十四节气,周而复始,
我把睡,睡成了一种宗教,呼吸就是祷告——
我一睁开眼就看见雨,如同飞鸟,
在天地之间,在我和母亲的视线之间循环。

 

ISADORA DUNCAN

Volare, volare come la luce, non c’è bisogno d’ali:
pensavo così nei miei sogni, ma non appena alzai la mano,
la luce
del firmamento andò in frantumi.
Sono seduta in mezzo alla luce, come isola di un solo uccello;
Mi circonda l’acqua marina che io stessa ho generato.
Alzo la mano e non c’è riflessione nè rifrazione;
sollevo la testa, ti vedo nello specchietto retrovisore:
Ecco il passeggero che ho
scolpito nella solitudine!
Mi siedo
in cabina, come fossi la sposa della luce
o un
a pedina dei suoi scacchi.
Mi usi per sedurre la tua ultima oscurità, ti uso per clonare
la mia prima
allegria calendule di giugno
che si proiettano a luglio, riempiono la terra di ombre floreali

Dio disse “Che sia la luce”, solo se c’è luce si può estendere il tempo;
uccelli in volo piombano furiosi in acqua,
ma è meglio che con un leggero gesto ti nasconda dalla parte opposta dell’ombra–
in realtà sono così tanti cerchi, raggi e macchie di luce,
amo ognuno di questi miei io, uno di loro ha detto “mi hai fatto male”,
fra tant
issimi io, quale fra tutti ho ferito?–
mi sveglio e solo allora scopro di aver pugnalato gli occhi della luna.

 

伊莎朵拉·邓肯

飞起像光一样飞起不需要翅膀——
我在梦里这样想
一扬手
竟把天上的光打碎了。
我坐在光的中间
像一只鸟的岛屿
四周是我孕育的海水——
我把手放上去,它们不反光
,
也不折射,我抬头,从后视镜看你
——我用孤独塑造的乘客!
我坐在驾驶室,如同光的妻子,
或棋子,
你用我引诱你最后的黑暗,我用你复制
我最初的快乐——六月金盏菊,
投射到七月,满地都是菊影——
上帝说要有光,只有光才可以把时间拉长,
而飞鸟猛烈撞击水面
也不如我轻手一扬,就把你藏到影子对面——
原来我是这么多光圈,光线,光点,
我爱上每一个我自己,其中一个说“你伤了我”
这么多我
,我伤了哪一个——
醒来后才发现,我戳伤了月亮的眼睛。

ZIMBABWE
Non ho chiuso occhio tutta la notte per non perdermi la caduta di una stella.
Il cielo era così basso, così chiaro e
terso, chi lo avrà pulito?
So che a ogni persona
spetta una stella;
quella che non ti appartiene cadrà nel deserto
e quella che è tua ti guarderà dritto negli occhi

proprio quando li aprirai. Harare, Harare,
Che stella sei tu? Non riesco a dormire,
per la prima volta il firmamento è così basso, così vicino.
Solo il cielo dello Zimbabwe possiede una tale prossimità
e nitidezza, mi fa vedere chiaramente
il contorno

della mia stessa ombra sulla terra, da sud al nord,
su questa autostrada unica.
Di giorno attraversiamo il ponte Limpopo;
su ambo i lati, i militari armati interrogano e fanno controlli.
Sotto il fiume Limpopo, sopra il cielo,
non so dove nascondere il mio nervosismo. Avanti lo Zimbabwe, dietro il Sudafrica,

il sentiero solo porta avanti, non vi è passo indietro.
Attraversare la linea di frontiera, balzare su un autobus di lunga percorrenza, dirigersi al nord,
Harare, Harare, vado là.
Al
crepuscolo, all’improvviso il cielo scende, con le sue stelle grandi come frutta,
la gente dello Zimbabwe semina frutta nel cielo,

la felicità forse cadrà di notte.

 

津巴布韦

整个夜晚我都不敢睡,怕错过一颗星坠落,
天这么低,这么清晰,干净,是谁擦洗过?
我知道每个人都有一颗星座,
不属于你的会落在荒野,
属于你的那一颗,会在你睁开眼时

看着你的眼睛。Harare, Harare,
你是哪一颗星?我舍不得睡,
第一次看见天这么低,这么近,
只有津巴布韦的天空才有这样的低度,
和清晰,让我看清我的影子

在地上的印迹,从南到北,
在这唯一的一条公路上。
白天走过林波波桥,前后都是持枪军人盘查,
Limpopo河在下,苍天在上,
我的紧张无处可藏。津巴布韦在前,南非在后,

只有一路前行,没有退路。
穿过国境线,跳上长途巴士,北上,
HarareHarare,我来了。
晚上,天空突然低垂,星星像一棵棵果树,
津巴布韦的人把水果种在天上,

仿佛幸福会在夜晚坠落。

Traduzione italiana a cura di Lucia Cupertino, a partire dalla versione in spagnolo di Radina Dimitrova, sinologa, traduttrice cinese-spagnolo, apparsa sul n.14 (2020) della rivista cilena di poesia Ærea.

 

Ming Di_foto

Ming Di明迪 poetessa e traduttrice cinese, originaria di Wuhan, laureatasi alla Boston University, attualmente vive in California. È autrice di sei raccolte di poesia in cinese. Traduzioni delle sue poesie sono apparse in diverse lingue e pubblicate in cinque libri: River Merchant’s Wife (Marick Press, USA 2012), Luna fracturada (Valparaíso, Spagna 2014), Histoire de famille (Transignum, Francia 2015), Livre de sept vies (Recours au Poèmeéditeurs, Francia 2015), Pájaro isla (Círculo de Poesía, Messico 2019). È stata invitata a numerosi festival internazionali di poesia. Ha ricevuto premi e borse di studio dalla Fondazione Luce e Fondazione Poesia. Traduce anche dall’inglese al cinese, più recentemente Observations di Marianne Moore (Sichuan Wenyi 2018). Cura la sezione dedicata alla Cina per Lyrikline (Berlin) e Poetry International (Rotterdam). Ha curato e co-tradotto New Cathay: Contemporary Chinese Poetry (Tupelo Press 2013) e New Poetry from China 1917-2017 (Black Square Editions 2019).

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Foto in evidenza: Murales di Aruba, a cura di Lucia Cupertino

1 Si fa riferimento ai 24 periodi in cui è suddiviso l’anno secondo il calendario lunare cinese (N.d.T.).

Riguardo il macchinista

Lucia Cupertino

LUCIA CUPERTINO (1986, Polignano a Mare). Scrittrice, antropologa culturale e traduttrice. Laureata in Antropologia culturale ed etnologia (Università di Bologna), ha conseguito un Master in Antropologia delle Americhe (Università Complutense di Madrid) con tesi sulla traduzione di fonti letterarie nahuatl. Vive da tempo tra America latina e Italia, con soggiorni più brevi in Australia, Germania e Spagna, legati a progetti di ricerca, educativi e di agroecologia. Scrive in italiano e spagnolo e ha pubblicato: Mar di Tasman (Isola, Bologna, 2014); Non ha tetto la mia casa - No tiene techo mi casa (Casa de poesía, San José, 2016, in italiano e spagnolo, Premio comunitarismo di Versante Ripido); il libro-origami Cinco poemas de Lucia Cupertino (Los ablucionistas, Città del Messico, 2017). Suoi lavori poetici e di narrativa sono apparsi in riviste e antologie italiane e internazionali. Parte della sua opera è stata tradotta in inglese, cinese, spagnolo, bengali e albanese. È curatrice di 43 poeti per Ayotzinapa. Voci per il Messico e i suoi desaparecidos (Arcoiris, Salerno, 2016, menzione critica nel Premio di traduzione letteraria Lilec – Università di Bologna); Muovimenti. Segnali da un mondo viandante (Terre d’Ulivi, Lecce, 2016) e Canodromo di Bárbara Belloc (Fili d’Aquilone, Roma, 2018). Membro della giuria del Premio Trilce 2018, Sydney, in collaborazione con l’Instituto Cervantes. Cofondatrice della web di scritture dal mondo www.lamacchinasognante.com, con la quale promuove iniziative letterarie e culturali in Italia e all’estero.

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